Antoine De Saint-Exupéry (1900-1944) – Rispetto dell’Uomo! Rispetto dell’Uomo! … Ecco la pietra di paragone! Una civiltà si fonda prima di tutto nella sostanza.

Rispetto

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«Rispetto dell’Uomo! Rispetto dell’Uomo! … Ecco la pietra di paragone! Quando il nazista rispetta esclusivamente chi gli somiglia, non rispetta altro che se stesso. Egli rifiuta le contraddfizioni creatrici, rovina ogni speranza di ascesa e fonda per mille anni, al posto di un uomo, il robot di un termitaio.
L’ordine per l’ordine castra l’uomo del suo potere essenziale, che è di trasformare sia il mondo che se stesso.

La vita crea l’ordine, ma l’ordine non crea la vita.

[…] Riconosciamo essere dei nostri anche quelli diversi da noi.

Ma quale strana parentela! Si fonda sull’avvenire, non sul passato. Sul fine, non sull’origine. Siamo l’uno per l’altro come dei pellegrini che, per sentieri diversi, procedono a stento verso lo stesso appuntamento.

Ma ecco che oggi il rispetto dell’uomo, condizione della nostra ascesa, è in pericolo. I cedimenti del mondo moderno ci hanno spinto nelle tenebre. […]

Il viaggiatore che valica la sua montagna nella direzione d’una stella, se si lascia troppo assorbire dai suoi problemi di scalata rischia di dimenticare quale stella lo guida. Se agisce solo per agire non andrà da nessuna parte. […] Così se mi irrigidisco in qualche passione partigiana, rischio di dimenticare che una politica ha senso solo a condizione di essere al servizio di un’evidenza spirituale. Abbiamo assaggiato, in momenti miracolosi, una certa qualità delle relazioni umane: questa è per noi la verità.

Qualunque sia l’urgenza dell’azione ci è vietato dimenticare la vocazione che deve comandarla, in caso contrario quell’azione resterà sterile. Vogliamo fondare il rispetto dell’uomo. […] Io posso combattere, in nome della mia strada, la strada scelta da un altro. Posso criticare i passi della sua ragione. I passi della ragione sono incerti. Ma devo rispettare quell’uomo, sul piano dell Spirito, se lui si affanna verso la sua stella.

Rispetto dell’Uomo! Rispetto dell’Uomo! […]
Se il rispetto dell’uomo è fondato nel cuore degli uomini, essi finiranno proprio per fondare di rimando un sistema sociale, politico o economico che consacrerà quel rispetto.
Una civiltà si fonda prima di tutto nella sostanza».

Antoine De Saint-Exupéry, Lettera a un ostaggio. Bisogna dare un senso alla vita degli uomini (1943), Elliot Edizioni.

Risvolto di copertina
Insieme a “Terra degli uomini”, “Lettera a un ostaggio” rappresenta il punto più alto dell’opera di Saint-Exupéry sia sotto il profilo letterario ed emozionale che nella visione filosofica della vita, che può riassumersi nell’affermazione: “Non c’è che un problema, uno solo, in tutto il mondo: restituire agli uomini un significato spirituale”. Scritta durante il suo viaggio d’esilio verso gli Stati Uniti, in fuga dalla Francia occupata, pensando a Leon Werth, l’amico a cui aveva dedicato “II Piccolo Principe”, “Lettera a un ostaggio” nasce dalla preoccupazione dell’autore per il pericolo di un esasperarsi dell’intolleranza che la guerra aveva portato alla luce. Dietro il filo dei pensieri, si sviluppa una linea melodica costante che ha per guida l’immagine del sorriso, reso possibile dalla coscienza e dall’impegno a essere in ogni momento quello che si è, per se stessi e per la comunità in cui si è inseriti. Questo testo è stato definito “il poema della restaurazione del sorriso”. Dello stesso tenore è il secondo scritto contenuto in questo volume, bisogna dare un senso alla vita degli uomini, che fa parte di una raccolta di saggi intitolata “La pace o la guerra”, pubblicata originariamente su “Paris Soir” all’inizio dell’ottobre 1938.

 


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Nikolaj Gavrilovič Černyševskij (1828-1889) – Bellezza è la vita come dovrebbe essere nella intera realtà, al punto di diventare necessità.

