«Chi non spera quello che non sembra sperabile non potrà scoprirne la realtà, poiché lo avrà fatto diventare, con il suo non sperarlo, qualcosa che non può essere trovato e a cui non porta nessuna strada». Eraclito
Leggiamo nella sezione Las cataratas del Pacifico, con chiari rimandi ai desaparecidos:
«mostrando migliaia di immagini dl Cile frantumato sotto le cateratte con fotogrammi di convogli militari di spiagge affollate di gente di prigionieri inabissati tra le onde».
E sella sezione I barcaioli della notte:
«Sopra […] la sagoma del quarto barcaiolo aveva il colore del desero. […] Quando ho aperto gli occhi la spinta feroce del suo remo che mi respingeva mi aveva spaccato il cuore».
Raúl Zurita, Quattro poemi, a cura di Lorenzo Mari, Valige rosse, Livorno, 2020.
I quattro poemi raccolti in questa antologia sono stati scelti direttamente dell’autore, con l’intento di rimarcare, all’interno della sua vasta e multiforme opera poetica, alcuni punti di snodo decisivi nella sua storia di artista e di intellettuale. Per questo motivo, più che di un’autoantologia nel senso più comune del termine (quello di una crestomazia dei singoli testi giudicati più rilevanti), questo libro acquista una fisionomia di raccolta autonoma e si propone piuttosto come una sorta di catabasi nella storia del Cile al tempo della dittatura di Augusto Pinochet.
Il libro si apre con LVB, acronimo di Ludwig van Beethoven, soprannome affibbiato a un internato dei campi di prigionia del quale Zurita offre un’alta testimonianza poetica. A seguire si aprono Le cateratte del Pacifico, visione sublime della Natura che, al tempo stesso, resta indissolubilmente legata alla tragedia dei desaparecidos. I barcaioli della notte svolgono le funzioni del Caronte dantesco, portando il lettore verso la visione finale del Canto al suo amore scomparso, l’immenso cimitero latinoamericano e mondiale nel quale Zurita stesso si confronta, a tutti i livelli, con l’ingiunzione etica, politica e letteraria, a dar conto delle migliaia di vite desaparecidas.
Men’s curiosity searches past and future And clings to that dimension. But to apprehend The point of intersection of the timeless With time, is an occupation for the saint – No occupation either, but something given And taken, in a lifetime’s death in love, Ardour and selflessness and self-surrender.
La curiosità dell’uomo scruta il passato e il futuro, Si aggrappa a quella dimensione. Ma comprendere Il punto in cui l’eterno s’interseca col tempo È occupazione da santi, anzi nemmeno occupazione, Ma qualcosa che viene dato e preso In una morte d’amore che è di tutta la vita, Ardore ed altruismo e abnegazione.
Ma come ricambiare alla stella la sua luce danzante, all’albero il suo slancio fra due mondi, all’uccello il suo frullio d’angelo minimale, alle stagioni i loro ritmici doni, al mare il suo canto d’oscura conoscenza, ai venti lievi o indocili il sapore del moto? Quale nastro legarci in croce al cuore per farne dono inedito a un creato di senso traboccante? Distruggiamo fuori o dentro di noi solamente per scrollare questo debito immenso da portare come Atlante il suo globo terrestre sulle spalle: quel globo che ne faceva un gigante.
Maura Del Serra, Debito, da L’opera del vento, Venezia, Marsilio 2006.
Maura Del Serra
LETTERA AGLI AMICI
ἀποκάλυψις, «rivelazione»:
La situazione per più versi estrema in cui ci troviamo, e che ho evocato nella mia ultima poesia, Limbo virale, è stata favorita da un’apocalissi – anche nel senso etimologico di “rivelazione” – di una civiltà ingiusta, predatoria, pervasa dalla ybris materialista ed ipertecnologica, e perciò intimamente infelice, assetata di significato ultimo ed ontologico. La natura, sangue e veste di bellezza del nostro pianeta violentato, ha “rinviato” alla specie umana, come un boomerang (forse con la complicità di una scienza non illuminata) un inquinamento subdolo, in apparenza più invisibile del nostro nelle sue cause quanto quasi ugualmente devastante nei suoi effetti globali, che colpisce la radice stessa della vita umana (gli organi del respiro) così come noi abbiamo da secoli colpito, fin dalla rivoluzione industriale e poi in progressione geometrica, il respiro della Terra e i suoi doni cosmici e materni. Sarà insieme doloroso e salutare, quanto mi auguro inevitabile e consapevole, un mutamento di rotta, una presa di coscienza, un “conosci te stesso” personale e collettivo che dia appunto un senso, una direzione catartica a questo tempo oscuro e malato che è, dantescamente, come un Limbo chiuso e sospeso (non popolato da “spiriti magni”, ma certo da generosi soccorritori e da “pianto” più che da “sospiri”); un tempo che dovrà apparirci, oltre l’emergenza, come un Purgatorio interreligioso e metareligioso, teso a rivedere e ad orientarci verso le “stelle” polari di una sacralità micro e macroscopica, la cui consapevolezza è oggi oscurata dalla nostra sete “specista” e da quello che Pasolini definiva “sviluppo senza progresso”: progresso interiore e quindi sociale, armoniosamente comunitario, equilibrato in giustizia.
