Jean-Etienne Liotard (1702-1789) – La passione della lettura nel ritratto.

Jean-Étienne_Liotard_-_Self-Portrait
Jean-Étienne Liotard – Wikipedia
The spectacular self: Jean-Etienne Liotard’s Self-Portrait …
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Jean-Etienne Liotard (1702-1789) – La passione della lettura nel ritratto.

Jean-Etienn Liotard, Dame avec égaux

Jean-Etienn Liotard, Dame avec égaux.

 

Jean-Etienn Liotard, Giovane donna con libro, 1756

Jean-Etienn Liotard, Giovane donna con libro, 1756.

 

Jean-Etienne Liotard, L'Ecriture, 1752

Jean-Etienne Liotard, L’Ecriture, 1752

 

Jean-Etienn Liotard, Luigi Boccherini

Jean-Etienn Liotard, Luigi Boccherini.

 

Jean-Etienn Liotard, Maria Adalaide di Francia con costume turco, 1753

Jean-Etienn Liotard, Maria Adalaide di Francia con costume turco, 1753

 

Jean-Etienn Liotard, Marie-Rose de Larlan de Kercadio de Rochefort

Jean-Etienn Liotard, Marie-Rose de Larlan de Kercadio de Rochefort.

 

 

Jean-Etienn Liotard, Portrait de Charles Simon Favart

Jean-Etienn Liotard, Portrait de Charles Simon Favart.

 

Jean-Etienn Liotard, Portrait of Francois Tronchin with his Rembrandt painting

Jean-Etienn Liotard, Portrait of Francois Tronchin with his Rembrandt painting.

 

Jean-Etienn Liotard, Ritratto di Richard Pococke, 1740

Jean-Etienn Liotard, Ritratto di Richard Pococke, 1740.

 

Jean-Etienn Liotard, La belle liseuse

Jean-Etienn Liotard, La belle liseuse.

Le farfalle volano

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Il nostro invito augurale: A COSA SIAMO CHIAMATI ?

Invito augurale

L’unico modello in rapporto al quale è umanamente sensato capire cosa vada accettato, e cosa respinto, di un sistema economico, è la libera comunità.

Il sistema economico contemporaneo è la negazione speculare della libera comunità, in quanto produce una collettività disgregata, despiritualizzata, coattivamente e ossessivamente comandata dalla ricerca del profitto e dalle procedure della tecnica. Esso prefigura perciò la morte dell’umanità dell’uomo, proprio in quanto è al di fuori di ogni giustizia e di ogni amore.

Un sistema economico, come quello oggi vigente su scala planetaria, che ha come suo elemento motore e come suo fine intrinseco il profitto monetario privato, e che si sviluppa senza più alcun condizionamento di princípi non economici, è la materializzazione stessa dell’ingiustizia.

Chi vive tranquillo sotto un simile sistema, non trovando nulla di riprovevole nell’attività delle banche, delle società finanziarie e delle imprese volte al profitto, dando il proprio voto ai politici che legittimano questo stato di cose, evitando di condannare pubblicamente i detentori del potere, accettando entusiasticamente tutte le innovazioni tecniche, è perciò un operatore di ingiustizia.

Le esperienze di resistenza a questo sistema sociale (esperienze di agire comunitario non mercantile, esperienze di rifiuto dei comportamenti tecnicizzati, esperienze di autentica comunicazione culturale al di fuori dei ruoli imposti dai poteri dominanti, esperienze di contrasto dei poteri economici e politici, ecc.), se sono vissute in maniera spiritualmente sana come esperienze d’amore per l’umanità dell’uomo e di libera comunità, non possono non essere avvertite come gratificanti e realizzanti di  per se stesse nel loro presente, indipendentemente dall’esito storico dei loro risultati nel loro presente e futuro temporale. Se si ha capacità di amare e di progettare un mondo diverso, si resiste alla logica di questo sistema sociale semplicemente perché si vuol vivere bene e nella verità.

