Eraclito (535 a.C. – 475 a.C.) – Unico e comune è il mondo per coloro che sono desti

Eraclito001

I presocratici

***

«Unico e comune è il mondo per coloro che sono desti,
mentre nel sonno ciascuno si rinchiude
in un mondo suo proprio e particolare
».

Eraclito, Diels – Kranz 22 B 89; trad. it. di G. Giannantoni, in I presocratici. Testimonianze e frammenti, Laterza, Bari 1975, vol. I, p. 215.

***

 

I presocratici, Bompiani

***

 

 

Eraclito, ritratto da Raffaello ne La scuola di Atene, con le fattezze di Michelangelo Buonarroti

Eraclito, ritratto da Raffaello ne La scuola di Atene, con le fattezze di Michelangelo Buonarroti

***

Nell’immagine in evidenza: Paulus Utrecht Moreelse (1571 – 1638), Eraclito.


Si può accedere  ad ogni singola pagina pubblicata aprendo il file word     

  logo-wordIndice completo delle pagine pubblicate (ordine alfabetico per autore) al 02-05-2016


N.B. Le immagini e i video sono stati reperiti nel web e quindi considerati di pubblico dominio. Qualora si ritenesse che possano violare diritti di terzi, si prega di scrivere al seguente indirizzo: info@petiteplaisance.it, e saranno immediatamente rimossi.


 

***********************************************
Seguici sul sito web 

cicogna petite***********************************************

Jean-Jacques Rousseau (1712-1778) – L’arte di interrogare non è facile come si pensa

Rousseau 03
Giulia o la Nuova Eloisa

Giulia o la Nuova Eloisa

***

«L’arte di interrogare non è facile come si pensa. È più arte da maestri che da discepoli. Bisogna già aver imparato molte cose per saper domandare ciò che non si sa».


Jean-Jacques Rousseau, Giulia o la nuova Eloisa, 1761.

 

 


Si può accedere  ad ogni singola pagina pubblicata aprendo il file word     

  logo-wordIndice completo delle pagine pubblicate (ordine alfabetico per autore) al 01-05-2016


N.B. Le immagini e i video sono stati reperiti nel web e quindi considerati di pubblico dominio. Qualora si ritenesse che possano violare diritti di terzi, si prega di scrivere al seguente indirizzo: info@petiteplaisance.it, e saranno immediatamente rimossi.


 

***********************************************
Seguici sul sito web 

cicogna petite***********************************************

Aristofane (450 a.C.-385 a.C.) – I politicanti, finché restano poveri hanno a cuore il paese. Fattisi ricchi col denaro pubblico, eccoli a minacciare la democrazia

Aristofane 01

Pluto

«Guarda i politicanti, in ogni Stato, finché restano poveri
hanno a cuore il paese e i cittadini. Ma poi, immediatamente,
fattisi ricchi col denaro pubblico, eccoli disonesti
a minacciare la democrazia, a fare guerra al popolo».

Aristofane, Pluto, 467-470 (388 a.C.); trad. di F. Condello.

 

 


Si può accedere  ad ogni singola pagina pubblicata aprendo il file word     

  logo-wordIndice completo delle pagine pubblicate (ordine alfabetico per autore) al 27-04-2016


N.B. Le immagini e i video sono stati reperiti nel web e quindi considerati di pubblico dominio. Qualora si ritenesse che possano violare diritti di terzi, si prega di scrivere al seguente indirizzo: info@petiteplaisance.it, e saranno immediatamente rimossi.


 

***********************************************
Seguici sul sito web 

cicogna petite***********************************************

Thomas Mann – La conoscenza umana e l’approfondimento della vita umana hanno un carattere di maggiore maturità che non la speculazione sulla Via Lattea. Il vero studio dell’umanità è l’uomo

Mann03

Nobiltò dello spirito

«Ma non è forse vero che la meditazione cosmologica, paragonata al suo opposto, a quella psicologica, ha in sé qualcosa di puerile? Dicendo questo rammento gli occhi tondi e luminosi, da fanciullo, di Albert Einstein.
È inutile: la conoscenza umana e l’approfondimento della vita umana ha un carattere di maggiore maturità che non la speculazione sulla Via Lattea: vorrei affermarlo con il più profondo rispetto.
“Libero ognuno” osservava Goethe “d’occuparsi di ciò che lo attrae, che fa piacere, che gli pare utile; ma il vero studio dell’umanità è l’uomo”».
Thomas Mann, Nobiltà dello spirito, Mondadori, Milano, 1977.

