Salvatore Bravo – Con le parole di Gianni Rodari domandiamoci perché la terra è ridotta a “pezzettini”. Cambiare paradigma è l’unico modo per salvare vite, territorio e pianeta, con un nuovo umanesimo che coniughi la vita con il territorio e che abbia nella “cura” preventiva il centro dell’agire. La natura non è matrigna, sono i modelli economici e di gestione delle comunità ad esserlo.

Paolo Pileri (docente di Pianificazione territoriale e Ambientale al Politecnico di Milano),
L’intelligenza del suolo. Piccolo atlante per salvare dal cemento l’ecosistema più fragile, Altreconomia, 2022.

Il suolo è la pelle del Pianeta, pochi centimetri brulicanti di vita senza i quali non sarebbe possibile produrre il cibo necessario per l’uomo e gli animali. Il suolo è generoso: dona questi e altri benefici gratis. E noi lo distruggiamo. Questo libro spiega perché è indispensabile proteggerlo. Il suolo è bello e vivo: è un ecosistema straordinario, un consesso di miliardi di esseri viventi in pochi centimetri, un laboratorio che trattiene e cede l’acqua, sequestra la CO2 più di qualsiasi pianta, crea l’humus che rende fertile la terra e che permette la nostra vita e quella degli animali ed è una vera farmacia a cielo aperto. Come scrive Henry David Thoreau il suolo è “poesia vivente”. Il suolo – insomma – non è una superficie, ma uno “spessore”. Il suolo non è solo intelligente ma soprattutto generoso, perché ci dà tutto questo gratuitamente. Ma purtroppo è anche molto fragile, ed è inerme di fronte alla stupidità e all’avidità di chi lo considera una “risorsa” da sfruttare. Non è rinnovabile né resiliente: quando viene cementificato, impermeabilizzato, eroso o inquinato è perso per sempre. Un libro che lancia un vigoroso appello, per riflettere su quello che abbiamo sotto i piedi e mobilitarci per proteggerlo. Perché non basta inserire la parola ambiente in Costituzione se ogni secondo che passa in Italia vengono distrutti due metri quadrati di suolo e la politica ignora il pensiero ecologico. Non è un caso che manchi ancora una giusta legge nazionale sul consumo di suolo.


In Emilia-Romagna ci sono quasi centomila persone a rischio frane. Statistica ISPRA 2017.

La minaccia dei fiumi “tombati”. Una rete di 12 mila chilometri

Fiumi tombati

Consumo di suolo, in 60 anni persa un’area come l’Emilia Romagna