«Chi non spera quello che non sembra sperabile non potrà scoprirne la realtà, poiché lo avrà fatto diventare, con il suo non sperarlo, qualcosa che non può essere trovato e a cui non porta nessuna strada». Eraclito
N.B. Le immagini e i video sono stati reperiti nel web e quindi considerati di pubblico dominio. Qualora si ritenesse che possano violare diritti di terzi, si prega di scrivere al seguente indirizzo:
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http://www.petiteplaisance.it/libri/371-380/378/int378.html371 Silvia Gastaldi, Fulvia de Luise w Mario Vegetti / Diego Lanza v Gherardo Ugolini, Giusto Picone, In ricordo di una amicizia filosofica. ISBN 978–88–7588-282-2, 2021, pp. 120, formato 140×210 mm, Euro 13 – Collana “Il giogo” [128]. In copertina: Raffaello Sanzio, Autoritratto con un amico, Parigi, Museo del Louvre, 1518-1520 circa.
372 Costanzo Preve, Hegel Marx Heidegger. Un percorso nella filosofia contemporanea. II Edizione.
ISBN 978-88-7588-284-6, 2021, pp. 96, formato 140×210 mm., Euro 10 – Collana “Divergenze” [72]. In copertina: Elaborazione creativa dell’opera di Eduardo Chillida, Elogio del Horizonte, Gijón (1990).
373 Aldo Lo Schiavo, Il contributo della tragedia attica al razionalismo antico. ISBN 978–88–7588-286-0, 2021, pp. 96, formato 140×210 mm, Euro 10 – Collana “Il giogo” [129].
In copertina: Epigrafe scolpita sulla pietra, Teatro antico della Acropoli di Atene.
374 Livio Rossetti, Strategie macro-retoriche. Prefazione di Mauro Serra.
ISBN 978–88–7588-280-8, 2021, pp. 192, formato 130×200 mm, Euro 16 – Collana “Il giogo” [130].
In copertina: Joan Mirò, Il mio Alfabeto, 1972.
376 Costanzo Preve, Marxismo Filosofia Verità. Seconda Edizione.
ISBN 978-88-7588-290-7, 2021, pp. 112, formato 140×210 mm., Euro 10 – Collana “Divergenze” [74]. In copertina: Gustav Klimt, Nuda Veritas, olio su tela, 1899, Österreichisches Theatermuseum, Vienna. In quarta: G. Klimt, Nuda Veritas, tavola pubblicata nel 1898 sulla rivista viennese “Ver Sacrum”.
377 Claudio Lucchini, La scuola della merce e le esigenze della libera individualità. ISBN 978-88-7588-292-1, 2021, pp. 80, formato 140×210 mm., Euro 10 – Collana “Il giogo” [131]. In copertina: Andy Warhol, Campbell’s Soup Cans, 1962 e Henri Matisse, La Danse, 1910.
378 Salvatore A. Bravo, Pilocchio. Storia di un Pinocchio dei nostri giorni. ISBN 978-88-7588-294-5, 2021, pp. 128, formato 140×210 mm., Euro 15 – Collana “Divergenze” [75]. In copertina: Antonio de Curtis, Totò nel quadro «Pinocchio e Lucignolo», Rivista teatrale Volumineide, 1942.
379 Aldo Lo Schiavo, Filosofia del mito greco. In Appendice: Themis, la dea del giusto consiglio.
ISBN 978–88–7588-296-9, 2021, pp. 80, formato 140×210 mm, Euro 10 – Collana “Il giogo” [132].
In copertina: Themis di Ramnunte, dal tempio di Nemesi (ca. 300 a.C.), Museo Archeologico Nazionale di Atene. In quarta: Charites (grazie), rilievo votivo, periodo arcaico. Glyptothek, Monaco di Baviera, Germania.
380 Margherita Guidacci, Lato di ponente. A cura di Ilaria Rabatti.
ISBN 978–88–7588-267-9, 2021, pp. 112, formato 140×210 mm, Euro 13 – Collana “Egeria” [20].
In copertina: Giorgione, La vecchia, 1506 circa, part. Gallerie dell’Accademia, Venezia.
