Copertine e schede editoriali (251-260) – Giovanni Stelli, Margherita Guidacci, Margherita Pieracci Harvell, Alessandro Monchietto, Domenico Segna, Piotr Zygulski, Salvatore A. Bravo, Elena Irrera, Armando Marozzi, Claudia Baracchi, Enrico Berti, Barbara Botter, Matteo Cosci, Silvia Fazzo, Arianna Fermani, Giovanna R. Giardina, Carmelo Vigna, Marcello Zanatta, Luca Grecchi, Franco Toscani, Diego Fusaro, Diego Melegari.

251-260

251
Giovanni Stelli, Tre lezioni sulla politica di Aristotele. ISBN 978-88-7588-169-6, 2016, pp. 112, 140×210 mm., Euro 13, Collana “il giogo” [66]. In copertina: Processione panatenaica, blocco VI, rilievo del fregio est del Partenone (Museo dell’Acropoli di Atene) – Fidia (bottega) – 442-438 a.C.

 252
Margherita Guidacci Margherita Pieracci Harvell, Specularmente. Lettere, studi, recensioni. A cura di Ilaria Rabatti. ISBN 978-88-7588-173-3, 2016, pp. 144, 140×210 mm., Euro 15, Collana “Egeria” [18]. In copertina: Lucio Fontana, Concetto Spaziale, Le Chiese di Venezia, 1961.

253
Irene Ginanni Edi NataliDiego PancaldoAntonella Spitaleri Fausto Tardelli, Ordo Amoris. ISBN 978-88-7588-150-4, 2016, pp. 128, 140×210 mm., Euro 13. In copertina: Auguste Rodin, L’eterna primavera, ca. 1884.

254
Alessandro Monchietto (a cura di), Invito allo straniamento. II. Costanzo Preve marxiano. Contributi di: Andrea Bulgarelli, Oliviero Calcagno, Diego Fusaro, Luca Grecchi, Gianfranco La Grassa, Diego Melegari, Rodolfo Monacelli, Giacomo Pezzano, Francesco Ravelli, Franco Toscani. ISBN 978-88-7588-152-8, 2016, pp. 176 formato 140×210 mm., Euro 15 – Numero speciale di Koinè – Collana “Il giogo” [67]. In copertina: Costanzo Preve. In quarta di copertina: Dziga Vertov in una sovrimpressione sulla sua telecamera; Erwin Piscator entra nel Teatro Nollendorf, Berlino, 1929.

255
Domenico Segna, Un caso di coscienza. Giuseppe Gangale e “La Rivoluzione protestante”. ISBN 978-88-7588-154-2, 2016, pp. 128, 140×210 mm., Euro 15. In copertina: Busti di Giovanni Calvino nel Museo della Riforma a Ginevra.

256
Piotr Zygulski, Il meccanico del marxismo. Introduzione critica al pensiero di Gianfranco La Grassa. Postfazione di Augusto Illuminati. ISBN 978-88-7588-158-0, 2016, pp. 112, formato 140×210 mm., Euro 13 – Collana “Divergenze” [51]. In copertina: Saverio Mazzeo, Gianfranco La Grassa, meccanico del marxismo, 2016. Acrilico su tela.

257
Salvatore Antonio Bravo, L’ultimo uomo. ISBN 978-88-7588-160-3, 2016, pp. 80, 130×200 mm., Euro 8.
In copertina: Claude Lorrain, Veduta di Delfi con una processione sacrificale, part., 1650. Roma, Galleria Dodia Pamphilj.

258
Elena Irrera, Figure del bello nella filosofia di Aristotele ISBN 978-88-7588-162-7, 2016, pp. 64, formato 140×210 mm., Euro 7– Collana “Il giogo” [68]. In copertina: Immagine tratta da un video realizzato da Philip Scott Johnson. In alto, a sinistra: Scultura greca del periodo classico, part.

259
Armando Marozzi, Il ritorno del represso. Verso una nuova teoria dell’emancipazione.
ISBN 978-88-7588-161-1, 2016, pp. 416, formato 140×210 mm., Euro 25 – Collana “Divergenze” [52]. In copertina: Francisco Goya, Los fusilamientos del tres de mayo, Museo del Prado, Madrid.

