Giusi Marchetta – Lettori si cresce

Lettori si cresce

«Questo hanno davvero in comune le ultime generazioni:  una politica dominata dall’economia le cresce e mantiene affamate e folli. Le vuole così.

Un po’ alla volta sono state scardinate tutte le loro possibili difese, in modo da ottenere un popolo di consumatori privati non tanto della cultura, quanto della capacità di riconoscerla e del desiderio di goderne.

A mancare è quella che Latronico chiama “fiducia nel fatto che l’arte abbia qualcosa da dare”: l’idea che possa essere un valore aggiunto all’esistenza o che contribuisca per lo meno a renderla più interessante.

Il risultato è un popolo di giovani e meno giovani che non riescono a comprendere un testo con troppe subordinate.

Che non conoscono nemmeno la Storia che li riguarda.

Che non sanno perché il sole nasce e tramonta.

Sudditi col diritto di voto.

Perciò non sei stupida,Giulia.

Ti hanno solo detto che certe cose in questa società non contano e l’hanno reso vero.

Con la cultura non si mangia: lo hanno urlato a un microfono, lasciato intuire dal curriculum dei vip.

È nello sguardo di tua madre quando mi paga le ripetizioni, un cartello appeso al collo dei professori perennemente precari, perennemente frustrati. È uno spot elettorale.

Nei tuoi quindici anni di vita hai assimilato che leggere è noioso, difficile e non cambia le cose. Non ti diverte o rende felice. Leggere non serve a niente.

Quindi lascia che vi diano la colpa, i genitori attenti con le loro librerie strapiene, i professori che ti incalzano in groppa ai loro Ronzinante. Che ti rinneghino pure più di tre volte e che storcano il viso da te.

Sbagliano, perché nella giungla che li circonda non riconoscono i lupi che ti hanno cresciuta».

Giusi Marchetta, Lettori si cresce, Einaudi, 2015, p. 55.

Giusi Marchetta

Hanno dodici, quindici, sedici anni. Sono insicuri, confusi, hanno dubbi su tutto. Meno che su una cosa: leggere è noioso, difficile e non rende felici. Leggere, insomma, non serve a niente. I ragazzi fuggono dalla pagina scritta: le storie le trovano in tv, le informazioni su Google, e la bellezza se la cercano addosso. Pensare di poterne fare esperienza attraverso le parole che si trovano nei libri, nei fumetti, nelle riviste, è un’idea che non li sfiora neppure. Verrebbe quasi voglia di arrendersi e lasciarli andare. Oppure no. Dopo aver narrato la scuola nel romanzo L’iguana non vuole, Giusi Marchetta mette a frutto la sua esperienza di insegnante e di lettrice appassionata per raccontare agli altri insegnanti, ai genitori e anche ai ragazzi – ai quali queste pagine spigliate danno del tu – che il desiderio di leggere si può trasmettere. Certo, dire che leggere è bello, divertente, interessante, non può bastare. Servono pazienza e immaginazione. Ma l’amore per i libri può contagiare. Con un montaggio serratissimo che accosta ricordi d’infanzia, riferimenti letterari – da Dante a Hornby, da Calvino a King – ed esperimenti di didattica, Giusi Marchetta ci regala un libro intenso sui nostri ragazzi, e sul dovere che abbiamo di farli innamorare della lettura. Perché leggere, dopotutto, può cambiare la vita.