M. Ludovico Dolce, Dialogo nel quale si ragiona del modo di accrescere e conservar memoria, Venezia 1562.
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321 Luca Grecchi, Scritti brevi su politica, scuola e società. ISBN 978-88-7588-209-9, 2019, pp. 192, formato 140×210 mm., Euro 15 – Collana “Il giogo” [101]. In copertina: Volta dell’Eremo di San Galgano, sec XII, Chiusino, Siena.
322 Gabriella Putignano, Flash di poesia, dipinti di versi. Prefazione di R. Pellegrino. Postfazione di F. Malizia. ISBN 978-88-7588-213-6, 2019, pp. 88, formato 140×210 mm., Euro 10. In copertina: Tommy Ingberg, Reveal.
324 Arianna Fermani, Divorati dal pentimento. Sguardi sulla nozione di metameleia in Aristotele. ISBN 978-88-7588-246-4, 2019, pp. 64, formato 170×240 mm., Euro 7 – Collana “Il giogo” [103]. In copertina: William A. Bouguereau,The Remorse of Orestes (1862). In quarta di copertina: Michelangelo Merisi da Caravaggio, La Maddalena penitente, 1594-1595, Galleria Doria Pamphilj, Roma.
328 Margherita Guidacci, Sibille. Seguito da Come ho scritto “Sibille”. A cura di Ilaria Rabatti. ISBN 978-88-7588-238-9, 2019, pp. 88, formato 140×210 mm., Euro 12 – Collana “Filo di perle”. In copertina: Luca Lucherini, Sibilla (2019).
330 Koinè, L’essere della libera comunità e l’amore. ISBN 978-88-7588-233-4, 2019, pp. 48, formato 140×210 mm., Euro 7 – Collana “Il giogo” [106]. In copertina: Henri Matisse, La danza, olio su tela, 1909. Ermitage di San Pietroburgo.
M. Ludovico Dolce, Dialogo nel quale si ragiona del modo di accrescere e conservar memoria, Venezia 1562.
011 Margherita Guidacci, La voce dell’acqua.Quaderno di traduzioni [autori tradotti: William Blake, Hilda Doolitle, Thomas S. Eliot, Gabriela Mistral, Richard Eberhart, Robert Frost, Archibald MacLeish, Ezra Pound, Tu Fu, Mao Tse-tung, Federico García Lorca, Vicente Aleixandre, Jorge Guillén, Cristopher Smart, Marie Under, Kathleen Raine, Henrik Visnapuu, Francis Thompson, Czeslaw Milosz, Elizabeth Bishop, John Keats], a cura di Giancarlo Battaglia e Ilaria Rabatti. ISBN 88-87296-42-1, 2202, pp. 152, formato 120×180 mm., Euro 10 – Collana “Filo di perle”. In copertina: Gustav Klimt, Fanciulle con oleandro (1890-1891).
012 Margherita Guidacci, Prose e interviste, a cura di Ilaria Rabatti. ISBN 88-87296-62-6, 1999, pp. 160, formato 140×210 mm., Euro 10 – Collana “Egeria” [4]. In copertina: il volto di Margherita Guidacci.
013 Maura Del Serra, Dialogo di Natura e Anima. ISBN 88-87296-39-1, 1999, pp. 32, formato 140×210 mm., Euro 5 – Collana “Teatro”. In copertina: Edward Munch, Due donne sulla spiaggia, 1888 c.
014 Roberto Signorini, Arte del fotografico. I confini della fotografia e la riflessione teorica degli ultimi venti anni. ISBN 88-87296-85-5, 2001, pp. 256, formato 170×240 mm., Euro 20 – Collana “Fotografia”. In copertina: Emilio De Tullio, Il corpo, il segno, 1997; l’immagine è stata realizzata fotografando l’impronta prodotta da un corpo su un tessuto elastico, teso e illuminato in modo radente.
015 Amedeo Anelli, Novanta. Verso un’arte di pensiero [Scritti su: Edgardo Abbozzo – Giovanni Bai – Sauro Cardinali – Alberto Cavalieri – Andrea Cesari – Franco De Bernardi – Fernanda Fedi – Gino Gini – Staffan Nihén – Claudio Rosi – Fabio Scatoli – Manuela Traini – William Xerra]. ISBN 88-87296-36-7, 1999, pp. 96, formato 140×210 mm., Euro 12 – Collana “Egeria” [3]. In copertina: Giordano Bruno, De Triplice Minimo, Diagramma ermetico.
