Alceo (630 a.C.– 560 a.C.) – Da terra conviene progettare la rotta, se si riesce a farlo in modo corretto. Ma quando si è per mare, si deve andare con il vento che c’è.

Alceo 01

Lirici greci

«Da terra conviene progettare la rotta

se si riesce a farlo in modo corretto.

Ma quando si è per mare,

si deve andare con il vento che c’è».

 

 

Alceo, Canti conviviali [Συμποσιακά μέλη, symposiakà mèle], fr. 249, ed. Voigt.

 

Saffo e Alceo a Mitilene, Lawrence Alma-Tadema (1881).

Saffo e Alceo a Mitilene, Lawrence Alma-Tadema (1881).

 

Alceo

Alceo


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Marco Penzo – «Attimi». Poesie. Sei la misura del mio cuore, l’attimo della mia passione.

Marco Penzo_Bertolt Breccht

 

Coperta Attimi

Marco Penzo, Attimi

 

 

Marco Penzo

Attimi.

ISBN 978-88-7588-189-4, 2017, pp. 80, formato 130×200 mm., Euro 10.
In copertina: Marco Sallese, Venature, foto a Bagno Vignoni (Siena), 2016.
indicepresentazioneautoresintesi

 

 

 

 

Pagine

che riflettono in versi

le vibrazioni poetiche dell’autore:

emerge il tema della speranza

come attimo di bene,

momento germinale di una progettualità

che aspira a vivere in una società che davvero assuma i valori universalistici

nel palpito condiviso

di autentiche relazioni umane

 

Marco Sallese, Venature, foto a Bagno Vignoni (Siena), 2016

Marco Sallese, Venature, foto a Bagno Vignoni (Siena), 2016.


Marco Penzo

La nostra libertà

232_ISBN

indiceautore


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Federico García Lorca (1898-1936) – La poesia è qualcosa che cammina per le strade. Il teatro è sempre stato la mia vocazione. Adesso sto lavorando a una nuova commedia. Gli uomini non riusciranno mai a immaginarsi l’allegria che esploderà il giorno della Grande Rivoluzione. Non è vero che sto parlando proprio come un socialista?

Federico Garcia Lorca 25

F. G. Lorca, Poeta en Nueva York

 

«La poesia è qualcosa che cammina per le strade. Che si muove, che passa accanto a noi. Tutte le cose hanno il loro mistero, e la poesia è il mistero che hanno tutte le cose. Si passa accanto a un uomo, si guarda una donna, si percepisce l’incedere obliquo di un cane, e in ciascuno di questi oggetti umani c’è la poesia».

20910864

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«Adesso sto lavorando a una nuova commedia. Non sarà più come quelle precedenti. Adesso è un’opera della quale non posso scrivere nulla, nemmeno una riga, perché si sono liberate e vagano per l’aria la verità e la menzogna, la fame e la poesia. Mi sono sfuggite dalle pagine. La verità della commedia è un problema religioso e socio-economico. Il mondo è immobile di fronte alla fame che devasta i popoli. Finché ci sarà squilibrio economico, il mondo non potrà pensare. Ne sono sicuro. Due uomini camminano sulla riva di un fiume. Uno è ricco, l’altro è povero. Uno ha la pancia piena, l’altro insozza l’aria con i suoi sbadigli. E il ricco dice: “Che bella barca si vede sull’acqua! Guardi, guardi il giglio che fiorisce sulla riva”. E il povero dice: “Ho fame, non vedo nulla. Ho fame, tanta fame”. È naturale. Il giorno in cui la fame sparirà, si produrrà nel mondo l’esplosione spirituale più grande che l’Umanità abbia mai conosciuto. Gli uomini non riusciranno mai a immaginarsi l’allegria che esploderà il giorno della Grande Rivoluzione. Non è vero che sto parlando proprio come un socialista?».

Da un’intervista realizzata da Felipe Morales,
pubblicata su La Voz di Madrid
il 7 aprile 1936.

Traduzioine di Antonio Melis.

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Pablo Neruda (1904-1973) – Amo i libri esploratori, ma odio il libro ragno in cui il pensiero ha disposto filo velenoso.