260
Claudia Baracchi, Enrico Berti, Barbara Botter, Matteo Cosci, Silvia Fazzo, Arianna Fermani, Giovanna R. Giardina, Carmelo Vigna, Marcello Zanatta, Sistema e sistematicità in Aristotele, a cura di Luca Grecchi.

ISBN 978-88-7588-202-0, 2016, pp. 256, formato 140×210 mm., Euro 25– Collana “Il giogo” [69]. In copertina: Raffaello Sanzio, Scuola di Atene: Aristotele, Musei Vaticani, part.



M. Ludovico Dolce, Dialogo nel quale si ragiona del modo di accrescere e conservar memoria, Venezia 1562.
M. Ludovico Dolce, Dialogo nel quale si ragiona del modo di accrescere e conservar memoria, Venezia 1562.

Petite Plaisance – Pubblicazioni recenti

E-Books gratuiti

Maura Del Serra – «L’albero delle parole». La mia vita è stata un ponte per centinaia di vite, che mi hanno consumato e rinnovato, per loro libera necessità.

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«La mia vita è stata un ponte per centinaia di vite,
che mi hanno consumato e rinnovato, per loro libera necessità».
L’albero delle parole, p. 41.

285 Coperta


Nel cinquantesimo anniversario della morte di don Lorenzo Milani,
l’Editrice petite plaisance rende omaggio al Priore di Barbiana
pubblicando in 100 copie numerate la pièce teatrale
L’albero delle parole,
scritta nel 1987 da Maura Del Serra,
che ringraziamo per la cortese disponibilità,
e qui riproposta unitamente alla
Lettera ad una professoressa delle scuole medie
di Domenico Segna, scritta in questa occasione.


Maura Del Serra

L’albero delle parole.

Con uno scritto di Domenico Segna: Lettera ad una professoressa delle scuole medie.
ISBN 978-88-7588-184-9, 2017, pp. 64, formato 130×200 mm., Euro 10.
In copertina:
Elaborazione grafica del fotogramma di Andreas Kassel, 3XTonino, dedicato a T. Guerra, con l’inserimento dell’immagine di don Lorenzo Milani e dei suoi ragazzi di Barbiana.
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«Su tutte le sue fondamenta unite si regge la nostra piccola casa, che nessuna tempesta di dolore o di dubbi può sradicare, se non viene meno la potenza che l’ha fondata: e non verrà meno, neanche quando ognuno di noi sarà scomparso o portato lontano. Sulle antiche fondamenta, non più visibili ma ancora unite, quella potenza edificherà un’altra forma vivente, ricca di altri frutti, che nutriranno le generazioni».

L’albero delle parole, p. 49.

 

 

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L’albero delle parole, latamente ispirato alla figura e all’opera di Don Lorenzo Milani, ritrae con empatia di toni e linguaggi l’esperienza pedagogica ‘socratica’ di una comunità giovanile rurale nell’Italia degli anni Sessanta, nel suo epocale fervore innovativo e nel suo scontro con i poteri dominanti.

Il testo, accompagnato dall’appassionata denuncia epistolare di Domenico Segna, affronta, con la persuasiva profondità di visione ed il nitore espressivo tipici del “teatro della sostanza” di Maura Del Serra, alcune delle questioni individuali e sociali di quel periodo storico, che a distanza di oltre mezzo secolo mostrano i loro drammatici risvolti nella complessa specularità del presente.

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Maura Del Serra – Adattamento teatrale de “La vita accanto” di Mariapia Veladiano
Maura Del Serra, Franca Nuti – Voce di Voci. Franca Nuti legge Maura Del Serra.
Intervista a Maura Del Serra. A cura di Nuria Kanzian. «Mantenersi fedeli alla propria vocazione e all’onestà intellettuale, senza cedere alle lusinghe di un facile successo massmediatico»
Maura Del Serra – Il lavoro impossibile dell’artigiano di parole
Maura Del Serra – La parola della poesia: un “coro a bocca chiusa”
Maura Del Serra, «Teatro», 2015, pp. 864
Maura Del Serra – Quadrifoglio in onore di Dino Campana
Maura Del Serra – I LIBRI ed altro
Maura Del Serra – Miklós Szentkuthy, il manierista enciclopedico della Weltliteratur: verso l’unica e sola metafora
Maura Del Serra – Al popolo della pace.

