Walter Benjamin (1892-1940) – L’esperienza è in ribasso. Un’indigenza di nuova specie si è abbattuta sugli uomini, la nostra povertà di esperienza. È povertà non solo di esperienze private, ma di esperienze umane in genere, è una nuova barbarie.

Walter Benjami005

COVER-Esperienza-e-poverta-h

 

«Nelle nostre antologie c’era la favola del vecchio che sul letto di morte dava a intendere ai figli che nella sua vigna era nascosto un tesoro. Dovevano solo scavare. Scavarono, ma del tesoro nessuna traccia. Ma poi, quando arriva l’autunno, ecco che la vigna produce come nessun’altra in tutto il paese. A quel punto si accorgono che il padre aveva lasciato loro un’esperienza: la messe non sta nell’oro ma nella sollecitudine. […] Dove è andato a finire tutto questo? Chi incontra oggi gente che possa narrare qualcosa per filo e per segno? Da quali moribondi, oggi, giungono parole così durevoli da poter passare, come un anello, di generazione in generazione? A chi, oggi, viene in soccorso un proverbio? Chi, oggi, vorrà anche solo tentare di aver a che fare con la gioventù rimandando alla sua esperienza?
No, una cosa è chiara: l’esperienza è in ribasso […].
Con questo impetuoso dispiegamento della tecnica, un’indigenza di nuova specie si è abbattuta sugli uomini. E di quest’indigenza il rovescio della medaglia è la soffocante ricchezza d’idee, che è venuta tra, o meglio, si è abbattuta sulla gente, col revival di astrologia e sapienza Yoga, Christian Science e chiromanzia, vegetarianismo e gnosi, scolastica e spiritismo. […] Ma qui si mostra nel modo più chiaro che la nostra povertà di esperienza è solo una parte della grande povertà che ha ottenuto di nuovo un volto […]. Sì, ammettiamolo: questa povertà di esperienza è povertà non solo di esperienze private, ma di esperienze umane in genere. E con ciò una nuova forma di barbarie.
Barbarie? Come no. Diciamo così per introdurre un nuovo, positivo concetto di barbarie. Perché, dove è condotto il barbaro dalla povertà di esperienza? Questa lo induce a cominciare daccapo; a cominciare dal nuovo; a cavarsela con poco; a costruire dal poco e con ciò a non guardare né a destra né a sinistra. […].
Da qualche parte, da tempo, le migliori menti hanno cominciato a fare il verso a questo dato. Il loro segno distintivo è la totale mancanza di illusioni sull’epoca […].
Povertà di esperienza: non bisogna intenderla come se gli uomini anelassero a una nuova esperienza. No, anelano a liberarsi delle esperienze, anelano a un ambiente in cui possano far risaltare la loro povertà, quella esteriore e alla fine anche quella interiore, con tanta purezza e nitore che ne esca fuori qualcosa di decente. Non sono sempre ignoranti o inesperti. Spesso si può dire il contrario: si sono “divorati” tutto, “la cultura” e l’”uomo”, se ne sono saziati e stancati. […] Alla stanchezza segue il sonno […]. Quest’esistenza trabocca di meraviglie che non soltanto oltrepassano quelle della tecnica, ma se ne prendono gioco. […] Natura e tecnica, primitività e comfort sono qui diventati compiutamente una cosa sola, e davanti agli occhi della gente che si è stancata delle infinite complicazioni del quotidiano e per cui lo scopo della vita sembra un mero, remotissimo punto di fuga in una prospettiva infinita di mezzi, appare redentrice un’esistenza che in ogni piega basta a se stessa nella maniera più semplice e al contempo confortevole, in cui un’automobile non pesa più di un cappello di paglia e la frutta sull’albero si fa rotonda con la stessa rapidità della navicella di un aerostato. […]
Siamo diventati poveri.
Abbiamo ceduto una fetta dopo l’altra dell’eredità dell’umanità, spesso per doverla depositare al monte di pietà a un centesimo del valore, per ricavarne, in anticipo, la monetina dell’”attuale”».

Walter Benjamin, Esperianza e povertà, traduzione e cura di Massimo Palma, Castelvecchi, 2018, pp. 52-58.

Nota al testo

Erfahrung und Armut (GS II, 1, pp. 213-219). Scritto nell’arco del 1933, pubblicato nella rivista diretta da Willy Haas, «Die Welt im Wort», anno 1, n. 10, Praga, 7 dicembre 1933.


Walter Benjamin (1892-1940) – «Esperienza» . Il giovane farà esperienza dello spirito e quanto più dovrà faticare per raggiungere qualcosa di grande, tanto più incontrerà lo spirito lungo il suo cammino e in tutti gli uomini. Quel giovane da uomo sarà indulgente. Il filisteo è intollerante.

Walter Benjamin (1892-1940) – Ciò che noi chiamiamo il progresso, è questa bufera

Walter Benjamin (1892-1940) – La malinconia tradisce il mondo per amore di sapere. Ma la sua permanente meditazione abbraccia le cose morte nella propria contemplazione, per salvarle.

Walter Benjamin (1892-1940) – Che cos’erano per me i miei primi libri? Io non leggevo un libro, vi entravo, vivevo tra le sue righe; e quando lo riaprivo dopo un’interruzione, ritrovavo me stesso nel punto in cui ero rimasto.


logo-wordIndice completo delle pagine pubblicate (ordine alfabetico per autore al 15-02-2019)


N.B. Le immagini e i video sono stati reperiti nel web e quindi considerati di pubblico dominio. Qualora si ritenesse che possano violare diritti di terzi, si prega di scrivere al seguente indirizzo: info@petiteplaisance.it, e saranno immediatamente rimossi.


***********************************************
Seguici sul sito web

cicogna petite***********************************************

Università di Macerata – Presentazione del libro di Maurizio Migliori, «La bellezza della complessità. Studi su Platone e dintorni».

Presentazione Migliori Maurizio

Unimc

Sfisfi 02

Mercoledì 20 febbraio 2019 ore 16.00

Aula B,  Sezione di Filosofia

Via Garibaldi, 20 – Macerata

image_mini

Presentazione del libro di

Maurizio Migliori

La bellezza della complessità

La bellezza della complessità

Presentano il libro:

 

palpacelli

Lucia Palpacelli

 

 

Marina Fedeli

Marina Fedeli

 

Coordinano:

 

Arianna Fermani

Arianna Fermani

 

Pamela Grisei

Pamela Grisei

 

Sarà presente l’autore:

Maurizio Migliori

Maurizio Migliori

Logo Adobe Acrobat   Locandina Presentazione   Logo Adobe Acrobat

 

******
****
**
*

 

 


Dedico questa raccolta alle allieve e agli allievi
che ho incontrato nell’arco di cinquant’anni,
nella scuola e nell’Università,
e a tutti coloro che hanno avuto la pazienza
di leggermi e di ascoltarmi,
dando un ulteriore senso
al mio lavoro di ricerca con l’amato Platone.

M. M.

coperta 315Questa è l’affermazione che considero come la formula sintetica
di quello che Platone pensa
della realtà cosmica e del suo “disordinato ordine”
(Maurizio Migliori, Uni-molteplicità del reale e dottrina dei Principi):

Οὐκοῦν εἰ μὴ τοῦτο, μετ’ ἐκείνου τοῦ λόγου ἂν ἑπόμενοι βέλτιον λέγοιμεν ὡς ἔστιν, ἃ πολλάκις εἰρήκαμεν, ἄπειρόν τε ἐν τῷ παντὶ πολύ, καὶ πέρας ἱκανόν, καί τις ἐπ’ αὐτοῖς αἰτία οὐ φαύλη, κοσμοῦσά τε καὶ συντάττουσα ἐνιαυτούς τε καὶ ὥρας καὶ μῆνας, σοφία καὶ νοῦς λεγομένη δικαιότατ’ ἄν.

«Sarà quindi meglio affermare, come più volte abbiamo detto, che nell’universo c’è molto illimitato (ἄπειρόν) e sufficiente (ἱκανόν) limite, e, al di sopra di essi, una causa non da poco, la quale, ordinando e regolando gli anni, le stagioni e i mesi, può, a buon diritto, essere chiamata sapienza e intelligenza» (Platone, Filebo, 30 C 3-7).