Pablo Neruda 003

Ode al libro

Ode al libro

«Amo i libri
esploratori,
libri con bosco o neve,
profondità o cielo,
ma
odio
il libro ragno
in cui il pensiero
ha disposto filo velenoso
perché là s’impigli
la giovanile e svolazzante mosca».

Pablo Neruda, Odi elementari.

Traduzione di Antonio Melis

 

Odi elementari

 


Pablo Neruda (1904-1973) – È cosi che nasce la poesia: viene da altezze invisibili. Canto e fecondazione è la poesia: l’ho concentrata come prodotto vitale della mia stessa esperienza, circondato dalla folla adorabile, dall’infinita e ricca moltitudine dell’uomo.

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Giulio Angioni (1939-2017) – Quando non si saprà … tu forse lo saprai che qui e ora sei.

Angioni Giulio
Quando non si saprà
di te che sarai stato,
dell’albero che un giorno avrai piantato
in terra smemorata
e la parola d’aria respirata
sarà altra cosa in chissà quale stato
tu forse lo saprai
che qui e ora sei.
Giulio Angioni, 2017

 


Layout 1

Doppio cielo

 

Cop Angioni

Fare, dire, sentire

Il dito alzato

Il dito alzato

Le fiamme di Toledo

Le fiamme di Toledo

 

 

Pratiche e saperi

Pratiche e saperi

 

Sulla faccia della terra

Sulla faccia della terra

 

L'oro di Fraus

L’oro di Fraus


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Chiara Fiorillo – Memory’s fligt. Il volo della memoria

Chiara Fiorillo

Memory’s fligt

Il volo della memoria

*

They were men before;

 they were something before.

Then they became nothing,

so with no fearless, they were waiting for death.

To live there you have to believe your future,

because where there’s hope, there’s life.

They were sorrounded by barbed wire,

so they couldn’t fly away.

I wonder why it happened,

but inside me the answer is silence.

We’re all equal,

we’re all different,

but there isn’t a perfect race!

“Losing the past means losing the future”,

so you must remember what happened.

*

Chiara Fiorillo, III F, Scuola Media “Cino da Pistoia”, Pistoia.

 


 

Klee spirito di una lettera_c

Immagine in evidenza: Paul Klee, Geist eines Briefes [Spirito di una lettera],1937.


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André Ughetto – Les vies qui brûlent en silence montent sans le savoir l’échelle de l’esprit. Fedele alla sua vocazione di traduttore dall’invisibile Le POESIE di Ughetto sono pegno ed offerta non effimera al lettore consapevole che la natura dell’arte è quella di diventare opera di vita

Ughetto André

 

Mémoire, tu ne sers de canon qu’au futur.

Les vies qui brûlent en silence
montent sans le savoir l’échelle de l’esprit

Le ciel n’est lumineux
qu’à l’intérieur de soi.

A. Ughetto

 

 

André Ughetto, Poesie

André Ughetto, Poesie

indicepresentazioneautoresintesi

 

 

La poesia di André Ughetto unisce un’inventiva acutezza drammatica e un’umorosa souplesse fisico-metafisica, che alternativamente scava e scolpisce i paesaggi, i luoghi, le occasioni materiali e quelle dell’anima umana nella sua tormentata – raramente pacificata – quête dell’Assoluto, sostenuta dalla sapienza alchemica degli archetipi e delle metamorfosi, profondamente radicata nei miti e nelle figure di una humanitas classica, rivissuta con un pathos elettivo che permette a Ughetto di toccare con mano ferma ed elegante le passioni e i veleni sontuosi della modernità poetica ed artistica europea, senza mai cedere a vezzi moralistici o a idolatrie demiurgiche e narcisistiche di eredità decadente, tuttora attive dietro il minimalismo dimissionario di tanta poesia contemporanea.
Fedele alla sua vocazione di traduttore dall’invisibile, Ughetto esplora ed abita il ponte oscillante e spinoso della nostra condizione con intensa originalità, di cui questa scelta antologica è pegno ed offerta non effimera al lettore consapevole che la natura dell’arte è quella di diventare opera di vita.