In questo lungo momento, che ci ha trasformati in ossimorici “monaci di gregge” reclusi nelle nostre celle domestiche, spesso tragicamente bisognose e solitarie, dobbiamo, come diceva Walter Benjamin sulla scorta profetica di Kafka, “aprire la porta che non abbiamo visto”, affinché l’Angelo della Storia immortalato da Klee non ci condanni ed abbia il viso rivolto ad un futuro possibile perché illuminato da un passato autoconsapevole.
In questo cammino intimo e corale sono molte le figure creative che, con le loro opere, possono costituire un sostegno etico-spirituale ed intellettuale autentico ed orientante: dai Presocratici ad Eschilo e Sofocle a Platone, da Dante a Shakespeare ai poeti elisabettiani, da Lao Tse a Bruno, dal Sapienziale Hölderlin alla Dickinson, e tra i moderni Pasternak, l’Eliot della Weste land e dei Four Quartets, la Woolf di The Waves, a Proust, Katherine Masfield, Tagore e, last but not least, i films di Andrej Tarkowskij (specialmente l’ultimo, Sacrificio), gli alti scritti di Simone Weil ed i versi dell’ironica e sapiente Wislawa Szymborska. Li ho citati in questo ordine sparso, secondo la mia “mente del cuore”: la vostra, amici, saprà variare e completare queste voci in un’aurea catena ideale, ora più che mai concreta.
In questo volume, complementare del precedente (Teatro, 2015) la dimensione del sacro, propria di Maura Del Serra […] ha preferito, senza dissimularsi, assumere il colore e il calore di una «pietas civile e culturale». Mescolarsi in modo ancora più fraterno e solidale con le ansie, le sofferenze, le paure, i sogni e le speranze di donne e uomini […] che attraverso la finzione del teatro tutti ci rappresentano nella realtà della nostra esistenza. Ma non ha affatto rinunciato a scandagliare, sulle orme di Pascal, con le ragioni della ragione e le ragioni del cuore, il mistero della vita e della morte. A perseguire l’ideale di una bellezza assoluta […]. Non dall’alto ma dall’orizzontalità cordiale della sua cattedra di “drammaturgia d’idee”, Maura Del Serra ci induce a pensare. Ci costringe, anzi, a pensare, meditare, introiettare. Ci insegna, mediante la sua parola affidata a personaggi fatti di carne e ossa e anima, a «contare i nostri giorni» […] per «arrivare alla sapienza del cuore». Traccia, per sé e per noi, un arduo eppure affascinante itinerarium mentis ad sapientiam cordis.
Dalla Introduzione di Marco Beck
Indice
Introduzione di Marco Beck
Tecnostar
Zelda pazza di gloria
Baci scritti per Milena
Voci dei Nessuno da foto segnaletiche di prigionieri ignoti
Torquato Tasso Libretto d’opera liberamente ispirato all’omonimo dramma in versi di J. W. Goethe
I 23 testi inclusi nel volume – scritti dal 1985 al 2015 – sono preceduti dall’Introduzione di Antonio Calenda e accompagnati da un’Appendice contenente le Introduzioni che comparivano nelle singole edizioni. Il prezzo di copertina del libro (864 pagine) è di Euro 35,00. I primi 100 lettori che faranno richiesta del volume direttamente all’editrice (info@petiteplaisance.it) al momento dell’uscita del libro lo riceveranno al loro recapito al prezzo speciale di Euro 28,00.
Il teatro di Maura Del Serra, qui riunito nella molteplice complessità del suo arco cronologico trentennale, abbraccia una pluralità di forme sceniche, ora corali ora dialogiche ora monologanti, che spaziano con incisiva e vivace profondità dall’“affresco” epocale alla fulminea microcellula drammatica e a forme singolari di teatro-danza sempre sorrette da un inventivo simbolismo di luci, colori, voci fuoriscena e suggestioni scenografiche. L’organon di questa scrittura – in versi e in prosa – fonde il nitore visionario con un senso vivace e concreto del phatos quotidiano, spesso nutrito da uno humour tipicamente affidato a personaggi “terrestri” fino al farsesco, secondo la tradizione della commedia antica. Il teatro decisamente anti-minimalista della Del Serra mostra infatti il suo grato debito creativo verso i classici della tradizione drammaturgica e poetico-letteraria europea, dai tragici e lirici greci al barocco inglese e ispanico, al decandentismo e alle avanguardie artistiche del Novecento. I suoi personaggi, a vario titolo esemplari fino all’archetipo, sono scolpiti e dominati da una solitudine “eroica” non astratta bensì coerentemente testimoniale, tormentati e salvati dalla grandezza antistorica e metastorica del loro dono “eretico” che si oppone geneticamente alla forza oppressiva del potere nelle sue varie espressioni, da quelle canoniche politico-sociali a quelle suasive dell’intelletto, fino a quelle della “sapienza senza nome” della vita. Ed è perciò sempre agonico il rapporto fra la certezza di una verità ultima e inattingibile e l’illusione soggettiva, mediante l’utopia salvifica affidata all’ardore dei protagonisti. Motore e forma privilegiata di queste compresenze è l’eros generatore e multiforme, espresso in tutte le sue pulsioni, dall’amicizia alle polarità maschili e femminili, fino ad una complessa androginia psicologica e spirituale. In questa straordinaria galleria evocativa di presenze, che spaziano dall’ellenismo alla contemporaneità al futuro, le voci interiori dell’autrice si incarnano di volta in volta, come la poesia ed ogni arte, per “sognare la verità del mondo”.