***

Maurizio Migliori

La bellezza della complessità. Studi su Platone e dintorni

ISBN 978-88-7588-247-1, 2019, pp. 592, Euro 38

indicepresentazioneautoresintesi

Locandina M. Migliori – La bellezza della complessità. Studi su Platone e dintorni

Questo testo mette a disposizione del lettore importanti studi, alcuni proposti qui per la prima volta in italiano, altri ormai quasi introvabili. Migliori, studioso di Platone internazionalmente riconosciuto, svolge una trattazione che parte da Eraclito e, attraverso la sofistica, raggiunge il filosofo ateniese, che è oggetto di una serie di contributi di assoluto interesse. Molti dialoghi risultano scandagliati in modo approfondito, soprattutto il Fedro e tutti i dialoghi dialettici (Parmenide, Sofista, Politico e Filebo). In effetti, Migliori ha un particolare interesse per la dialettica, il che spiega gli studi su Eraclito e Gorgia. La dialettica è alla base della filosofia platonica, qui ricostruita in modo chiaro e profondo. Le tesi proposte, originali, ma mai svolte per il gusto della novità, manifestano una testarda fedeltà al testo. Lo prova la abbondanza di citazioni presenti in questi articoli, che costituiscono una delle ricchezze offerte al lettore interessato. Anche quando affronta un tema particolarmente dibattuto, come la scrittura filosofica di Platone, Migliori non si limita ad evidenziare l’importanza decisiva del “gioco protrettico” proposto nel Fedro, ma offre una serie di esempi testuali che mostrano nel concreto le tecniche utilizzate dal filosofo.
Tra questi saggi non mancano trattazioni etiche e politiche, al cui interno l’Autore affronta anche tematiche rischiose, come l’analisi del libro X della Repubblica. Mentre vari studiosi vorrebbero quasi espungerlo, Migliori si impegna a mostrare le ragioni che lo rendono utile e necessario per completare questo grande dialogo. Ciò gli dà anche la possibilità di demolire una serie di diffusi luoghi comuni, ad esempio sulla condanna dell’arte, sulle Idee e sull’anima. Quest’ultimo tema è poi affrontato in un saggio, che evidenzia la differenza tra la concezione dell’anima, una delle più grandi “invenzioni” greche, e la visione biblica, centrata sulla resurrezione.
Infine, Migliori fa una proposta ermeneutica e filosofica di fondo, che definisce “approccio multifocale”. Questo paradigma consente, da una parte di capire il pensiero classico che pratica normalmente questo tipo di lettura della realtà, dall’altra di avere una visione che rispetta le relazioni e la complessità del nostro mondo, senza cadere nelle trappole logiche e pratiche del relativismo.


Indice

Introduzione di Luca Grecchi

***

Note sulla dialettica in Eraclito
Premessa
La presenza assente del logos
Il contenuto del logos
L’esito finale dell’eraclitismo

***

Gorgia quale sofista di riferimento di Platone
Il problema del rapporto tra Gorgia e Platone
Un primo nesso tra Gorgia e Protagora
Gorgia retore e sofista
Il Gorgia
Il Parmenide
Il Teeteto e il Sofista
Conclusioni

***

La filosofia dei sofisti: un pensiero posteleatico
Diversi possibili itinerari di ricerca
Il quadro descrittivo del Sofista
Il problema del non essere
Il riferimento a Gorgia
Il rapporto filosofico con Protagora
Intreccio e differenze nell’uso dei due sofisti

***

Come scrive Platone.
Esempi di una scrittura a carattere “protrettico”
Alcune premesse di metodo
Un errore volontario
Una maturità precoce?
Il rinvio della trattazione del Bene
Un esercizio infinito
Una necessaria diffidenza
L’architettonica di un dialogo
Allusioni e inserimenti “estemporanei”
Il (cauto) utilizzo di altri dialoghi
L’utilità del metodo proposto

***

La struttura polifonica del Fedro
Una situazione paradossale
Elementi introduttivi alla lettura del dialogo
Un incontro particolare
La struttura del dialogo
Il motivo dominante: la tecnica di comunicazione orale e scritta
e la responsabilità di colui che comunica
Il centro tematico dell’opera: il vero tra filosofia e mania
Il tema più importante: l’anima e il rapporto uomo-Dio
Conclusioni

***

L’unità della Repubblica
come esempio di scrittura platonica: il libro X
Prologo
Alcune riflessioni di valore generale
La fine del libro IX e il collegamento con il libro X
La condanna dell’arte mimetica
Primo punto
Secondo punto
Terzo punto
Il problema delle Idee
Le Idee dei manufatti
Primo problema
Secondo problema
La divinità e la produzione delle Idee
Il problema dell’anima
La partizione dell’anima
Immortalità dell’anima e sopravvivenza
Il mito di Er
Conclusione

***

Dialettica e Teoria dei principi
Nel Parmenide e nel Filebo di Platone
Prologo
Alle fonti della dialettica
Dialettica e filosofia
L’identità unomolti
Un sistema di postulati risolutivi
Originarietà della dialettica
La dialettica come metodo
Natura del metodo dialettico
L’indicazione metodica
I passaggi metodici
Una metodologia complessa
La dialettica come filosofia
Necessità della struttura polare. La negazione dell’UnoUno
Due processi per una sola realtà
La Polarità originaria
Uno e Non Uno
Limite e Illimitato
Polivalenza funzionale dei Principi
Limite, Uno e Bene
La Misura
La visione dialettica del reale
Tutto è Misto
Misto e Idee
Essere e tempo, divenire e atemporalità.
L’inutilità della dialettica dell’Essere senza Uno
Il Divenire e l’Istante
L’articolazione della dialettica platonica: Tutto e parte
Un rapporto dialettico, ma non paritetico
Conseguenze della dialettica interoparte
Dialettica e aporie delle Idee
La dialettica platonica
Una dialettica né binaria né trinaria
Metodo dialettico e Principi primi

 ***

 Alcune riflessioni su misura e metretica
(il Filebo tra Protagora e Leggi, passando per il Politico e il Parmenide)
Prologo
Una premessa di metodo. lo scritto platonico come “gioco”
La trattazione metafisica del Filebo
Prima parte del dialogo: Processo ontogonico e Causa
Premessa: la realtà è uni-molteplice
Le radici metafisiche di questa realtà uni-molteplice
LApeiron
Il Peras
Il misto
La causa
Conseguenze e conferme sul piano cosmo-ontologico
Ordine e disordine del Cosmo alla luce del Politico
La causalità ideale alla luce del Parmenide
Prime conclusioni
Seconda parte del dialogo: il Bene e la Misura
Premessa: la trattazione del Bene è necessaria

  1. Alcune “anticipazioni” sul Bene
  2. Le “allusioni” alla natura del Bene
  3. Il segno del Bene-Misura
  4. Le due trattazioni a confronto
  5. La metretica
  6. La metretica nelle prime opere
  7. Le due metretiche del Politico
  8. L’applicazione della “misura” nell’azione del politico
  9. Un breve riferimento alle Leggi

La vita buona e misurata

Due tipi di uguaglianza
L’importanza del modello trinario

Appendice I
Le Idee sono composte da altre Idee
Appendice II
La trattazione di cause e concause
Fedone
Politico
Timeo

Due brevi osservazioni finali

 ***

 Cura dell’anima.
L’intreccio tra etica e politica in Platone
La natura bivalente della politica
L’intreccio tra etica e politica
Il parallelo tra anima e polis
Potere politico e dominio di sé
Elementi di antropologia platonica
L’anima
Beni e virtù
Due “Idee” di piacere
Il Bene
L’azione del politico
Il ruolo ordinatore delle leggi
Le responsabilità dei soggetti politici
Centralità dell’impianto educativo
Politica e retorica
Il fine della politica: ordine e felicità
Il Bene come fine
Due modelli di vita a confronto
Il piacere e i beni umani
Virtù e felicità
Un necessario approdo escatologico

***

Polivalenza strutturale della filia in Platone
La semanticità di filia nei dialoghi
La funzione sociopolitica dell’amicizia
L’esempio dei conviti
Due specifiche applicazioni
Critone o dell’amicizia
Il rinvio al Primo amico
Una riflessione finale

***

La domanda sull’immortalità e la resurrezione.
Paradigma greco e paradigma biblico
Prologo
L’evoluzione del paradigma greco
La tradizione orfica e il suo sviluppo filosofico
Platone
Una duplice valutazione
Una riflessione razionale sull’anima
Le prove dell’immortalità dell’anima
Tripartizione dell’anima e sua sopravvivenza
Anima e corpo in Aristotele
Immortalità dell’anima ed etica
Immortalità dell’anima ed opere essoteriche
La concezione ebraica
Una visione mitica
Una visione unitaria dell’essere umano
La condizione dopo la morte
Lo stacco tra immortalità dell’anima e resurrezione
Socrate e Cristo
L’incontro nell’ellenismo e nel cristianesimo
Filone di Alessandria
Il primo cristianesimo
Conclusioni

***

Un paradigma ermeneutico
per la storia della filosofia antica: l’approccio multifocale
Una situazione straordinaria
Il senso e le ragioni di una scelta diversa
L’emergere del multifocal approach
Il contributo della sofistica
L’esperienza platonica
L’elaborazione aristotelica
Il valore attuale di questa visione dell’antico

 


In copertina: Vasilij Kandinskij, Verso l’alto (Empor), 1929, olio su cartone. Collezione Peggy Guggenheim, Venezia. L’energia del pensiero nella ricerca della bellezza si protende verso l’alto (empor). Le forme geometriche astratte disegnano il volto di profilo di una persona: il personaggio è sorretto – in un punto di equilibrio ideale – da un trapezio e da una lettera E (empor). L’occhio, lo sguardo, è rivolto verso un’altra grande E a destra, in alto.