Si può accedere  ad ogni singola pagina pubblicata aprendo il file word     

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Luca Grecchi – La metafisica umanistica è soprattutto importante nella nostra epoca, la più antiumanistica e filo-crematistica che sia mai esistita.

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Due volumi

Intervista di Domenico Segna

a Luca Grecchi

su l’umanesimo nel medioevo e nel rinascimento

 

La ricerca che contraddistingue da anni l’attività filosofica di Luca Grecchi è quella di ri-trovare l’«umanesimo» sia nella filosofia greca sia in quel periodo che va dal IV al XV secolo. L’«umanesimo» è stato declinato in diversi modi: che cosa intende con questo termine?

Con il termine “umanesimo” intendo la cura dell’uomo rispettosa del cosmo: cura della propria e altrui umanità, e insieme rispetto attivo verso la natura e verso tutto ciò che di socialmente e tecnicamente buono l’uomo ha prodotto: il bene, per l’uomo, si compone di rispetto e cura verso ciò che si conforma alla natura umana e alla natura in genere, che consente la vita umana. Il termine “umanesimo”, come tutti i termini che hanno una lunga tradizione filosofica, si declina in diversi modi. Nei miei libri, ho parlato di umanesimo dell’antica filosofia cinese, indiana, islamica, greca (e in essa di umanesimo di Omero, dei presocratici, di Platone, di Aristotele, di Plotino): è evidente che ciascuno di questi umanesimi si declina in modo differente. Tuttavia, mentre nelle culture antiche, fino appunto al Medioevo, ho visto in essere in maniera prevalente la cura dell’uomo rispettosa del cosmo, nel Rinascimento si iniziano fortemente a vedere le caratteristiche antiumanistiche della modernità, ossia lo scarso rispetto sia per l’uomo sia per la natura, che assumeranno poi pienamente, nel modo di produzione capitalistico, il ruolo di merce, strumenti del profitto, che è il fine principale del sistema.

Nei due volumi lei ribalta un’interpretazione, da tempo consolidata, che vede il Medioevo come epoca di «oscurità dogmatica» a cui si contrappone lo «splendore umanistico» del Rinascimento: centrale in questo rovesciamento è la dimensione anticrematistica che, di fatto, fa da tessuto connettivo alla sua elaborazione filosofica.

La mia interpretazione, per alcuni aspetti, non è nuovissima, nel senso che i pensatori cristiani, da decenni, sostengono il grande valore teoretico e umanistico della Patristica e della Scolastica medievali, nelle loro varie forme; alcuni si sono perfino spinti – soprattutto nella prima metà del Novecento: da tempo gli storici della filosofia sono diventati tutti “specialisti”, dunque non giudicano più – alla critica radicale dell’individualismo filo-crematistico (amante, cioè, delle cose, in greco chremata, e, per estensione, delle merci, del denaro) rinascimentale. A differenza però dell’interpretazione cristiana, la mia rivalutazione del Medioevo non è basata sulla sua fedeltà alla Rivelazione; il fatto di aderire a un dogma, quale che esso sia – per quanto nobile come il messaggio cristiano –, è in effetti l’approccio meno filosofico che esista. Quale libertà di ricerca vi può essere in un pensiero in cui il risultato finale deve sempre essere compatibile col presupposto di partenza? Per questo motivo ho preferito parlare, per queste due epoche storiche, di cultura, e non di filosofia. Per il Medioevo però ribadisco che, in linea generale, si tratta di un umanesimo; per il Rinascimento invece, al di là della decaffeinata ripresa formale della Grecità classica (che era comunitarista ed anti-crematistica, temi su cui il Rinascimento fu assai poco sensibile), si può in diversi casi parlare addirittura di un antiumanesimo. Il senso della parola “umanesimo” presente nei titoli dei miei due volumi, dunque, rimane lo stesso, ma le due epoche sono, nella loro struttura sociale e culturale, molto differenti.

Nel saggio dedicato all’età medievale vengono, in particolar modo, presi in considerazione due filosofi: Sigieri di Brabante e Boezio di Dacia, entrambi considerati dello stesso livello di s. Tommaso d’Aquino. Perché questa rivalutazione?

