Cécile Coulon – La casa delle parole, Keller editore, 2015. «Il cuore batteva a mille. […] Un anno di notti bianche. Per imparare a leggere, […] costantemente terrorizzato all’idea di farsi beccare. [Eppure …] leggere aveva risvegliato il potere sopito nella sua gabbia toracica».

Cécile Coulon
«Il Programma distrusse un altro aspetto della Storia: all’istituzione delle Case delle Parole, i vecchi libri furono vietati. Le librerie non potevano vendere una sola copia classificata come letteratura: i testi complessi costituivano un intralcio al buon svolgimento del Programma. Le biblioteche vennero svuotate, i reparti riorganizzati. Cassoni pieni di romanzi, di raccolte di racconti, saggi politici partivano verso le Discariche …» (pp. 94-95).
«Centosessanta Libri: ne dichiarò solo centocinquantanove. L’ultimo? Nascosto sotto il petto […]. Moriva di paura. Il Libro riposava contro il suo petto, il cuore batteva a mille. […] Un anno di notti bianche. Per imparare a leggere, […] costantemente terrorizzato all’idea di farsi beccare. [Eppure …] leggere aveva risvegliato il potere sopito nella sua gabbia toracica» (pp. 106-108).

In un Paese senza nome le autorità hanno trovato il modo di garantire l’ordine sociale: letture pubbliche come strumento perfetto di manipolazione. Gli stadi vengono riempiti di persone che, affamate di emozioni intense, ascoltano avidamente brani ed estratti dei più diversi generi letterari e così le passioni, la rabbia, la disperazione, le paure vengono a galla e svaniscono in poco più di un’ora… fino alla prossima adunanza.
Tutto si svolge sotto l’occhio vigile di agenti che devono essere freddi, efficienti e, soprattutto, analfabeti. In cambio hanno una vita di privilegi e spensieratezze e un numero al posto del nome. Come 1075, il migliore tra tutti, almeno fino a quando un incidente sul lavoro lo confina in un ospedale. Lì nel tedio dei giorni di convalescenza incontra una giovane donna che tiene lezioni di lettura per i bambini malati… e tutto comincia a traballare.
Una favola inquietante e feroce sulle pratiche di controllo della società, sulla libertà, le emozioni, la consapevolezza e sull’amore per la letteratura.


Cécile Coulon si impone ancora una volta come un’incredibile narratrice di storie. E questa è una vera e propria dichiarazione d’amore per la letteratura. ELLE (FRANCE)

 

Cécile Coulon è nata a Clermont-Ferrand. Ispirata dalla letteratura francese quanto da quella americana, l’autrice è anche una grande appassionata di cinema e musica. Nel suo universo così convivono Maupin, Proust, Flaubert. Steinbeck, Tennessee Williams ma anche le pellicole di Pier Paolo Pasolini e dei fratelli Coen e la musica di Elvis Presley, Jerry Lee Lewis, Chuck Berry, Ramones. Considerata una delle più talentuose della sua generazione, ha conquistato critici e lettori con una produzione narrativa di grande qualità. In Italia è apparso, sempre per Keller editore, Il re non ha sonno (2013) .

La casa delle parola

Cécile Coulon, La casa delle parole, Keller editore, 2015.

 

 

Quelle parole che rendono liberi – la Repubblica.it

Un mondo senza letteratura nel nuovo libro di Cécile Coulon

 

 

 

Freccia rossa Intervista a C. Coulon, il manifesto, 17-12-2015.

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Melania G. Mazzucco – Il museo del mondo, Einaudi, 2014

Melania G. Mazzucco

«Se un’opera d’arte non diventa presenza – specchio di un pensiero, indelebile emozione, scintilla di un significato del mondo – non è niente».

Melania G. Mazzucco, Il museo del Mondo, Einaudi, 2014, p. 22.


Il museo del mondo

Melania G. Mazzucco, Il museo del Mondo, Einaudi, 2014.