Alcuni dei suoi lavori

Цифровая репродукция находится в

9788845281648_0_0_1451_75

41MBXtMcqrL._SX292_BO1,204,203,200_

51E1JsHDz7L._SX371_BO1,204,203,200_

4153747

9788834302897_0_0_300_75

9788837220853_0_240_0_0

 

9788845273384_0_0_700_75-214x300


Maurizio Migliori – Non c’è opera e non c’è argomento trattato in cui Aristotele non si misuri con i suoi predecessori.

Maurizio Migliori, Uni-molteplicità del reale e dottrina dei Principi


Maurizio Migliori su Youtube

 

Maurizio Migliori: La felicità (Platone) – Università di Macerata

Maurizio Migliori: Introduzione a Platone – Università di Macerata

Maurizio Migliori: La virtu dei greci, realizzazione di se stessi

Maurizio Migliori: Platone, dialettica e complessità del piacere

Maurizio Migliori: Fare un mestiere bellissimo e impossibile, lo storico della filosofia antica

Maurizio Migliori – Platone: Un pensiero della dialettica

Maurizio Migliori: La libertà non è star sopra un albero

Maurizio Migliori – La crisi e la speranza

Maurizio Migliori: Il contributo degli antichi

Maurizio Migliori: La felicità

Maurizio Migliori: Platone, il disordine ordinato

Maurizio Migliori: Il De generatione et corruptione di Aristotele: una base per l’ontologia del sensibile. Parte Prima

Maurizio Migliori: Il De generatione et corruptione di Aristotele: una base per l’ontologia del sensibile. Parte Seconda

 

 


logo-wordIndice completo delle pagine pubblicate (ordine alfabetico per autore al 09-02-2019)


N.B. Le immagini e i video sono stati reperiti nel web e quindi considerati di pubblico dominio. Qualora si ritenesse che possano violare diritti di terzi, si prega di scrivere al seguente indirizzo: info@petiteplaisance.it, e saranno immediatamente rimossi.


***********************************************
Seguici sul sito web

cicogna petite***********************************************

Isabella Guanzini – Il reciproco toccarsi corrisponde ad una reciproca donazione di senso, in cui ciascuno lascia la propria impronta sul corpo e sull’anima dell’altro. Così si trasmette come per travaso di corpo in corpo, di contatto in contatto, e si costruisce un mondo comune.

Guanzini Isabella 001

«[…] il tatto è nell’uomo il senso più perspicuo».
Aristotele, De Anima, 421a20.

 

Tenerezza. La rivoluzione del potere gentile

Tenerezza. La rivoluzione del potere gentile

 

 

«Il reciproco toccarsi corrisponde ad una reciproca donazione di senso, in cui ciascuno lascia la propria impronta sul corpo e sull’anima dell’altro. […] Precisamente grazie a tale flusso […] di affetti e di sensibilità sociale, che si trasmette come per travaso di corpo in corpo, di contatto in contatto, si costruisce un mondo comune».

Isabella Guanzini, Tenerezza. La rivoluzione del potere gentile, Ponte alle Grazie, 2017.

 

 

Per resistere al male ci vuole un animo tenero:
la sfida più dura mai affidata all’umano

«Non c’è altra via di umanizzazione per il tempo presente e futuro: la forza rivoluzionaria della tenerezza e dell’affetto corrisponde alla via sovrana per una nuova ecologia umana, sensibile alle mani, alle facce, alle voci e ai corpi nella loro irriducibile singolarità e verità.»

La tenerezza va ripulita dalla spessa crosta di zucchero e va mostrata in tutta la sua essenzialità e potenza: è la percezione elementare della fragilità della vita, di ogni vita; è la disposizione umana fondamentale dei legami che tengono insieme il mondo; è vicinanza; riconoscimento del volto dell’altro, della sua fisicità, del suo essere al mondo.

 


http://blog.petiteplaisance.it/wp-content/uploads/2019/02/Il-rilievo-Campana-I-sec.-d.C..-Euriclea-tiene-in-mano-il-piede-di-Ulisse.jpg

Il rilievo Campana (I sec. d.C.),  composizione di rara bellezza ed efficacia. Euriclea tiene in mano il piede di Ulisse, ri-conosce Ulisse attraverso il tatto, ri-conosce la ferita e sta per gridare la sua scoperta. Ulisse, con un doppio drammatico movimento, le chiude la bocca e volge la testa verso Eumeo che si trova alle sue spalle.

 


logo-wordIndice completo delle pagine pubblicate (ordine alfabetico per autore al 09-02-2019)


N.B. Le immagini e i video sono stati reperiti nel web e quindi considerati di pubblico dominio. Qualora si ritenesse che possano violare diritti di terzi, si prega di scrivere al seguente indirizzo: info@petiteplaisance.it, e saranno immediatamente rimossi.


***********************************************
Seguici sul sito web

cicogna petite***********************************************

Pavel Aleksandrovič Florenskij (1882-1937) – Verità, bene e bellezza: questa triade metafisica è un unico principio. Nella vita ci sono molte cose mostruose, malvage, tristi e sporche. Tuttavia, rendendosi conto di tutto questo, bisogna avere dinanzi allo sguardo interiore l’armonia e cercare di realizzarla.

Pavel Aleksandrovič Florenskij 01

«Il mondo sarà salvato dalla bellezza».*
Fedor Dostoevskij

«Verità, bene e bellezza: questa triade metafisica è un unico principio.
La verità manifestata è amore. L’amore realizzato è bellezza.
».
Pavel A. Florenskij

«Che cosa ho fatto io per tutta la vita?
Ho contemplato il mondo come un insieme».
Pavel A. Florenskij

 

«Il luogo nel quale incomincia la rivelazione della verità […]
è l’amicizia, come nascita misteriosa del “tu”».
Pavel A. Florenskij

Non dimenticatemi

Non dimenticatemi

 

Il rapporto realistico con il mondo è nella sua sostanza un rapporto di azione: è la vita nel mondo.Se non comprendiamo che ogni atto di cultura è verità, non saremo in grado di riconoscergli dignità interiore e vera umanità. (da Il valore magico della parola)

 

«La visione della vita dell’antichità greca è di un ottimismo tragico. La vita non è affatto una festa e un divertimento continuo: nella vita ci sono molte cose mostruose, malvage, tristi e sporche. Tuttavia, rendendosi conto di tutto questo, bisogna avere dinanzi allo sguardo interiore l’armonia e cercare di realizzarla».

Pavel Aleksandrovič Florenskij, lettera del 7 dicembre 1935, in Non dimenticatemi. Dal gulag staliniano le lettere alla moglie e ai figli del grande matematico, filosofo e sacerdote russo [1933-1937], a cura di Natalino Valentini e Lubomir Zak, Mondadori, Milano 2000, p. 227.

*****
***
*

 

 

  • Fedor Dostoevskij, L’idiota [1868], parte III, cap. V, tr. di Rinaldo Küfferle, Garzanti, Milano 19826, p. 478.
L'idiota

L’idiota


Pavel Florenskij (1882-1937) – «La prospettiva rovesciata». Ci sono solo due tipi di rapporto con la vita: quello interiore e quello esteriore, come ci sono due tipi di cultura: contemplativo-creativa e rapace-meccanica.


logo-wordIndice completo delle pagine pubblicate (ordine alfabetico per autore al 09-02-2019)


N.B. Le immagini e i video sono stati reperiti nel web e quindi considerati di pubblico dominio. Qualora si ritenesse che possano violare diritti di terzi, si prega di scrivere al seguente indirizzo: info@petiteplaisance.it, e saranno immediatamente rimossi.


***********************************************
Seguici sul sito web

cicogna petite***********************************************

Ivan Illich (1926-2002) – Lessico unidirezionale: «inclusione» contro «emancipazione». Un tempo il crescere non era un processo economico. Oggi gli stessi genitori sono diventati insegnanti ausiliari responsabili degli input di capitale umano, per usare il gergo degli economisti, grazie ai quali i loro rampolli otterranno la qualifica di “homo oeconomicus”.