 


Si può accedere  ad ogni singola pagina pubblicata aprendo il file word     

  logo-wordIndice completo delle pagine pubblicate (ordine alfabetico per autore) al 19-04-2016


N.B. Le immagini e i video sono stati reperiti nel web e quindi considerati di pubblico dominio. Qualora si ritenesse che possano violare diritti di terzi, si prega di scrivere al seguente indirizzo: info@petiteplaisance.it, e saranno immediatamente rimossi.


 

***********************************************
Seguici sul sito web 

cicogna petite***********************************************

David Herbert Lawrence (1885-1930) – Ciò che vogliamo è distruggere i rapporti falsi e inorganici, specialmente quelli connessi al denaro

Lawrence 01

“Ciò che vogliamo è distruggere i rapporti falsi e inorganici,
specialmente quelli connessi al denaro,
e ristabilire i legami organici e vitali con il cosmo, con il sole e la terra,
con l’umanità …”.

 

David Herbert Lawrence , Apocalypse, William Heinemann Ltd., London, 1931, p. 104.

 

Apocalisse

Apocalisse

 


Si può accedere  ad ogni singola pagina pubblicata aprendo il file word     

  logo-wordIndice completo delle pagine pubblicate (ordine alfabetico per autore) al 12-04-2016


N.B. Le immagini e i video sono stati reperiti nel web e quindi considerati di pubblico dominio. Qualora si ritenesse che possano violare diritti di terzi, si prega di scrivere al seguente indirizzo: info@petiteplaisance.it, e saranno immediatamente rimossi.


 

***********************************************
Seguici sul sito web 

cicogna petite***********************************************

Luis Alberto Hurtado (1901-1952) – È più facile insegnare che educare, perché per insegnare basta sapere, mentre per educare è necessario essere.

Hurtado
Padre-Hurtado

Alberto Hurtado

È più facile insegnare che educare,

perché per insegnare basta sapere,

mentre per educare è necessario essere.

                                                Alberto Hurtado

 

Un fuoco che accende altri fuochi

Un fuoco che accende altri fuochi

 

Il volume raccoglie testi scritti di P. Hurtado, lettere, riflessioni, discorsi. Pagine scelte con l’obiettivo di presentare ad un pubblico più ampio non tanto le opere e le azioni di P. Hurtado quanto di far conoscere dal “di dentro” il suo cuore, il suo interesse per i problemi sociali e giuridici, la preoccupazione continua per i più poveri.

 


Si può accedere  ad ogni singola pagina pubblicata aprendo il file word     

  logo-wordIndice completo delle pagine pubblicate (ordine alfabetico per autore) al 08-04-2016


N.B. Le immagini e i video sono stati reperiti nel web e quindi considerati di pubblico dominio. Qualora si ritenesse che possano violare diritti di terzi, si prega di scrivere al seguente indirizzo: info@petiteplaisance.it, e saranno immediatamente rimossi.


 

***********************************************
Seguici sul sito web 

cicogna petite***********************************************

Enzo Bianchi – Il passato meditato, riletto, pesato, confrontato aiuta la nostra sapienza a divenire un distillato di eventi, sentimenti, azioni, parole vagliate al crogiolo dell’esistenza, purificate, diventate essenziali!

Bianchi
Ogni cosa alla sua stagione

Ogni cosa alla sua stagione

***

«Il nostro tempo – il tempo della vecchiaia – può essere segnato maggiormente dalla gratuità, dall’esercitarsi della capacità di stupore attraverso ore di contemplazione. Fermarsi a guardare un albero, dei sassi cui non abbiamo mai prestato attenzione e che ora ci appaiono come all’improvviso, nonostante siano là da decenni, silenziosi e fedeli accanto a noi, sulla nostra strada, è un’operazione che la vecchiaia ci porta in dono ogni giorno […].
Il passato meditato, riletto, pesato, confrontato aiuta la nostra sapienza a divenire un distillato di eventi, sentimenti, azioni, parole vagliate al crogiolo dell’esistenza, purificate, diventate essenziali!».

Enzo Bianchi, Ogni cosa alla sua stagione, Torino, Einaudi, 2010, p. 116.

 


Si può accedere  ad ogni singola pagina pubblicata aprendo il file word     

  logo-wordIndice completo delle pagine pubblicate (ordine alfabetico per autore) al 19-03-2016


N.B. Le immagini e i video sono stati reperiti nel web e quindi considerati di pubblico dominio. Qualora si ritenesse che possano violare diritti di terzi, si prega di scrivere al seguente indirizzo: info@petiteplaisance.it, e saranno immediatamente rimossi.