Maura Del Serra, poetessa, drammaturga, traduttrice e critico letterario, ha riunito la sua opera poetica nei volumi: L’opera del vento e Tentativi di certezza, Venezia, Marsilio, 2006 e 2010. Ha tradotto dal latino, tedesco, inglese, francese e spagnolo e ha dedicato monografie e saggi critici a numerosi scrittori italiani ed europei.
Indice
Introduzione di Antonio Calenda Nota cronologica ragionata
La fonte ardente. Due atti per Simone Weil L’albero delle parole La Fenice La Minima Andrej Rubljòv Il figlio Lo Spettro della Rosa Specchio doppio. Favola drammatica Agnodice. Commedia drammatica Guerra di sogni. Mito futuribile Stanze. Versi per la danza Trasparenze. Versi per la danza Sensi. Versi per la danza Kass Dialogo di Natura e Anima Trasumanar. L’atto di Pasolini Isole. Poema scenico Eraclito Scintilla d’Africa Specchi. Cellula drammatica La vita accanto Isadora La Torre di Iperione. Hölderlin e gli altri
Appendice
Mario Luzi: Introduzione a La fonte ardente Daniela Belliti: Introduzione a La fonte ardente Nino Sammarco: Introduzione a L’albero delle parole Mario Luzi: Introduzione a La Fenice Daniela Marcheschi: Introduzione a La Minima Ugo Ronfani: Introduzione a Andrej Rubljòv Giovanni Antonucci: Introduzione a Agnodice Giovanni Antonucci: Introduzione a Guerra di sogni Misha Van Hoecke: Nota a Stanze Ugo Ronfani: Introduzione a Isole Jacopo Manna: Introduzione a Eraclito Marco Beck: Introduzione a Scintilla d’Africa Cristina Pezzoli: Nota di regia a La vita accanto
Galleria di copertine
e … passeggiando tra i suoi libri …
Ladder of Oaths
***
Scala dei giuramenti
***
Tentativi di certezza
***
Voce di voci
***
Canti e pietre
***
Scintille
***
Infinito presente
***
Infinite Present
***
L’opera del vento
***
Adagio con fuoco
***
Congiunzioni
***
L’età che non dà ombra
***
Za solecem i nociju vosled
***
Aforismi
***
Elementi
***
Dietro il sole e la notte
***
Corale
***
Sostanze
***
senza niente
***
Concordanze
***
Meridiana
***
La gloria oscura
***
L’arco
Teatro
Teatro
***
La vita accanto
***
Guerra di sogni
***
La fonte ardente
***
Andrej Rubliòv
***
Eraclito. Due risvegli
***
Isole. Poema scenico
***
Scintilla d’Africa
***
Agnodice
***
Dialogo Natura e Anima
***
Rosens ande
***
Lo spettro della rosa
***
La fenice
***
La Minima
***
L’albero delle parole
Critica
Una rara pietà
***
Simone Weil: l’intelligenza della santità
***
Di poesia e d’altro, III
***
Di poesia e d’altro, II
***
Di poesia e d’altro, I
***
Crescita e costruzione. Immagini del giardino
***
Le foglie della sibilla. Scritti su Margherita Guidacci
***
L’uomo comune. Claudellismo e passione ascetica in Jahier
***
Clemente Rebora. Lo specchio e il fuoco
***
Giovanni Pascoli
***
Ungaretti
***
Campana
***
L’immagine aperta
***
Mostra bio-bibliografica su Dino Campana
Traduzioni
R. Ughetto, Poesie
R. Tagore – V. Ocampo, Non posso tradurre il mio cuore
***
Tagore, Ricordi di vita
***
Cicerone, Manualetto elettorale
***
K. Mansfield, Poesie e prose liriche
***
K. Mansfield, Tutti i racconti
***
D. Barnes, Disincanto
***
Victor Segalen, Odi
***
Le poesie di Simone Weil
***
F. Thompson, Il Segugio del Cielo
***
V. Woolf, Orlando
***
V. Woolf, Orlando
***
V. Woolf, Orlando
***
K. Mansfield, Tutti i racconti
***
K. Mansfield, Tutti i racconti
***
K. Mansfield. Tutti i racconti
***
V. Woolf, Una stanza tutta per sé
***
V. Woolf, Una stanza tutta per sé
***
V. Woolf, Una stanza tutta per sé
***
W. Shakespeare, Molto rumor per nulla
***
W. Shakespeare, Molto rumore per nulla
***
W. Shakespeare, Molto rumore per nulla
***
M. Hamburger, Taccuino di un vagabondo europeo
***
E. LASKER-SCHÜLER, Caro cavaliere azzurro
***
Vi. Woolf, Le onde
***
M. Proust, Alla ricerca del tempo perduto
***
G. Herbert, Corona di lode
***
E. Lasker-Schuler, Ballate ebraiche e altre poesie
Molte sono le cose mirabili, ma nessuna è più mirabile dell’uomo.