Genere. Per una critica storica dell'uguaglianza

Genere. Per una critica storica dell’uguaglianza

Salvatore A. Bravo

Lessico unidirezionale

I sistemi di potere proliferano, divengono capillari, strutturano i pensieri diffondendo parole, escludendone altre: censura linguistica-lessicale. La contrapposizione, il polemos (Πόλεμος) linguistico, è la condizione della democrazia, della comunità viva che veicola con le parole il confronto concettuale. In assenza di polemos linguistico non vi è che lo scorrere delle parole lungo un asse unidirezionale. Le parole sono apprese, ripetute, formulano rappresentazioni finalizzate a puntellare la caverna dei nostri mondi. Il sole che illumina fuori della caverna, il bene, è la libertà di parlare – con cognizione di sé – dei modi di produzioni, la parresia (παρρησία, ciò che viene detto). Non vi è comunità se non con la parola plurale, dialettica, nella quale (e con la quale) ci si confronta per capire, nella quale (e con la quale) si studia la storia per evidenziare in modo contrastivo le differenze. Un mondo senza parole dialettiche è unidirezionale, convoglia verso uno spazio ed un tempo eguale per tutti. La forza del sistema è nel ridurre le differenze a simulacro. Il simulacro è l’immagine allo specchio svuotata di ogni suo contenuto formale, di ogni passaggio dalla potenza all’atto. È possibile per tutti dichiarare la propria differenza, ostentarla fino al ridicolo, purché non intacchi la struttura dell’economia. Le differenze-simulacro, ombre della forma, una volta devitalizzate della loro carica trasgressiva pensante, sono interne al sistema. Possono scorrere all’interno dell’invisibile recinto, la loro differenza è semplice apparenza: l’involucro, il simulacro non cela la verità, è diventato la sostanza seriale del capitale. È il regno del dicitur, della chiacchiera (Gerede) senza alcun fondamento (Grund). Le differenze in tal modo non impensieriscono, non ricevono l’ostilità di alcuno, anzi sono trofei ideologici che rafforzano il sistema, il quale si presenta come democratico, mostra a caratteri cubitali “la libertà seriale”, di cui non si deve avere paura.

La sussunzione linguistica
La sussunzione, la sottomissione linguistica, non è riconosciuta: opera attraverso un invisibile guinzaglio lessicale. L’ostilità verso la cultura classica, verso la filosofia teoretica, non riposa soltanto nella presunta sua inutilità al lavoro, ma essa ha un’eccedenza di ragioni non esplicite: le parole teoretiche, i grandi quesiti della cultura classica e filosofica, disorientano, lasciano intravedere la verità del pensiero unico, il fondamento nichilistico, l’integralismo della caverna. Sono eliminati dal curriculum scolastico, ridotte a discipline secondarie, su di esse scorre un giudizio economico: non producono a sufficienza, per cui si invita la popolazione scolastica e non a viverle che come esperienza breve e fugace dell’adolescenza, una breve malattia da cui si guarisce.

L’inclusione
Il disprezzo si struttura nella logica dell’inclusione, del “mettere dentro”, del recintare liberamente le vite di tutti. In ogni documento scolastico, in ogni trasmissione televisiva la parola che fortemente è ripetuta è “competizione”. Il trattato di Lisbona del 2007 è esplicito all’articolo 86: l’Europa dev’essere altamente competitiva. La competizione dev’essere inclusiva, la grande novità dell’Europa post 1989 è l’inclusione, l’eguaglianza dei soggetti in funzione del mercato: nessuno dev’essere lasciato fuori del mercato. Tutti – nelle loro differenze – devono essere accolti nel mercato, ed inclusi: lo scandalo è restarne fuori, per cui ogni resistenza all’inclusione è persino medicalizzata. Un esercito di psicologi e medici scrutano il disagio dei resistenti per normalizzarlo, per deprivarlo della capacità creativa-oppositiva e renderlo normale e felice, come gli altri, pronto ad entrare nel recinto dell’inclusione.

La formazione come esperienza economica
La formazione dev’essere oggi per il capitalismo mondializzato un’esperienza economica. Non si forma il cittadino, la persona, ma l’homo oeconomicus. Tutti devono essere inclusi nel processo di governo delle esistenze funzionali all’economia, sin dall’età più tenera. Ogni sistema totalitario è attento alla formazione dei più piccoli:

«Un buon esempio è l’istruzione. Un tempo il crescere non era un processo economico: ciò che un ragazzo o una ragazza imparavano a casa propria non era scarso. Ognuno apprendeva a parlare la sua lingua vernacolare nonché le conoscenze indispensabili per una vita vernacolare. Sarebbe stato impossibile, salvo rare eccezioni, definire la crescita un processo di capitalizzazione della popolazione attiva. Oggi tutto questo è cambiato. I genitori sono diventati insegnanti ausiliari all’interno del sistema didattico. Sono responsabili di quegli input fondamentali di capitale umano, per usare il gergo degli economisti, grazie ai quali i loro rampolli otterranno la qualifica di “homo oeconomicus”. È quindi del tutto ragionevole che l’economista attivo nel settore didattico si preoccupi di come convincere la madre a iniettare la maggior quantità possibile di input di capitale non rimunerato nel proprio bambino. […] Quando i bambini entrano in prima elementare, esistono già tra loro differenze rilevanti nelle capacità verbali e matematiche. Tali differenze rispecchiano anzitutto variazioni in termini di doti naturali e in secondo luogo la quantità di capitale umano che il bambino acquisisce prima dei sei anni. Lo stock di capitale umano acquisito rispecchia, a sua volta, differenti input di tempo e di altre risorse da parte di genitori, insegnanti, fratelli e del bambino stesso. Il processo d’acquisizione prescolare di capitale umano è analogo alla successiva acquisizione di capitale umano attraverso la scolarizzazione e la formazione sul luogo di lavoro. Gli input non rimunerati di tempo e di fatica investiti dalla madre nella capitalizzazione del figlio sono qui correttamente presentati come la prima fonte di formazione del capitale umano. E anche chi consideri ridicole queste espressioni, deve necessariamente ammettere la realtà dei loro contenuti in una società in cui le capacità sono ritenute scarse e devono essere prodotte economicamente».[1]

L’inclusione è nel segno della riduzione della persona e delle differenze ad inclusione per la competizione. Tutti devono essere messi al nastro di partenza pronti ad una lotta darwiniana. La sofferenza, il disagio dei resistenti, gli alunni che devono forzare la loro natura per riorientarla secondo i dettami dell’economia, è un problema mai affrontato. Nelle scuole si spendono risorse contro il bullismo, per proiettare la violenza su pochi adolescenti disagiati e non svelare che l’inclusione è l’istituzionalizzazione del bullismo. L’orientamento scolastico è fortemente indirizzato verso alcune facoltà, mentre l’orientamento verso le facoltà umanistiche è ridotto a presenza burocratica veloce.
L’inclusione deve formare all’economia, il neoliberismo esige e caldeggia le libertà delle merci, ma non delle persone che le devono servire: tutti servi, tutti uguali.

L’emancipazione
L’emancipazione è parola scomparsa. Essa è, invece, costitutiva della nostra costituzione rispettosa della volontà di ciascuno, è la libertà dai condizionamenti, dai recinti sociali e cognitivi in cui le persone sono costrette. In particolare gli articoli 46 e 47 della Costituzione, per emancipare il soggetto dall’economia, dal suo determinismo, prevedono la partecipazione alla gestione dell’azienda, in modo che vi sia democrazia integrale:

«Art. 46.
Ai fini della elevazione economica e sociale del lavoro in armonia con le esigenze della produzione, la Repubblica riconosce il diritto dei lavoratori a collaborare, nei modi e nei limiti stabiliti dalle leggi, alla gestione delle aziende».
«Art. 47.
La Repubblica incoraggia e tutela il risparmio in tutte le sue forme; disciplina, coordina e controlla l’esercizio del credito. Favorisce l’accesso del risparmio popolare alla proprietà dell’abitazione, alla proprietà diretta coltivatrice e al diretto e indiretto investimento azionario nei grandi complessi produttivi del Paese».

