Eugène Minkowski (1885-1972) – Noi vediamo il presente diventare il passato, ma perché il passato ha presa sul presente, come pure sull’avvenire. Se riusciamo a riunire le tre forme del tempo è perché introduciamo il passato nel presente e nell’avvenire.

Minkowski Eugène 06
«Noi vediamo il presente diventare il passato,
ma perché il passato ha presa sul presente, come pure sull’avvenire.
Se riusciamo a riunire le tre forme del tempo
è perché introduciamo il passato nel presente e nell’avvenire».
Eugène Minkowski, Il tempo vissuto. Fenomenologia e psicopatologia, Einaudi, 2004.

Eugène Minkowski – Il tempo vissuto – L’azione etica apre l’avvenire davanti a noi perché resiste al divenire: è la realizzazione di quanto vi è di più elevato in noi
Eugène Minkowski (1885-1972)  – La morte, mettendo fine alla vita, la inquadra interamente, in tutto il suo percorso. È la morte che trasforma il succedersi o la trama degli avvenimenti della vita in “una” vita. Non è nel nascere ma è col morire che si diventa un’unità, “un uomo”.
Eugène Minkowski (1885-1972) – La ricchezza dell’avvenire che libera dalla morsa dell’attesa
Eugène Minkowski (1885-1972) – È lo slancio vitale che dà un senso alla vita e costituisce quanto vi è in essa di più essenziale. Questo slancio sempre vivo crea l’avvenire e non può essere racchiuso in una sezione trasversale della coscienza, e si tende, come un arco, oltre tutte le sezioni di questo genere.
Eugène Minkowski (1885-1972) – La vita consiste in una ricreazione continua di una prospettiva di vita, tracciandola e costruendola con le nostre mani.
Eugène Minkowski (1885-1972) – Vivo, nella speranza, un avvenire piu lontano, piu ampio, pieno di promesse. E la ricchezza dell’avvenire si apre adesso dinanzi a me. Nella speranza intuisco tutto quanto può esserci al mondo al di là del contatto immediato stabilito dall’attesa tra il divenire e l’io.
Eugène Minkowski (1885-1972) – L’attesa ingloba tutto l’essere vivente, sospende la sua attività e lo immobilizza. È una sospensione di quell’attività che è la vita stessa.

M. Ludovico Dolce, Dialogo nel quale si ragiona del modo di accrescere e conservar memoria, Venezia 1562.
M. Ludovico Dolce, Dialogo nel quale si ragiona del modo di accrescere e conservar memoria, Venezia 1562.

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Eugenio Borgna – La saggezza, la prudenza e la sapienza sono modi di vivere che sembrano ormai superati, e anzi temuti, perché estranei ai modelli oggi dominanti: la fretta, l’accelerazione, la tendenza a mettere fra parentesi i valori, il sacrificio, l’interiorità, la gentilezza, la generosità …

Borgna Eugenio, Saggezza

La saggezza, la prudenza e la sapienza sono modi di vivere che sembrano ormai superati, e anzi temuti, perché estranei ai modelli oggi dominanti: la fretta, l’accelerazione, la tendenza a mettere fra parentesi i valori, il sacrificio, l’interiorità, la gentilezza, la generosità …

Non c’è saggezza se non conosciamo le terre incognite della nostra vita razionale e emozionale, e se non ci mettiamo senza fine in relazione con la vita degli altri; la saggezza si nutre non solo di ragione ma di intuizione, amore del prossimo, immaginazione; ci fa prendere decisioni non improvvise, né istintive piuttosto meditate e libere da pregiudizi è come una grande lampada che illumina in altro modo le esperienze costitutive della nostra vita.

 

Eugenio Borgna, Saggezza, il Mulino, Bologna 2019, p. 7.


Quarta di copertina

Parola antiquata, astratta, scomparsa o quasi dal linguaggio della vita privata e, ciò che è ancora più grave nelle sue fatali conseguenze, dalla vita pubblica. E allora che cosa può significare oggi vivere in modo saggio? Non solo ascolto dell’intelligenza, razionalità nei giudizi e nel comportamento, ma anche capacità di scendere negli abissi della nostra interiorità, lì dove si intrecciano immagini e inclinazioni impensate, passioni ed emozioni.


Primario emerito di psichiatria dell’ospedale Maggiore di Novara e libero docente in Clinica delle malattie nervose e mentali presso l’Università di Milano. È uno degli esponenti italiani di punta della psichiatria fenomenologica.
Con Feltrinelli ha pubblicato diversi libri tra i quali: I conflitti del conoscere. Strutture del sapere ed esperienza della follia (1988), Malinconia (1992), Le figure dell’ansia (1997), L’arcipelago delle emozioni (2001), Come in uno specchio oscuramente (2007), Nei luoghi perduti della follia (2008), Le emozioni ferite (2009), La fragilità che è in noi (2014) e Il tempo e la vita (2015). Con Aldo Bonomi ha scritto Elogio della depressione (Einaudi, 2011). Nel 2015 esce per Einaudi Parlarsi. La comunicazione perduta e nel 2016 Responsabilità e speranza. Per Feltrinelli, nello stesso anno, pubblica L’indicibile tenerezza. In cammino con Simone Weil. Tra i suoi libri più recenti ricordiamo: L’ascolto gentile. Racconti clinici (Einaudi 2017), Le passioni fragili (Feltrinelli 2018), L’arcobaleno sul ruscello. Figure della speranza (Cortina Raffaello 2018) e La nostalgia ferita (Einaudi 2018).


Eugenio Borgna – Gli orizzonti di senso della speranza sono infiniti. La peranza è come un ponte che ci fa uscire dalla solitudine, e ci mette in una relazione senza fine con gli altri. La speranza è anche dovere, ricerca infinita di senso.

M. Ludovico Dolce, Dialogo nel quale si ragiona del modo di accrescere e conservar memoria, Venezia 1562.
M. Ludovico Dolce, Dialogo nel quale si ragiona del modo di accrescere e conservar memoria, Venezia 1562.

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