Enrico Crivellato – Gli studi di medicina antica di Mario Vegetti


Riga-rossa

Alcune pubblicazioni di Enrico Crivellato

Mast Cells and Tumours, Springer 2011


Sul moto del cuore e del sangue, Carocci 2022

Il volume analizza il lento procedere verso la conoscenza dei meccanismi relativi al moto sanguigno e a quello cardiaco, come si è andato evolvendo dall’antichità greca fino a William Harvey. Si tratta di un modello epistemologico universale, nel quale l’acquisizione di nuovi elementi avviene – in un complesso intreccio di verità ed errore, evidenza e pregiudizio – elaborando ipotesi, dottrine e teorie che hanno costituito paradigmi della conoscenza e la cui rilevanza storico-scientifica non deve essere misurata in base alla loro vicinanza o adesione alle teorie attuali. La prima parte del testo è dedicata alla “fase creativa della scienza greca”, dove concezioni e sistemi dottrinali vengono formulati in gran numero e sviluppati secondo differenti direttrici. Viene poi presa in considerazione la “sistemazione galenica”, grazie alla quale si assiste a una sintesi del pensiero precedente e all’elaborazione di una teoria generale destinata a durare secoli. La terza parte si sofferma sui tentativi proposti per mettere a punto taluni aspetti manchevoli della dottrina galenica senza peraltro intaccarne la verità profonda. Argomento della quarta parte è la “crisi del sistema”; sulla base del crescente contributo della scienza sperimentale, la visione galenica appare infatti sempre più inadeguata a interpretare la realtà oggettiva. Da ultimo, il libro analizza le modalità con cui Harvey si è accostato ai problemi lasciati insoluti dal galenismo e le soluzioni che il medico inglese ha apportato ai vari temi della fisiologia cardiocircolatoria.


Di avventura e di destino, Manni editore, 2023,

Racconti brevi come piccole tessere di un mosaico narrano il disagio di vivere.
Dicono squarci di esistenze, la monotonia delle giornate che scorrono, momenti di solitudine anche tra la folla. Interessano donne, sorelle, madri, compagne, mogli da guardare, ammirare e da amare. Interessano bambini, adulti, genitori nel presente e nel passato e tutto, tra reale e surreale, offre pillole di riflessione.
Sperduti nel cosmo siamo soli è un filo che cuce il susseguirsi dei racconti per un’analisi impietosa della condizione umana, con la coscienza di essere provvisori, l’incertezza del vivere, l’insofferenza, il disagio, il sentirsi sospesi come “in un passaggio incerto lungo una fune sospesa tra due enigmi”.


Disvelare l’inosservabile. La scienza greca di fronte all’invisibile, Petite Plaisance, 2023.

Si tratta di un testo di storia della scienza/filosofia antica che cerca di cogliere le origini, le ragioni e i modi di essere di quel rapporto profondo e costante che il pensiero speculativo della Grecia ha intrattenuto fin dai suoi albori con l’idea dell’invisibile, nell’ambito di quella ricerca condotta da filosofi della natura e da medici sulla struttura della realtà naturale, malgrado l’assenza totale di adeguata strumentazione tecnologica atta a varcare il muro dell’impercettibile. I risultati singolari, sorprendenti, sempre affascinanti, talora formidabili che ne sono scaturiti hanno concorso a edificare quel fertile costrutto fatto di riflessione e stimolo da cui è sorta la Rivoluzione Scientifica dei secoli XVI e XVII, andando a riverberarsi sul pensiero e sulle teorie dei suoi massimi esponenti. Il libro tocca dunque un tema inedito e negletto, relativo ad un preciso capitolo di storia dell’antica cultura greca, sviluppandolo in modo coerente secondo continui rapporti tra antichità e modernità. Dopo il passaggio introduttivo il volume si suddivide in tre capitoli dedicati all’invisibile del cosmo, della materia e del mondo biologico.


M. Ludovico Dolce, Dialogo nel quale si ragiona del modo di accrescere e conservar memoria, Venezia 1562.
M. Ludovico Dolce, Dialogo nel quale si ragiona del modo di accrescere e conservar memoria, Venezia 1562.

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Carlo Carena – Il Corpus delle opere mediche di Ippocrate è tra le più imponenti creazioni che l’antichità ci ha trasmesso. I medici devono «trasferire la filosofia nella medicina e la medicina nella filosofia […]». L’arte medica è la più insigne di tutte le arti umane.