L’emancipazione è libertà implicante coscienza sociale collettiva, nella quale si concretizza la libertà. L’esperienza della libertà è attività, partecipazione, mentre l’inclusione è passività: il soggetto non discute il sistema, è immesso al suo interno senza la possibilità di scegliere. La terribilità della condizione attuale è che, malgrado le violenze delle controriforme, i lavoratori, le classi medie, non concepiscono minimamente la possibilità di discutere il sistema che li aliena, anzi talvolta sono il veicolo più immediato che puntella il sistema. Naturalmente una delle cause è l’istruzione per come oggi viene intesa e praticata: essa deve formare l’imprenditore, per cui quest’ultimo è giudicato intoccabile, figura semimetafisica ed astratta. L’istruzione, invece, nel dettato costituzionale, è libera dai condizionamenti del mercato, perché deve formare la persona: essa ha il compito di liberare dai condizionamenti. Il dettato costituzionale è nell’ottica dell’emancipazione e non dell’inclusione. Così recita l’articolo 3:

«Tutti i cittadini hanno pari dignità sociale [cfr. XIV] e sono eguali davanti alla legge, senza distinzione di sesso [cfr. artt. 29 c. 2, 37 c. 1, 48 c. 1, 51 c. 1], di razza, di lingua [cfr. art. 6], di religione [cfr. artt. 8, 19], di opinioni politiche [cfr. art. 22], di condizioni personali e sociali. È compito della Repubblica rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale, che, limitando di fatto la libertà e l’eguaglianza dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo della persona umana e l’effettiva partecipazione di tutti i lavoratori all’organizzazione politica, economica e sociale del Paese».

Gioverebbe dunque ripartire dalla lettera e dallo spirito antieconomicistico e umanistico del dettato costituzionale in merito, e dal concetto di emancipazione che sostanzia i suoi articoli, mentre i manutengoli del capitalismo mondializzato nel nostro Paese si fondano sul regime dell’inclusione che rendono le persone strumenti passivi di forze economiche ipostatizzate.

Salvatore A. Bravo

[1] Ivan Illich, Genere. Per una critica storica dell’uguaglianza, Gender, 1982, pp. 32-33; Neri Pozza, Vicenza 2013.


Ivan Illich (1926-2002) – Lo studio porti il lettore alla sapienza e non ad accumulare conoscenze al solo scopo di farne sfoggio. Il lettore è uno che si è volontariamente esiliato per concentrare tutta la propria attenzione e il proprio desiderio sulla sapienza.

Ivan Illich (1926-2002) – Eutrapelìa. Due sono le chiavi di questa virtù: il sorriso e la misura. L’austerità non significa isolamento o chiusura in se stessi. L’austerità fa parte di una virtù più fragile, che la supera e la include, ed è la gioia, l’eutrapelìa, l’amicizia.


logo-wordIndice completo delle pagine pubblicate (ordine alfabetico per autore al 09-02-2019)


N.B. Le immagini e i video sono stati reperiti nel web e quindi considerati di pubblico dominio. Qualora si ritenesse che possano violare diritti di terzi, si prega di scrivere al seguente indirizzo: info@petiteplaisance.it, e saranno immediatamente rimossi.


***********************************************
Seguici sul sito web

cicogna petite***********************************************

Plotino (203-270 d.C.) – Realizzando una vita più nobile siamo parte di una sorte più elevata.

Plotino 002

Enneadi

«Più di una volta mi è capitato di riavenni, uscendo dal sonno del corpo, e di estranianni da tutto, nel profondo del mio io. In quelle occasioni godevo della visione di una bellezza tanto grande quanto affascinante che mi convinceva, allora come non mai, di fare parte di una sorte più elevata, realizzando una vita più nobile: insomma di essere equiparato al divino, costituito sullo stesso fondamento di un dio».

Plotino, Enneadi, IV, 8, 1, tr. di Roberto Radice, Mondadori, Milano 20032, p. 1123.

 


Plotino (203-270 d.C.) – Cominciamo col fare del bello e del bene un solo e identico principio. Togli il superfluo, raddrizza ciò che è storto, lucida ciò che è opaco perché sia brillante, e non cessare mai di scolpire la tua statua, finché alla tua vista interiore appaia la temperanza.


logo-wordIndice completo delle pagine pubblicate (ordine alfabetico per autore al 09-02-2019)


N.B. Le immagini e i video sono stati reperiti nel web e quindi considerati di pubblico dominio. Qualora si ritenesse che possano violare diritti di terzi, si prega di scrivere al seguente indirizzo: info@petiteplaisance.it, e saranno immediatamente rimossi.


***********************************************
Seguici sul sito web

cicogna petite***********************************************

Emily Dickinson (1830-1886) – La bellezza e la verità sono una cosa sola. Bellezza è verità, verità è bellezza.

Dikinson Emily 020
Tutte le poesie

Tutte le poesie

 

 

Bellezza è verità, verità è bellezza; questo
è tutto ciò che voi sapete sulla terra, e tutto ciò che avete bisogno
di sapere.

John Keats*

 

Morii per la bellezza – ma non m’ero ancora abituata alla mia tomba
quando un altro – morto per la verità – fu adagiato nel sepolcro
vicino.
Piano mi domandò perché ero morta –
«Per la bellezza» – gli risposi – e lui: «E io per la verità – loro sono
una cosa sola e noi siamo fratelli», disse.
Così, come congiunti che s’incontrano di notte, conversammo
dall’una all’altra stanza
finché il muschio raggiunse le nostre labbra e coprì i nostri nomi.

 

Emily Dickinson, Morii per la bellezza, poesia n. 449, in Tutte le poesie, a
Cura di Marisa Bulgheroni, Mondadori , Milano 2001, p. 495.

****
***
*


  • John Keats, dipinto di William Hilton

    John Keats, dipinto di William Hilton

  • John Keats, Ode su un’urna greca [1819]. versi 49-50, in Iperione,odi e sonetti, a cura di Raffaello Piccoli, Sansoni, Firenze 1984, p. 67.

    Iperione, odi e sonetti, 1949

    Iperione, odi e sonetti, 1949

 


Emily Dickinson – Un’anima al cospetto di se stessa

Emily Dickinson (1830-1886) – La parola comincia a vivere soltanto quando vien detta.

Emiliy Dickinson (1830-1886) – Ciò che è lontano e ciò che è vicino

Emily Dickinson (1830-1866) – Semi che germogliano nel buio

Emily Dickinson (1830-1866)  – Dedicata agli esseri umani in fuga dalla mente dell’uomo

Emily Dickinson (1830-1866) – Distilla un senso sorprendente da ordinari significati


logo-wordIndice completo delle pagine pubblicate (ordine alfabetico per autore al 09-02-2019)


N.B. Le immagini e i video sono stati reperiti nel web e quindi considerati di pubblico dominio. Qualora si ritenesse che possano violare diritti di terzi, si prega di scrivere al seguente indirizzo: info@petiteplaisance.it, e saranno immediatamente rimossi.


***********************************************
Seguici sul sito web

cicogna petite***********************************************

Antonio Vigilante – L’essere e il tu. Aldo Capitini in dialogo con Nishitani Keiji, Enrique Dussel e Murray Bookchin.

Vigilante Antonio 002

Coperta 319

Antonio Vigilante

L’essere e il tu

Aldo Capitini in dialogo con Nishitani Keiji, Enrique Dussel e Murray Bookchin

ISBN 978-88-7588-166-5, 2019, pp. 144, Euro 15.

indicepresentazioneautoresintesi

 

Filosofo della nonviolenza, teorico (con Guido Calogero) del liberalsocialismo prima e del potere di tutti poi, oppositore del fascismo ma anche critico delle insufficienze della democrazia rappresentativa, Aldo Capitini (1899-1968) ha tracciato per un trentennio un percorso filosofico, etico, politico, religioso e pedagogico tra i più radicali del Novecento Italiano. Ma è stato anche il filosofo che con maggiore forza ha affermato la necessità del dialogo a livello interpersonale, comunitario, internazionale e interculturale, negli anni del conflitto ideologico e della Guerra Fredda. Interpretando questo aspetto centrale del suo impegno intellettuale e politico, Antonio Vigilante fa dialogare il pensiero capitiniano con quello di tre autori provenienti da mondi culturali diversi tra loro e dal contesto italiano: Nishitani Keiji, Enrique Dussel e Murray Bookchin.

Aldo Capitini

Aldo Capitini

Nishitani Keiji

Nishitani Keiji

Enrique Dussel

Enrique Dussel

Murray Bookchin

Murray Bookchin

Aldo Capitini

Aldo Capitini

Il confronto con Nishitani, tra i più importanti filosofi giapponesi contemporanei, porta in primo piano le tematiche religiose e la metafisica pratica della compresenza, il più alto esito della filosofia capitiniana, interpretata alla luce della vacuità buddhista, mentre il dialogo con Dussel e Bookchin permette di definire la particolarità della rivoluzione nonviolenta di Capitini, che ha significativi punti di contatto sia con la filosofia della liberazione del primo che con il municipalismo libertario del secondo. Se ne distingue per una persuasione religiosa che lo porta a spingere la prassi etica e politica contro i limiti stessi del reale, come protesta metafisica e invocazione di una possibilità pura. La relazione tra l’io e il tu, liberata dalla logica della potenza, diventa la chiave per interpretare in modo nuovo, aperto l’essere, e per ripensare l’agire politico alla luce di questa apertura pratico-metafisica.


