George Steiner – Il linguaggio è il mistero che definisce l’uomo. In esso l’identità e la presenza storica dell’uomo si esplicano in maniera unica. La cultura è una forza umanizzatrice? Le energie dello spirito sono trasferibili a quelle del comportamento?
«Il linguaggio è il mistero che definisce l’uomo, in esso l’identità e la presenza storica dell’uomo si esplicano in maniera unica. È il linguaggio che separa l’uomo dai codici segnaletici deterministici, dalle disarticolazioni, dai silenzi che abitano la maggior parte dell’essere. Se il silenzio dovesse tornare di nuovo in una civiltà in rovina, sarebbe un silenzio duplice, forte e disperato per il ricordo della Parola».
«Quali sono i rapporti del linguaggio con le atroci falsità che esso è stato costretto ad articolare e a consacrare in certi regimi totalitaristici? O con la gran congerie di volgarità, imprecisione e cupidigia di cui è saturo in una democrazia di consumatori
di massa?».
«L’edificio dell’umanesimo classico, il sogno della ragione che animava la società occidentale, si è in gran parte infranto. […] Pensare alla letteratura, all’educazione, al linguaggio, come se non fosse successo nulla di molto importante in grado di sfidare il concetto stesso che noi abbiamo di tali attività, non mi sembra affatto realistico. […] Noi veniamo dopo [dopo i campi di sterminio, dopo Hiroshima e Nagasaki, dopo i campi di sterminio in Cile e in Argentina, dopo …]. Adesso sappiamo che un uomo può leggere Goethe o Rilke la sera, può suonare Bach e Schubert, e quindi, il mattino dopo, recarsi al proprio lavoro ad Auschwitz. Dire che egli ha letto questi autori senza comprenderli o che il suo orecchio è rozzo, è un discorso banale
e ipocrita. In che modo questa conoscenza pesa sulla letteratura e la società, sulla speranza, divenuta quasi assiomatica dai tempi di Platone a quelli di Matthew Arnold, che la cultura sia una forza umanizzatrice, che le energie dello spirito siano trasferibili a quelle del comportamento?
[…] Quali sono i legami, per ora assai poco compresi, tra gli schemi mentali e psicologici della cultura superiore e le tentazioni del disumano?».
George Steiner, Linguaggio e silenzio. Saggi sul linguaggio, la letteratura e l’inumano, Garzanti, Milano 2001.
- «Tra il 1976 e il 1982, durante la dittatura militare argentina, migliaia di cittadini sono stati gettati vivi in mare. Oggi i responsabili di questi crimini, camminano liberi per le strade». Così iniziano i titoli di coda del film.
- «Al piano di sopra c’erano 50 monitor televisivi con la bandiera argentina su cui scorrevano i nomi dei desaparecidos, mentre il sonoro riproponeva i gol del campionato del mondo di calcio del 1978. Al piano di sotto, in un sotterraneo, avevo cercato di ricostruire in modo astratto e concettuale l’idea di un campo di concentramento…». (il regista del film Marco Bechis su Duel, febbraio 2000).