L’eccessiva ricchezza è stata causa di rovina per molti sprovveduti: è difficile infatti, nell’abbondanza, rispettare la misura.
Una follia divengono per gli uomini, i quattrini.
Le ricchezze qualche nume può concederle anche a un malvagio, o Cirno, ma a pochi uomini tocca in sorte la virtù.
Non cercare onori, favori o ricchezze attraverso azioni ingiuste e vergognose.
Molti hanno indole subdola e traditrice ma la nascondono mostrando un animo cangiante. Eppure, prima o poi, il tempo svela l’indole di ciascuno.
Non si può piacere a tutti. Ma in ciò non c’è niente di strano. Anche Zeus, che mandi la pioggia o la neghi, non a tutti piace.
Teognide di Megara, Elegie.
RICCHEZZE E GUADAGNI
La ricchezza che vien da Zeus, pulita e giusta, per gli uomini è una cosa che resiste. Ma se, rapace, l’uomo intempestivamente l’acquista, o spergiurando la carpisce, il guadagno l’illude un attimo: ché tutto torna in pianto, alla fine; il dio prevale.
Chi ritiene il suo prossimo privo di comprendonio e si crede furbissimo lui solo, è uno sciocco che ha perso il ben dell’intelletto. Oh, le furbizie le conosciamo tutti! Ma, mentre c’è chi gode degl’intrighi fraudolenti, c’è chi non cerca sordidi profitti.
Per l’uomo non c’è limite preciso alla ricchezza: quelli di noi ch’hanno sostanze immense smaniano il doppio. E chi li sazia tutti? Una follia divengono per gli uomini, i quattrini. Spunta rovina: Zeus la manda a loro che si struggono: ora l’uno ora l’altro se la tiene.
I lirici greci, trad. F.M. Pontani, Einaudi, Torino, 1969.
«Non far caso a me. Io vengo da un altro pianeta. Io ancora vedo orizonti dove tu disegni confini».
«Se solo i nostri occhi vedessero le anime invece dei corpi, quanto sarebbe diversa la nostra idea di bellezza».
«Non come chi vince sempre, ma come chi non si arrende mai».
«Ti meriti un amore che ti voglia spettinata, con tutto e le ragioni che ti fanno alzare in fretta, con tutto e i demoni che non ti lasciano dormire. Ti meriti un amore che ti faccia sentire sicura, in grado di mangiarsi il mondo quando cammina accanto a te, che senta che i tuoi abbracci sono perfetti per la sua pelle. Ti meriti un amore che voglia ballare con te, che trovi il paradiso ogni volta che guarda nei tuoi occhi, che non si annoi mai di leggere le tue espressioni. Ti meriti un amore che ti ascolti quando canti, che ti appoggi quando fai il ridicolo, che rispetti il tuo essere libero, che ti accompagni nel tuo volo, che non abbia paura di cadere. Ti meriti un amore che ti spazi via le bugie che ti porti l’illusione, il caffè e la poesia».
Frida Kahlo
Il diario di Frida Kahlo. Un autoritratto intimo, introduzione di Carlos Fuentes, a cura di Sarah M. Lowe, Leonardo, Milano 1995
Frida Kahlo, Lettere appassionate, a cura di Martha Zamora, Abscondita, Milano 2002
La situazione per più versi estrema in cui ci troviamo, e che ho evocato nella mia ultima poesia, Limbo virale, è stata favorita da un’apocalissi – anche nel senso etimologico di “rivelazione” – di una civiltà ingiusta, predatoria, pervasa dalla ybris materialista ed ipertecnologica, e perciò intimamente infelice, assetata di significato ultimo ed ontologico. La natura, sangue e veste di bellezza del nostro pianeta violentato, ha “rinviato” alla specie umana, come un boomerang (forse con la complicità di una scienza non illuminata) un inquinamento subdolo, in apparenza più invisibile del nostro nelle sue cause quanto quasi ugualmente devastante nei suoi effetti globali, che colpisce la radice stessa della vita umana (gli organi del respiro) così come noi abbiamo da secoli colpito, fin dalla rivoluzione industriale e poi in progressione geometrica, il respiro della Terra e i suoi doni cosmici e materni. Sarà insieme doloroso e salutare, quanto mi auguro inevitabile e consapevole, un mutamento di rotta, una presa di coscienza, un “conosci te stesso” personale e collettivo che dia appunto un senso, una direzione catartica a questo tempo oscuro e malato che è, dantescamente, come un Limbo chiuso e sospeso (non popolato da “spiriti magni”, ma certo da generosi soccorritori e da “pianto” più che da “sospiri”); un tempo che dovrà apparirci, oltre l’emergenza, come un Purgatorio interreligioso e metareligioso, teso a rivedere e ad orientarci verso le “stelle” polari di una sacralità micro e macroscopica, la cui consapevolezza è oggi oscurata dalla nostra sete “specista” e da quello che Pasolini definiva “sviluppo senza progresso”: progresso interiore e quindi sociale, armoniosamente comunitario, equilibrato in giustizia.