Antonio Vigilante vive a Siena. Si occupa di teoria della nonviolenza, pedagogia, filosofia morale e interculturale. Tra i suoi libri: Il Dio di Gandhi (2009), La pedagogia di Gandhi (2010), Ecologia del potere. Studio su Danilo Dolci (2012), L’educazione è pace. Scritti per una pedagogia nonviolenta (2014), A scuola con la mindfulness (2017). Con Petite Plaisance ha pubblicato: Dell’attraversamento. Tolstoj, Schweitzer, Tagore (2018).


coperta 293

Antonio Vigilante

Dell’attraversamento. Tolstoj, Schweitzer, Tagore

indicepresentazioneautoresintesi

 

Tra gli ultimi anni dell’Ottocento e i primi due decenni del Novecento si assiste al repentino passaggio dalla fiducia incondizionata nei mezzi della scienza e della tecnica all’inquieta consapevolezza delle crisi della civiltà. Lev Tolstoj, Albert Schweitzer e Rabindranath Tagore, pur osservando la crisi da punti di vista diversi, concordano nel denunciare la violenza, il fanatismo identitario, l’alienazione della macchina, l’eclissi dello spirito. Ma non si limitano alla denuncia, né si chiudono in un rifiuto sdegnoso del mondo moderno. In opere dimenticate come Della vita e Il Regno di Dio è dentro di voi, il grande scrittore russo indica la via di un amore radicale e rivoluzionario, che attacca l’ordine costituito con la forza della sola persuasione morale. In Africa Albert Schweitzer, filosofo, teologo e medico missionario, ha l’intuizione del rispetto per la vita, una nuova visione morale che supera i confini di specie ed afferma il valore e il diritto al rispetto di ogni essere vivente. In Bengala Tagore, pur rivendicando l’identità culturale del suo popolo aggredito dal colonialismo, cerca una nuova civiltà mondiale, nata dal dialogo e dalla sintesi tra il pensiero scientifico occidentale e la spiritualità indiana.

Tre pensatori che in forme diverse, ma anche con singolari convergenze, combattono le chiusure fanatiche ed i nazionalismi che tante tragedie causeranno nel Novecento. Alla base di questa apertura interculturale c’è un atto esistenziale radicale: l’attraversamento del proprio ego, dell’identità con le sue consolazioni ed i suoi attaccamenti, e la conquista di una visione transpersonale che porta nella società la luce di una razionalità etica alternativa alla ratio dell’economicismo capitalistico.


Altri libri di Antonio Vigilante

 

2009Il Dio di Gandhi. Religione, etica e politica

Il Dio di Gandhi. Religione, etica e politica, 2009

“Si è inteso mettere in evidenza lo straordinario valore della proposta politica di Gandhi presentandola come una proposta laica, valida al di là delle personali convinzioni religiose. E per molti versi essa lo è. E’ anche vero, tuttavia, che la religione non è una dimensione della vision del mondo gandhiana che si possa marginalizzare o trascurare. Al contrario, essa fonda la politica. Non c’è nonviolenza senza fede in Dio, ha sostenuto più volte Gandhi, con una chiarezza che non lascia spazio a interpretazioni. Quel Dio che fonda la non violenza è un Dio-Verità, un Dio che nelle intenzioni di Gandhi può essere toccato, cercato, avvertito anche dagli atei, e tuttavia resta un Dio da pregare, da invocare nei momenti di difficoltà, in cui confidare”. (dalla premessa di Antonio Vigilante)

Come una perla il libro di Antonio Vigilante si aggiunge alla preziosa collana dei più accreditati studi gandhiani. Vigilante ha praticato la gadameriana Wirkungsgeschichte. Un’opera genera effetti, conseguenze che l’autore non vede e non può vedere, ma che determinano le condizioni ermeneutiche per rileggere l’opera. Vigilante rilegge l’opera gandhiana sotto la luce della storia degli effetti non solo etico-politici ma anche dei più meditati e recenti studi, soprattutto italiani, su Gandhi. Raffinato e acuto studioso della non-violenza, l’Autore ci fa entrare criticamente nel complesso mondo filosofico, etico-sociale e religioso di Gandhi. Ne risulta un’opera puntuale nella tematizzazione del pensiero di Gandhi e al tempo stesso attenta a cogliere le sue aporie e contraddizioni.
Lo studio di Vigilante è davvero un serio e originale contributo non solo agli studi gandhiani, ma anche al dibattito in corso sulla teologia ecumenica. Ha scritto Hans Küng: “non c’è sopravvivenza senza un ethos mondiale. Non c’è pace mondiale senza pace religiosa, come non c’è pace religiosa senza dialogo religioso”. Grazie a questo lavoro, è possibile apprezzare e riconsiderare il contributo di Gandhi sia al dialogo tra le grandi religioni, confutando impostazioni egemoniche e conflittuali, sia alla costruzione di un’etica universale, divenuta indispensabile per la stessa sopravvivenza umana.

Francesco Bellino, Ordinario di Filosofia morale, Università di Bari

******
***
*

 

2010La pedagogia di Gandhi. Con testi scelti

La pedagogia di Gandhi. Con testi scelti, 2010

Questo libro ricostruisce lo sviluppo del pensiero e della prassi pedagogica di Gandhi dagli anni di studio in Inghilterra fino alla conferenza di Wardha, con la quale presenta all’India il Nai Talim, uno schema di educazione popolare caratterizzato dalla centralità del lavoro manuale. In un ‘ottica di educazione comparata, vengono evidenziati gli aspetti della pedagogia gandhiana che possono contribuire alla riflessione sulla crisi attuale della scuola e dell’educazione, ma anche le contraddizioni ed i problemi di una concezione educativa che appare ancora segnata dall’aspirazione indiana alla liberazione dalla condizione fenomenica attraverso la rinuncia e l’ascesi. Completa il volume una raccolta di scritti gandhiani sull’educazione, appositamente scelti e tardotti.

******
***
*

2011 Pedagogie della liberazione. Freire, Boal, Capitini, Dolci

Pedagogie della liberazione. Freire, Boal, Capitini, Dolci

Scritto nel 2011con Paolo Vittoria, questo libro mette l’accento sulla pedagogia sociale, dando risalto a esperienze che hanno il potenziale di trasformare le vite delle persone e delle loro società. Dà spunti per una pedagogia del sud globale, mettendo a fuoco situazioni e proposte pedagogiche e politiche che emergono da due contesti diversi, ma hanno a che fare con il mondo meridionale.

******
***
*

Ecologia del potere. Studio su Danilo Dolci, 2012

Ecologia del potere. Studio su Danilo Dolci, 2012

In che modo è possibile vivere da fratelli? Cos’è il potere? Cosa vuol dire comunicare? Come è possibile combattere la povertà, l’ignoranza, l’abbandono? Come può una comunità smarrita ritrovare la sua via? Come si possono sconfiggere le mafie? Come può l’uomo essere creatura tra le creature, rapportandosi armonicamente con tutto ciò che vive? Sono queste le domande che nell’arco di un quarantennio, dal 1952 (anno dell’arrivo in Sicilia) fino alla morte, hanno guidato la ricerca e la prassi appassionata e feconda di Danilo Dolci. Questo studio ricostruisce nella prima parte la sua storia, che è legata indissolubilmente alla storia del nostro paese in un periodo che ha visto il passaggio fin troppo rapido dalla civiltà contadina a quella industriale e consumistica, e nella seconda parte ne analizza il pensiero, con particolare attenzione ai temi del potere e della comunicazione. Non si tratta solo di recuperare un pezzo importante del nostro passato recente, ma anche e soprattutto di riscoprire un messaggio ed un metodo, quello della maieutica reciproca, che possono contribuire in modo essenziale alla chiarificazione dei problemi della società postmoderna.

******
***
*

L'educazione è pace, 2014

L’educazione è pace, 2014

L’educazione è pace. Scritti per una pedagogia nonviolenta

L’educazione ha a che fare, in modo essenziale, con la pace. Non nel senso che la pace sia il fine o uno dei fini dell’educazione, ma in un altro, più radicale: educare vuol dire fare in modo che accadano, qui ed ora, situazioni di pace. La pace non è uno scopo dell’educazione, ma è tutt’uno con l’educazione stessa. Se c’è pace, c’è educazione. Ogni volta che entra la pace nella quotidianità di una persona, si può dire che quella persona si sta educando.