Cinquantadue capolavori per cinquantadue storie. Da Ad Parnassum di Paul Klee a Giove e Io di Correggio, da Black Iris di Georgia O’Keeffe al Cane di Francisco Goya, dalla Lattaia di Vermeer alle Cattive madri di Segantini, e via via attraverso Beato Angelico, Burne-Jones, Bacon, Van Gogh, Caravaggio, e altri. Fino ad arrivare ai piedi della scala, dai gradini luccicanti d’oro, della Presentazione di Maria al Tempio di Tintoretto. Un museo sempre aperto, pronto ad accogliere il lettore e a fargli incontrare quelle opere che diventano presenza, specchio di un pensiero, indelebile emozione, scintilla di significato del mondo.

Ogni quadro, ogni opera, che sia stata vista in una chiesa, in un museo o esposta in una mostra, lascia qualcosa a chi la guarda. E ogni incontro fortuito può tramutarsi in un vero e proprio innamoramento, in una folgorazione o addirittura in una rivelazione. In ogni caso è l’inizio di un’avventura. Create per fede o per soldi, per mestiere o per amore, le opere d’arte che Melania Mazzucco non è mai riuscita a dimenticare abbracciano cinque continenti, dall’antichità ai giorni nostri. Concepite come amuleti, preghiere o bestemmie, da uomini e donne, cacciatori e stregoni, assassini e santi, illetterati e intellettuali, nessun museo reale riuscirebbe mai a contenerle. Un museo immaginario, invece, potrebbe dimostrarsi all’altezza dell’impresa. Concentrandosi in particolare sui dipinti piú amati (tavole, quadri, affreschi, tecniche miste) Mazzucco ne ha selezionati cinquantadue: scegliendo «solo opere di artisti coi quali vale la pena trascorrere del tempo». Ma ciò non vuol dire necessariamente i maestri piú celebrati o famosi, ci sono anche gli irregolari, gli anomali, quelli che non hanno fondato scuole, che non si lasciano etichettare e che magari hanno vissuto per concepire un solo capolavoro. Una selezione «crudele» (senza seguire un ordine cronologico, né geografico, né tantomeno un inutile canone) che è stata ospitata su «la Repubblica» in una rubrica settimanale: un’opera a settimana per un anno. Il museo del mondo riprende tutti e cinquantadue i testi e le immagini per raccontare le storie di quelle opere che diventano presenza, specchio di un pensiero, scintilla di significato. E per offrire al lettore la possibilità di scegliere come avventurarsi in questo museo ideale: un’opera a settimana? una al giorno? tutte insieme? Il museo è lí e le sue porte sono sempre aperte. E se alla fine del libro il lettore proverà il desiderio di vedere o rivedere una o piú opere raccontate, allora la magia avrà inizio, il museo esisterà e sarà nostro.

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Linda Cesana – Karel Kosík: Praxis e verità. «L’uomo si realizza, cioè si umanizza nella storia».

Linda Cesana

In questo articolo si tenterà di cogliere come la verità e la prassi si pongano ad oggetti focali della filosofia di Karel Kosík, e si cercherà di mostrare come ad oggi, questa possa fornire spunti filosofici preziosi per criticare il cosmo capitalistico odierno nella prospettiva dell’apertura di spazi sociali emancipati.
La verità è oggetto proprio della filosofia, rubricata da Kosík attività umana indispensabile, autonoma rispetto all’ideologia e alla scienza. Una filosofia che si trasformasse in ideologia, visione del reale che scaturisce da determinati assetti di potere (l’ideologia forgia il sentire comune, secondo la lezione marxiana per cui le idee dominanti sono espressione della classe dominante, trasformandosi in apologia dell’esistente) e che quindi s’interdice la via verso l’universale, cesserebbe di essere filosofia perché rinuncerebbe al suo carattere critico-rivoluzionario rispetto al presente e sarebbe costretta a zoppicare dietro alla vita, ossia a fare l’apologia del potere. L’ideologia, infatti, comporta mistificazione perché non conosce la fatica del pensiero. Kosík cerca in questo modo di smarcarsi dall’ideologizzazione filosofica del comunismo storico novecentesco con la sua idolatria del Partito, riconoscendo oltremodo uno spessore ideologico al «capitalismo democratico» in cui si plaude alla fine delle ideologie novecentesche nell’accettazione ideologica della conformazione mercatistica del mondo. Superando le angustie di una riduzione della filosofia a ideologismo, la filosofia recupera un’istanza veritativa come presa di posizione rispetto alla totalità storica e sociale attuale: «La filosofia viene volgarmente concepita come espressione della situazione, e non come verità reale»…

Linda Cesana

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Linda Cesana
Karel Kosík- Praxis e verità. «L’uomo si realizza, cioè si umanizza nella storia»


192-isbn

Il saggio di Linda Cesana  è già stato pubblicato in Koiné [Per un Pensiero forte]– Periodico culturale – Anno XIX  –  NN° 1-4 – Gennaio-Dicembre 2012, pp. 107-117 – Reg. Trib. di Pistoia n° 2/93 del 16/2/93. Direttore responsabile: Carmine Fiorillo. Direttori Luca Grecchi e Diego Fusaro.