016
AA.VV. [Karin Boye – Else Lasker-Schüler – Gianna Manzini – Virginia Woolf – Simone Weil – Marina Cvetaeva] (a cura di Moreno Fabbri), Scrittrici del Novecento europeo [Interventi di: Daniela Marcheschi – Uta Treder – Margherita Ghilardi – Maura Del Serra – Gabriella Fiori – Caterina Graziadei]. ISBN 88-87296-04-9, 1998, pp. 96, formato 140×210 mm., Euro 12 – Collana “Egeria” [1]. In copertina: Foto di K. Boye [a], E. Lasker-Schüler [b], G. Manzini [c], V. Woolf [d], S. Weil [e], M. Cvetaeva [f].
017 Maura Del Serra, La Minima [con una nota di Daniela Marcheschi]. ISBN 88-87296-03-0, 1998, pp. 48, formato 140×210 mm., Euro 7 – Collana “Egeria” [2]. In copertina: Margherita Caiani.
018 Simone Weil, Le Poesie [con nota preliminare, Introduzione e traduzione di Maura Del Serra]. ISBN 88-87296-82-0, 2000, pp. 56, formato 140×210 mm., Euro 7 – Collana “Egeria” [6]. In copertina: foto di Simone Weil scattata a Baden-Baden nel 1921.
019 Giuseppe Giusti, Il Gingillino [a cura di Giampiero Giampieri e Luigi Angeli]. ISBN 88-87296-76-6, 2000, pp. 64, formato 140×210 mm., E 5,16. In copertina: Giuseppe Giusti in una foto pubblicata su “Scena illustrata”, anno 65, n. 5, maggio 1950, p. 8.
020 Daniela Marcheschi, Destino e sorpresa;. Per Giuseppe Pontiggia, con i suoi primo scritti sul “verri”. ISBN 88-87296-97-9, 2000, pp. 160, formato 130×200 mm., Euro 10,33 – Collana “L’Olmo” [1]. In copertina: foto di Giuseppe Pontiggia [a] e foto di Daniela Marcheschi [b].
M. Ludovico Dolce, Dialogo nel quale si ragiona del modo di accrescere e conservar memoria, Venezia 1562.
001 Maura Del Serra, Congiunzioni. Ventiquattro poesie inedite. ISBN 88-7588-096-4, 2004, pp. 32, formato 115×167 mm, Euro 5. In copertina: Matrimonio dell’acqua e del fuoco, antica raffigurazione indiana.
004 Luca Grecchi, L’anima umana come fondamento della verità. ISBN 88-87296-46-4, 2002, pp. 112, formato 140×225 mm, Euro 12 – Collana “La ziqqurat” [4]. In copertina: Juseppe de Ribera, detto lo Spagnoletto, I saltimbanchi, Real Academia de Bellas Artes de San Fernando, Madrid.
005 Luca Grecchi, Karl Marx nel sentiero della verità. ISBN 88-87172-37-8, 2003, pp. 176, formato 140×225 mm, Euro 15 – Collana “La ziqqurat” [5]. In copertina: Leonardo da Vinci, Canone di proporzioni.
007 Costanzo Preve,Le contraddizioni di Norberto Bobbio. Per una critica del bobbianesimo cerimoniale. ISBN 88-87172-20-3, 2004, pp. 160, formato 140×210 mm, Euro 12 – Collana “Divergenze” [37]. In copertina: Alchimisti al lavoro intorno ad un alambicco di distillazione; illustrazione xilografica dal De Secretis Naturae (1544) di Philip Ulstadt.
008 Giancarlo Paciello, La conquista della Palestina. Le origini della tragedia palestinese. Con testi di Henry Laurens, Francis Jennings, Zeev Sternhell, Norman Finkelstein, Gherson Shafir. ISBN 88-87172-19-X, 2004, pp. 304, formato 170×240 mm, Euro 20 – Collana “Divergenze” [38]. In copertina: Una rifugiata palestinese separata – con il filo spinato – dalla sua casa dalla “Linea Verde”, la linea armistiziale definita dopo la guerra arabo-israeliana del 1948. Oggi si costruisce IL MURO.
009 Ain Zara Magno, Parole d’amore, a cura di Ilaria Rabatti. ISBN 88-88172-03-3, 2001, pp. 64, formato 120×180 mm., Euro 8,00 – Collana “Filo di perle”. In copertina: Amedeo Modigliani, Jeanne Hébuterne seduta in fronte, 1918.