***********************************************
Seguici sul sito web 

cicogna petite***********************************************

Renato Curcio – Introduzione al libro di Franco Del Moro, «Il dubbio necessario»: “Le persone che si adattano ad attività di pura sopravvivenza non raggiungono mai una piena realizzazione dei propri desideri, delle proprie capacità e aspirazioni: la vastità identitaria è la vera dimensione dell’esperienza umana nella creazione di nuovi mondi di senso”.

dubbio necessario

Il dubbio necessario

Franco Del Moro, Il dubbio necessario, Ellin Seale, Murazzano (CN) 2002, euro 13.
Introduzione di Renato Curcio: Dalla sofferenza alla vastità.

***

Il libro può essere ordinato direttamente a:

Logo Ellin Seale

ELLIN SELAE

Frazione Cornati 27  –  12060 Murazzano (Cn)
tel/fax: 0173-791133   –   email: ellin@libero.it

ELLIN SELAE è anche su Facebook!
Contattando ELLIN SELAE potete ordinare la rivista Ellin Selae, oppure i  libri.
Qui puoi trovare i libri e la rivista


Dal risvolto di copertina

Intrecciando letteratura, scienza e filosofia l’Autore traccia un sentiero che conduce anche il lettore più scettico a intravedere una componente spirituale al di là della materia e, dunque, a porsi criticamente nei confronti dei paradigmi dominanti nel nostro tempo quali il culto tecnologico, l’ossessione economica, l’individualismo. Questi aspetti della modernità, riducendo l’essere vivente da soggetto a prodotto del sistema di fatto tendono ad annichilire la coscienza umana anziché espanderla, atrofizzandone la spiritualità; ma non vi può essere né equilibrio né progresso civile in un mondo rinchiuso nella gabbia del materialismo e della razionalità.


Franco Del Moro

«Io ritengo la globalizzazione e il liberismo sfrenato
una sorta di tumore,
una metastasi che condurrà l’organismo-mondo
ad uno stato di necrosi irreversibile
e ritengo anche che se potessimo misurare la temperatura generale
troveremmo che c’è già qualche linea di febbre …
La situazione è davvero molto critica, direbbe un primario
che si trovasse a visitare il paziente …
quanto tempo abbiamo ancora
prima che la malattia superi il punto di non ritorno?
Certo, è sempre possibile una “guarigione miracolosa”,
tuttavia mai come oggi le vie di mezzo sono escluse:
o si è parte della cura o si è parte della malattia.
Occorre scegliere.
E questo vale per tutti noi, nessuno escluso».

Franco Del Moro, Il dubbio necessario, p. 101.

 