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Cop_183Linda Cesana. Costanzo Preve,
Filosofia della verità e della giustizia. Il pensiero di Karel Kosík

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Anime non solo vite

Linda Cesana,
Anime non solo vite

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Edward Burne-Jones (1833-1898) – La passione della lettura nella pittura:

«I disegni di Jones sono meraviglie impreziosite da finiture e dettagli fantasiosi, non hanno assolutamente eguali, se non forse dalle più fini opere di Albrecht Dürer»

Dante Gabriel Rossetti

Visiona le immagini in PDF:
Edward Coley Burne-Jones

 

Edward Burne-Jones, Carolyn Fitzgerald

Edward Burne-Jones, Carolyn Fitzgerald

Edward Burne-Jones, Maria Zembeko, 1870

Edward Burne-Jones,Maria Zembeko, 1870

Edward Burne-Jones, Merlin and Nimue

Edward Burne-Jones, La seduzione di Merlino

Edward Burne-Jones, Portrait of Katie Lewis

Edward Burne-Jones, Portrait of Katie Lewis

Edward Burne-Jones, Portrait of Katie Lewis (part.)

Edward Burne-Jones, Portrait of Katie Lewis (part.)

Edward Burne-Jones, Principessa Sabra

Edward Burne-Jones, Principessa Sabra

Edward Burne-Jones, Ritratto di Georgiana Burne-Jones, con Philip e Margaret, 1883

Edward Burne-Jones, Ritratto di Georgiana Burne-Jones, con Philip e Margaret, 1883

Edward Coley Burne-Jones

Edward Coley Burne-Jones

 

Le farfalle volano

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Diego Fusaro – Il realismo, fase suprema del postmodernismo? Note su «New Realism», postmodernità e idealismo.

Diego Fusaro 01

Uno spettro si aggira per il mondo: lo spettro del realismo. È lo stesso Maurizio Ferraris, nelle pagine programmatiche del Manifesto del nuovo realismo (2012), a evocare l’incipit del manifesto marx-engelsiano per alludere all’odierno dilagare ipertrofico del realismo in tutte le sue forme (politiche, sociali, economiche, filosofiche). Analogamente a Marx ed Engels, che si richiamavano allo spettro del comunismo come a una forza già esistente e pronta a seminare il panico nella vecchia Europa, Ferraris adombra come quella del realismo sia una presenza “spettrale” perché vaga e, insieme, materialmente già esistente e affermata. Una presenza reale, appunto, e insieme dai contorni evanescenti, come emerge non appena si consideri che la categoria multicomprensiva di realismo alberga oggi, al proprio interno, tali e tante determinazioni concettuali differenti da rendere, eo ipso, ambigua, scivolosa e sfuggente la stessa categoria. E, non di meno, come subito cercherò di chiarire, al di là di questa strutturale proteiformità della formula, è possibile individuare un comun denominatore tra le molteplici determinazioni semantiche sussunte sotto l’etichetta di realismo.
In particolare, se è vero che di realismo si sente quotidianamente parlare urbi et orbi, non deve sfuggire come ciò avvenga immancabilmente in riferimento – ora aperto, ora nascosto – al principio fondamentale per cui occorre tornare all’effettività del reale, abbandonando chimere e sogni per registrare l’inemendabilità o, comunque, l’ineludibile consistenza dell’esistente, del mondo-realmente-dato. Realismo, dunque, come debita e ineludibile considerazione del peso della realtà o, se si preferisce, del suo primato ontologico: l’esistente impone una considerazione seria e spregiudicata, ma poi soprattutto la sua accettazione come punto di partenza, nella migliore delle ipotesi, o come intrascendibile condizione in cui permanere, nella peggiore…