Paul Klee, Ad Parnassum, 1932

Paul Klee, Ad Parnassum, 1932.

A COSA SIAMO CHIAMATI ?

La nostra umanità esige, per non morire, una resistenza, in primo luogo culturale, alla attuale logica sistemica.

Ciascuno di noi è chiamato, come uomo morale, a questa resistenza:

– è chiamato a considerare gli oligarchi dell’economia sempre avidi di sfruttare il lavoro, il territorio, i mercati, e i tecnoscienziati intenti a manipolare le specie viventi, per quello che in realtà sono: gli artefici consapevoli della distruzione dell’umanità dell’uomo;

– è chiamato a sottrarsi, nei limiti del possibile, alle logiche disumanizzanti;

– è chiamato a sperimentare le forme oggi possibili di agire comunitario;

– è chiamato a dare l’esempio di una vita non motivata dalla ricerca del denaro e dei consumi e non guidata dalla tecnica;

– è chiamato a pensare concettualmente e criticamente anche riguardo al funzionamento della propria personalità.

Quando la resistenza degli esseri umani guidati dalla loro capacità di amare, dal loro spirito di giustizia, e dalla loro comprensione intelligente di se stessi e della società, avrà spezzato in qualche punto della presente vita coattivamente “associata” l’attuale logica sistemica, e quando le carenze e le disfunzioni derivanti da tali rotture saranno affrontate con una logica nuova, in vista di soluzioni ispirate al vincolo solidale  e comunitario che deve legare tutti gli esseri umani, allora saremo usciti dal sentiero della notte.

Associazione culturale Petite Plaisance

 

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Giovanni Francesco Barbieri, detto il Guercino (1591-1666) – Le sue Sibille e i personaggi con libro.

Guercino

 

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Guercino, The Samian sibyl

Guercino, The Samian Sibyl.

Guercino, Sibilla_persica

Guercino, Sibilla Persica.

Guercino, Sibilla

Guercino, Sibilla.

2-G62-S1-1644-1 Guercino, Samische Sibylle Guercino, eigentl. Giovanni Francesco Barbieri 1591-1666. 'Die Samische Sibylle', 1644. Oel auf Leinwand, 114 x 95 cm. Corridoio Vasariano, Inv.Nr. 1430 Florenz, Galleria degli Uffizi. E: Guercino, Samian Sibyl Guercino, real name Giovanni Francesco Barbieri 1591-1666. 'The Samian Sibyl', 1644. Oil on canvas, 114 x 95cm. Corridoio Vasariano, Inv.No. 1430 Florence, Galleria degli Uffizi. F: Guercin, Giovanni Francesco Barbieri, Le Guercin, Giovanni Francesco Barbieri, Le , 1591-1666. - 'La Sybille Samienne', 1644. Huile sur toile, H. 1,14 , L. 0,95. Corridoio Vasariano. Inv. n 1430 Florence, Galerie des Offices.

Guercino, Siibilla Samia.

 

Guercino, Sibilla Persica

Guercino, Sibilla Persica.

 

Guercino, Sibilla Libica.

Guercino, Sibilla Libica.

 

Guercino, La Sibilla Hellespontica

Guercino, La Sibilla Hellespontica.

 

Guercino, La Sibilla Cumana con Putto

Guercino, La Sibilla Cumana con Putto.

 

Dipinto del Guercino

Dipinto del Guercino

Guercino, Francesco in estasi

Guercino, Francesco in estasi

Guercino, Francesco Righetti, ca. 1626-1628

Guercino, Francesco Righetti, ca. 1626-1628

 

Guercino, L'apostolo Matteo

Guercino, L’apostolo Matteo.

 

Guercino, Papa Gregorio XV

Guercino, Papa Gregorio XV.

 

 

 

 

Le farfalle volano

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Cécile Coulon – La casa delle parole, Keller editore, 2015. «Il cuore batteva a mille. […] Un anno di notti bianche. Per imparare a leggere, […] costantemente terrorizzato all’idea di farsi beccare. [Eppure …] leggere aveva risvegliato il potere sopito nella sua gabbia toracica».