Maura Del Serra

 

 

André Ughetto

(Isle-sur-la-Sorgue, 1942) poeta, drammaturgo, critico letterario, saggista e traduttore dall’italiano e dall’inglese, è redattore capo della rivista Phoenix. Cahiers Litéraires Internationaux (Marseille). Fra le sue raccolte poetiche più recenti si ricordano: Rues de la forêt belle, (ed. Le Taillis Pré, Châtelineau Belgique, 2004); Edifices des nuages (ed. Ubik, Marseille, 2015) e il libretto La monnaie des dieux, ed. La Porte, Laon, 2016. Dall’italiano ha tradotto l’antologia del Canzoniere di Petrarca, Cé désir obstiné je le dois aux étoiles, ed. Le Bois d’Orion, L’Isle-sur-la-Sorgue, 2002, ed alcuni dei più significativi poeti italiani del Novecento, fra cui Maura Del Serra, della quale è in via di pubblicazione la versione francese del  dramma in versi La fonte ardente, dedicato a Simone Weil.

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Cinq entretiens avec Pétrarque

Cinq entretiens avec Pétrarque

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Edifices des nuages

Edifices des nuages

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Le sonnet. Une forme européenne de poésie

Le sonnet. Une forme européenne de poésie

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Marc Alyn

Marc Alyn

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Rues de la forêt belle

Rues de la forét belle

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Fernandel. Le rire aux larmes

Fernandel. Le rire aux larmes

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phoenix


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César Vallejo (1892-1938) – Me moriré en París con aguacero, un día del cual tengo ya el recuerdo. Hay golpes en la vida, tan fuertes… ¡Yo no sé!

César Vallejo

Vallejo

Piedra negra sobre una piedra bianca

Me moriré en París con aguacero,
un día del cual tengo ya el recuerdo.
Me moriré en París – y no me corro –
tal vez un jueves, como es hoy de otoño.

Jueves será, porque hoy, jueves, que proso
estos versos, los húmeros me he puesto
a la mala y,
jamás como hoy, me he vuelto,
con todo mi camino, a verme solo.

César Vallejo ha muerto, le pegaban
todos sin que él les haga nada;
le daban duro con un palo y duro

también con una soga; son testigos
los días jueves y los huesos húmeros,
la soledad, la lluvia, los caminos…

***

Pietra nera su una pietra bianca

Morirò a Parigi nello scroscio
di un giorno che ho già vivo nel ricordo.
Morirò a Parigi – non m’inganno –
come oggi forse un giovedì d’autunno.
Di giovedì sarà. Oggi che proso
questi versi e gli omeri ho malmesso,
è giovedì e mai come oggi giunsi,
con tanta strada a rivedermi solo.
César Vallejo è morto, lo picchiavano
tutti senza che lui facesse nulla;
lo legnavano sodo e duramente
lo cinghiavano: sono testimoni
i giorni giovedì, l’ossa degli omeri,
la vita sola, la pioggia, le strade…

***

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  LOS HERALDOS NEGROS

Hay golpes en la vida, tan fuertes… ¡Yo no sé!
Golpes como del odio de Dios; como si ante ellos,
la resaca de todo lo sufrido
se empozara en el alma… ¡Yo no sé!

Son pocos; pero son… Abren zanjas oscuras
en el rostro más fiero y en el lomo más fuerte.
Serán tal vez los potros de bárbaros Atilas;
o los heraldos negros que nos manda la Muerte.

Son las caídas hondas de los Cristos del alma
de alguna fe adorable que el Destino blasfema.
Esos golpes sangrientos son las crepitaciones
de algún pan que en la puerta del horno se nos quema.

Y el hombre… Pobre… ¡pobre! Vuelve los ojos, como
cuando por sobre el hombro nos llama una palmada;
vuelve los ojos locos, y todo lo vivido
se empoza, como charco de culpa, en la mirada.

Hay golpes en la vida, tan fuertes… ¡Yo no sé!

