Carmine Fiorillo – Un messaggio nella “Bottiglia”. Un viaggio possibile verso «Il necessario fondamento umanistico del “comunismo”»

Il necessario fondamento umanistico del "comunismo"

«Chi vuol fare una ricerca conveniente sulla Costituzione migliore,
deve precisare dapprima quale è il modo di vita più desiderabile.
Se questo rimane sconosciuto, di necessità rimane sconosciuta anche la Costituzione migliore».
Aristotele, Politica, VII, 1,1323 a, 1-4

 

 

«[…] quello che fin dall’inizio distingue il peggiore architetto dalla migliore delle api,
è il fatto che egli ha costruito la celletta nella sua testa prima di averla costruita nella cera […].
Egli non opera soltanto un mutamento di forma dell’elemento naturale;
egli contemporaneamente realizza in questo il propriofine, di cui ha coscienza».
K. Marx, Il Capitale

 

«Vous êtes embarqué», direbbe Pascal. La metafora del viaggio, e dell’imbarco, include l’idea che vivere significhi anche essere già in mare aperto [Homme libre,toujours tu chériras la mer! (Uomo libero, sempre avrai caro il mare!); Baudelaire, Fiori del male]; in mare dove, oltre a salvezza e rovina, non si prospettano altre soluzioni, altre riserve.

Affidiamo dunque Il necessario fondamento umanistico del “comunismo”  ad una Bottiglia lanciata in questo mare aperto di internet.

Se trovate questa Bottiglia, potreste fare come Lord Glenarvan, che (ne I figli del Capitano Grant, di Giulio Verne) si decise a «spezzare il collo della preziosa bottiglia» dopo aver osservato che «il contenuto è più prezioso del contenente ed è preferibile sacrificare questo a quello». «Sui frammenti di carta mezzo distrutti dall’acqua marina, erano visibili soltanto poche parole […]» (ididem): ed ecco Lord Glenarvan, John Mangles, lady Elena intenti a decifrarne il senso … e partire alla ricerca dell’autore del messaggio.

La metafora del messaggio nella Bottiglia potrebbe fornire alcuni spunti di riflessione:

1) Testimonia la particolare situazione vissuta dall’autore del messaggio. Questi chiede aiuto per superare una situazione di difficoltà, evidenziando la propria fragilità e la propria dipendenza dagli altri.

2) L’autore del messaggio compie un atto di fiducia: immagina che chi trovi il messaggio nella Bottiglia possa prendere in carico il contenuto del messaggio e, andando alla ricerca dell’autore pur senza conoscerlo (proprio in quanto ri-conosce la propria umanità nei contenuti espressi dall’autore del messaggio), dimostri di aver saputo misurarsi con la fragilità che si esprime nell’idea stessa di naufrago (e dunque con la propria realtà di naufrago in altra latitudine) non disconoscendo il valore e il senso del messaggio.

3) L’autore del messaggio, nell’affidarlo alla Bottiglia (e al mare), non si pone alcuna scadenza temporale. Sa che il suo messaggio potrà essere trovato anche dopo la sua morte. L’immagine di chi affida un Messaggio alle acque del mare rimanda infatti ad un senso ben più profondo della pura e semplice richiesta di aiuto. Del resto, il messaggio in sé costituisce una comunicazione di più ampio respiro pur conservando il carattere di una richiesta di aiuto.

Mi permetto segnalare con questa metafora, tra le edizioni della Associazione culturale Petite Plaisance,l’uscita del libro Il necessario fondamento umanistico del “comunismo”, scritto insieme all’amico Luca Grecchi. Questo libro, come si legge nella quarta di copettina, cerca di mostrare che una buona progettualità teorica del comunismo è necessaria, data la grave condizione di sofferenza materiale e spirituale prodotta dal modo di produzione capitalistico. Tale progettualità, per essere buona, necessita però di un fondamento filosofico, ossia di una buona conoscenza della natura umana. In assenza di questo fondamento, il “comunismo” si trasforma in mera istanza oppositiva, smarrendo le proprie profonde radici culturali (orientali, greche, cristiane, medievali: non solo moderne). Solo invece recuperando una solida fondazione filosofica, nonché la consapevolezza della propria costante presenza nella storia umana, il “comunismo” potrà tornare ad essere pensato nella maniera corretta, ovvero come un modo di produzione sociale ideale in cui vivere, in quanto conforme alla natura comunitaria dell’uomo.

Chi lo desideri ne potrà leggere l’Introduzione (http://www.petiteplaisance.it/libri/151-200/198/int198.html), ai link indicati, e consultarne l’Indice.

È un invito a vivere e a confrontarsi in conformità a buoni progetti, razionali e morali, e di ampio respiro. Anche progettandolo, possiamo offrire ai nostri figli e agli uomini che verranno, un mondo migliore di come lo abbiamo trovato. Pur se non riusciremo a veder compiutamente realizzato ciò che abbiamo progettato e tentato di realizzare ne avremo comunque vissuto e respirato l’essenza. È proprio questo respiro, questo πνεύμα, il lascito più importante, spirito comune a tutti gli uomini, che può trasmettersi inciso nel più imperituro dei materiali scrittorî, come insostituibile viatico sia per chi ha concluso il proprio viaggio sia per chi è e sarà ancora per la via.
L’Associazione Petite Plaisance e gli autori auspicano la più ampia interlocuzione sui temi proposti alla considerazione critica.

Carmine Fiorillo