 

Non è tanto una questione di livello. Di questi autori abbiamo rinvenuto pochissimo, mentre di san Tommaso abbiamo moltissimo, sicché in questo senso è difficile fare un confronto autentico. Tuttavia, rivaluto questi autori per due motivi: uno – diciamo così – “soggettivo”, e l’altro “oggettivo”. Il motivo soggettivo è che erano due aristotelici, in un’epoca in cui riprendendo certe tematiche fisiche e metafisiche di Aristotele, in università si correvano gravi rischi, non solo per l’incarico accademico, ma per la stessa vita. Le gerarchie ecclesiastiche, nel XIII secolo, hanno censurato e in vario modo oscurato questi e molti altri studiosi, e ciò – da aristotelico che insegna in università più o meno le loro stesse cose – me li rende molto vicini. Il motivo oggettivo è invece che, rispetto a Tommaso (filosofo che pure apprezzo, e che anche lui, post mortem, subì gli strali della censura ecclesiastica), ma soprattutto rispetto ad altri più mistici o dogmatici commentatori, mi pare che costoro abbiano fatto lo sforzo maggiore per fare davvero filosofia, svincolandosi teoreticamente, per quanto allora possibile, dalla Rivelazione. Il pensiero di Aristotele costituiva, in quell’epoca (e a mio avviso anche ora), il riferimento dialettico migliore per fare realmente filosofia.

Nel volume sul Rinascimento si evidenzia il dibattito storiografico fra chi, come Eugenio Garin, propugna una rottura tra le due età trattate, e chi all’opposto, come Kristeller, una continuità fra di esse. Qual è la sua visione?

 

Come accennavo, pur consapevole della sua massiccia ripresa della classicità, specie platonica, interpreto il Rinascimento soprattutto come la prima porta girevole verso la modernità capitalistica: il mecenatismo, l’estetismo, l’individualismo, la filo-crematistica (tutti contenuti che riprendo nel mio volume), mi conducono in questa direzione. Una direzione critica non molto di moda, perché ancor oggi la parola “Rinascimento” è associata a cose positive, e la parola “Medioevo” a cose negative.

Nella crisi attuale che sconvolge la civiltà occidentale come inserisce il suo ritorno alla metafisica, specificatamente a una metafisica umanistica in cui centrale è il recupero di Aristotele?

La metafisica, in quanto struttura sistematica della verità dell’essere, come tale non dovrebbe essere sensibile al tempo storico. In ogni caso la metafisica umanistica, ossia la proposta teoretica che sto da anni elaborando (sulla quale è appena uscito il mio Compendio di metafisica umanistica, pubblicato da Petite Plaisance), è a mio avviso soprattutto oggi importante perché nell’epoca più antiumanistica e filo-crematistica che sia mai esistita, un’epoca caratterizzata da un modo di produzione sociale che sta avvelenando e ponendo a rischio la stessa vita sul pianeta, essa si pone come una struttura teoretica umanistica e anti-crematistica: una filosofia, insomma, che ricerca con verità il bene, e che tenta di vederlo realizzato, sia sul piano individuale sia sul piano sociale.

Intervista a cura di Domenico Segna e pubblicata sulla rivista “Il Regno”, Anno LXII, n. 1256m 15 aprile 2017, p. 228.

 

Intervista di Domenico Segna

a Luca Grecchi

su l’umanesimo nel medioevo e nel rinascimento

 