010 Luisa Giaconi, Dalla mia notte lontana, a cura di Ilaria Rabatti. ISBN 88-88172-02-5, 2001, pp. 64, formato 120×180 mm., Euro 8,00 – Collana “Filo di perle”. In copertina: D. G. Rossetti, Sogno a occhi aperti (1878), Oxford, Asmolean Museum.
M. Ludovico Dolce, Dialogo nel quale si ragiona del modo di accrescere e conservar memoria, Venezia 1562.
Meglio scrivere un libro importante nel deserto che diventare celebri per equivoco. Il poeta che non ha mai somigliato a una sorgente che dal profondo soltanto deriva il suo riso e le lacrime, perché non si è messo piuttosto un berretto di piume di gallo, non regge un uovo sul naso e non danza sui bicchieri?
Margherita Guidacci
La seconda edizione, riveduta e accresciuta, di questo volume che integra definitivamente l’opera poetica di Margherita Guidacci, riunisce con cura filologica e bio-bibliografica l’intero corpus poetico della poetessa fiorentina: dalle acerbe ma già personali Prime del 1939-40, maturate nell’ambiente “ermetico” di formazione, al folgorante esordio del 1946 con La sabbia e l’angelo, alla tragica “discesa agli Inferi” di Neurosuite (1970) e all’epifania amorosa dell’Inno alla gioia (1983), fino al postumo e testamentario Anelli del tempo (1993). Dall’arco cinquantennale delle raccolte e delle molte “disperse” ritrovate e riunite, balza con singolare e scolpita coerenza una delle figure più alte e limpide del nostro Novecento poetico, intrisa di vaste e profonde consonanze europee (Guidacci fu traduttrice empatica ed eclettica, soprattutto dai prediletti Donne, Dickinson ed Eliot, ma anche da Guillén e da poeti slavi e cinesi). Si staglia qui con assolutezza la voce oggettiva, austera e tenera a un tempo, di una “Sibilla” classica e cristiana, dall’ethos intimamente civile e religioso ma non confessionale né omologabile a ortodossie ideologiche o letterarie, fedele solo alla sua “crescita” interiore e cosmica.
Men’s curiosity searches past and future And clings to that dimension. But to apprehend The point of intersection of the timeless With time, is an occupation for the saint – No occupation either, but something given And taken, in a lifetime’s death in love, Ardour and selflessness and self-surrender.
La curiosità dell’uomo scruta il passato e il futuro, Si aggrappa a quella dimensione. Ma comprendere Il punto in cui l’eterno s’interseca col tempo È occupazione da santi, anzi nemmeno occupazione, Ma qualcosa che viene dato e preso In una morte d’amore che è di tutta la vita, Ardore ed altruismo e abnegazione.
***
Traduzione di Margherita Guidacci
M. Ludovico Dolce, Dialogo nel quale si ragiona del modo di accrescere e conservar memoria, Venezia 1562.
La mia (vera) casa assomiglia sempre di più ad una “casa di carta”. Ilaria Rabatti
Carlos María Domínguez, La casa di carta, Sellerio, 2011
«…il lettore è un viaggiatore che si muove in un paesaggio già scritto. Un paesaggio infinito. L’albero è già stato scritto, e la pietra, e il vento fra i rami, e la nostalgia di quei rami e l’amore cui prestarono la loro ombra. E non conosco gioia più grande che percorrere, in poche ore, un tempo umano che altrimenti mi sarebbe estraneo… Non basta una vita… una biblioteca è una porta nel tempo». (C. M. Domínguez)
Nella mia vita di appassionata lettrice ho maturato la certezza che un buon libro lascia sempre al lettore l’impressione di leggere qualcosa della propria esperienza personale.
Sarà forse perché amo respirare l’aria dei libri, o perché, col passare degli anni, la mia (vera) casa assomiglia sempre di più ad una “casa di carta”, che ho trovato folgorante il racconto, a tratti surreale, a tratti amaramente ironico, dello scrittore argentino Carlos María Dominguez, La casa di carta, scritto nel 2002, ma tradotto e pubblicato in Italia da Sellerio solo dopo un decennio, nel 2011. Attraversa la storia – che è anche un viaggio intorno al leggere – una tensione in forma di domanda, comune, mi pare, a tanta parte della letteratura argentina più recente (da Borges, a Manguel, a Piglia) sulla natura e l’essenza misteriosa del lettore.