[continua a leggere il testo cliccando qui]

Diego Fusaro


Visiona e stampa le diciassette pagine di testo nel PDF

Diego Fusaro
Il realismo, fase suprema del postmodernismo?
Note su «New Realism», postmodernità e idealismo


192-isbn

Il saggio di Diego Fusaro è già stato pubblicato in Koiné [Per un Pensiero forte]– Periodico culturale – Anno XIX  –  NN° 1-4 – Gennaio-Dicembre 2012, pp. 57-73 – Reg. Trib. di Pistoia n° 2/93 del 16/2/93. Direttore responsabile: Carmine Fiorillo. Direttori Luca Grecchi e Diego Fusaro.

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Costanzo Preve – Nel labirinto delle scuole filosofiche contemporanee. A partire dalla bussola di Luca Grecchi.

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1. Questo breve saggio ha come contenuto una ricognizione “a ruota libera” delle scuole filosofiche di oggi, italiane ed internazionali. Il punto di partenza, che però verrà rielaborato in piena autonomia, trova origine in due saggi del filosofo lombardo Luca Grecchi, Il presente della filosofia italiana (Petite Plaisance, Pistoia 2007, pubblicato con una mia postfazione) e Il presente della filosofia nel mondo (Petite Plaisance, Pistoia 2012, pubblicato con una postfazione di Giacomo Pezzano). In questo commento utilizzerò il codice interpretativo di Grecchi come bussola, ma vi aggiungo anche considerazioni e commenti non presenti nei suoi scritti. Le “responsabilità ermeneutiche”, ovviamente, sono mie e soltanto mie… [continua a leggere il testo cliccando qui]

Costanzo Preve


Visiona e stampa le dodici pagine di testo nel PDF

Costanzo Preve
Nel labirinto delle scuole filosofiche contemporanee. A partire dalla bussola di Luca Grecchi


192-isbn

Il saggio di Costanzo Preve è già stato pubblicato in Koiné [Per un Pensiero forte]– Periodico culturale – Anno XIX  –  NN° 1-4 – Gennaio-Dicembre 2012, pp. 237-249 – Reg. Trib. di Pistoia n° 2/93 del 16/2/93. Direttore responsabile: Carmine Fiorillo. Direttori Luca Grecchi e Diego Fusaro.

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Augusto Cavadi – Ideologia “gender” e dintorni. Qualche chiarimento lessicale.

Augusto Cavadi 01

Secondo Confucio gli imperi crollano quando i cittadini smettono di capirsi e i cittadini smettono di capirsi quando usano le parole senza precisarne il significato. Il dibattitto sulla “ideologia gender” – che  sta occupando l’opinione pubblica italiana – non è, almeno ai miei occhi,  di facile soluzione: già l’esistenza dell’oggetto stesso del contendere (una “ideologia gender”) è messa in discussione. Né la questione diventa più chiara se si usa la formula (meno aggressiva) di “teoria del genere”: si tratta infatti di una cattiva traduzione dall’inglese (“gender theory”) dove significa semplicemente “l’insieme degli studi teorici sulla questione del genere”… [continua a leggere cliccando qui].

Augusto Cavadi

Visiona  e scarica il testo integrale in PDF:

Augusto Cavadi, Ideologia gender e dintorni.
Qualche chiarimento lessicale


Augusto Cavadi

Alcuni riferimenti per Augusto Cavadi

Opere

Filosofia come servizio sociale
  • Jacques Maritain fra moderno e post-moderno, Edisco, Torino, 1998
  • Quando ha problemi chi è sano di mente. Un’introduzione al philosophical counseling, Rubbettino, Soveria Mannelli, 2003
  • E, per passione, la filosofia. Breve introduzione alla più inutile di tutte le scienze, Di Girolamo, Trapani, 2006
  • Chiedete e non vi sarà dato. Per una filosofia (pratica) dell’amore, Petite Plaisance, Pistoia, 2009
  • Filosofare dal quotidiano. Consulenza a mezzo stampa, Roma, 2009
  • L’amore è cieco ma la mafia ci vede benissimo, Coppola, Trapani, 2010
  • La filosofia vi farà liberi. Un’interpretazione delle pratiche filosofiche, BBN editrice, Torino, 2012
Pedagogia e  prassi educative
  • Volontariato in crisi? Diagnosi e terapia, Il pozzo di Giacobbe, Trapani, 2003
  • A scuola di antimafia, Di Girolamo, Trapani, 2004
  • Gente bella. Volti e storie da non dimenticare, Il pozzo di Giacobbe, Trapani, 2004
  • Strappare una generazione alla mafia. Lineamenti di pedagogia alternativa, Di Girolamo, Trapani, 2005
  • Come posso fare di mio figlio un uomo d’onore?, Coppola, Trapani, 2009
Politica, con particolare riferimento agli intrecci mafiosi
  • Il vangelo e la lupara. Materiali su chiese e mafia, 2 voll., Dehoniane, Bologna, 1994
  • Ripartire dalle radici. Naufragio della politica e indicazioni dall’etica, Cittadella, Assisi, 2000
  • Le ideologie del Novecento. Cosa sono state, come possono rifondarsi, Rubbettino, Soveria Mannelli, 2001
  • Liberarsi dal dominio mafioso. Che cosa può fare ciascuno di noi qui e subito, Dehoniane, Bologna, 2003, 2ª ed.
  • La mafia spiegata ai turisti, Di Girolamo, Trapani, 2007
  • I siciliani spiegati ai turisti, Di Girolamo, Trapani, 2011
  • Centouno storie di mafia che non ti hanno mai raccontato, Newton Compton, Roma, 2011
  • La bellezza della politica. Attraverso e oltre le ideologie del Novecento, Di Girolamo, Trapani, 2011
Vita spirituale in senso ampio e  problematiche teologiche
  • Pregare senza confini. Preghiere di tutti i tempi e paesi per gruppi giovanili, Paoline, Milano, 1990
  • Ciascuno nella sua lingua. Tracce per un’altra preghiera, Augustinus, Palermo, 1991
  • Le nuove frontiere dell’impegno sociale, politico, ecclesiale, Paoline, Milano, 1992
  • Pregare con il cosmo. Tracce di preghiera per gruppi interconfessionali, Paoline, Milano, 1992
  • Essere profeti oggi. La dimensione profetica dell’esperienza cristiana, Dehoniane, Bologna 1997
  • In verità ci disse altro. Oltre i fondamentalismi cristiani, Falzea, Reggio Calabria, 2008
  • Il Dio dei mafiosi, San Paolo, Cinisello Balsamo, 2009
  • Non lasciate che i bambini vadano a loro. Chiesa cattolica e abusi sessuali, Falzea, Reggio Calabria, 2010
  • Il Dio dei leghisti, San Paolo, Cinisello Balsamo, 2012

Ha contribuito con la voce Pedagogia, al cd-rom La Mafia. 150 anni di storia e storie, Cliomedia Officina (distribuito da La Repubblica), Torino 1998.

Chiedete e non vi sarà dato
Chiedete e non vi sarà dato



indice - presentazione - autore - sintesi 




Mosaico di Saggezze

Mosaico di Saggezze


E per passione la filosofia

E per passione la filosofia

Il Dio dei leghisti

Il Dio dei leghisti


Il Dio dei mafiosi

Il Dio dei mafiosi

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Massimo Bontempelli – IL PREGIUDIZIO ANTIMETAFISICO DELLA SCIENZA CONTEMPORANEA

Determinismo

 

Sommario

 

Popper: la teoria come congettura

Hegel e la filosofia della scienza

La teoria della verità come idealità matematica

Godel: la logica matematica non può giustificare il proprio principio di coerenza

Matematica senza fondamento

Barrow: la base teorica universale della matematica

Hegel: la quantità come “qualità tolta”

Il gran libro della Natura è scritto in caratteri matematici?

