Francesco Petrarca – Nei libri c’è un fascino particolare. L’oro, l’argento, le pietre preziose, le vesti di porpora, i palazzi di marmo … danno un piacere muto e superficiale, mentre i libri ci offrono un godimento molto profondo: ci parlano.

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Francesco Petrarca scriveva a Giovanni Anchiseo (Familiari, III, 18) della sua insaziabile brama di libri:
«Vuoi dunque sapere la mia malattia? Non so saziarmi di libri. Probabilmente ne posseggo piu del necessario ma con i libri succede come con le altre cose: il riuscire ad avere ciò che si cerca stimola ulteriormente il desiderio. Nei libri c’è anzi un fascino particolare. L’oro, l’argento, le pietre preziose, le vesti di porpora, i palazzi di marmo, i campi ben coltivati, i dipinti, i palafreni con splendidi finimenti e tutte le altre cose di questo genere danno un piacere muto e superficiale, mentre i libri ci offrono un godimento molto profondo: ci parlano, ci danno consigli e, vorrei dire, vivono insieme a noi con una loro viva e penetrante familiarità. A chi legge non offrono soltanto se stessi ma suggeriscono anche il nome di altri e ne stimolano il desiderio».

Francesco Petrarca, Le familiari. Ed. critica, 4 voll., Le Lettere, Firenze 19997, a cura di V. Rossi, U. Bosco.

Francesco Petrarca (1304-1374) – Gloria effimera è cercar fama solo nel barbaglio delle parole: il mio lettore, almeno finché legge, voglio che sia con me. Non voglio che apprenda senza fatica ciò che senza fatica non ho scritto.
Francesco Petrarca (1304-1374) – Frugati dentro severamente. Anche il conoscere molte cose, che mai rileva se siete ignoti a voi stessi?

M. Ludovico Dolce, Dialogo nel quale si ragiona del modo di accrescere e conservar memoria, Venezia 1562.

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