In questo lungo momento, che ci ha trasformati in ossimorici “monaci di gregge” reclusi nelle nostre celle domestiche, spesso tragicamente bisognose e solitarie, dobbiamo, come diceva Walter Benjamin sulla scorta profetica di Kafka, “aprire la porta che non abbiamo visto”, affinché l’Angelo della Storia immortalato da Klee non ci condanni ed abbia il viso rivolto ad un futuro possibile perché illuminato da un passato autoconsapevole.
In questo cammino intimo e corale sono molte le figure creative che, con le loro opere, possono costituire un sostegno etico-spirituale ed intellettuale autentico ed orientante: dai Presocratici ad Eschilo e Sofocle a Platone, da Dante a Shakespeare ai poeti elisabettiani, da Lao Tse a Bruno, dal Sapienziale Hölderlin alla Dickinson, e tra i moderni Pasternak, l’Eliot della Weste land e dei Four Quartets, la Woolf di The Waves, a Proust, Katherine Masfield, Tagore e, last but not least, i films di Andrej Tarkowskij (specialmente l’ultimo, Sacrificio), gli alti scritti di Simone Weil ed i versi dell’ironica e sapiente Wislawa Szymborska. Li ho citati in questo ordine sparso, secondo la mia “mente del cuore”: la vostra, amici, saprà variare e completare queste voci in un’aurea catena ideale, ora più che mai concreta.
In questo volume, complementare del precedente (Teatro, 2015) la dimensione del sacro, propria di Maura Del Serra […] ha preferito, senza dissimularsi, assumere il colore e il calore di una «pietas civile e culturale». Mescolarsi in modo ancora più fraterno e solidale con le ansie, le sofferenze, le paure, i sogni e le speranze di donne e uomini […] che attraverso la finzione del teatro tutti ci rappresentano nella realtà della nostra esistenza. Ma non ha affatto rinunciato a scandagliare, sulle orme di Pascal, con le ragioni della ragione e le ragioni del cuore, il mistero della vita e della morte. A perseguire l’ideale di una bellezza assoluta […]. Non dall’alto ma dall’orizzontalità cordiale della sua cattedra di “drammaturgia d’idee”, Maura Del Serra ci induce a pensare. Ci costringe, anzi, a pensare, meditare, introiettare. Ci insegna, mediante la sua parola affidata a personaggi fatti di carne e ossa e anima, a «contare i nostri giorni» […] per «arrivare alla sapienza del cuore». Traccia, per sé e per noi, un arduo eppure affascinante itinerarium mentis ad sapientiam cordis.
Dalla Introduzione di Marco Beck
Indice
Introduzione di Marco Beck
Tecnostar
Zelda pazza di gloria
Baci scritti per Milena
Voci dei Nessuno da foto segnaletiche di prigionieri ignoti
Torquato Tasso Libretto d’opera liberamente ispirato all’omonimo dramma in versi di J. W. Goethe
I 23 testi inclusi nel volume – scritti dal 1985 al 2015 – sono preceduti dall’Introduzione di Antonio Calenda e accompagnati da un’Appendice contenente le Introduzioni che comparivano nelle singole edizioni. Il prezzo di copertina del libro (864 pagine) è di Euro 35,00. I primi 100 lettori che faranno richiesta del volume direttamente all’editrice (info@petiteplaisance.it) al momento dell’uscita del libro lo riceveranno al loro recapito al prezzo speciale di Euro 28,00.
Il teatro di Maura Del Serra, qui riunito nella molteplice complessità del suo arco cronologico trentennale, abbraccia una pluralità di forme sceniche, ora corali ora dialogiche ora monologanti, che spaziano con incisiva e vivace profondità dall’“affresco” epocale alla fulminea microcellula drammatica e a forme singolari di teatro-danza sempre sorrette da un inventivo simbolismo di luci, colori, voci fuoriscena e suggestioni scenografiche. L’organon di questa scrittura – in versi e in prosa – fonde il nitore visionario con un senso vivace e concreto del phatos quotidiano, spesso nutrito da uno humour tipicamente affidato a personaggi “terrestri” fino al farsesco, secondo la tradizione della commedia antica. Il teatro decisamente anti-minimalista della Del Serra mostra infatti il suo grato debito creativo verso i classici della tradizione drammaturgica e poetico-letteraria europea, dai tragici e lirici greci al barocco inglese e ispanico, al decandentismo e alle avanguardie artistiche del Novecento. I suoi personaggi, a vario titolo esemplari fino all’archetipo, sono scolpiti e dominati da una solitudine “eroica” non astratta bensì coerentemente testimoniale, tormentati e salvati dalla grandezza antistorica e metastorica del loro dono “eretico” che si oppone geneticamente alla forza oppressiva del potere nelle sue varie espressioni, da quelle canoniche politico-sociali a quelle suasive dell’intelletto, fino a quelle della “sapienza senza nome” della vita. Ed è perciò sempre agonico il rapporto fra la certezza di una verità ultima e inattingibile e l’illusione soggettiva, mediante l’utopia salvifica affidata all’ardore dei protagonisti. Motore e forma privilegiata di queste compresenze è l’eros generatore e multiforme, espresso in tutte le sue pulsioni, dall’amicizia alle polarità maschili e femminili, fino ad una complessa androginia psicologica e spirituale. In questa straordinaria galleria evocativa di presenze, che spaziano dall’ellenismo alla contemporaneità al futuro, le voci interiori dell’autrice si incarnano di volta in volta, come la poesia ed ogni arte, per “sognare la verità del mondo”.