******
***
*

A scuola con la Mindfulness, 2017

A scuola con la Mindfulness, 2017

Cinque secoli prima di Cristo Siddhartha Gautama, il Buddha storico, ha elaborato un sistema di meditazione (vipassana) basato sull’analisi di sé stessi, del proprio corpo e dei contenuti mentali. Negli anni Settanta il medico statunitense Jon Kabat-Zinn ne ha tratto un protocollo scientifico per la cura dello stress. È nata così la mindfulness, una pratica che ha rivoluzionato il mondo della psicoterapia. Questo libro suggerisce che l’introduzione della mindfulness nelle scuole, associata alla pratica occidentale del dialogo filosofico, rappresenta l’occasione per un cambiamento di paradigma in campo educativo. La mindfulness può essere uno strumento efficace per affrontare problemi sempre più diffusi nelle nostre scuole, come violenza e bullismo, disattenzione, difficoltà di concentrazione, burnout dei docenti. Per Vigilante, tuttavia, essa attua tutte le sue potenzialità solo se inserita in un progetto educativo più complesso. L’Educazione Basata sulla Consapevolezza (EBAC) Umanistica proposta dall’autore è un programma di formazione che, attraverso la ricerca interiore e il dialogo con gli altri, intende approfondire la consapevolezza come sapere di sé (dimensione esistenziale), sapere dell’altro (dimensione etica), coscienza dei problemi comuni (dimensione politica). Il libro è completato da una guida pratica, con esercizi pensati appositamente per studenti e insegnanti.


logo-wordIndice completo delle pagine pubblicate (ordine alfabetico per autore al 09-02-2019)


N.B. Le immagini e i video sono stati reperiti nel web e quindi considerati di pubblico dominio. Qualora si ritenesse che possano violare diritti di terzi, si prega di scrivere al seguente indirizzo: info@petiteplaisance.it, e saranno immediatamente rimossi.


***********************************************
Seguici sul sito web

cicogna petite***********************************************

Giovanni Casertano – Venticinque studi sui Preplatonici, veri iniziatori del nostro pensiero scientifico e filosofico.

Giovanni Casertano 001

318 ISBN

Giovanni Casertano

Venticinque studi sui Preplatonici

Introduzione di Luca Grecchi

ISBN 978-88-7588-251-8, 2019, pp. 488, formato 170×240 mm., Euro 35

indicepresentazioneautoresintesi

 

Descrizione
Dalla matematica all’astronomia, dalla cosmologia alla botanica, dalla biologia alla psicologia, allo studio delle passioni, dell’anima, dell’amore e della morte, dell’amicizia, della logica, del metodo di ricerca: tutti questi campi costituiscono il nucleo ricco e variegato sul quale indagarono i Presocratici (o, se si vuole, i Preplatonici), i veri iniziatori del nostro pensiero scientifico e filosofico, tra VI e IV sec. a.C. Del loro enorme e ricchissimo patrimonio culturale si servì poi, inquadrandolo in nuovi orizzonti, e con nuove prospettive, il genio di Platone e di Aristotele. I saggi raccolti in questo volume, scritti in un arco di tempo di circa quarant’anni, vogliono essere una testimonianza del girovagare e del cercare, in quel vastissimo campo, consonanze e divergenze non solo tra alcuni dei grandi protagonisti di quelle avventure intellettuali, ma anche tra di loro e noi uomini dell’oggi: una testimonianza di quanto ancora oggi quelle indagini e quelle intuizioni ci servano a pensare e a riflettere su di noi e sul nostro mondo.

 

***

Sommario

Introduzione di Luca Grecchi

Generalia
Ricomposizione o rilettura del passato?
L’infanzia di Eros (da Omero a Parmenide)
La regina, l’anello e la necessità
L’immagine nei Presocratici

Epimenide
Che cosa ha “veramente” detto Epimenide

Ionici
Può ancora Talete essere considerato il “primo filosofo”?
Tempo, movimento e morte nella filosofia degli Ionici

Pitagorici
I Pitagorici e il potere: i molti sensi di un rapporto
Il numero-corpo, l’anima pulviscolo ed il respiro del tempo
Quel che Pitagora non ha detto
I primi Pitagorici nella testimonianza aristotelica

Parmenide
ΠIΣΤOΣ ΛΟΓΟΣ ed ΑΠΑΤΗΛΟΣ ΚΟΣΜΟΣ ΕΠΕΩΝ in Parmenide di Elea
Astrazione ed esperienza: Parmenide (e Protagora)
Noterelle parmenidee
Aristotele critico di Parmenide

Eraclito
Piacere e morte in Eraclito (Una “filosofia” dell’ambiguità)
Eraclito in Sesto Empirico

Empedocle
Amore e morte in Empedocle
Orfismo e pitagorismo in Empedocle?
Una volta fui arbusto e muto pesce del mare

Democrito
Logos e nous in Democrito
L’amicizia, un sentimento complesso: Democrito

Gorgia
L’ambigua realtà del discorso nel perì tou me ontos di Gorgia
Verità, errore e inganno in Gorgia

Hegel sui sofisti
Hegel e i sofisti

 

Anassimandro copia

Anassimandro


Alcuni libri di

Giovanni Casertano

Casertano 01

1974 Un discorso sui sofisti

Un discorso sui sofisti, Edizioni Il Tripode, 1974


1983 Deemocrito. Dall'atomo alla città

Democrito. Dall’atomo alla città, Loffredo Editore, 1983.


1983 Il piacere, l'amore ee la morte nelle dottrine dei presocratici

Il piacere, l’amore e la morte nelle dottrine dei presocratici, Loffredo Editore, 1983.


1987 Forme del sapere nei Presocratici, Edizioni dell’Ateneo, Roma 1987.

Forme del sapere nei Presocratici, Edizioni dell’Ateneo, Roma 1987.


1991 L'eterna malattia del discorso

L’eterna malattia del discorso, Liguori, 1991.


1994 Le filosofie antiche

Le filosofie antiche, Loffredo Editore, 1994.


1996 Il nome della cosa. Linguaggio e realtà negli ultimi dialoghi di Platone

Il nome della cosa.
Linguaggio e realtà negli ultimi dialoghi di Platone, Loffredo Editore, 1996.


2000 La struttura del dialogo platonico

La struttura del dialogo platonico, Loffredo Editore, 2000.


 

2002 Il Teeteto

Il Teeteto, Loffredo Editore, 2002.


2003 Morte

Morte, Guida. 2003.

“Sapevo di averlo generato mortale”: questa fu la risposta che Anassagora, nel V secolo a.C., dette a colui che lo informava della morte del figlio. Risposta a prima vista agghiacciante, quasi disumana. Eppure, da quella risposta, non traspariva soltanto un astratto razionalismo: dai Presocratici a Platone, troviamo sia la trama delle riflessioni teoriche, sia lo scavo dei sentimenti che hanno sempre accompagnato quell’atto alla fine sempre coraggioso con il quale l’uomo guarda non soltanto alla morte, ma anche alla propria morte: la considerazione razionale come quella mitologica, quella drammatica come quella rasserenante, quella di un’etica ‘eroica’ come quella di un’etica comune, ‘quotidiana’. Questo saggio ripercorre e ricostruisce non le tappe di una riflessione che si svolgerebbe ordinatamente e diacronicamente, ma le complesse e sfaccettate sfumature del concetto di ‘morte’ quale fu pensato, all’interno di prospettive diverse e con accentuazioni diverse, dai primi filosofi greci, da Talete a Platone.


2004 Il Protagora di Platone. Struttura e problematiche

Il Protagora di Platone. Struttura e problematiche, Loffredo editore, 2004.

Un dialogo in apparenza “facile” (ma quale dialogo di Platone è veramente “facile”?) come il Protagora può essere affrontato da prospettive diverse e con proposte ermeneutiche diverse. È quanto hanno fatto 32 studiosi, italiani e non, di filosofia antica, in un Convegno Internazionale tenutosi a Napoli nel settembre 2002: non leggendo relazioni o comunicazioni, ma fornendo in anticipo i propri interventi scritti a tutti i partecipanti, e costruendo così un ampio e reale spazio di confronto e di discussione che ha coinvolto tutto il pubblico dei presenti. Ne è scaturita una lettura del dialogo ricca, articolata, problematica e complessa, che certamente incontrerà l’interesse di tutti i lettori di Platone e di filosofia. Perché la diversità, a volte sostanziale, tra i diversi punti di vista critici non ha impedito di mettere in luce e di sottolineare alcuni nuclei fondamentali di questo dialogo, e, in prospettiva, della filosofia platonica. Che conservano intatti ancora oggi tutto il loro valore teoretico ed etico: il gioco delle parti tra i personaggi che si affrontano, in una discussione o nella vita concreta d’ogni giorno; l’indagine sulla virtù – o sulle virtù – in relazione al piacere e al bene dell’uomo; il ruolo che ha la poesia, anche nella sua relazione con la filosofia, nell’influenzare e nel determinare le anime degli uomini in vista delle proprie scelte di vita; l’eterno dilemma che accompagna la distinzione tra volere e sapere, tra viltà e coraggio, tra ignoranza e male. Nello stile, tipicamente platonico, dello sconvolgimento, del capovolgimento, della messa in crisi di ogni opinione precostituita e acriticamente accettata: perché infine, ma non per ultimo, quella che va (che andrebbe) sempre salvata e curata nelle discussioni e nei contrasti tra gli uomini, ieri come oggi, è la vita di un discorso razionale che possa armonizzare le diversità.

