«Chi non spera quello che non sembra sperabile non potrà scoprirne la realtà, poiché lo avrà fatto diventare, con il suo non sperarlo, qualcosa che non può essere trovato e a cui non porta nessuna strada». Eraclito
N.B. Le immagini e i video sono stati reperiti nel web e quindi considerati di pubblico dominio. Qualora si ritenesse che possano violare diritti di terzi, si prega di scrivere al seguente indirizzo:
Puoi svalutarmi nella storia Con le tue amare, contorte bugie; Puoi schiacciarmi a fondo nello sporco Ma ancora, come la polvere, mi solleverò
La mia presunzione ti infastidisce? Perché sei così coperto di oscurità? Perché io cammino come se avessi pozzi di petrolio Che pompano nel mio soggiorno
Proprio come le lune e come i soli, Con la certezza delle maree, Proprio come le speranze che si librano alte, Ancora mi solleverò
Volevi vedermi distrutta? Testa china ed occhi bassi? Con le spalle che cadono come lacrime, Indebolita dai miei pianti di dolore?
La mia arroganza ti offende? Non prenderla troppo male Perché io rido come se avessi miniere d’oro Scavate nel mio giardino
Puoi spararmi con le tue parole, Puoi tagliarmi coi tuoi occhi, Puoi uccidermi con il tuo odio, Ma ancora, come l’aria, mi solleverò.
La mia sensualità ti disturba? Ti giunge come una sorpresa Che io balli come se avessi diamanti Al congiungersi delle mie cosce?
Fuori dalle capanne della vergogna della storia Io mi sollevo In alto, da un passato che ha radici nel dolore Io mi sollevo Io sono un oceano nero, agitato ed ampio, Sgorgando e crescendo io genero nella marea.
Lasciando dietro notti di terrore e paura Io mi sollevo In un nuovo giorno che è meravigliosamente limpido Io mi sollevo Portando i doni giunti dai miei antenati, Io sono il sogno e la speranza dello schiavo. Io mi sollevo Io mi sollevo Io mi sollevo
(Still I Rise – da “And Still I Rise” di Maya Angelou)
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Al popolo della pace, la poesia incipitale di questa raccolta, letta da Maura Del Serra nel 2009 in occasione dell’iniziativa 25 TV per 25 guerre, realizzata dall’artista Gerardo Paoletti per “World March” Associazione Mondiale per la Pace, era finora l’unica traccia esistente di interpretazione autoriale dei suoi testi. Adesso, con la selezione di altre 54 poesie, l’autrice offre ai suoi lettori/ascoltatori, un articolato ventaglio della sua produzione poetica, dei temi, luoghi, voci e ritratti in cui l’esperienza personale si fa corale e universale.
Nutrita con intensità empatica e dialogica dalle radici culturali e sapienziali dell’Occidente nel loro intersecarsi con le vene più feconde delle tradizioni orientali, la poesia della Del Serra è percorsa dal costante agonismo tra assolutezza metatemporale della rivelazione e tenebre della violenza storica, solitudine identitaria e unanimismo creaturale, con un ethos appassionato e rigoroso e con una finezza ed originalità stilistica scandita con vibrante emozione anche dalla sua viva voce.
Maura Del Serra, poetessa, drammaturga, traduttrice e critico letterario, già comparatista nell’Università di Firenze, ha riunito le sue poesie nei volumi: L’opera del vento e Tentativi di certezza, Venezia, Marsilio, 2006 e 2010; Scala dei giuramenti, Roma, Newton Compton, 2016; Bios, Firenze, Le Lettere, 2020. Tutti i suoi testi teatrali sono pubblicati nei volumi: Teatro e Altro teatro, Pistoia, petite plaisance, 2015 e 2019.