Regno08


Compendio di metafisica umanistica

indicepresentazioneautoresintesi

«L’anima è, in certo modo, tutte le cose».
Aristotele, De anima, 431 b 21

Pubblico in questa sede il testo, lievemente modificato, della relazione da me tenuta, il giorno 1 dicembre 2016, all’Università degli studi di Macerata, all’interno del convegno intitolato Sistema, sistematico, asistematico. Chiarimenti per un concetto ambiguo, organizzato dai professori Arianna Fermani e Maurizio Migliori. Si tratta della sintesi di ciò che in questi anni ho definito più volte “metafisica umanistica”, struttura teoretica che costituisce l’oggetto di un libro che annunciai già nel 2003, ma che sono continuamente costretto a rimandare per il problema, ben noto a chi fa ricerca, che più si studia e più si comprende di essere ignoranti (ossia che mancano ancora – ad oggi: spero non per sempre – alcuni necessari elementi per poter costituire compiutamente il discorso). In ogni caso, poiché diversi amici mi hanno da tempo richiesto di esporre quanto meno una sintesi della metafisica umanistica, ossia di quella che ritengo essere la struttura sistematica meglio in grado di descrivere fondatamente la realtà sul piano onto-assiologico, ho colto l’occasione di questo convegno per effettuarne una esposizione, non sapendo ancora quanto tempo mi ci vorrà per concludere la sistematizzazione complessiva.

[…] Ritengo necessario affrontare il tema veritativo anche sul piano politico-sociale. Come può infatti la metafisica, il sapere dell’intero e del fondamento, trascurare quanto più caratterizza oggi l’intero (la crematistica impone ovunque le proprie modalità: non solo alla società, ma anche alla natura), e quanto più nega il fondamento (la natura razionale e morale dell’uomo)? Come detto, per essere coerente con il proprio carattere onto-assiologico, l’approccio veritativo della metafisica umanistica non può limitarsi a descrivere come le cose sono (sul piano sociale, descrivere il modo di produzione capitalistico), e nemmeno a valutare l’attuale stato di cose (valutarlo negativamente, come poc’anzi fatto). Deve fare di più, ossia deve dire come, almeno nelle sue linee generali, un modo di produzione sociale dovrebbe strutturarsi per essere conforme al fondamento onto-assiologico, ossia per realizzare le potenzialità razionali e morali presenti negli uomini, consentendo loro la felicità. Dato che la natura umana è determinata, ossia dotata di stabili caratteristiche costitutive (e non di qualsiasi caratteristica), è normale che essa possa realizzarsi solo in una totalità sociale determinata, ossia dotata di conformi caratteristiche (e non in qualsiasi totalità sociale): da qui la necessità anche teoretica della progettualità.

Luca Grecchi

****

In copertina:
Paul Klee, Der Seiltänzer [Il funambolo], 1923.

Il funambolo di Klee cerca di trovare un nuovo equilibrio sospeso a mezz’aria su una corda tesa, nel suo essere uomo in uno spazio di-segnato in basso da strutture leggere, tra loro correlate in profondità, ma protese nella comune tensione verso l’alto. L’artista e il funambolo anelano ad un distacco smaterializzante, ma non perdono il contatto necessario e insieme vincolante con la realtà e con il mondo terreno, senza comunque soccombervi, e cercando invece di elevarsi alla compiuta umanità dell’esser uomo, proprio perché l’Uomo è l’unico ente in grado di pensare l’essere.


Due volumi

Novità Aprile 2016
Diogene Multimedia srl

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Umanesimo Cultura MedioevaleClicca qui sotto per aprire la scheda completa.

Luca Grecchi, L’umanesimo nella cultura medioevale (IV-XIII sec.)

Collana: DM Università
Formato: 17 x 24
Pagine: 220
Prezzo: 22,00
ISBN: 978-88-99126-72-8
Promozione: Bibliomanie
Distribuzione: PDE

In questa opera ò’autore studia analiticamente quelle forme della cultura medievale che possono essere chiamate “umanistiche”.
Lo stile chiaro e la ricchezza di informazioni, sempre presentate nella loro completezza, fa sì che il lettore possa seguire con chiarezza lo svolgersi dell’indagine proposta.
Sorrette da un apparato filologico rigoroso, le tesi esposte nel volume sono profondamente innovative per l’immagine che propongono della cultura medioevale.

INDICE

Introduzione

La crematistica nel Medioevo

L’anticrematistica nel Medioevo

La violenza nel Medioevo

Il concetto di Medioevo

I principali “luoghi comuni” sul Medioevo

Filosofia e sistematicità nel Medioevo

La Scolastica medievale

La condanna di Aristotele da parte della chiesa

Bonaventura da Bagnoregio

Sigieri di Brabante e Boezio di Dacia

L’umanesimo della cultura medievale

L’attualità del Medioevo.