 


2004 Sofista

Sofista, Guida, 2004.

Scopo di questo saggio è tracciare le coordinate della “irruzione” dei sofisti sulla scena culturale e politica della Grecia antica, nonché della difficoltà che lo stesso maggior responsabile della loro cattiva fama, cioè Platone, incontrò quando decise di tracciare seriamente una netta distinzione tra il sofista e il filosofo. Inoltre si è cercato di dare un’idea dell’importanza delle riflessioni dei sofisti, perlomeno di quelli maggiori, nel campo della filosofia, dell’etica, della politica: riflessioni che ancora oggi, a 2500 anni dalla loro comparsa, nulla hanno perso della loro vivacità e della loro attualità.


2005 Il Cratilo di Platone, struttura e problematiche

Il Cratilo di Platone, struttura e problematiche, Loffredo editore, 2005.


2006 Da Parmenide di Elea al Parmenide di Platone

Da Parmenide di Elea al Parmenide di Platone, 2006


2007 Empedocle tra poesia, medicina, filosofia e politica, Loffredo

Empedocle tra poesia, medicina, filosofia e politica, Loffredo editore, 2007.


2007 La nascita della filosofia vista dai Greci

La nascita della filosofia vista dai Greci, Petite Plaisance, 2007.

indicepresentazioneautoresintesi

 

Che cosa hanno pensato i Greci della loro filosofia? e che cosa hanno pensato del loro debito culturale con l’Oriente? Queste due domande in effetti rispecchiano due importanti problemi storiografici, ma, per così dire, in un’ottica capovolta. Il problema della “nascita” della filosofia in Grecia (quando, come, con chi, e perché) ed il problema dei rapporti della nuova cultura filosofica e scientifica greca con le culture che la avevano preceduto (specialmente con quella egiziana), hanno sollevato, e continuano a sollevare, l’interesse degli studiosi, e non solo di filosofia. Importanti studi hanno visto la luce su questi problemi, e hanno aperto molte e nuove prospettive, con approcci diversi, e naturalmente risultati diversi, che hanno contribuito ad arricchire e ad ampliare gli orizzonti ermeneutici entro i quali essi potevano venir colti ed esaminati. Questo studio si pone gli stessi problemi, ma cerca di esaminarli da un altro punto di vista, quello dei Greci. Che cosa pensavano i Greci, dal V secolo a.C. al II d.C., della loro filosofia, e in che cosa pensavano di dipendere (se pensavano di dipendere) da altre e più antiche culture? Naturalmente, questo saggio non vuole dare risposte definitive a queste domande, ma solo aprire un’altra via di indagine, non secondaria certamente, per poterle affrontare in un orizzonte più ampio.


2007 Paradigmi della verità in Platone

Paradigmi della verità in Platone, Editori Riuniti Univ. Press, 2007.

C’è una immagine di Platone che viaggia dall’antichità ad oggi, l’immagine cioè di una filosofia che stabilisce nettamente i confini e l’opposizione tra corpo e anima, tra sensi e ragione, tra cose e idee, tra opinione e conoscenza. Tra vero e falso. Ma una lettura diretta e senza preconcetti della pagina platonica, inserita volta a volta nel singolo contesto di ogni singolo dialogo, non conferma quasi mai quell’immagine. Questo studio si propone di inseguire l’idea della verità in tutti i dialoghi di Platone. Per scoprire che anche la “verità platonica” non è quella che vive in un ipotetico mondo delle idee, separato da ogni possibile contatto col mondo concreto e reale, così come l’ “amore platonico”, il “proposito platonico”, e tutto ciò che, ancora oggi, qualifichiamo con quell’aggettivo, con l’esplicito proposito di individuarlo in termini di pura astrattezza. La verità platonica ha a che fare esattamente col nostro mondo di incertezze, inquietudini, errori, fallimenti; ma anche col nostro mondo di relative certezze, di aspettative, di volontà di cambiamento, di ricerca di un orizzonte più ampio di espressione e di comunicazione: in una parola, col nostro concreto vivere in un mondo reale, col nostro concreto atteggiarci nelle molteplici prospettive, private e pubbliche, entro le quali lo viviamo. Per scoprire, alla fine, che essa è una questione, più che di logica o di metafisica, di vita e di scelte di vita.


2009 I presocratici

I presocratici, Carocci editore, 2009.

Con i Presocratici, nella Grecia del VI secolo a. C., inizia la riflessione filosofica nella cultura occidentale. Inizia anche quella che oggi viene chiamata la “storia della filosofia”. Il volume affronta i seguenti argomenti: chi sono i presocratici. Modalità e problematicità della ricostruzione del loro pensiero; Creta e Mileto; i pitagorici; la poesia filosofica del VI e V secolo, Eraclito; Empedocle; medicina e matematica tra V e IV secolo; la filosofia giunge ad Atene; filosofia e scienza ad Abdera.


2011 Il Fedro di Platone, struttura e problematiche

Il Fedro di Platone, struttura e problematiche, Loffredo editore, 2011.


2015 Giustizia, filosofia e felicità

Giustizia, filosofia e felicità, Aracne, 2015.


L. Palumbo, a cura di, Logon didonai. La filosofia come esercizio del rendere ragione. Studi in onore di Giovanni Casertano, Loffredo, Napoli 2011

L. Palumbo, a cura di, Logon didonai. La filosofia come esercizio del rendere ragione. Studi in onore di Giovanni Casertano, Loffredo, Napoli 2011.


Si può accedere  ad ogni singola pagina pubblicata aprendo il file word     

  logo-wordIndice completo delle pagine pubblicate (ordine alfabetico per autore al 05-02-2019)


N.B. Le immagini e i video sono stati reperiti nel web e quindi considerati di pubblico dominio. Qualora si ritenesse che possano violare diritti di terzi, si prega di scrivere al seguente indirizzo: info@petiteplaisance.it, e saranno immediatamente rimossi.


***********************************************
Seguici sul sito web 

cicogna petite***********************************************

Luigi Zoja – Se oggi interroghiamo il nostro mondo interiore sul suo bisogno più assoluto e originario, la risposta sarà un bene in cui la giustizia non è separabile dalla bellezza.

Luigi Zoja 001
Giustizia e Bellezza

Giustizia e Bellezza

*
***
*
«Se oggi interroghiamo il nostro mondo interiore
sul suo bisogno più assoluto e originario,
la risposta sarà un bene
in cui la giustizia
non è separabile dalla bellezza».

 

Luigi Zoja, Giustizia e Bellezza, Bollati Boringhieri, Torino 2009, p. 12.

*
***
*

Fra gli studi sulla crisi della modernità, questo saggio si inserisce con forza da una prospettiva inattesa. I nostri antenati greci avevano un sistema di valori indivisibile, fatto di giustizia e bellezza. La bellezza, raccolgliendo approvazioni indiscutibili, aiutava ad assicurare un consenso anche alla morale. Una relazione armonica tra bellezza e giustizia sopravviveva nel Rinascimento, insieme a un rapporto tra piazza e palazzo. Ma il protestantesimo e la modernizzazione spaccano questa unione, in nome di una giustizia ascetica e della funzionalità. Il bello, non essendo direttamente utile, si incammina in direzione del passatempo e dell’investimento. Intanto, privatizzazione e razionalizzazione della vita eliminano la piazza, dove si godeva la bellezza gratuitamente e insieme. L’arte si fa specialistica e la massa si abitua alla bruttezza come condizione normale. Ma il cinismo verso i valori della giustizia, che la società di oggi si rimprovera, potrebbe derivare anche dall’aver eliminato quelli della bellezza, da cui la loro radice è inseparabile.


Si può accedere  ad ogni singola pagina pubblicata aprendo il file word     

  logo-wordIndice completo delle pagine pubblicate (ordine alfabetico per autore al 01-02-2019)


N.B. Le immagini e i video sono stati reperiti nel web e quindi considerati di pubblico dominio. Qualora si ritenesse che possano violare diritti di terzi, si prega di scrivere al seguente indirizzo: info@petiteplaisance.it, e saranno immediatamente rimossi.


***********************************************
Seguici sul sito web 

cicogna petite***********************************************

1 67 68 69 70 71 109