Fra gli autori da lei tradotti dal latino, tedesco, inglese, francese e spagnolo: Cicerone, Shakespeare, Woolf, Mansfield, Tagore, Proust, Weil, Lasker-Schüler, Sor Juana Inès de la Cruz. (www.mauradelserra.com)
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Passa come un filo trasparente e sottile tra le dieci Sibille che parlano nel libro di Margherita Guidacci, un filo fatto di vento, acqua, sabbia, nebbia, velo, tremore, tutto ciò insomma che è segno della mutevolezza del Tempo e della precarietà delle piccole grandi vicende che lo declinano e lo lasciano così sospeso sulla sua fragilità e sulla sua feroce tenacia. E nel passare quasi impercettibile di quel filo attraverso isole, mari, monti, valli, antri, brilla la tenacia delle cose che, perché sfuggono, esigono sempre nuovi accostamenti e svelamenti. Dalle piccole misteriose cose della terra al Mito. Così le Sibille, grazie alla voce innamorata di Margherita Guidacci e alla precisione delle sue conoscenze, percorrono a ritroso il tempo della storia sino alla sua radice mitica e rappresentano la possibilità del sentire e del conoscere di guardare ai suoi contenuti con quasi incantato distacco. Muovendosi dentro una loro personalissima Recherche, queste dieci Sibille ci rendono tutto l’oro dell’antico sguardo, conciliano colpe e pentimenti, allestiscono ponti tra terra e cielo, abbracciano i vivi e i morti e sembrano risanare con il balsamo della poesia quelle ferite su cui, loro malgrado, furono destinate a sollevare il velo. Davvero un libro prezioso questo di Margherita Guidacci, puntuale nei rimandi storici ed espressivo di tenera intenzionalità nell’incontro tra la sua voce e quella delle Sibille, che qui non pre-dicono, ma ricordano – e nella parola “ricordo” batte il cuore – sino alla dimensione confessionale dell’ultima parte in prosa in cui Margherita ci prende per mano e fiduciosa della nostra degnità, ci porta nel mondo intimo della casa, del suo tempo, delle sue amicizie mentre, lei Sibilla, cerca la parola-vaso in cui far cadere – o da cui trarre – il senso dolceamaro dell’effimero.
Danila Boggiano
Danila Boggiano È nata nel 1951 a Sestri Levante dove vive. Si è laureata in Filosofia all’università di Genova. Ha pubblicato le raccolte di versi Piccole foglie e sparse (S. Marco dei Giustiniani, 1997); La pazienza del tempo (Resine, 1999); La tessitrice di vento (Le Mani, 2004); Amorosi sentieri (Bastogi, 2008) e Inconsapevole musa (S. Marco dei Giustiniani, 2010). Cura il “Quaderno”, pubblicazione del Centro di cultura “Agave” di Chiavari. E naturalmente tiene conferenze e presenta libri, qui e là, dove capita e quando può.
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Al popolo della pace, la poesia incipitale di questa raccolta, letta da Maura Del Serra nel 2009 in occasione dell’iniziativa 25 TV per 25 guerre, realizzata dall’artista Gerardo Paoletti per “World March” Associazione Mondiale per la Pace, era finora l’unica traccia esistente di interpretazione autoriale dei suoi testi. Adesso, con la selezione di altre 54 poesie, l’autrice offre ai suoi lettori/ascoltatori, un articolato ventaglio della sua produzione poetica, dei temi, luoghi, voci e ritratti in cui l’esperienza personale si fa corale e universale.
Nutrita con intensità empatica e dialogica dalle radici culturali e sapienziali dell’Occidente nel loro intersecarsi con le vene più feconde delle tradizioni orientali, la poesia della Del Serra è percorsa dal costante agonismo tra assolutezza metatemporale della rivelazione e tenebre della violenza storica, solitudine identitaria e unanimismo creaturale, con un ethos appassionato e rigoroso e con una finezza ed originalità stilistica scandita con vibrante emozione anche dalla sua viva voce.
Maura Del Serra, poetessa, drammaturga, traduttrice e critico letterario, già comparatista nell’Università di Firenze, ha riunito le sue poesie nei volumi: L’opera del vento e Tentativi di certezza, Venezia, Marsilio, 2006 e 2010; Scala dei giuramenti, Roma, Newton Compton, 2016; Bios, Firenze, Le Lettere, 2020. Tutti i suoi testi teatrali sono pubblicati nei volumi: Teatro e Altro teatro, Pistoia, petite plaisance, 2015 e 2019.
Fra gli autori da lei tradotti dal latino, tedesco, inglese, francese e spagnolo: Cicerone, Shakespeare, Woolf, Mansfield, Tagore, Proust, Weil, Lasker-Schüler, Sor Juana Inès de la Cruz. (www.mauradelserra.com)
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