Cécile Coulon
«Il Programma distrusse un altro aspetto della Storia: all’istituzione delle Case delle Parole, i vecchi libri furono vietati. Le librerie non potevano vendere una sola copia classificata come letteratura: i testi complessi costituivano un intralcio al buon svolgimento del Programma. Le biblioteche vennero svuotate, i reparti riorganizzati. Cassoni pieni di romanzi, di raccolte di racconti, saggi politici partivano verso le Discariche …» (pp. 94-95).
«Centosessanta Libri: ne dichiarò solo centocinquantanove. L’ultimo? Nascosto sotto il petto […]. Moriva di paura. Il Libro riposava contro il suo petto, il cuore batteva a mille. […] Un anno di notti bianche. Per imparare a leggere, […] costantemente terrorizzato all’idea di farsi beccare. [Eppure …] leggere aveva risvegliato il potere sopito nella sua gabbia toracica» (pp. 106-108).

In un Paese senza nome le autorità hanno trovato il modo di garantire l’ordine sociale: letture pubbliche come strumento perfetto di manipolazione. Gli stadi vengono riempiti di persone che, affamate di emozioni intense, ascoltano avidamente brani ed estratti dei più diversi generi letterari e così le passioni, la rabbia, la disperazione, le paure vengono a galla e svaniscono in poco più di un’ora… fino alla prossima adunanza.
Tutto si svolge sotto l’occhio vigile di agenti che devono essere freddi, efficienti e, soprattutto, analfabeti. In cambio hanno una vita di privilegi e spensieratezze e un numero al posto del nome. Come 1075, il migliore tra tutti, almeno fino a quando un incidente sul lavoro lo confina in un ospedale. Lì nel tedio dei giorni di convalescenza incontra una giovane donna che tiene lezioni di lettura per i bambini malati… e tutto comincia a traballare.
Una favola inquietante e feroce sulle pratiche di controllo della società, sulla libertà, le emozioni, la consapevolezza e sull’amore per la letteratura.


Cécile Coulon si impone ancora una volta come un’incredibile narratrice di storie. E questa è una vera e propria dichiarazione d’amore per la letteratura. ELLE (FRANCE)

 

Cécile Coulon è nata a Clermont-Ferrand. Ispirata dalla letteratura francese quanto da quella americana, l’autrice è anche una grande appassionata di cinema e musica. Nel suo universo così convivono Maupin, Proust, Flaubert. Steinbeck, Tennessee Williams ma anche le pellicole di Pier Paolo Pasolini e dei fratelli Coen e la musica di Elvis Presley, Jerry Lee Lewis, Chuck Berry, Ramones. Considerata una delle più talentuose della sua generazione, ha conquistato critici e lettori con una produzione narrativa di grande qualità. In Italia è apparso, sempre per Keller editore, Il re non ha sonno (2013) .

La casa delle parola

Cécile Coulon, La casa delle parole, Keller editore, 2015.

 

 

Quelle parole che rendono liberi – la Repubblica.it

Un mondo senza letteratura nel nuovo libro di Cécile Coulon

 

 

 

Freccia rossa Intervista a C. Coulon, il manifesto, 17-12-2015.

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Melania G. Mazzucco – Il museo del mondo, Einaudi, 2014

Melania G. Mazzucco

«Se un’opera d’arte non diventa presenza – specchio di un pensiero, indelebile emozione, scintilla di un significato del mondo – non è niente».

Melania G. Mazzucco, Il museo del Mondo, Einaudi, 2014, p. 22.


Il museo del mondo

Melania G. Mazzucco, Il museo del Mondo, Einaudi, 2014.