Estratti
dall’Introduzione di Renato Curcio

renato-curcio-2    Dalla sofferenza alla vastità  

«[…] le divinità di un tempo, che erano legate a importanti codici etici e morali, nel mondo neoliberista sono state sostituite da una divinità completamente diversa che è il denaro. Non è esatto dunque dire che l’occidente è totalmente desacralizzato: il denaro è un dio che ha una chiesa molto grande, che è il mercato, e milioni di adepti. Ma il dio denaro è un dio spietato: come tutti i grandi dei monoteisti tende a fare giustizia delle altre forme sacrali e chiede ai suoi adepti un sacrificio di sé piuttosto esasperante. Questo in parte spiega l’ambivalenza degli adepti del dio denaro che per non essere sbattuti fuori dal tempio soffrono nel mondo del lavoro le pene dell’inferno e accettano la sofferenza che il dio impone: […] l’adattamento alle regole dell’istituzione, genera sofferenza. […] In questa civiltà molti lavoratori sono dunque persone infelici che si devono dotare di stampelle chimiche per sopportare l’esperienza del loro lavoro e della loro vita.
Molte persone che vivono una sofferenza sono portate a negare pubblicamente questa sofferenza così come chi la infligge è portato a negare socialmente la sua responsabilità nelle sofferenze altrui. Questa negazione di una esperienza di sofferenza, subìta o inferta, non ha però a che fare con la menzogna ordinaria e consapevole, ma riguarda la dissociazione identitaria: per produrre sofferenza agli altri occorre non soffrire nel produrla e per fare questa operazione si deve ricorrere a una anestesia emotiva che si ottiene acquistando una identità deresponsabilizzata rispetto all’azione che si sta compiendo. […]
Qual è allora la nostra vera identità? Se […] ci mettiamo a cercare la nostra vera identità, non troveremo mai un io “vero” e “unico” al fondo di ciascuno di noi, ma molte identità diverse […] La ricerca di una uscita da questo conflitto, e da tutti i conflitti che generano sofferenza, è la ricerca di una trascendenza, ovvero di altre strutture identitarie che riescano ad allargare il raggio della sofferenza sino a dissolverla. […]
[Nella] civiltà in cui è predominante la religione del dio denaro, fra le persone che vi si sono adattate si può quindi parlare di una normalità sofferente, anche in quanto il denaro non dà senso alla vita ma produce una illusione di senso, il cui aspetto visibile è la merce. Intorno alla merce si svolgono tutti i riti del mercato (che, come detto, è il tempio del dio denaro) […]. L’aspetto determinante delle persone che vivono nel regno del dio denaro è dunque la torsione a cui sono sottoposte […]
Ma le persone che si adattano a delle attività di pura sopravvivenza non raggiungono mai una piena realizzazione dei propri desideri, delle proprie capacità e aspirazioni, per questo l’aspetto ordinario della vita di molte persone è caratterizzato da una grande sofferenza psicologica. La vita lavorativa spesso si configura nella percezione come una esperienza che riduce l’attività umana ad un rigido quadro relazionale e come tale restringe la persona in uno spazio identitario che genera sofferenza.
Questa situazione di restrizione identitaria porta a cercare un allargamento e spinge verso la dimensione della vastità identitaria, che è la vera dimensione dell’esperienza umana. Tutte le persone […] hanno […] esigenze trascendenti […]. La trascendenza, prima che essere una caratteristica dell’ esperienza religiosa o dell’esperienza spirituale, è dunque una caratteristica dell’ esperienza umana tout court: è proprio il bisogno di andare al di là dei recinti, dei cortili, dei limiti che costituisce la molla dell’umano. La restrizione genera sofferenza e la sofferenza porta alla trascendenza. La condizione umana è il confronto con un limite, il primo dei quali è la morte: il punto di fine che inesorabilmente si trova al termine della strada di tutti gli umani. […] occorre perciò trovare una maggior vastità e accedere ad una dimensione in cui questo limite acquista un senso più ampio, per questo l’uomo tende a entrare in relazione con altri mondi: […] tende anche a provare l’esperienza di creazione di nuovi mondi di senso e acquisire dunque una esperienza di trascendenza rispetto al luogo in cui si trova, che viene sentito come troppo piccolo e chiuso rispetto al proprio bisogno di vastità.
Qui inizia l’esperienza della spiritualità, che è però un’altra cosa rispetto all’esperienza religiosa in senso stretto. Infatti, anche se la spinta alla trascendenza è immanente all’esperienza umana e quindi tutti gli umani sono soggetti a questa spinta, per alcuni esiste la difficoltà ad avvertirla o riconoscerla. […] La negazione di questa spinta verso la trascendenza non è tanto una negazione di questa determinazione profonda di immanenza, ma è la negazione di una o dell’altra forma sociale che rappresenta la trascendenza. L’adesione formale ad una religione è in effetti una forma molto povera di questa esigenza di spiritualità e trascendenza dalla condizione umana sofferente. […] In ogni caso, le forme che nell’esperienza umana prende questa esigenza di trascendere il proprio limite e l’angoscia che ne deriva saranno sempre irrilevanti rispetto alla spiritualità che invece caratterizza tutti gli umani […]».


  logo-wordIndice completo delle pagine pubblicate (ordine alfabetico per autore) al 15-02-2016


N.B. Le immagini e i video sono stati reperiti nel web e quindi considerati di pubblico dominio. Qualora si ritenesse che possano violare diritti di terzi, si prega di scrivere al seguente indirizzo: info@petiteplaisance.it, e saranno immediatamente rimossi.

***********************************************

Seguici sul sito web 

cicogna petite

Dietrich von Hildebrand (1889-1977)  – Lo specifico dell’amore è il suo carattere di dono. Finché qualcuno è per me solo utile, finché posso solo averne bisogno, manca la base dell’amore. la persona amata ci stia di fronte come dotata di valore, preziosa.