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Che Fare?

«Bellezza è la vita come dovrebbe essere
nella intera realtà,
al punto di diventare necessità. […]
E l’amore, tu lo sai,
non è che il desiderio di veder felice chi si ama.
Ora, senza libertà non esiste amore».

 

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Nikolaj Gavrilovič Černyševskij, Che fare?, Introduzione di Eleonora Fiorani e Francesco Leonetti. Traduzione di Federico Verdinos, Garzanti, 1974 (2004).

Risvolto di copertina

Mosso dalla sua opposizione all'idealismo, Cernysevskij pose alla base del romanzo Che fare? il rapporto uomo-donna inteso come rapporto basilare della società, attraverso il quale filtrò e analizzò i problemi del vivere sociale: uguaglianza tra i sessi, organizzazione del lavoro, analisi critica delle convenzioni. Questo romanzo sociale, scritto nel 1863 nella fortezza di Pietro e Paolo a Pietroburgo – dove lo scrittore era stato rinchiuso per la sua attività e i suoi scritti critici sovversivi – ebbe una straordinaria efficacia rivoluzionaria, specie tra i giovani. Fu conosciuto attraverso copie clandestine e apparve integralmente e pubblicamente solo nel 1905.

 


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Josè Saramago (1922-2010) – Mi lascia indifferente il concetto di felicità, ritengo più importanti la serenità e l’armonia

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«Mi lascia indifferente il concetto di felicità, ritengo più importanti la serenità e l’armonia. Il concetto di felicità presuppone che uno sia contentissimo, che se ne vada in giro ridendo, abbracciando tutti, dicendo sono felice, che meraviglia. È chiaro che anche un mal di denti gli toglierà la gioia e, quindi, la felicità.
Penso che la serenità sia una cosa diversa. La serenità ha molto dell’accettazione, ma include anche un certo autoriconoscimento dei propri limiti.
Vivere in armonia non significa non avere conflitti, ma poter convivere con gli stessi serenamente».

Josè Saramago

 


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György Lukács (1885 – 1971) – Il fuoco che arde nell’anima partecipa all’essenza delle stelle. Perché il fuoco è l’anima di ogni luce, e nella luce si avvolge il fuoco.

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«Il romanzo è la forma dell'avventura [...];
il suo contenuto è la storia di un'anima
che si mette in cammino per conoscersi,
che cerca l'avventura per mettersi alla prova,
per trovarvi, confermando se stessa,
la propria essenzialità».

György Lukács

 

Teoria del romanzo

Teoria del romanzo

 

 

«Felice il tempo nel quale la volta stellata è la mappa dei sentieri praticabili e da percorrere, che il fulgore delle stelle rischiara. Ogni cosa gli è nuova e tuttavia familiare, ignota come l’avventura e insieme certezza inalienabile. Il mondo è sconfinato e in pari tempo come la propria casa, perché il fuoco che arde nell’anima partecipa all’essenza delle stelle; come la luce del fuoco, così il mondo è nettamente separato dall’io, epperò mai si fanno per sempre estranei l’uno all’altro. Perché il fuoco è l’anima di ogni luce, e nella luce si avvolge il fuoco. Così ogni atto dell’anima riceve un senso e giunge al compimento entro questa duplicità: esso è compiuto nel senso e compiuto per i sensi, è perfetto perché l’anima riposa in se stessa mentre muove all’azione; è perfetto, ancora, perché il suo agire si stacca da essa e, fattosi autonomo, perviene al proprio centro e si iscrive in un suo conchiuso ambito».

György Lukács, Teoria del romanzo, SE.

 


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Søren Kierkegaard (1813-1855) – Occorre essere sinceri di fronte alla possibilità