Il protagonista indiretto della narrazione, Carlos Brauer, è un personaggio indimenticabile, con una totale aspirazione all’intimità e all’isolamento creativo. Lettore “puro”, assoluto (qualcuno lo definirebbe, troppo facilmente, compulsivo), egli intende il leggere non solo come un’attività, ma come una forma di vita che è al contempo difesa dalla vita e rifugio di fronte all’ostilità del mondo.
Ma Carlos Brauer è anche un geniale costruttore di cataloghi. Arrivato a raccogliere nella sua casa più di ventimila volumi, egli si porrà il problema della gestione e della disposizione dei libri nella sua biblioteca, risolvendo la “spinosa” questione delle “affezioni” – ovvero, mai collocare vicine le opere di autori che non si sopportano, come Borges e García Lorca; Marlowe e Shakespeare; Martin Amis e Julian Barnes; Vargas Llosa e García Márquez – elaborando un sistema aperto, basato sui numeri frattali, con cui poter modificare in ogni momento la collocazione dei volumi secondo criteri dinamici, ma ipotetici, «perché in fin dei conti nulla è più volubile delle valutazioni letterarie».
Sarà la drammatica (e metaforica) perdita in un incendio del catalogo – efficace ed ordinata sintesi, per tutti noi bibliofili, della realtà, la mappa che ci guida nella confusione della vita – a modificare definitivamente le sue prospettive e ad indurlo a trasferirsi, con i suoi libri, in un luogo sperduto «senza mezze tinte, né anestesia, né distrazioni, né consolazione» ai confini del mondo, sulla spiaggia di Rocha (Uruguay), dove poi maturerà la scelta con cui riscatterà la sua esistenza…
Il racconto, di cui volutamente taccio l’epilogo per non togliere al lettore il gusto della sorpresa finale, è innescato da una breve storia d’amore vissuta dal protagonista, di cui resta traccia in una dedica sul frontespizio di una copia de La linea d’ombra di Joseph Conrad, romanzo che mi pare splendidamente evocare un altro tema centrale della storia di Domínguez: quello del passaggio alla maturità del protagonista che si configura con il superamento della “propria” linea d’ombra attraverso un atto di amore estremo e assoluto.
«L’attesa appartiene al corpo, mentre la speranza appartiene all’anima».
“Dire la verità? Parole torturate finché non si arrendono al loro esatto opposto; Democrazia, Libertà, Progresso, quando vengono rimandate nelle loro celle, sono incoerenti. Poi ci sono altre parole, Imperialismo, Capitalismo, Schiavitù, alle quali è negato l’ingresso, che vengono ricacciate indietro a ogni posto di frontiera, e i cui documenti sono confiscati e consegnati a impostori come Globalizzazione, Libero Mercato, Ordine naturale.
Soluzione: la lingua notturna dei poveri. Chi la usa riesce a dire e avere qualche verità”.
“Oggi servirsi del vocabolario tradizionale, usato dai potenti e dai media, non fa che aumentare l’oscurità e la desolazione in cui siamo immersi. Il che significa essenzialmente rimanere in silenzio. Significa scegliere le voci a cui vogliamo unirci”.
***
*
Ogni libro ha la sua voce, il suo respiro.
E quando leggo un libro avverto subito, fin dalle prime righe, se a quel respiro può unirsi anche il mio, se quella storia mi vuole o non mi vuole come lettrice. Se non mi vuole, preferisco rinunciare subito… ma se mi accoglie, sento il mio respiro intercettare quello dei protagonisti del racconto, e di colpo io sono dentro la storia è la storia è dentro di me…
Con il libro di John Berger, Da A a X, lettere di una storia, “lieve e incandescente” romanzo d’amore in forma epistolare è accaduto proprio così; e fin dalle prime pagine ho sentito subito di “essere dentro” quella palpitante vicenda esistenziale, come se il “flusso sanguigno” del racconto si congiungesse misteriosamente al flusso sanguigno della mia stessa storia di vita e ne vivificasse alcuni passaggi. Dice John Berger – critico acuto e sottile della cultura contemporanea e delle dinamiche sociali e politiche della globalizzazione, ma soprattutto scrittore militante che fa della letteratura uno dei principali strumenti per indagare e difendere i sentimenti più intimi dell’uomo – che «quando una storia ci colpisce e ci commuove, essa genera qualcosa che diventa, o può diventare, una parte essenziale di noi, e che questa parte, piccola o ampia che sia, è, per così dire, la sua discendenza o prole».