César Vallejo, 1918



César Vallejo, Opera Poetica completa, Edizioni Gorée

A cura di Roberto Paoli e Antonio Melis
Traduzione di Roberto Paoli
Prefazione di Antonio Melis e Roberto Paoli

L’opera, in due volumi, è pubblicata con testo a fronte in lingua originale spagnola. Comprende l’opera completa di César Vallejo (composta dalle raccolte “Araldi neri”, “Trilce”, “Poemi in prosa”, “Poemi umani”, “Spagna, allontana da me questo calice”),

Il poeta peruviano César Vallejo (1892-1938), emerge sempre di più come la voce più originale e profonda della poesia latinoamericana. Il suo messaggio umano e poetico ha profonde radici nell’anima india, ma non nasce da un’intenzione bardica e celebrativa, esterna e, per così dire, paternalistica rispetto ai valori di un gruppo emarginato ed oppresso, bensì da un’originaria identità. Con Vallejo il lettore europeo si trova davanti a un linguaggio tanto inaudito e atipico quanto sommamente espressivo.

 

***

César Vallejo es uno de los poetas peruanos más reconocidos de todo el mundo, dada la impresionante innovación que supuso su obra para la poesía del siglo XX. Nació el 16 de marzo de 1892 en Santiago de Chuco y falleció en París a los 46 años.
Su poesía se caracteriza por presentar un lenguaje poético muy auténtico que, si bien se apoyó en sus comienzos (“Los heraldos negros“) en las bases del modernismo, poco a poco consiguió diferenciarse tanto que no tuvo punto de comparación (“Trilce“). Además cultivó la narrativa, ofreciendo obras como “Escalas” y “Paco Yunque“, uno de sus relatos más famosos.
Se considera que Vallejo es uno de los autores que supo anticipar el vanguardismo; su legado como artista implicó una renovación del lenguaje literario al que se unirían muchos poetas que le sucedieron, como Huidobro o Joyce.
La mirada de Vallejo siempre había estado puesta en el viejo mundo y cuando finalmente consiguió visitarlo se sintió tan cerca de todo lo que siempre había deseado que jamás deseó volver a su tierra natal. Estuvo en Francia, España y Rusia pero lamentablemente, a causa de trabajar excesivamente, falleció siendo aún muy joven. Como se lo había pedido su esposa, sus restos fueron enterrados en el Cementerio de Montparnasse.

***

César Vallejo, in un disegno di Pablo Picasso

César Vallejo, in un disegno di Pablo Picasso


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Maura Del Serra – Al popolo della pace.

M. Del Serra_Al popolo della pace

 

 

Al popolo della pace

Maura Del Serra

Al popolo della pace

***

Il mondo attonito respira guerra

insensata, battente dentro le linfe emerse

a dorarsi dal cielo sulla terra…

Oh di nuovo, di nuovo

uncinandosi vorticano croce e mezzaluna –

non ne resta che l’ombra unica di un capestro

sulla piazza molteplice del mondo:

l’alta ragione che ispirò Al Ghazãli

e San Francesco e Rūmi e Dante e Buddha e Shakespeare

                                 ricerca inizio nei cuori innocenti

d’ogni razza, che sono popolo, non più folle

anonime e disperse. Popolo della pace,

volga con te la ruota la celeste Fortuna!

 

 

 

Maura Del Serra, in Congiunzioni, Pistoia, Petite Plaisance, 2004, p. 20; poi ne L’opera del vento. Poesie 1965-2005, Venezia, Marsilio, 2006, p. 312.

 

***

 

Al popolo della pace, testo e voce di Maura del Serra

video di Gerardo Paoletti,
in 25 TV PER 25 GUERRE
Curated by “World march” associazione marcia mondiale per la pace, 2009


Maura Del Serra, Franca Nuti – Voce di Voci. Franca Nuti legge Maura Del Serra.

Intervista a Maura Del Serra. A cura di Nuria Kanzian. «Mantenersi fedeli alla propria vocazione e all’onestà intellettuale, senza cedere alle lusinghe di un facile successo massmediatico»

Maura Del Serra – Il lavoro impossibile dell’artigiano di parole

Maura Del Serra – La parola della poesia: un “coro a bocca chiusa”

Maura Del Serra, «Teatro», 2015, pp. 864

Maura Del Serra – Quadrifoglio in onore di Dino Campana

Maura Del Serra – I LIBRI ed altro

Maura Del Serra – Miklós Szentkuthy, il manierista enciclopedico della Weltliteratur: verso l’unica e sola metafora



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Giovanni Bartolomei da Prato – «Per Antonio Melis»: magia della memoria degli umani che quando quell’oscura lotteria si porta via un amico od un maestro di conservar l’essenza ha l’arte e l’estro.