Il concetto dell'angoscia

«[…] soltanto chi è formato dalla possibilità, è formato secondo la sua infinità. Perciò la possibilità è la più pesante di tutte le categorie. Veramente si sente dire spesso il contrario, che la possibilità è così lieve e la realtà invece tanto pesante. Ma da chi si sentono fare tali discorsi? Da alcuni uomini miserabili, che non hanno mai saputo che cosa sia la possibilità, e avendo dimostrato la realtà che costoro non sono buoni a nulla, si son rifatta a furia di menzogne una possibilità che fu così bella, così affascinante; alla base di questa possibilità sta tutt’al più un po’ di presunzione giovanile di cui sarebbe meglio vergognarsi.
Di solito la possibilità di cui si dice che è così lieve, si intende come possibilità di felicità, di fortuna, ecc. Ma questa non è affatto la possibilità; questa è una invenzione fallace che gli uomini, nella loro corruzione, imbellettano per avere almeno un pretesto di lamentarsi della vita e della Provvidenza e per avere un’occasione di farsi importanti ai propri occhi.
No, nella possibilità tutto è ugualmente possibile e chi fu realmente educato mediante la possibilità, ha compreso tanto il lato terribile quanto quello piacevole. Se un tale esce dalla scuola delle possibilità sapendo […] che

, […] si ricorderà che essa [la realtà] è molto più leggera di quanto non fosse la possibilità.
È soltanto in questo modo che la possibilità può formare; perché la finitezza e le condizioni finite nelle quali è assegnato all’individuo il suo posto, siano esse piccole e comuni o di grandezza storica, formano soltanto in un modo finito; si può sempre ingannarle, sempre ricavarne un’altra cosa, sempre mercanteggiare, sempre svignarsela in qualche punto, sempre tenersene un po’ fuori, sempre evitare di imparare da loro qualche principio di valore assoluto.
Per imparare così l’individuo deve avere di nuovo la possibilità in sé e formare da sé quello da cui deve imparare […].
Ma perché un individuo sia formato così assolutamente e infinitamente mediante la possibilità, egli deve essere sincero di fronte alla possibilità e deve avere fede. Per fede io intendo qui quello che una volta Hegel, a modo suo, determina molto giustamente: la certezza interiore che anticipa l’infinito».

Søren Kierkegaard, Il concetto dell’angoscia. La malattia mortale, Sansoni, Firenze 1965, pp. 194-195.

 


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Rainer Maria Rilke (1875 – 1926) – La pazienza è tutto

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Rilke, Lettere a un giovane poeta

 

«Aspettate con umilità e con pazienza l’ora della nascita di un nuovo chiarore. […] Il tempo, qui, non è una misura. Un anno non conta. Dieci anni non sono niente. Essere artisti non vuol dire contare, vuol dire crescere come l’albero che non sollecita la sua linfa, che resiste fiducioso ai grandi venti della primavera, senza temere che l’estate possa non venire. L’estate viene. Ma non viene che per quelli che sanno attendere, tanto tranquilli e aperti che se avessero l’eternità davanti a loro. Lo imparo tutti i giorni a prezzo di sofferenze che benedico: la pazienza è tutto“.

Rainer Maria Rilke, Lettere a un giovane poeta.

Rilke nel 1901, ritratto da Helmuth Westhoff.

Rilke nel 1901, ritratto da Helmuth Westhoff.

 


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Thomas Mann (1875 – 1955) – L’arte è come se ricominciasse ogni volta da capo. Essa non minaccia la vita poiché è creata per dare alla vita la vita dello spirito. È alleata del bene, e nel suo fondo vi è la bontà. Nata dalla solitudine, il suo effetto è il ricongiungimento.

«L’arte, nelle sue realizzazioni ed espressioni individuali, è come se ricominciasse ogni volta da capo, come se, indossata la maschera dell’ingenuità, inconsapevole di sé, senza conoscersi o, per meglio dire, senza riconoscersi, facesse, ogni volta di nuovo e come per un caso fortuito e irripetibile, il proprio ingresso nella vita. Ogni sua apparizione è un caso unico, specialissimo e di impronta eminentemente personale, e per colui che lo rappresenta risulta assai arduo sussumerlo alla grande idea generale dell’arte; anzi, sulle prime non gli viene neppure in mente di farlo. […]