Appendice. Il pensiero filosofico-politico di Dante Alighieri

Bibliografia

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Umanesimo Cultura RinascimentaleClicca qui sotto per aprire la scheda completa.

Luca Grecchi, L’umanesimo nella cultura rinascimentale (XIII-XV sec.)

Collana: DM Università
Formato: 17 x 24
Pagine: 140
Prezzo: 18,00
ISBN: 978-88-99126-73-5
Promozione: Bibliomanie
Distribuzione: PDE

Questo libro prosegue l’indagine dell’altro volume mantenendo i medesimi caratteri di rigore e di chiarezza. Oggetto dell’indagine sono gli aspetti umanistici della cultura rinascimentale, indagati dalla prospettiva della loro continuità con gli analoghi aspetti della cultura medievale. I due libri sono dunque strettamente legati da un unico filo conduttore.

INDICE

Introduzione

La crematistica rinascimentale

La filocrematistica

Elitarismo ed individualismo

Il “neoellenismo” della cultura rinascimentale

L’elogio della vita attiva

La concezione “polimorfa” dell’uomo

La ripresa formale della cultura classica

Continuità e discontinuità fra cultura medievale e rinascimentale

Il Rinascimento verso la modernità

La filosofia nel Rinascimento

Il concetto di Rinascimento

Bibliografia


Dello stesso autore nel Blog di Petite Plaisance:

Luca Grecchi – Quando il più non è meglio. Pochi insegnamenti, ma buoni: avere chiari i fondamenti, ovvero quei contenuti culturali cardinali che faranno dei nostri giovani degli uomini, in grado di avere rispetto e cura di se stessi e del mondo.

Luca Grecchi – A cosa non servono le “riforme” di stampo renziano e qual è la vera riforma da realizzare

Luca Grecchi – Cosa direbbe oggi Aristotele a un elettore (deluso) del PD

Luca Grecchi – Platone e il piacere: la felicità nell’era del consumismo

Luca Grecchi – Un mondo migliore è possibile. Ma per immaginarlo ci vuole filosofia

Luca Grecchi – «L’umanesimo nella cultura medioevale» (IV-XIII secolo) e «L’umanesimo nella cultura rinascimentale» (XIV-XV secolo), Diogene Multimedia.

Luca Grecchi – Il mito del “fare esperienza”: sulla alternanza scuola-lavoro.

Luca Grecchi – In filosofia parlate o scrivete, purché tocchiate l’anima.

Luca Grecchi – L’assoluto di Platone? Sostituito dal mercato e dalle sue leggi.

Luca Grecchi – L’Italia che corre di Renzi, ed il «Motore immobile» di Aristotele

Luca Grecchi – La natura politica della filosofia, tra verità e felicità

Luca Grecchi – Socrate in Tv. Quando il “sapere di non sapere” diventa un alibi per il disimpegno

Luca Grecchi – Scienza, religione (e filosofia) alle scuole elementari.

Luca Grecchi – La virtù è nell’esempio, non nelle parole. Chi ha contenuti filosofici importanti da trasmettere, che potrebbero favorire la realizzazione di buoni progetti comunitari, li rende credibili solo vivendo coerentemente in modo conforme a quei contenuti: ogni scissione tra il “detto” e il “vissuto” pregiudica l’affidabilità della comunicazione e non contribuisce in nulla alla persuasione.

Luca Grecchi – Aristotele: la rivoluzione è nel progetto. La «critica» rinvia alla «decisione» di delineare un progetto di modo di produzione alternativo. Se non conosciamo il fine da raggiungere, dove tiriamo la freccia, ossia dove orientiamo le nostre energie, come organizziamo i nostri strumenti?

Luca Grecchi – Sulla progettualità

Luca Grecchi – Perché la progettualità?

Luca GrecchiAristotele, la democrazia e la riforma costituzionale.