Il risultato culturale della rivoluzione scientifica

La semplificazione galileiana del mondo reale

La quantità matematizzabile come dominabilità del mondo

I limiti del meccanicismo

La fisica delle particelle come pura astrazione teorica

Le teorie del tutto

Il determinismo dell’elettrodinamica quantistica

Feynman: la Natura è assurda

La povertà conoscitiva del determinismo matematico della fisica

Il crollo del determinismo fisico di fronte alle forme biologiche

La concezione biologistica della verità

La povertà della moderna coscienza antimetafisica

Il pregiudizio antimetafisico della mentalità odierna

Realtà e verità nella filosofia ontologica

La sapienza di Platone

 

 

POPPER: LA TEORIA COME CONGETTURA

Occorre rendere merito a Karl R. Popper di avere enunciato il più chiaro ed esemplare criterio di valutazione delle teorie scientifiche che sia concepibile nell’epoca del nichilismo della verità. Tale criterio non riflette l’effettivo sviluppo delle scienze, tanto che quando Popper, per fronteggiare le obiezioni mossegli, ha tentato di farlo aderire alla pratica scientifica, non ha fatto che introdurvi elementi di confusione e incoerenza. Ma ciò in quanto, nell’attuale contesto scientifico, le cui basi sono nichilistiche, ciò che determina l’affermazione di una teoria scientifica è soltanto la vastità e la durata del consenso della corporazione professionale degli scienziati, che dipende a sua volta sia dai loro codici culturali di riconoscimento, sia dal grado di incorporabilità della teoria in una qualche tecnica utile al sistema economico. Il bisogno di oggettività, però, per quanto negato da tutti i presupposti dello sviluppo sociale del nostro tempo, sopravvive inevitabilmente, per intrinseca necessità.·Popper ha dato una limpida risposta a questo bisogno. La sua grandezza è stata infatti quella di avere enunciato un criterio che, nella sua versione originaria, combina in maniera coerente i presupposti del nichilismo della verità della nostra epoca, per trame un criterio di oggettività scientifica che, ove potesse esistere su quei presupposti, non potrebbe avere che quella forma. Cosa dice infatti Popper? In primo luogo, che ogni teoria, non potendo trarre verità né dal puro pensiero né dall’osservazione dei fatti, è in ogni caso congettura. Tale assunto è perfettamente consequenziale all’assioma nichilistico dell’accettazione delle contingenze impostesi come fatti: se il dato di fatto è intrascendibile dal pensiero, il pensiero non può produrre verità, ma solo congettura, perché una verità tratta dall’osservazione dei fatti sarebbe comunque una generalizzazione che trascenderebbe l’ambito effettivamente osservato. In secondo luogo, Popper dice che una congettura è scientifica se contiene falsificatori potenziali, cioè fatti osservabili la cui eventuale osservazione equivalga, secondo la congettura stessa, a una sua falsificazione. Questo secondo assunto è, nello stesso tempo, un logico corollario del primo, e l’unica forma ragionevole di oggettività entro la mentalità creata daquelle che oggi si chiamano scienze: se i fatti sono la misura della conoscenza, e se essi non possono fondare alcuna verità, possono tuttavia, proprioin quanto misura ultima e intrascendibile della conoscenza, invalidare ogni conoscenza che risulti contraddirli. In terzo luogo, esiste secondo Popper un dovere di onestà scientifica di abbandonare le teorie falsificate dall’osservazione. Tutto ciò sembra a prima vista persuasivo, ed ha anche una sua approssimativa validità in taluni campi di giudizio. Ma non regge nella misura in cui pretende di descrivere l’impresa scientifica moderna: tutte le grandi teorie scientifiche, infatti, sono nate e si sono sviluppate in contraddizione con qualche fatto già accertato alloro tempo; i risultati di ogni osservazione dipendono in maniera forte dalla teoria adottata dall’osservatore; gli esperimenti cruciali della storia della scienza sono apparsi tali solo in un periodo successivo a quello in cui sono stati effettuati, in connessione con l’affermazione di teorie che li hanno valorizzati. Se si concepisce la teoria come congettura, non c’è poi modo di darle oggettività con i fatti.

HEGEL E LA FILOSOFIA DELLA SCIENZA

La filosofia della scienza degli ultimi decenni ha demolito l’epistemologia popperiana sul suo stesso terreno, mostrando come essa abbia fissato un criterio di demarcazione della scienza che non è né coerente né praticabile. Questo capitolo della filosofia della scienza è rivelatore di verità … ´[continua a leggere cliccando qui]

 

Leggi e stampa il testo di 17 pagine in formato PDF:

Massimo Bontempelli,
IL PREGIUDIZIO ANTIMETAFISICO DELLA SCIENZA CONTEMPORANEA

 

Questo saggio di Massimo Bontempelli è già stato pubblicato su Koinè, Periodico culturale, Anno X, nn. 1-2, Gennaio-Giugno 2002,  pp. 105-127; direttore responsabile Carmine Fiorillo; il volume collettaneo reca il titolo  Scienza cultura, filosofia.