Cinquantadue capolavori per cinquantadue storie. Da Ad Parnassum di Paul Klee a Giove e Io di Correggio, da Black Iris di Georgia O’Keeffe al Cane di Francisco Goya, dalla Lattaia di Vermeer alle Cattive madri di Segantini, e via via attraverso Beato Angelico, Burne-Jones, Bacon, Van Gogh, Caravaggio, e altri. Fino ad arrivare ai piedi della scala, dai gradini luccicanti d’oro, della Presentazione di Maria al Tempio di Tintoretto. Un museo sempre aperto, pronto ad accogliere il lettore e a fargli incontrare quelle opere che diventano presenza, specchio di un pensiero, indelebile emozione, scintilla di significato del mondo.

Ogni quadro, ogni opera, che sia stata vista in una chiesa, in un museo o esposta in una mostra, lascia qualcosa a chi la guarda. E ogni incontro fortuito può tramutarsi in un vero e proprio innamoramento, in una folgorazione o addirittura in una rivelazione. In ogni caso è l’inizio di un’avventura. Create per fede o per soldi, per mestiere o per amore, le opere d’arte che Melania Mazzucco non è mai riuscita a dimenticare abbracciano cinque continenti, dall’antichità ai giorni nostri. Concepite come amuleti, preghiere o bestemmie, da uomini e donne, cacciatori e stregoni, assassini e santi, illetterati e intellettuali, nessun museo reale riuscirebbe mai a contenerle. Un museo immaginario, invece, potrebbe dimostrarsi all’altezza dell’impresa. Concentrandosi in particolare sui dipinti piú amati (tavole, quadri, affreschi, tecniche miste) Mazzucco ne ha selezionati cinquantadue: scegliendo «solo opere di artisti coi quali vale la pena trascorrere del tempo». Ma ciò non vuol dire necessariamente i maestri piú celebrati o famosi, ci sono anche gli irregolari, gli anomali, quelli che non hanno fondato scuole, che non si lasciano etichettare e che magari hanno vissuto per concepire un solo capolavoro. Una selezione «crudele» (senza seguire un ordine cronologico, né geografico, né tantomeno un inutile canone) che è stata ospitata su «la Repubblica» in una rubrica settimanale: un’opera a settimana per un anno. Il museo del mondo riprende tutti e cinquantadue i testi e le immagini per raccontare le storie di quelle opere che diventano presenza, specchio di un pensiero, scintilla di significato. E per offrire al lettore la possibilità di scegliere come avventurarsi in questo museo ideale: un’opera a settimana? una al giorno? tutte insieme? Il museo è lí e le sue porte sono sempre aperte. E se alla fine del libro il lettore proverà il desiderio di vedere o rivedere una o piú opere raccontate, allora la magia avrà inizio, il museo esisterà e sarà nostro.

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Linda Cesana – Karel Kosík: Praxis e verità. «L’uomo si realizza, cioè si umanizza nella storia».

Linda Cesana

In questo articolo si tenterà di cogliere come la verità e la prassi si pongano ad oggetti focali della filosofia di Karel Kosík, e si cercherà di mostrare come ad oggi, questa possa fornire spunti filosofici preziosi per criticare il cosmo capitalistico odierno nella prospettiva dell’apertura di spazi sociali emancipati.
La verità è oggetto proprio della filosofia, rubricata da Kosík attività umana indispensabile, autonoma rispetto all’ideologia e alla scienza. Una filosofia che si trasformasse in ideologia, visione del reale che scaturisce da determinati assetti di potere (l’ideologia forgia il sentire comune, secondo la lezione marxiana per cui le idee dominanti sono espressione della classe dominante, trasformandosi in apologia dell’esistente) e che quindi s’interdice la via verso l’universale, cesserebbe di essere filosofia perché rinuncerebbe al suo carattere critico-rivoluzionario rispetto al presente e sarebbe costretta a zoppicare dietro alla vita, ossia a fare l’apologia del potere. L’ideologia, infatti, comporta mistificazione perché non conosce la fatica del pensiero. Kosík cerca in questo modo di smarcarsi dall’ideologizzazione filosofica del comunismo storico novecentesco con la sua idolatria del Partito, riconoscendo oltremodo uno spessore ideologico al «capitalismo democratico» in cui si plaude alla fine delle ideologie novecentesche nell’accettazione ideologica della conformazione mercatistica del mondo. Superando le angustie di una riduzione della filosofia a ideologismo, la filosofia recupera un’istanza veritativa come presa di posizione rispetto alla totalità storica e sociale attuale: «La filosofia viene volgarmente concepita come espressione della situazione, e non come verità reale»…