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Luca Grecchi

Luca Grecchi (1972), direttore della rivista di filosofia Koinè e della collana di studi filosofici Il giogo presso la casa editrice Petite Plaisance di Pistoia, insegna Storia della Filosofia presso la Università degli Studi di Milano Bicocca. Da alcuni anni sta strutturando un sistema onto-assiologico definito “metafisica umanistica”, che vorrebbe costituire una sintesi della struttura sistematica della verità dell’essere. Esso rappresenta, nella sua opera, la base teoretica di riferimento sia per la fondazione di una progettualità sociale anticrematistica, sia per la interpretazione dei principali pensieri filosofici. Grecchi è soprattutto autore di una ampia interpretazione umanistica dell’antico pensiero greco, nonché di alcuni studi monografici su filosofi moderni e contemporanei, e di libri tematici su importanti argomenti (la metafisica, la felicità, il bene, la morte, l’Occidente). Collabora con la rivista on line Diogene Magazine e con il quotidiano on line Sicilia Journal. Ha pubblicato libri-dialogo con alcuni fra i maggiori filosofi italiani, quali Enrico Berti, Umberto Galimberti, Costanzo Preve, Carmelo Vigna.

Libri di Luca Grecchi

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L’anima umana come fondamento della verità (2002) è il primo libro di Grecchi, che pone, in maniera stilizzata, il sistema metafisico umanistico su cui sono poi strutturati i suoi libri successivi. La tesi centrale di questo libro è appunto che l’anima umana, intesa come la natura razionale e morale dell’uomo, è il fondamento onto-assiologico della verità dell’essere. Questo sistema metafisico costituisce la base per una analisi critica della attuale totalità sociale, e per una progettualità comunitaria finalizzata alla realizzazione di un modo di produzione sociale conforme alle esigenze della natura umana. (Invito alla lettura: Scarica alcune pagine del libro)

Karl Marx nel sentiero della verità (2003) costituisce una interpretazione metafisico-umanistica del pensiero di Marx, che viene analizzato nei suoi nodi essenziali, spesso in aperta critica con la secolare tradizione marxista. Nato originariamente come elaborazione degli studi di economia politica dell’autore compiuti negli anni novanta del Novecento, il testo assume carattere filosofico-politico. Marx è analizzato come il pensatore moderno che, rifacendosi implicitamente al pensiero greco, realizza la migliore critica al modo di produzione capitalistico, pur non elaborando – per carenza di fondazione filosofica – un adeguato discorso progettuale.

Verità e dialettica. La dialettica di Hegel e la teoria di Marx costituisce in un certo senso una integrazione del precedente Karl Marx nel sentiero della verità. Il testo effettua una sintesi originale, appunto, sia della dialettica di Hegel che della teoria di Marx. Pur riconoscendo l’influenza del pensiero di Hegel nelle opere del Marx maturo, Grecchi propone la tesi che il pensiero di Marx, strutturatosi nei suoi punti cardinali prima del suo studio attento ed approfondito della Scienza della Logica, sia nella sua essenza non dialettico. Una versione sintetica di questo libro è stata pubblicata sulla rivista Il Protagora nel 2007.

La verità umana nel pensiero religioso di Sergio Quinzio (2004) con introduzione di Franco Toscani, è una sintesi monografica sul pensiero del grande teologo scomparso nel 1996. Il testo presenta al proprio interno una analisi del pensiero ebraico e cristiano, unita ad una rilettura poetica ed umanistica del testo biblico. Il tema centrale è quello della morte, e della speranza nella resurrezione su cui Quinzio ripetutamente riflette, e che vede continuamente delusa. Al di là dei riferimenti religiosi, la riflessione del teologo si presta ad una profonda considerazione sulla fragilità della vita umana.

Nel pensiero filosofico di Emanuele Severino (2005) con introduzione di Alberto Giovanni Biuso, è una sintesi monografica sul pensiero del grande filosofo italiano. Il testo presenta al proprio interno una analisi critica del nucleo essenziale della ontologia di Severino e delle sue analisi storico-filosofiche e politiche. Esiste uno scambio di lettere fra Severino e Grecchi in cui il filosofo bresciano mostra la sua netta contrarietà alla interpretazione ricevuta. Il testo, tuttavia, è segnalato nella Enciclopedia filosofica Bompiani come uno dei libri di riferimento per la interpretazione del pensiero severiniano.