L’arte non minaccia la vita con gelido pugno demoniaco, poiché essa è creata per dare alla vita la vita dello spirito. Essa è alleata del bene, e nel suo fondo vi è la bontà, affine alla saggezza e ancor più vicina all’amore. Volentieri essa induce gli uomini al riso, ma ciò che suscita in loro non è mai una risata di scherno, bensì una letizia in cui l’odio e la stupidità si dissolvono, una letizia che libera e che ricongiunge.
Nata ogni giorno di nuovo dalla solitudine, il suo effetto è il ricongiungimento. Essa è l’ultima a nutrire illusioni riguardo alla propria influenza sul destino umano. Spregiatrice di ciò che è cattivo, non è mai stata in grado di arrestare la vittoria del male; sempre tesa ad attribuire un senso, non ha mai impedito le più sanguinose insensatezze.
Essa non è una forza, è soltanto una consolazione.
E tuttavia; gioco profondissimamente serio, paradigma di ogni aspirazione al compimento, essa è stata data come compagna all’umanità sin dall’inizio, e mai quest’ultima potrà distogliere del tutto dall’innocenza dell’arte il proprio occhio ottenebrato dalla colpa».

Thomas Mann, L’artista e la società, in Id., Nobiltà dello spirito e altri saggi, Mondadori, 2015, pp. 1614, 1626.

 


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Maura Del Serra – I LIBRI ed altro

I LIbri di M. Del Serra

Poesia

 

***   Preludio in voce   ***

Al popolo della pace, testo e voce di Maura del Serra

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Ladder of Oaths

Ladder of Oaths

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Scala dei giuramenti

Scala dei giuramenti

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Tentativi di certezza

Tentativi di certezza

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Voce di voci

Voce di voci

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Canti e pietre

Canti e pietre

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Scintille

Scintille

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Infinito presente

Infinito presente

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Infinite Present

Infinite Present

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L'opera del vento

L’opera del vento

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Adagio con fuoco

Adagio con fuoco

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Congiunzioni

Congiunzioni

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L'età che non dà ombra

L’età che non dà ombra

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Za solecem i nociju vosled

Za solecem i nociju vosled

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Aforismi

Aforismi

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Elementi

Elementi

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Dietro-il-sole-e-la-notte_b

Dietro il sole e la notte

 

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Corale

Corale

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Sostanze

Sostanze

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senza niente

senza niente

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Concordanze

Concordanze

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Meridiana

Meridiana

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La gloria oscura

La gloria oscura

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L'arco

L’arco


Teatro

 

Teatro

Teatro

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La vita accanto

La vita accanto

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Guerra di sogni

Guerra di sogni

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La fonte ardente

La fonte ardente

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Andrej Rubliòv

Andrej Rubliòv

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Eraclito. Due risvegli

Eraclito. Due risvegli

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Isole. Poema scenico

Isole. Poema scenico

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Scintilla d'Africa

Scintilla d’Africa

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Agnodice

Agnodice

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Dialogo Natura e Anima

Dialogo Natura e Anima

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Rosens ande

Rosens ande

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Lo spettro della rosa

Lo spettro della rosa

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La fenice

La fenice

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La Minima

La Minima

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L'albero delle parole

L’albero delle parole


Critica

 

Una rara pietà

Una rara pietà

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Simone Weil. 'intelligenza della santità

Simone Weil: l’intelligenza della santità

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Di poesia e d'altro, III

Di poesia e d’altro, III

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Di poesia e d'altro, II

Di poesia e d’altro, II

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Di poesia e d'altro, I

Di poesia e d’altro, I

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Crescita e costruzione. Immagini del giardino

Crescita e costruzione. Immagini del giardino

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Le foglie della sibilla

Le foglie della sibilla. Scritti su Margherita Guidacci

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L'uomo comune. Claudellismo e passione ascetica in Jahier

L’uomo comune. Claudellismo e passione ascetica in Jahier

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Clemente Rebora. Lo specchio e il fuoco

Clemente Rebora. Lo specchio e il fuoco

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Giovanni Pascoli

Giovanni Pascoli

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Ungaretti

Ungaretti

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Dino Campana

Campana

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L'immagine aperta

L’immagine aperta

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Mostra bio.bibliografica su Dino Campana

Mostra bio-bibliografica su Dino Campana


Traduzioni

 

 

R. Ughetto, Poesie

R. Ughetto, Poesie

 

R. Tagore-V. Ocampo, Non posso tradurre il mio cuore

R. Tagore –  V. Ocampo, Non posso tradurre il mio cuore

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Tagore, Ricordi di vita

Tagore, Ricordi di vita

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Cicerone, Manualetto elettorale

Cicerone, Manualetto elettorale

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K. Mansfield, Poesie e prose liriche