Koiné

Scienza, Cultura, Filosofia

indicepresentazioneautoresintesi

Problemi tra scienza e cultura
Sintetizzare e interpretare/Darsi dei limiti/Sulla diffidenza per la filosofia/Una confutazione dello scientismo/I problemi della divulgazione/Specializzazione parcellizzante/Una catastrofe culturale?/Uno sguardo sulla cultura/Linee di resistenza/E se fosse colpa del capitalismo?/Conclusioni. Una modesta utopia.

Lucio Russo
Cosa sta accadendo alla scienza?
Premessa/Cos’è la scienza? La scienza esatta/Scienza esatta e tecnologia /Scienze biologiche (e altre scienze empiriche)/Il problema della verità/Divulgazione scientifica e imposture intellettuali/La crisi attuale/Il nuovo ruolo della biologia: le biotecnologie/Complessità /Quale futuro?

Marcello Cini
C’è ancora bisogno della filosofia per capire il mondo?
Introduzione/La svolta nella scienza dal XX al XXI secolo/L’epistemologia delle scienze della materia inerte/Una epistemologia delle scienze del mondo vivente/Il problema corpo/mente/Scienza e valori/Conclusioni.

Alberto Artosi
Lettera a uno scienziato sulla ragione, la razionalità e il razionalismo
Caro Scienziato/Bisogna guardarsi da un’immagine ingenuamente razionalistica della scienza/Anche gli scienziati più aperti sono dei razionalisti (e degli elitisti) ingenui/Bisogna sottrarsi al culto delle argomentazioni “razionali” /Il caso dell’archeoastronomia/ Il razionalismo ingenuo è intollerante/Sulla “cultura di massa”/Commiato.

Massimo Bontempelli
Il pregiudizio antimetafisico della scienza contemporanea
Popper: la teoria come congettura/Hegel e la filosofia della scienza/La teoria della verità come idealità matematica/Gödel: la logica matematica non può giustificare il proprio principio di coerenza/Matematica senza fondamento/Barrow: la base teorica universale della matematica/Hegel: la quantità come “qualità tolta”/Il gran libro della Natura è scritto in caratteri matematici?/Il risultato culturale della rivoluzione scientifica/La semplificazione galileiana del mondo reale/La quantità matematizzabile come dominabilità del mondo/I limiti del meccanicismo/La fisica delle particelle come pura astrazione teorica/Le teorie del tutto/Il determinismo dell’elettrodinamica quantistica/Feynman: la Natura è assurda/La povertà conoscitiva del determinismo matematico della fisica/Il crollo del determinismo fisico di fronte alle forme biologiche/La concezione biologistica della verità/La povertà della moderna coscienza antimetafisica /Il pregiudizio antimetafisico della mentalità odierna/Realtà e verità nella filosofia ontologic/La sapienza di Platone.

Fabio Bentivoglio
Scienza, Natura e destino dell’uomo. Riflettiamo con Aristotele
Che cosa è, oggi, la sapienza?/La Natura/Le onde e la scogliera/Un’etica per la civiltà tecnologica/Dogmi di ieri e dogmi di oggi/L’elogio del senso comune.

Jean Bricmont
Contro la filosofia della meccanica quantistica
Riassunto/Introduzione/Realismo e positivismo/Il problema della meccanica quantistica/La non località/Soluzioni possibili al problema della misura/Conclusioni/Appendice I: Il problema della misura/Appendice II: Il teorema di Bell/Appendice III: La teoria di Bohm/Appendice IV: Bibliografia/Ringraziamenti/Riferimenti.

Fabio Acerbi
Concetto ed uso dei modelli nella scienza greca antica
Il concetto di modello/La controversia storiografica: strumentalismo versus realismo/Cenni al dibattito epistemologico in età ellenistica/L’approccio per modelli nella scienza antica: alcuni esempi: a. Astronomia; b. Meccanica; c. Ottica; e. Teoria musicale; f. Medicina/Conclusioni.