Linda Cesana

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Linda Cesana
Karel Kosík- Praxis e verità. «L’uomo si realizza, cioè si umanizza nella storia»


192-isbn

Il saggio di Linda Cesana  è già stato pubblicato in Koiné [Per un Pensiero forte]– Periodico culturale – Anno XIX  –  NN° 1-4 – Gennaio-Dicembre 2012, pp. 107-117 – Reg. Trib. di Pistoia n° 2/93 del 16/2/93. Direttore responsabile: Carmine Fiorillo. Direttori Luca Grecchi e Diego Fusaro.

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Cop_183Linda Cesana. Costanzo Preve,
Filosofia della verità e della giustizia. Il pensiero di Karel Kosík

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Anime non solo vite

Linda Cesana,
Anime non solo vite

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Edward Burne-Jones (1833-1898) – La passione della lettura nella pittura:

«I disegni di Jones sono meraviglie impreziosite da finiture e dettagli fantasiosi, non hanno assolutamente eguali, se non forse dalle più fini opere di Albrecht Dürer»

Dante Gabriel Rossetti

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Edward Coley Burne-Jones

 

Edward Burne-Jones, Carolyn Fitzgerald

Edward Burne-Jones, Carolyn Fitzgerald

Edward Burne-Jones, Maria Zembeko, 1870

Edward Burne-Jones,Maria Zembeko, 1870

Edward Burne-Jones, Merlin and Nimue

Edward Burne-Jones, La seduzione di Merlino

Edward Burne-Jones, Portrait of Katie Lewis

Edward Burne-Jones, Portrait of Katie Lewis

Edward Burne-Jones, Portrait of Katie Lewis (part.)

Edward Burne-Jones, Portrait of Katie Lewis (part.)

Edward Burne-Jones, Principessa Sabra

Edward Burne-Jones, Principessa Sabra

Edward Burne-Jones, Ritratto di Georgiana Burne-Jones, con Philip e Margaret, 1883

Edward Burne-Jones, Ritratto di Georgiana Burne-Jones, con Philip e Margaret, 1883

Edward Coley Burne-Jones

Edward Coley Burne-Jones

 

Le farfalle volano

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Diego Fusaro – Il realismo, fase suprema del postmodernismo? Note su «New Realism», postmodernità e idealismo.

Diego Fusaro 01

Uno spettro si aggira per il mondo: lo spettro del realismo. È lo stesso Maurizio Ferraris, nelle pagine programmatiche del Manifesto del nuovo realismo (2012), a evocare l’incipit del manifesto marx-engelsiano per alludere all’odierno dilagare ipertrofico del realismo in tutte le sue forme (politiche, sociali, economiche, filosofiche). Analogamente a Marx ed Engels, che si richiamavano allo spettro del comunismo come a una forza già esistente e pronta a seminare il panico nella vecchia Europa, Ferraris adombra come quella del realismo sia una presenza “spettrale” perché vaga e, insieme, materialmente già esistente e affermata. Una presenza reale, appunto, e insieme dai contorni evanescenti, come emerge non appena si consideri che la categoria multicomprensiva di realismo alberga oggi, al proprio interno, tali e tante determinazioni concettuali differenti da rendere, eo ipso, ambigua, scivolosa e sfuggente la stessa categoria. E, non di meno, come subito cercherò di chiarire, al di là di questa strutturale proteiformità della formula, è possibile individuare un comun denominatore tra le molteplici determinazioni semantiche sussunte sotto l’etichetta di realismo.
In particolare, se è vero che di realismo si sente quotidianamente parlare urbi et orbi, non deve sfuggire come ciò avvenga immancabilmente in riferimento – ora aperto, ora nascosto – al principio fondamentale per cui occorre tornare all’effettività del reale, abbandonando chimere e sogni per registrare l’inemendabilità o, comunque, l’ineludibile consistenza dell’esistente, del mondo-realmente-dato. Realismo, dunque, come debita e ineludibile considerazione del peso della realtà o, se si preferisce, del suo primato ontologico: l’esistente impone una considerazione seria e spregiudicata, ma poi soprattutto la sua accettazione come punto di partenza, nella migliore delle ipotesi, o come intrascendibile condizione in cui permanere, nella peggiore…