Maura Del Serra, poetessa, drammaturga, traduttrice e critico letterario, ha riunito la sua opera poetica nei volumi: L’opera del vento e Tentativi di certezza, Venezia, Marsilio, 2006 e 2010. Ha tradotto dal latino, tedesco, inglese, francese e spagnolo e ha dedicato monografie e saggi critici a numerosi scrittori italiani ed europei.
Indice
Introduzione di Antonio Calenda Nota cronologica ragionata
La fonte ardente. Due atti per Simone Weil L’albero delle parole La Fenice La Minima Andrej Rubljòv Il figlio Lo Spettro della Rosa Specchio doppio. Favola drammatica Agnodice. Commedia drammatica Guerra di sogni. Mito futuribile Stanze. Versi per la danza Trasparenze. Versi per la danza Sensi. Versi per la danza Kass Dialogo di Natura e Anima Trasumanar. L’atto di Pasolini Isole. Poema scenico Eraclito Scintilla d’Africa Specchi. Cellula drammatica La vita accanto Isadora La Torre di Iperione. Hölderlin e gli altri
Appendice
Mario Luzi: Introduzione a La fonte ardente Daniela Belliti: Introduzione a La fonte ardente Nino Sammarco: Introduzione a L’albero delle parole Mario Luzi: Introduzione a La Fenice Daniela Marcheschi: Introduzione a La Minima Ugo Ronfani: Introduzione a Andrej Rubljòv Giovanni Antonucci: Introduzione a Agnodice Giovanni Antonucci: Introduzione a Guerra di sogni Misha Van Hoecke: Nota a Stanze Ugo Ronfani: Introduzione a Isole Jacopo Manna: Introduzione a Eraclito Marco Beck: Introduzione a Scintilla d’Africa Cristina Pezzoli: Nota di regia a La vita accanto
Galleria di copertine
e … passeggiando tra i suoi libri …
Ladder of Oaths
***
Scala dei giuramenti
***
Tentativi di certezza
***
Voce di voci
***
Canti e pietre
***
Scintille
***
Infinito presente
***
Infinite Present
***
L’opera del vento
***
Adagio con fuoco
***
Congiunzioni
***
L’età che non dà ombra
***
Za solecem i nociju vosled
***
Aforismi
***
Elementi
***
Dietro il sole e la notte
***
Corale
***
Sostanze
***
senza niente
***
Concordanze
***
Meridiana
***
La gloria oscura
***
L’arco
Teatro
Teatro
***
La vita accanto
***
Guerra di sogni
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La fonte ardente
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Andrej Rubliòv
***
Eraclito. Due risvegli
***
Isole. Poema scenico
***
Scintilla d’Africa
***
Agnodice
***
Dialogo Natura e Anima
***
Rosens ande
***
Lo spettro della rosa
***
La fenice
***
La Minima
***
L’albero delle parole
Critica
Una rara pietà
***
Simone Weil: l’intelligenza della santità
***
Di poesia e d’altro, III
***
Di poesia e d’altro, II
***
Di poesia e d’altro, I
***
Crescita e costruzione. Immagini del giardino
***
Le foglie della sibilla. Scritti su Margherita Guidacci
***
L’uomo comune. Claudellismo e passione ascetica in Jahier
***
Clemente Rebora. Lo specchio e il fuoco
***
Giovanni Pascoli
***
Ungaretti
***
Campana
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L’immagine aperta
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Mostra bio-bibliografica su Dino Campana
Traduzioni
R. Ughetto, Poesie
R. Tagore – V. Ocampo, Non posso tradurre il mio cuore
***
Tagore, Ricordi di vita
***
Cicerone, Manualetto elettorale
***
K. Mansfield, Poesie e prose liriche
***
K. Mansfield, Tutti i racconti
***
D. Barnes, Disincanto
***
Victor Segalen, Odi
***
Le poesie di Simone Weil
***
F. Thompson, Il Segugio del Cielo
***
V. Woolf, Orlando
***
V. Woolf, Orlando
***
V. Woolf, Orlando
***
K. Mansfield, Tutti i racconti
***
K. Mansfield, Tutti i racconti
***
K. Mansfield. Tutti i racconti
***
V. Woolf, Una stanza tutta per sé
***
V. Woolf, Una stanza tutta per sé
***
V. Woolf, Una stanza tutta per sé
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W. Shakespeare, Molto rumor per nulla
***
W. Shakespeare, Molto rumore per nulla
***
W. Shakespeare, Molto rumore per nulla
***
M. Hamburger, Taccuino di un vagabondo europeo
***
E. LASKER-SCHÜLER, Caro cavaliere azzurro
***
Vi. Woolf, Le onde
***
M. Proust, Alla ricerca del tempo perduto
***
G. Herbert, Corona di lode
***
E. Lasker-Schuler, Ballate ebraiche e altre poesie
In questo volume, complementare del precedente (Teatro, 2015) la dimensione del sacro, propria di Maura Del Serra […] ha preferito, senza dissimularsi, assumere il colore e il calore di una «pietas civile e culturale». Mescolarsi in modo ancora più fraterno e solidale con le ansie, le sofferenze, le paure, i sogni e le speranze di donne e uomini […] che attraverso la finzione del teatro tutti ci rappresentano nella realtà della nostra esistenza. Ma non ha affatto rinunciato a scandagliare, sulle orme di Pascal, con le ragioni della ragione e le ragioni del cuore, il mistero della vita e della morte. A perseguire l’ideale di una bellezza assoluta […]. Non dall’alto ma dall’orizzontalità cordiale della sua cattedra di “drammaturgia d’idee”, Maura Del Serra ci induce a pensare. Ci costringe, anzi, a pensare, meditare, introiettare. Ci insegna, mediante la sua parola affidata a personaggi fatti di carne e ossa e anima, a «contare i nostri giorni» […] per «arrivare alla sapienza del cuore». Traccia, per sé e per noi, un arduo eppure affascinante itinerarium mentis ad sapientiam cordis.