Jules-Henri Poincaré
La matematica e la logica

 

 

 

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Francesco Bastiani/ Luigi Pulcini – Storia delle poco conosciute macchine fotografiche italiane.

Ferrania Condor

testo di Francesco Bastiani
disegni di Luigi Pulcini

Storia foto 01

Quando si parla della storia della fotografia si fa quasi sempre riferimento alle persone ed alle loro opere. Questo è assolutamente giusto, ma penso che sia superficiale e sciocco ignorare gli strumenti che i vari fotografi hanno usato per realizzare le loro opere: le fotocamere. Studiandone lo sviluppo, sia ottico che meccanico ed elettronico, mi sono un giorno imbattuto in una Ducati Sogno. Non una moto ma una vecchia fotocamera italiana che ha distolto la mia attenzione dai grandi blasoni, Nikon, Canon, ecc., per indirizzarla su un segmento molto ristretto della produzione di macchine fotografiche: quello italiano, nato nell’800 e conclusosi negli anni 70-80 del 900.
Questo è stato il punto di partenza della mia ricerca, che non vuole essere uno studio completo ed esaustivo sulla produzione delle fotocamere italiane, ma solo un resoconto su macchine fotografiche che hanno partecipato alla storia della fotografia, l’hanno fatta conoscere e praticare a moltissime persone. Strumenti che mi hanno colpito per le loro soluzioni tecniche, particolari ed innovative, a volte anche bizzarre.
François Jean Dominique Arago, scienziato astronomo e uomo politico, presentò la  scoperta del dagherrotipo all’Académie des Sciences e dell’Académie des Beaux Arts il 19 Agosto 1839. Lo stesso Daguerre capì immediatamente che con il solo brevetto non avrebbe fatto molti soldi e insieme al cognato Giroux, fondò una società per la costruzione e la vendita di fotocamere ed attrezzature per dagherrotipo. L’eco della nuova scoperta si fece sentire in tutta Europa e presto arrivò anche in Italia dove già il 2 settembre a Firenze, Tito Puliti ripetè l’esperimento presso il gabinetto di fisica dell’ università. Il processo dagherrotipico venne presentato anche a Pisa, Venezia e altre importanti città ma la cosa interessante accadde a Torino l’8 Ottobre: mentre nei precedenti esperimenti vennero utilizzate fotocamere e attrezzature straniere, qui, Enrico Federico Jest, fornitore di apparecchiature scientifiche del gabinetto di fisica, utilizzò fotocamere ed attrezzature da lui costruite.
A Enrico Federico Jest spetta il primato di aver costruito la prima fotocamera italiana. Le fotocamere a “tiretto” dell’epoca consistevano in due scatole di legno che scorrevano una dentro l’altra: su quella anteriore era montato l’obbiettivo e quella posteriore ospitava la lastra di rame sensibilizzata (fig.1)… [continua a leggere le 16 pagine cliccando qui]

 

 

 

Visiona  e scarica il testo e altre foto sul PDF:

Storia delle poco conosciute macchine fotografiche italiane

 

 

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Raffaele Accarino – Albert Steiner, il fotografo dei paesaggi alpini.

Albert Steiner_ foto

Albert-Steiner

I fotografi che si sono dedicati al “magico” paesaggio alpino sono molti, ma nelle poche pagine rimaste disponibili, desidero presentare quello che un po’ più degli altri ha risvegliato in me delle emozioni.
Albert Steiner (1877-1965) si formò nel famoso atelier di Jean Moeglé (Thun) e in quello di Frédéric Boissonas (Ginevra); trasse ispirazione da pittori quali Giovanni Segantini e Ferdinand Jodler e riuscì a trasformare la sua meraviglia per il mondo incorrotto delle montagne in immagini colme di magia. Lavorò e visse per 46 anni in Engadina, scoprendo nel suo paesaggio primitivo e incantevole quella parte incontaminata che suscitò in lui le emozioni che guidarono il suo lavoro.
Dai suoi scatti si intuisce un grande rispetto per la natura e una ricerca instancabile di valori senza tempo; creò scenari spettacolari concepiti con accuratezza, permeati di luce e in grado di far comprendere le vicende della transitorietà della vita umana.

 

Visiona  e scarica il testo e altre foto sul PDF:

Albert Steiner, Il fotografo dei paesaggi alpini

 

 

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