Ma per Berger, che ama definirsi storyteller – ovvero, insieme, ascoltatore e narratore di storie, dove, cioè, la capacità di ascoltare è la premessa sostanziale alla narrazione – non solo di ascolto è fatta la narrazione ma anche di sguardi, ovvero di un particolare, “inquieto” modo di guardare e di interrogarsi, che costituisce la sua cifra di scrittore, assolutamente appartato e solitario. Superati gli ottantasette anni, da sempre impegnato a denunciare lo stato di oppressione violenta in cui è tenuta la Palestina dalle truppe di occupazione israeliane, Berger è ancora uno “scrittore contro”, che reclama la disobbedienza e la lotta; probabilmente, come sottolinea Belpoliti, «l’ultimo scrittore politico europeo in circolazione, in ogni caso l’unico che sia rimasto testardamente legato a una lettura realista e insieme poetica del mondo, l’unico che somigli per passione e insistenza a PierPaolo Pasolini, di cui continua lo spirito profetico in un’età in cui gli intellettuali si sono trasformati in consulenti, opinion maker, brillanti tornitori delle viti del presente».
Ricorrendo al tradizionale espediente narrativo, quello del “ritrovamento” di carte manoscritte, nella premessa al romanzo Berger ci avverte di essere riuscito a mettere le mani su alcuni pacchi di lettere, che appartengono (o sono appartenute?) ad un prigioniero, Xavier, condannato a due ergastoli per presunte attività terroristiche. Le lettere sono state scritte dalla sua compagna A’ida, che, sfidando la sorda giustizia del più forte che lavora sull’amnesia dei sentimenti e la perdita di contatto con la realtà, colma la distanza con l’amato attraverso ponti di parole che evocano ricordi e raccontano i dettagli di una vita quotidiana a lui ormai per sempre negata: dal lavoro in farmacia, alle visite alla vecchia madre di lui, alle riunioni politiche clandestine coni “resistenti”, all’angoscia di una precaria sopravvivenza in un villaggio occupato dall’esercito, presente con i suoi caccia ed i suoi elicotteri.
Insieme alle sue attente osservazioni sul quotidiano, che la portano di continuo ad interrogarsi su ciò che accade sotto i suoi occhi, con un atto di fede profondissimo nel potere dell’amore di sconfiggere il tempo, A’ida compone per Xavier – di cui non abbiamo le risposte, ma solo alcune riflessioni di politica internazionale appuntate sul retro delle lettere di lei – uno struggente canto dell’attesa e del desiderio: «Prima che ti prendessero, pensavo poco al futuro. I nostri genitori avrebbero detto che lottavamo per il futuro. Non noi. Noi stavamo combattendo per rimanere noi stessi. Da quando ti hanno preso, il futuro è costantemente con me, perché ti aspetto […] C’è un enorme differenza tra speranza e attesa. All’inizio credevo fosse una questione di durata, che la speranza consistesse nell’aspettare qualcosa di più lontano. Mi sbagliavo. L’attesa appartiene al corpo, mentre la speranza appartiene all’anima. La differenza è tutta qui. […] Ho scoperto qualcosa di più. L’attesa di un corpo può durare quanto qualsiasi speranza. Come la mia che aspetta il tuo».
L’opposto dell’amore infatti, sembra dirci Berger, non è l’odio, ma la separazione, che nel romanzo è rappresentata dalle mura del carcere, che A’ida cerca d’abbattere con la forza, la passione dei suoi sentimenti, resistendo e lottando, in primo luogo contro se stessa, contro la tentazione dell’acquiescenza e dell’oblio, affidando talvolta ai disegni – disegni di mani (realizzati dallo stesso Berger), che compiono azioni con movenze diverse perché «tutte le storie sono anche storie delle mani» – ciò che le parole non riescono a dire: «i disegni offrono ospitalità all’invisibile compagnia che è al nostro fianco […] non piangono la distanza, ma rispondono a una sola parola: QUI».
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