Dalla Introduzione di Marco Beck
Indice
Introduzione di Marco Beck
Tecnostar
Zelda pazza di gloria
Baci scritti per Milena
Voci dei Nessuno da foto segnaletiche di prigionieri ignoti
Torquato Tasso Libretto d’opera liberamente ispirato all’omonimo dramma in versi di J. W. Goethe
I 23 testi inclusi nel volume – scritti dal 1985 al 2015 – sono preceduti dall’Introduzione di Antonio Calenda e accompagnati da un’Appendice contenente le Introduzioni che comparivano nelle singole edizioni. Il prezzo di copertina del libro (864 pagine) è di Euro 35,00. I primi 100 lettori che faranno richiesta del volume direttamente all’editrice (info@petiteplaisance.it) al momento dell’uscita del libro lo riceveranno al loro recapito al prezzo speciale di Euro 28,00.
Il teatro di Maura Del Serra, qui riunito nella molteplice complessità del suo arco cronologico trentennale, abbraccia una pluralità di forme sceniche, ora corali ora dialogiche ora monologanti, che spaziano con incisiva e vivace profondità dall’“affresco” epocale alla fulminea microcellula drammatica e a forme singolari di teatro-danza sempre sorrette da un inventivo simbolismo di luci, colori, voci fuoriscena e suggestioni scenografiche. L’organon di questa scrittura – in versi e in prosa – fonde il nitore visionario con un senso vivace e concreto del phatos quotidiano, spesso nutrito da uno humour tipicamente affidato a personaggi “terrestri” fino al farsesco, secondo la tradizione della commedia antica. Il teatro decisamente anti-minimalista della Del Serra mostra infatti il suo grato debito creativo verso i classici della tradizione drammaturgica e poetico-letteraria europea, dai tragici e lirici greci al barocco inglese e ispanico, al decandentismo e alle avanguardie artistiche del Novecento. I suoi personaggi, a vario titolo esemplari fino all’archetipo, sono scolpiti e dominati da una solitudine “eroica” non astratta bensì coerentemente testimoniale, tormentati e salvati dalla grandezza antistorica e metastorica del loro dono “eretico” che si oppone geneticamente alla forza oppressiva del potere nelle sue varie espressioni, da quelle canoniche politico-sociali a quelle suasive dell’intelletto, fino a quelle della “sapienza senza nome” della vita. Ed è perciò sempre agonico il rapporto fra la certezza di una verità ultima e inattingibile e l’illusione soggettiva, mediante l’utopia salvifica affidata all’ardore dei protagonisti. Motore e forma privilegiata di queste compresenze è l’eros generatore e multiforme, espresso in tutte le sue pulsioni, dall’amicizia alle polarità maschili e femminili, fino ad una complessa androginia psicologica e spirituale. In questa straordinaria galleria evocativa di presenze, che spaziano dall’ellenismo alla contemporaneità al futuro, le voci interiori dell’autrice si incarnano di volta in volta, come la poesia ed ogni arte, per “sognare la verità del mondo”.
Maura Del Serra, poetessa, drammaturga, traduttrice e critico letterario, ha riunito la sua opera poetica nei volumi: L’opera del vento e Tentativi di certezza, Venezia, Marsilio, 2006 e 2010. Ha tradotto dal latino, tedesco, inglese, francese e spagnolo e ha dedicato monografie e saggi critici a numerosi scrittori italiani ed europei.
