Koiné – «Tempi covid moderni». Siamo chiamati a defatalizzare quanto, nel filtro del pensiero “mainstream”, appare “normale”, “destinale”, “irreversibile”. Occorre riaprire lo spazio ad una critica trasformatrice che ponga le basi per una nuova progettualità umana.

Tempi covid moderni

Giulia Angelini, Alberto Giovanni Biuso, Salvatore A. Bravo,  Michele Di Febo, Alessandro Dignös, Lorenzo Dorato,

Arianna Fermani, Alessandra Filannino Indelicato, Marco Guastavigna, Claudio Lucchini, Fernanda Mazzoli,

Giancarlo Paciello, Franco Toscani

Tempi covid moderni

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La pandemia ha mutato le modalità di relazione, di insegnamento, di lavoro, di consumo. Si offre in queste pagine una riflessione critica a più voci con i contributi di: Alessandro Dignös, Introduzione / Fernanda Mazzoli , La scuola ai tempi del Covid: prove generali di colonizzazione digitale / Arianna Fermani, Esperienze di didattica universitaria, tra luoghi non-luoghi, alla ricerca di una “virtuosità del virtuale” / Claudio Lucchini, La didattica della merce e le esigenze della libera individualità / Michele Di Febo, Università e lezioni a distanza: minaccia o opportunità? / Alberto Giovanni Biuso, Epidemie barbariche / Salvatore A. Bravo, Didatticismo e Covid-19. La pandemia ha soltanto accelerato un processo già in atto da anni / Alessandra Filannino Indelicato, Ermeneutica della distanza. Contributi di filosofia del tragico sull’ospitalità inquietante / Giulia Angelini, L’isola di Filottete / Franco Toscani, Un pianeta malato. Umanità e socialità nel tempo della pandemia / Marco Guastavigna, A distanza, ma dal pensiero e dalle pratiche mainstream / Lorenzo Dorato, Le lezioni economiche della pandemia Fernanda Mazzoli Giancarlo Paciello, La trappola della rete: una lettura dell’indagine di Renato Curcio sulla realtà virtuale, o meglio, sulla specificità del capitalismo attuale.


Il sistema dominante non ha creato il virus, né ha favorito la sua diffusione: esso si è “limitato” a trarre cinicamente profitto da un’epidemia di cui nessuno può dirsi artefice, proponendo come rimedio ciò che, per sua natura, è funzionale al proprio “benessere” anziché a quello dell’uomo e della comunità. Le diverse misure poste in essere nel 2020 non fanno che accelerare processi e tendenze in atto dagli ultimi decenni del Novecento, ragione per cui molti tra coloro che studiano la società e le sue strutture vedono nelle nuove modalità e nelle nuove pratiche di vita «fenomeni» tutt’altro che imprevedibili.
Il presente numero di Koinè vuole costituire un invito a ripensare il nostro tempo, ponendosi come un vero e proprio esercizio di defatalizzazione di quanto, nel filtro del pensiero mainstream, appare “normale”, “destinale”, “irreversibile”. Solo distinguendo ciò che è ontologicamente “inevitabile” da ciò che, invece, si presenta come tale, è possibile riaprire lo spazio ad una critica trasformatrice che ponga le basi per una nuova progettualità umana. In tal senso, il presente invito a ripensare l’attuale è, al contempo, un’esortazione a ripensare ciò che trascende la semplice presenza: l’uomo. È solo a partire dalla comprensione della sua essenza che è infatti possibile individuare dei nuovi modi di vivere che siano veramente conformi ai suoi bisogni e alle sue aspirazioni, mostrando, in tal modo, quale sia il modello di società a cui tendere affinché costui possa autenticamente “fiorire” e realizzarsi.

A. Dignös






M. Ludovico Dolce, Dialogo nel quale si ragiona del modo di accrescere e conservar memoria, Venezia 1562.
M. Ludovico Dolce, Dialogo nel quale si ragiona del modo di accrescere e conservar memoria, Venezia 1562.

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