Il 31 luglio 2011 veniva improvvisamente a mancare, a Pisa, Massimo Bontempelli. Chi ha avuto la fortuna di leggere i suoi libri, sa che, con lui, è venuto a mancare uno dei pensatori italiani più originali, autore di opere filosofiche, storiche e politiche che trovano raramente degli uguali fra quelle più note ai contemporanei; essendo pensatore critico verso il modo di produzione capitalistico, ed estraneo alla università, né in vita né in morte i suoi meriti gli sono (almeno per ora) stati adeguatamente riconosciuti. Queste pagine non ripagano il debito, né ne ricostruiscono l’opera, ma vogliono semplicemente essere un ricordo filosofico.
Massimo Bontempelli
In cammino verso la realtà
Quando l’epoca in cui si vive
non lascia esprimere la realtà a ben definiti percorsi storico-sociali,
l’imperativo, per conservare dignità umana,
e non lasciarsi invecchiare dalla morte,
è quello di
costruire esperienze di riconoscimento e di manifestazione della realtà.
Alle soglie del XXI secolo il genere umano ha materializzato, e già notevolmente percorso, quel sentiero della notte da cui Parmenide, con il suo poema inaugurativo della filosofia greca, lo aveva messo in guardia ben due millenni e mezzo or sono. Parmenide aveva qualificato il sentiero della notte come sentiero che non è, non nel senso che non potesse apparire all’esistenza, o che non fosse transitabile, ma nel senso che sulla sua via, tracciata a partire da una volontà negatrice dell’essere, non sarebbe stato possibile percepire più nulla di reale.
L’uomo di oggi, infatti, inoltratosi nel sentiero della notte, non percepisce più nulla come intangibilmente vincolato alle condizioni del reciproco riconoscimento umano, e come inseparabile dal suo contesto trascendentale di significato, neppure nelle forme distorte delle rappresentazioni trascendenti e dell’educazione eteronoma. Tutto gli appare invece svincolabile: la persona può essere svincolata dal lavoro, il lavoro può essere svincolato dai diritti, la natura può essere svincolata da ogni sacralità, il comportamento umano può essere svincolato da ogni dovere, il bambino può essere svincolato dalla sua infanzia, e così via. Tutto gli appare decontestualizzabile: ogni cosa è vista come duttile a piacere a fronte della completa liceità arbitrarista e della illimitata potenza proceduralistica. Nulla, insomma, gli appare più reale.
Parmenide aveva preavvertito l’Occidente, con il suo poema, che un sentiero simile sarebbe stato del tutto privo di saggezza, perché avrebbe tolto al sapere ogni oggettività, in quanto il linguaggio pensante non può esprimere altra oggettività che quella dell’essere, e perché avrebbe impedito ogni trasmissione educativa, in quanto, egli disse, non si può educare attraverso la negazione dell’essere.
La civiltà stessa, dunque, viene progressivamente cancellata sulla via del sentiero della notte. Oggi abbiamo davanti agli occhi molteplici segni di questa cancellazione: masse senza un lavoro da cui poter trarre i mezzi per un’esistenza minimamente dignitosa; lavoro privato di ogni diritto; ambiente naturale inquinato fino alla prospettiva del collasso ecologico del pianeta; diffusione su vastissima scala di pratiche di segregazione e di tortura; sfruttamento e brutalizzazione di settori dell’infanzia; sempre più estese ed impunite accumulazioni di ricchezza per via criminale; scomparsa crescente di ogni senso morale.
Tutti questi elementi, ed altri che potrebbero venire aggiunti, sono manifestazioni evidenti di una perdita di realtà da parte del genere umano, ma nessuno di essi rappresenta la radice storica di questa via di allontanamento dalla realtà che è stata imboccata. Lo si può intuire anche dal fatto che i gruppi nati per contrastare tali elementi singolarmente presi (ad esempio forze neocomuniste e neokeynesiane in difesa del lavoro, gruppi ecologisti ed animalisti in difesa della natura, organizzazioni in difesa della legalità, e via dicendo), non soltanto non hanno mutato il panorama complessivo, ma hanno rivelato spiccate tendenze all’adattamento compromissorio… [Continua a leggere]
Già pubblicato in
Massimo Bontempelli
Saggio sul concetto di realtà in Hegel e sul nichilismo contemporaneo
Petite Plaisance, 2000, pp. 223-254.
ISBN 88-87296-71-5, 2000, pp. 288, formato 140×225 mm, Euro 15,00
Altri testi di M. Bontempelli
Massimo Bontempelli – Il pensiero nichilista contemporaneo. Lettura critica del libro di Umberto Galimberti « Psiche e tecne».
La convergenza del centrosinistra e del centrodestra nella distruzione della scuola italiana
Quale asse culturale per il sistema della scuola italiana?
Gesù uomo nella storia, Dio nel pensiero
Il pregiudizio antimetafisico della scienza contemporanea, in: Scienza, Cultura, Filosofia
Il respiro del Novecento. Percorso di storia del XX secolo (1914-1945)
Il sintomo e la malattia. Una riflessione sull’ambiente di Bin Laden e su quello di Bush
L’agonia della scuola italiana
La conoscenza del bene e del male
La convergenza del centrosinistra e del centrodestra nella distruzione della scuola italiana, in: Visioni di scuola. Buoni e cattivi maestri
La disgregazione futura del capitalismo mondializzato
Nichilismo Verità Storia. Un manifesto filosofico della fine del XX secolo
Quale asse culturale per il sistema della scuola italiana?, in: Metamorfosi della scuola italiana
Tempo e Memoria. La filosofia del tempo tra memoria del passato, identità del presente e progetto del futuro
Si può accedere ad ogni singola pagina pubblicata aprendo il file word
N.B. Le immagini e i video sono stati reperiti nel web e quindi considerati di pubblico dominio. Qualora si ritenesse che possano violare diritti di terzi, si prega di scrivere al seguente indirizzo: info@petiteplaisance.it, e saranno immediatamente rimossi.
***********************************************
Seguici sul sito web