[continua a leggere il testo cliccando qui]

Diego Fusaro


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Diego Fusaro
Il realismo, fase suprema del postmodernismo?
Note su «New Realism», postmodernità e idealismo


192-isbn

Il saggio di Diego Fusaro è già stato pubblicato in Koiné [Per un Pensiero forte]– Periodico culturale – Anno XIX  –  NN° 1-4 – Gennaio-Dicembre 2012, pp. 57-73 – Reg. Trib. di Pistoia n° 2/93 del 16/2/93. Direttore responsabile: Carmine Fiorillo. Direttori Luca Grecchi e Diego Fusaro.

indicepresentazioneautoresintesi

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Costanzo Preve – Nel labirinto delle scuole filosofiche contemporanee. A partire dalla bussola di Luca Grecchi.

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1. Questo breve saggio ha come contenuto una ricognizione “a ruota libera” delle scuole filosofiche di oggi, italiane ed internazionali. Il punto di partenza, che però verrà rielaborato in piena autonomia, trova origine in due saggi del filosofo lombardo Luca Grecchi, Il presente della filosofia italiana (Petite Plaisance, Pistoia 2007, pubblicato con una mia postfazione) e Il presente della filosofia nel mondo (Petite Plaisance, Pistoia 2012, pubblicato con una postfazione di Giacomo Pezzano). In questo commento utilizzerò il codice interpretativo di Grecchi come bussola, ma vi aggiungo anche considerazioni e commenti non presenti nei suoi scritti. Le “responsabilità ermeneutiche”, ovviamente, sono mie e soltanto mie… [continua a leggere il testo cliccando qui]

Costanzo Preve


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Costanzo Preve
Nel labirinto delle scuole filosofiche contemporanee. A partire dalla bussola di Luca Grecchi


192-isbn

Il saggio di Costanzo Preve è già stato pubblicato in Koiné [Per un Pensiero forte]– Periodico culturale – Anno XIX  –  NN° 1-4 – Gennaio-Dicembre 2012, pp. 237-249 – Reg. Trib. di Pistoia n° 2/93 del 16/2/93. Direttore responsabile: Carmine Fiorillo. Direttori Luca Grecchi e Diego Fusaro.

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Augusto Cavadi – Ideologia “gender” e dintorni. Qualche chiarimento lessicale.

Augusto Cavadi 01

Secondo Confucio gli imperi crollano quando i cittadini smettono di capirsi e i cittadini smettono di capirsi quando usano le parole senza precisarne il significato. Il dibattitto sulla “ideologia gender” – che  sta occupando l’opinione pubblica italiana – non è, almeno ai miei occhi,  di facile soluzione: già l’esistenza dell’oggetto stesso del contendere (una “ideologia gender”) è messa in discussione. Né la questione diventa più chiara se si usa la formula (meno aggressiva) di “teoria del genere”: si tratta infatti di una cattiva traduzione dall’inglese (“gender theory”) dove significa semplicemente “l’insieme degli studi teorici sulla questione del genere”… [continua a leggere cliccando qui].