K. Mansfield, Poesie e prose liriche

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Mansfield, Tutti i racconti

K. Mansfield, Tutti i racconti

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D. Barnes, Disincanto

D. Barnes, Disincanto

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Victor Segalen, Odi

Victor Segalen, Odi

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Le poesie di Simone Weil

Le poesie di Simone Weil

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F. Thompson, Il Segugio del Cielo

F. Thompson, Il Segugio del Cielo

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Orlando n

V. Woolf, Orlando

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V. Woolf, Orlando

V. Woolf, Orlando

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V. Woolf, Orlando

V. Woolf, Orlando

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tutti-i-racconti-10_4349_

K. Mansfield, Tutti i racconti

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K. Mansfield, Tutti i racconti

K. Mansfield, Tutti i racconti

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K. Mansfield. Tutti i racconti

K. Mansfield. Tutti i racconti

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Una stanza

V. Woolf, Una stanza tutta per sé

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V. Woolf, Una stanza tutta per sé

V. Woolf, Una stanza tutta per sé

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V. Woolf, Una stanza tutta per sé

V. Woolf, Una stanza tutta per sé

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Molto rumor per nulla

W. Shakespeare, Molto rumor per nulla

 

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Shakespeare molto-rumore-per-nulla_1479_

W. Shakespeare, Molto rumore per nulla

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W. Shakespeare, Molto rumore per nulla

W. Shakespeare, Molto rumore per nulla

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M. Hamburger, Taccuino di un vagabondo europeo

M. Hamburger, Taccuino di un vagabondo europeo

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E. LASKER-SCHÜLER, Caro cavaliere azzurro

E. LASKER-SCHÜLER, Caro cavaliere azzurro

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Vi. Woolf, Le onde

Vi. Woolf, Le onde

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M. Proust, Alla ricerca del tempo perduto

M. Proust, Alla ricerca del tempo perduto

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G. Herbert, Corona di lode

G. Herbert, Corona di lode

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E. Lasker-Sculer, Ballate ebraiche e altre poesie

E. Lasker-Schuler, Ballate ebraiche e altre poesie

 

 

Curatele

 

 

Kore. Iniziazioni femminili

Kore. Iniziazioni femminili

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M. Guidacci, Le poesie

M. Guidacci, Le poesie

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Poesia e lavoro

Poesia e lavoro

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Egle Marini, La parola scolpita

E. Marini, La parola scolpita

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G. Boine, La città

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Gianna Manzini, Bestiario

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P. Parigi, Noi lenti e le stelle

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Filastrocche della nonna

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Leggi anche:

 

Pagine di Maura Del Serra – Indice – Nuovo Rinascimento

Maura Del Serra – Adattamento teatrale de “La vita accanto” di Mariapia Veladiano

Maura Del Serra, Franca Nuti – Voce di Voci. Franca Nuti legge Maura Del Serra.

Intervista a Maura Del Serra. A cura di Nuria Kanzian. «Mantenersi fedeli alla propria vocazione e all’onestà intellettuale, senza cedere alle lusinghe di un facile successo massmediatico»

Maura Del Serra – Il lavoro impossibile dell’artigiano di parole

Maura Del Serra – La parola della poesia: un “coro a bocca chiusa”

Maura Del Serra, «Teatro», 2015, pp. 864

Maura Del Serra – Quadrifoglio in onore di Dino Campana

 


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John Berger – L’attività dei ricchi è costruire muri, compreso il muro del denaro. La strategia della resistenza è questa …

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«L’attesa appartiene al corpo, mentre la speranza appartiene all’anima».
J. Berger

Da A a X. Lettere di una storia

Da A a X.