Indice
Introduzione di Antonio Calenda Nota cronologica ragionata
La fonte ardente. Due atti per Simone Weil L’albero delle parole La Fenice La Minima Andrej Rubljòv Il figlio Lo Spettro della Rosa Specchio doppio. Favola drammatica Agnodice. Commedia drammatica Guerra di sogni. Mito futuribile Stanze. Versi per la danza Trasparenze. Versi per la danza Sensi. Versi per la danza Kass Dialogo di Natura e Anima Trasumanar. L’atto di Pasolini Isole. Poema scenico Eraclito Scintilla d’Africa Specchi. Cellula drammatica La vita accanto Isadora La Torre di Iperione. Hölderlin e gli altri
Appendice
Mario Luzi: Introduzione a La fonte ardente Daniela Belliti: Introduzione a La fonte ardente Nino Sammarco: Introduzione a L’albero delle parole Mario Luzi: Introduzione a La Fenice Daniela Marcheschi: Introduzione a La Minima Ugo Ronfani: Introduzione a Andrej Rubljòv Giovanni Antonucci: Introduzione a Agnodice Giovanni Antonucci: Introduzione a Guerra di sogni Misha Van Hoecke: Nota a Stanze Ugo Ronfani: Introduzione a Isole Jacopo Manna: Introduzione a Eraclito Marco Beck: Introduzione a Scintilla d’Africa Cristina Pezzoli: Nota di regia a La vita accanto
Galleria di copertine
e … passeggiando tra i suoi libri …
Ladder of Oaths
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Scala dei giuramenti
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Tentativi di certezza
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Voce di voci
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Canti e pietre
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Scintille
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Infinito presente
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Infinite Present
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L’opera del vento
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Adagio con fuoco
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Congiunzioni
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L’età che non dà ombra
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Za solecem i nociju vosled
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Aforismi
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Elementi
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Dietro il sole e la notte
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Corale
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Sostanze
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senza niente
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Concordanze
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Meridiana
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La gloria oscura
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L’arco
Teatro
Teatro
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La vita accanto
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Guerra di sogni
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La fonte ardente
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Andrej Rubliòv
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Eraclito. Due risvegli
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Isole. Poema scenico
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Scintilla d’Africa
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Agnodice
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Dialogo Natura e Anima
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Rosens ande
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Lo spettro della rosa
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La fenice
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La Minima
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L’albero delle parole
Critica
Una rara pietà
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Simone Weil: l’intelligenza della santità
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Di poesia e d’altro, III
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Di poesia e d’altro, II
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Di poesia e d’altro, I
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Crescita e costruzione. Immagini del giardino
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Le foglie della sibilla. Scritti su Margherita Guidacci
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L’uomo comune. Claudellismo e passione ascetica in Jahier
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Clemente Rebora. Lo specchio e il fuoco
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Giovanni Pascoli
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Ungaretti
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Campana
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L’immagine aperta
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Mostra bio-bibliografica su Dino Campana
Traduzioni
R. Ughetto, Poesie
R. Tagore – V. Ocampo, Non posso tradurre il mio cuore
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Tagore, Ricordi di vita
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Cicerone, Manualetto elettorale
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K. Mansfield, Poesie e prose liriche
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K. Mansfield, Tutti i racconti
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D. Barnes, Disincanto
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Victor Segalen, Odi
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Le poesie di Simone Weil
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F. Thompson, Il Segugio del Cielo
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V. Woolf, Orlando
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V. Woolf, Orlando
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V. Woolf, Orlando
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K. Mansfield, Tutti i racconti
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K. Mansfield, Tutti i racconti
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K. Mansfield. Tutti i racconti
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V. Woolf, Una stanza tutta per sé
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V. Woolf, Una stanza tutta per sé
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V. Woolf, Una stanza tutta per sé
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W. Shakespeare, Molto rumor per nulla
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W. Shakespeare, Molto rumore per nulla
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W. Shakespeare, Molto rumore per nulla
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M. Hamburger, Taccuino di un vagabondo europeo
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E. LASKER-SCHÜLER, Caro cavaliere azzurro
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Vi. Woolf, Le onde
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M. Proust, Alla ricerca del tempo perduto
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G. Herbert, Corona di lode
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E. Lasker-Schuler, Ballate ebraiche e altre poesie
«La parola esprime tutto. Le cose reali e quelle immaginarie, le materiali e le ideali. A volte le gonfia, a volte le rimpicciolisce. Comunque, alla fine, le salva. Tutte, la vita e la morte, l’amore e l’odio, il razionalismo e la passione, la società e l’individuo, l’economia e la politica, i nuovi interrogativi e le risposte antiquate, la ricerca della verità e la sopravvivenza della menzogna, la rivolta e la sottomissione, la libertà e la schiavitù: tutto ciò che sostiene la parola, e ciò che la mina, solo essa lo esprime. E noi, che produciamo parole, abbiamo la grande responsabilità della parola. La responsabilità di donarla come atto che può cambiare la vita nostra, le vite degli altri: sono le parole a trovarci, loro a stanarci dalle nostre presunte certezze, loro ad aprire strade dentro di noi».
La poesia ti trova si intitola un poemetto della sua più recente produzione.
Non so perché ti amo. So che per questo ti amo. Juan Gelman
La poesia è una forma di resistenza. Lo è scrivere. Resistenza ad un mondo sempre più crudele, terribile, disumanizzante. Juan Gelman
Nella prigione
caddero i miei anelli non le mie dita il mio splendore non è fatto di gemme ho la mia fede la mia dignità la mia anima che brilla il nome con cui mio padre si chiamò […]
Sogno il mio sogno preferito
Sogno il mio sogno preferito e la notte non finisce mai. Gli alberi rivelano il loro alfabeto e stelle che parlano dell’infinito di ogni soffio del vivere. Costruisco madri passate con la mano affondata nella notte. Che bello era il suo angolo dove echi vaghi la nominavano! Così, di spalle a me, fuggiva ad un paese baciato dalla sua gelida gioventù. Madre che cucinavi distanze nelle pentole del giorno. Mi parli ancora dalle crepe del tempo.
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