Augusto Cavadi

Visiona  e scarica il testo integrale in PDF:

Augusto Cavadi, Ideologia gender e dintorni.
Qualche chiarimento lessicale


Augusto Cavadi

Alcuni riferimenti per Augusto Cavadi

Opere

Filosofia come servizio sociale
  • Jacques Maritain fra moderno e post-moderno, Edisco, Torino, 1998
  • Quando ha problemi chi è sano di mente. Un’introduzione al philosophical counseling, Rubbettino, Soveria Mannelli, 2003
  • E, per passione, la filosofia. Breve introduzione alla più inutile di tutte le scienze, Di Girolamo, Trapani, 2006
  • Chiedete e non vi sarà dato. Per una filosofia (pratica) dell’amore, Petite Plaisance, Pistoia, 2009
  • Filosofare dal quotidiano. Consulenza a mezzo stampa, Roma, 2009
  • L’amore è cieco ma la mafia ci vede benissimo, Coppola, Trapani, 2010
  • La filosofia vi farà liberi. Un’interpretazione delle pratiche filosofiche, BBN editrice, Torino, 2012
Pedagogia e  prassi educative
  • Volontariato in crisi? Diagnosi e terapia, Il pozzo di Giacobbe, Trapani, 2003
  • A scuola di antimafia, Di Girolamo, Trapani, 2004
  • Gente bella. Volti e storie da non dimenticare, Il pozzo di Giacobbe, Trapani, 2004
  • Strappare una generazione alla mafia. Lineamenti di pedagogia alternativa, Di Girolamo, Trapani, 2005
  • Come posso fare di mio figlio un uomo d’onore?, Coppola, Trapani, 2009
Politica, con particolare riferimento agli intrecci mafiosi
  • Il vangelo e la lupara. Materiali su chiese e mafia, 2 voll., Dehoniane, Bologna, 1994
  • Ripartire dalle radici. Naufragio della politica e indicazioni dall’etica, Cittadella, Assisi, 2000
  • Le ideologie del Novecento. Cosa sono state, come possono rifondarsi, Rubbettino, Soveria Mannelli, 2001
  • Liberarsi dal dominio mafioso. Che cosa può fare ciascuno di noi qui e subito, Dehoniane, Bologna, 2003, 2ª ed.
  • La mafia spiegata ai turisti, Di Girolamo, Trapani, 2007
  • I siciliani spiegati ai turisti, Di Girolamo, Trapani, 2011
  • Centouno storie di mafia che non ti hanno mai raccontato, Newton Compton, Roma, 2011
  • La bellezza della politica. Attraverso e oltre le ideologie del Novecento, Di Girolamo, Trapani, 2011
Vita spirituale in senso ampio e  problematiche teologiche
  • Pregare senza confini. Preghiere di tutti i tempi e paesi per gruppi giovanili, Paoline, Milano, 1990
  • Ciascuno nella sua lingua. Tracce per un’altra preghiera, Augustinus, Palermo, 1991
  • Le nuove frontiere dell’impegno sociale, politico, ecclesiale, Paoline, Milano, 1992
  • Pregare con il cosmo. Tracce di preghiera per gruppi interconfessionali, Paoline, Milano, 1992
  • Essere profeti oggi. La dimensione profetica dell’esperienza cristiana, Dehoniane, Bologna 1997
  • In verità ci disse altro. Oltre i fondamentalismi cristiani, Falzea, Reggio Calabria, 2008
  • Il Dio dei mafiosi, San Paolo, Cinisello Balsamo, 2009
  • Non lasciate che i bambini vadano a loro. Chiesa cattolica e abusi sessuali, Falzea, Reggio Calabria, 2010
  • Il Dio dei leghisti, San Paolo, Cinisello Balsamo, 2012

Ha contribuito con la voce Pedagogia, al cd-rom La Mafia. 150 anni di storia e storie, Cliomedia Officina (distribuito da La Repubblica), Torino 1998.

Chiedete e non vi sarà dato
Chiedete e non vi sarà dato



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Mosaico di Saggezze

Mosaico di Saggezze


E per passione la filosofia

E per passione la filosofia

Il Dio dei leghisti

Il Dio dei leghisti


Il Dio dei mafiosi

Il Dio dei mafiosi

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