Carlo Carena - Ippocrate

Tra le più imponenti creazioni che l’antichità ci ha trasmesso si colloca il Corpus delle opere mediche di Ippocrate, un passo capitale nella storia e nel progresso scientifico. Una sessantina di scritti radunati in età alessandrina, nove tomi, migliaia di pagine nell’edizione critica ottocentesca di Émile Littré affiancata da traduzione francese; certamente non tutte del Maestro ma aggregate dalla sua scuola. Si aprono col Giuramento che ancora non molti anni fa i medici prestavano nell’atto di discutere la tesi: «Giuro per Apollo medico e per Asclepio e per Igea e per Panacea che manterrò pura e santa la mia vita e la mia arte … »; e si chiudono col sigillo finale del primo e dell’ultimo Aforisma: «La vita è corta, l’arte vasta, l’occasione rapida, l’esperienza fallace, il giudizio arduo … Ciò che noncurano le medicine, cura il ferro; ciò che non cura il ferro, cura il fuoco; ciò che non cura il fuoco, bisogna giudicarlo incurabile» .

«Non è assurdo raccomandare la saggezza per molte circostanze della vita», tanto più se non associata a un lucro turpe e a una condotta disonesta, prosegue Ippocrate in un altro testo altissimo sul comportamento dei medici. E i medici in particolare devono «trasferire la filosofia nella medicina e la medicina nella filosofia: il medico filosofo è pari a un dio». Sappiano che la loro arte è la più insigne di tutte le arti umane; e se oggi la si relega all’ultimo posto, la colpa è dell’ignoranza di chi la esercita.

«Non essere disumano – si raccomanda nelle Prescrizioni – «Considera i mezzi e le risorse altrui, per cui talvolta non esigerai nulla, memore di qualche beneficio che hai ricevuto in passato anziché della reputazione di cui godi ora […] È bello darsi pensiero della guarigione degli malati e ottenere che i sani non si ammalino, affinché abbiano anche un bell’aspetto».

E ancora: «Ti esorto a curare qualche volta gratuitamente, valutando la riconoscenza di chi ne serba memoria, preferibile all’apprezzamento momentaneo; per cui, presentandosi l’occasione di essere generoso con uno straniero o un povero, soccorrili risolutamente. Chi infatti si dimostra umano verso gli uomini, è ritenuto preso da vero amore per la sua arte».

 

Carlo Carena (a cura di), Ippocrate. L’arte della medicina, Einaudi, Torino 2020.


 

Quarta di copertina

Un’ampia antologia dei trattati con l’aggiunta degli aforismi, delle cartelle cliniche e delle lettere

A partire dal famoso giuramento, Carlo Carena ha selezionato, tradotto e commentato le pagine piú importanti delle opere di Ippocrate. Un gigante del pensiero scientifico dell’antica Grecia, che basò ogni discorso medico sulla conoscenza dell’uomo e della natura. Una conoscenza fondata sull’osservazione di dati accertati, elaborati razionalmente, correlati all’esame clinico complessivo del malato nel suo ambiente. Ovviamente le nozioni di allora sul corpo umano erano spesso sbagliate e dunque le diagnosi ci possono sembrare approssimative, quando non fantasiose, e le terapie indicate possono a volte far sorridere. Ma il metodo, su cui Ippocrate insiste in tutte le sue opere, quello è di una modernità estrema: lontano da ogni influsso magico-religioso. Le parti piú ampie scelte da Carena, quelle sul regime alimentare e i quattro libri che oggi definiremmo di “patologia generale” sono i piú interessanti anche per un improbabile, ma divertente confronto con la medicina di oggi. Oltre ai trattati, il volume comprende l’intera serie degli aforismi e una selezione delle lettere. Nel commento Carena illustra la fortuna nel tempo dei brani ippocratici attraverso il riutilizzo o il commento di scrittori come Galeno, Cardano e Rabelais. La vita è breve, l’arte vasta, l’occasione rapida, l’esperienza fallace, il giudizio arduo. Occorre non solo essere disposti a fare quanto occorre, ma che lo siano anche l’ammalato, gli assistenti e le circostanze esterne. A mali estremi, estremi rimedi rigidamente applicati: sono i piú efficaci. Ciò che occorre rimuovere, farlo per la via piú naturale, per i passaggi piú appropriati. Quanto nelle malattie rimane in corpo dopo la crisi, suole provocare ricadute. Nelle malattie acute predire decesso o guarigione non è sicuro. I molto grassi di costituzione sono piú soggetti a morte repentina che i magri. Quando si fa tutto secondo regola, e i risultati non corrispondono, non cambiare cura se l’indicazione iniziale permane. La medicina ippocratica si costituisce in scienza autonoma escludendo le componenti magiche e uscendo dal flusso religioso e mistico, dall’empirismo asistematico, per fondarsi sulla conoscenza dell’uomo e della sua natura e sull’osservazione razionale di dati accertati; sulle correlazioni delle componenti fisiche, psichiche e sull’esame clinico complessivo dell’ammalato nel suo ambiente e del decorso delle infermità, su motivazioni scientifiche e logiche o come risultato sperimentale. La lettura del trattato sulle Malattie dà l’impressione vivida ed evidente di essere il risultato di una continua osservazione e sperimentazione clinica. (dall’Introduzione di Carlo Carena)