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Risvolto di copertina

Che cosa fa la scrittura se non convocare gli assenti, riportare a noi chi è lontano, trattenere al nostro fianco i morti e i non ancora nati, tessere e ritessere il nostro passato, immaginare il futuro e le persone con cui vorremmo condividerlo? A'ida, la A del titolo di questo romanzo d'amore lieve e incandescente, duro e gioioso, scrive per non arrendersi alla separazione. Perché l'opposto dell'amore non è l'odio, ma il distacco, che cancella i corpi e sbarra l'orizzonte al qui e ora della vita, ai suoi dolcissimi "nel frattempo". X, Xavier, l'uomo amato, è in carcere, condannato a due ergastoli per presunte attività terroristiche. La sorda giustizia del più forte lavora sui sensi, sulla progressiva perdita di contatto con il reale, sull'amnesia dei sentimenti. Mira a disconnettere, a creare dei vuoti di memoria, a cancellare. A la combatte scrivendo le lettere stupefacenti che fanno da spina dorsale a un romanzo che sembra arrivare dalle periferie dolenti del mondo contemporaneo e insieme dal suo cuore malato. Scrive per vivere e far vivere a X non solo il loro amore "interrotto", ma i progetti, i desideri e le speranze che li hanno uniti e - attraverso un vero e proprio miracolo narrativo - il senso atmosferico della realtà, della natura, dei corpi e delle voci che non possono più raggiungerlo se non grazie a lei e alla sua capacità di fargli sperimentare la vita attraverso il racconto.

 

«Parole torturate

Dire la verità? Parole torturate finché non si arrendono al loro esatto opposto. Democrazia, Libertà, Progresso, quando vengono rimandate nelle loro celle, sono incoerenti. Poi ci sono altre parole, Imperialismo, Capitalismo, Schiavitù, alle quali è negato l’ingresso, che vengono ricacciate indietro ad ogni posto di frontiera e i cui documenti sono confiscati e consegnati a impostori come Globalizzazione, Libero Mercato, Ordine Naturale.

Soluzione: la lingua notturna dei poveri. Chi la usa riesce a dire e avere qualche verità.

 

La strategia della resistenza è questa...

Il nemico non può essere affrontato in modo diretto. Avvicinato frontalmente, è invincibile. Avvicinato frontalmente, non si può che riconoscerlo vincitore. Per continuare a essere vincitore il nemico ha bisogno di nuovi nemici frontali. Dal momento che non esistono, li inventa. La aspettiamo come la nostra occasione per innumerevoli attacchi laterali. La strategia della resistenza è questa… I poveri sono collettivamente inafferabili. Non sono soltanto la maggioranza del pianeta, sono dappertutto, e anche il più piccolo evento parla in qualche modo di loro. Di conseguenza l’attività dei ricchi è costruire muri: muri di cemento, di sorveglianza elettronica, sbarramenti missilistici, campi minati, frontiere armate, disinformazione mediatica, e infine il muro del denaro …».

            John Berger, Da A a X. Lettere di una storia.

 

Ilaria Rabatti – Un libro di John Berger: «Da A a X. Lettere di una storia»

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Philippe Jaccottet – La pazienza che significa aver vissuto, aver pensato, aver “resistito”

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Risvolto di copertina

La ciotola del pellegrino è insieme un'opera di poesia, un saggio sulla pittura di Giorgio Morandi e una meditazione sulla pazienza e la concentrazione, nell'arte e nella vita. Se è vero, come diceva Kafka, che tutti gli errori umani sono frutto d'impazienza, allora queste poche ma intense pagine di Jaccottet potrebbero essere molto utili. E se è vero che questa è l'epoca della dispersione, della dissipatezza, allora queste pagine potrebbero anche essere interpretate come un invito a resistere allo spirito del tempo: «Come se qualcosa meritasse ancora di essere tentata, persino al termine di una così lunga storia, come se tutto non fosse assolutamente perduto e si potesse ancora fare altro che gridare, balbettare di paura o, peggio, tacere». Ma il punto centrale rimane un altro, e cioè l'enigma delle emozioni suscitate dalle opere del pittore, che è poi uno dei modi in cui si declina l'enigma dell'esistenza di quell'universo naturale che Jaccottet insegue da sempre con gli strumenti della poesia.

 

 

«[…] la bella parola “pazienza” […] che ti fa pensare alla pazienza dei vecchi contadini […]. La pazienza che significa aver vissuto, aver pensato, aver “resistito” con modestia, sopportazione, ma senza indifferenza, né disperazione; come se, dentro questa pazienza, si attendesse nonostante tutto una sorta di arricchimento; quasi che la pazienza permettesse di impregnarsi sordamente dell’unica luce che conta».

 

Philippe Jaccottet, La ciotola del pellegrino (Morandi), traduzione di Fabio Pusterla, Bellinzona, Casagrande, 2007.

 

 


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