Hildebrand

2796689-Essenzadellamore300dpi-285x406

L’amore nel senso più proprio e immediato […] è quello verso un’altra persona o l’amore per l’altro […]. Ogni «dipendere» da beni come il cibo, il bere, il denaro etc., invece, non può essere indicato come «amare» neppure nel senso analogo, in quanto si differenzia dall’amore in un aspetto proprio decisivo. Il beone non «ama» l’alcool, l’avaro non ama il denaro. Ne dipendono […]. Non appena parto dal fenomeno del «dipendere» da qualcosa, l’essenza dell’amore viene necessariamente fraintesa. Ciò che costituisce la proprietà dell’amore, ciò che è la sua specifica essenza, include proprio la differenza da tutte queste altre forme di «dipendere da qualcosa». La differenza che qui è in questione è la stessa fondamentale differenza che attraversa tutta la sfera affettiva e, in modo analogo, la sfera della volontà: la differenza tra la risposta al valore e la risposta a una cosa meramente piacevole. […] Qui tuttavia vale la pena di accennare nuovamente alla profonda distinzione che si dà tra la capacità di dilettare che è fondata in un valore e quella che non scaturisce da un valore. […] Si deve perciò indicare con ogni vigore che è molto pericoloso, nell’indagine sull’essenza dell’amore, trarre analogie da una sfera nella quale la capacità di dilettare non è fondata nel valore e nella quale il nostro atteggiamento rispetto al bene è del tutto diverso.

Lo specifico dell’amore è infatti il suo carattere di dono, cioè la sua trascendenza.

In ogni amore è essenziale che l’amato ci stia di fronte come prezioso, bello, amabile. Finché qualcuno è per me solo utile, finché posso solo averne bisogno, manca la base dell’amore. La dedizione che è essenziale per ogni amore – sia esso amore genitoriale, amore filiale, amore di amicizia o amore sponsale – presuppone necessariamente che la persona amata ci stia di fronte come dotata di valore, come bella, preziosa, come oggettivamente amabile.

L’amore è una risposta al valore.

 

Dietrich von Hildebrand, Essenza dell’amore, Introduzione, traduzione, note e apparati di Paola Premoli De Marchi, Bompiani, 203, pp. 85-95.

***

 

[Continua a leggere]

Logo Adobe Acrobat

Dietrich von Hildebrand, Essenza dell’amore

 


 

Si può accedere  ad ogni singola pagina pubblicata aprendo il file word     

  logo-word  Indice completo delle pagine pubblicate
(ordine alfabetico per autore)
al 01-02-2016

N.B. Le immagini e i video sono stati reperiti nel web e quindi considerati di pubblico dominio. Qualora si ritenesse che possano violare diritti di terzi, si prega di scrivere al seguente indirizzo: info@petiteplaisance.it, e saranno immediatamente rimossi.

***********************************************

Seguici sul sito web 

cicogna petite

Immanuel Kant (1724-1804)  – Nell’uomo esiste un tribunale interno: è la coscienza. Egli può magari cadere in un grado tale d’abbiezione da non prestare più alcuna attenzione a questa voce, ma non può evitare di udirla

Kant 01

copj170

«La consapevolezza che nell’uomo esiste un tribunale interno (“davanti al quale i suoi pensieri si accusano o si giustificano a vicenda”) è la coscienza.

Ogni uomo ha una sua coscienza e si sente osservato, minacciato e in generale tenuto in rispetto (che è una stima unita a timore) da un giudice interno, e questa potenza, che veglia in lui all’esecuzione della legge, non è qualcosa da lui arbitrariamente costruito, ma è inerente al suo stesso essere. Essa lo segue come la sua ombra, quando egli tenta di sfuggirle.

L’uomo può bensì stordirsi o ottundersi con piaceri e distrazioni, ma non può evitare, di quando in quando, di ritornare in se stesso e di svegliarsi; e allora sente ben presto la voce terribile della coscienza.

Egli può magari cadere in un grado tale d’abbiezione da non prestare più alcuna attenzione a questa voce, ma non può evitare di udirla».

Immanuel Kant, Metafisica dei costumi, trad. it. di G. Vidari, nuova edizione a cura di N. Merker, Laterza, Bari 1970, p. 298.

 


 

Si può accedere  ad ogni singola pagina pubblicata aprendo il file word     

  logo-wordIndice completo delle pagine pubblicate
(ordine alfabetico per autore)
al 01-02-2016

N.B. Le immagini e i video sono stati reperiti nel web e quindi considerati di pubblico dominio. Qualora si ritenesse che possano violare diritti di terzi, si prega di scrivere al seguente indirizzo: info@petiteplaisance.it, e saranno immediatamente rimossi.

***********************************************

Seguici sul sito web 

cicogna petite

1 2 3 4 5 10