Giovanni Bartolomei_Antonio Melis

Mercoledì 14 settembre 2016, alle ore 17, nel giardino della Biblioteca Umanistica, in via di Fieravecchia a Siena, si è fatta memoria di Antonio Melis, insegnante e studioso di Letterature ispano-americane, scomparso il 7 agosto scorso a La Paz. Al suono della musica e delle parole che amava, insieme ai suoi familiari lo hanno ricordato amici, colleghi e studenti. Prima di intonare con un folto gruppo di amci di Antonio le note dell’Internazionale, Giovanni Bartolomei ha letto i versi qui di seguito pubblicati.


In una trattoria di Orgia

«In una trattoria di Orgia, il nostro dopocena era stato accompagnato, come altre volte, dalle canzoni e dal suono della chitarra. Questa manifestazione musicale aveva suscitato l’interesse e l’entusiasmo di alcuni clienti, dei turisti tedeschi, che accompagnavano con applausi le nostre esibizioni. A un certo punto, sconcertando tutti noi e producendo un effetto esilarante, Antonio Tabucchi si alzò, prese il cappello (una specie di coppola) e iniziò un giro fra i tavoli come per raccogliere soldi. Fra le canzoni che cantavamo quella sera, c’era una ninnananna toscana, che apparteneva al repertorio di Caterina Bueno, la grande cantante e raccoglitrice della musica popolare, amica di Antonio e presente più di una volta nella nostra Facoltà» (Antonio Melis, Avevo un cavallino brizzolato, in Roberto Francavilla [ed.], Parole per Antonio Tabucchi con quattro inediti, Roma, Artemide, 2012, pp. 25-34)

Melis Antonio_sfumato 02

Condor Melis

Per Antonio Melis

Un giorno Antonio perse braccia e mani
ma acquistò l’ali se se ne volò via.
Un Condor Pasa lasciò l’Illimani
e oggi ci sorvola per magia.
Magia della memoria degli umani
che quando quell’oscura lotteria
si porta via un amico od un maestro
di conservar l’essenza ha l’arte e l’estro.

Gli umani non son bestie da capestro,
la libertà gli guida nel cammino
e sanno liberarsi dal sequestro
che gli imprigiona a quel fatal destino.
L’irrazionale emisfero destro
ci fa sentire Antonio a noi vicino
e il razional sinistro man ci dà
a rammentar del Melis la realtà.

D’Antonio proprio tutto mancherà:
L’arguzia e la sapiente parlantina,
il suo ascolto attento, l’onestà,
la sua cultura obrera y campesina.
Lloran La Paz y Lima y Bogotà,
llora toda la América Latina.
Lo piangono gli amici ed i parenti,
lo piangono i compagni qui presenti.

Antonio io lo so che non mi senti
ma so che ognuno un po’ della tua essenza
porta con sé, sicché se state attenti
voi garantite qui la sua presenza.
Il sol dell’avvenire par che stenti
a sorgere ma sento l’incombenza
di dire che ogni uomo nasce eguale
cantando in coro l’Internazionale.

 

l_internazionale

Giovanni Bartolomei da Prato
14 settembre 2016


Commento di “Biancastella”
(effettopace@gmail.com)

Ora i condor saranno meno soli
due ali in più accanto al loro volo
Il vento delle Ande che sussurra
avrà una dolcezza inesplorata
e quando il sole staccherà le nubi
sapremo che Antonio ci sorride.

Biancastella


 

Giovanni Bartolomei

 

Barto01

Bartolomei Giovanni nato a Prato
classe sessantatre, che a lavorare
fa il chimico e per sorte gli è toccato
la Caterina Bueno d’incontrare.
Da allora l’estro suo s’è riversato
nella poesia e nel canto popolare
e con l’ottave propugna sincero
la fratellanza e il libero pensiero.

Barto05

Barto04

Giovanni BartolomeiGli anni sessanta a Prato – YouTube

                                     Canzoni contro la guerra

                                     La Bergoglieide – YouTube

 



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