Coperta scritti ippocratici grande

Mario Vegetti

Scritti sulla medicina ippocratica

indicepresentazioneautoresintesi

ISBN 978-88-7588-225-9, 2018, pp. 416, uro 30

I saggi raccolti in questo volume ripercorrono gli ultimi cinquant’anni di ricerca ippocratica. Gli entusiasmi iniziali, ben motivati dalla “scoperta” di un grande territorio del sapere scientifico fino ad allora relativamente inesplorato, dei suoi metodi e della sua efficacia terapeutica, hanno via via ceduto in parte il campo a un più equilibrato atteggiamento critico-storico. Nel suo insieme, una lettura di questi testi può continuare ad offrire un panorama intellettuale utile a comprendere le coordinate metodiche e sociali che hanno consentito la comparsa di uno dei fenomeni più rilevanti dell’antica tradizione scientifica dell’Occidente. I saggi sono disposti in ordine cronologico, ad eccezione delle due introduzioni al volume ippocratico (1964 e 1973) che sono poste al termine per il loro carattere riassuntivo.

Sommario

 

Introduzione

Technai e filosofia nel perì technes pseudoippocratico

Il De Locis in Homine fra Anassagora ed Ippocrate

Teoria ed esperienza nel metodo ippocratico

La medicina ippocratica nella cultura e nella società greca

Nascita dello scienziato

Legge e natura nel De aëre ippocratico

Kompsoi Asklepiades.
La critica di Platone alla medicina nel III libro della Repubblica

Empedocle “medico e sofista”

Saperi terapeutici: medicina e filosofia nell’antichità

Le origini dell’insegnamento medico

Il malato e il suo medico nella medicina antica

Il pensiero ippocratico

La questione ippocratica

Nuovi orizzonti di ricerca

Indice dei nomi


Coperta 301

Mario Vegetti

Scritti sulla medicina galenica

ISBN 978-88-7588-215-0, 2018, pp. 464, Euro 35 .

indicepresentazioneautoresintesi

 

Il volume raccoglie i principali scritti su Galeno e sul Galenismo composti da Mario Vegetti in circa un cinquantennio di attività. La selezione dei saggi qui pubblicati è stata realizzata dall’Autore negli ultimi mesi della sua vita. A causa della sua morte, avvenuta il giorno 11 marzo 2018, l’Autore non ha potuto rivedere le bozze.

Questo libro, cui l’Autore teneva tanto, ci consente di mantenere vivo il ricordo anche di questa parte della sua opera; ecco dunque il motivo per cui siamo lieti, insieme alla sua famiglia, di offrire ai lettori, soprattutto a quelli più giovani, la presente raccolta. Per la quale, innanzitutto, dobbiamo ringraziare Mario.


Sommario

Nota preliminare di Luca Grecchi

Galenus

Introduzione a Galeno

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Tradizione e verità. Forme della storiografia filosofico-scientifica
nel De placitis Hippocratis et Platonis di Galeno

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I nervi dell’anima

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Enciclopedia ed antienciclopedia: Galeno e Sesto Empirico

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Galeno e la rifondazione della medicina

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L’épistémologie d’Érasistrate et la technologie hellénistique

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La psicopatologia delle passioni nella medicina antica

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Historiographical strategies in Galen’s physiology
(De usu partium, De naturalibus facultatibus)

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De caelo in terram. Il Timeo in Galeno
(De placitis Hippocratis et Platonis, Quod animi mores corporis temperamenta sequuntur)

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Il confronto degli antichi e dei moderni in Galeno

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Galeno

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Corpo e anima in Galeno

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Corpo, temperamenti e personalità in Galeno

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Galeno, il “divinissimo” Platone e i platonici

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Fra Platone e Galeno: curare il corpo attraverso l’anima, o l’anima attraverso il corpo?

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I nuovi testi di Galeno: tra epistemologia e storia della cultura

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Indice dei nomi

M. Ludovico Dolce, Dialogo nel quale si ragiona del modo di accrescere e conservar memoria, Venezia 1562.
M. Ludovico Dolce, Dialogo nel quale si ragiona del modo di accrescere e conservar memoria, Venezia 1562.

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