Il necessario fondamento umanistico della metafisica (2005) è un breve saggio in cui, prendendo come riferimento la metafisica classica (ed in particolare le posizioni di Carmelo Vigna), l’autore critica la centralità dell’approccio logico-fenomenologico rispetto al tema della verità, ritenendo necessario anche l’approccio onto-assiologico. Per Grecchi infatti la verità consiste non solo nella descrizione corretta di come la realtà è, ma anche di come essa – la parte che può modificarsi – deve essere per conformarsi alla natura umana. Si tratta del primo confronto esplicito fra la proposta di Grecchi della metafisica umanistica e la metafisica classica di matrice aristotelico-tomista.

Filosofia e biografia (2005) è un libro-dialogo composto con uno dei maggiori filosofi italiani, Umberto Galimberti. Nel testo si ripercorre il pensiero galimbertiano nei suoi contenuti essenziali, ma si pone in essere anche una serrata analisi di molti temi filosofici, politici e sociali, in cui spesso emerge una sostanziale differenza di posizioni fra i due autori. Di particolare interesse le pagine dedicate al pensiero simbolico, all’analisi della società, ed alla interpretazione dell’opera di Emanuele Severino. Percorre il testo la tesi per cui la genesi di un pensiero filosofico deve necessariamente essere indagata, per giungere alla piena comprensione dell’opera di un autore.

Il pensiero filosofico di Umberto Galimberti (2005), con introduzione di Carmelo Vigna, è un testo monografico completo sul pensiero di questo importante filosofo contemporaneo. Si tratta di un testo in cui Grecchi, sintetizzando la complessa opera di questo autore, prende al contempo posizione non solo nei confronti della medesima, ma anche di filosofi quali Nietzsche, Heidegger, Jaspers, che nel pensiero di Galimberti costituiscono riferimento imprescindibili. Vigna, nella sua introduzione, ha definito il libro «una ricostruzione seria ed attendibile del pensiero del filosofo» in esame.

Conoscenza della felicità (2005), con introduzione di Mario Vegetti, è uno dei testi principali di Grecchi, in cui l’autore applica il proprio approccio classico umanistico alla società attuale, mostrando come essa si ponga in radicale opposizione alle possibilità di felicità. L’autore, seguendo la matrice onto-assiologica del pensiero greco, mostra che solo conoscendo che cosa è l’uomo risulta possibile conoscere cosa è la felicità. Scrive Vegetti, nel testo, che Grecchi è «pensatore a suo modo classico», per il suo «andar diritto verso il cuore dei problemi». Il libro è assunto come riferimento bibliografico, per il tema in oggetto, dalla Enciclopedia filosofica Bompiani. .

Marx e gli antichi Greci (2006) è un libro-dialogo composto con uno dei maggiori filosofi italiani, Costanzo Preve. Nel testo viene effettuata una analisi non tanto filologica, quanto ermeneutica e teoretica dei rapporti del pensiero di Marx col pensiero greco. I due autori, concordando su molti punti, colmano così in parte una lacuna della pubblicistica su questo tema, che risulta essere stato nel tempo assai poco indagato. Di particolare interesse l’analisi effettuata dai due autori di quale potrebbe essere, sulla base insieme del pensiero dei Greci e di Marx, il miglior modo di produzione sociale alternativo rispetto a quello attuale. (Invito alla lettura: Scarica alcune pagine del libro)

Vivere o morire. Dialogo sul senso dell’esistenza fra Platone e Nietzsche (2006), con introduzione di Enrico Berti, è un saggio composto ponendo in ideale dialogo Platone e Nietzsche su importanti temi filosofici, politico e morali: l’amore, la morte, la metafisica, la vita ed altro ancora. Scrive Berti, nella sua introduzione, che, come accadeva nel genere letterario antico dell’invenzione, Grecchi non nasconde lo scopo “politico” della sua opera, la quale «risulta essere innanzitutto un documento significativo di amore per la filosofia e di vitalità di quest’ultima, in un momento in cui l’epoca della filosofia sembrava conclusa».  

Il filosofo e la politica. I consigli di Platone, e dei classici Greci, per la vita politica (2006) è una ricostruzione del pensiero filosofico-politico di Platone effettuata in un continuo confronto con le vicende della attualità. In questo libro Grecchi pone esplicitamente Platone, in maniera insieme divulgativa ed originale, come proprio pensatore di riferimento. Il filosofo ateniese infatti, a suo avviso, pur scrivendo molti secoli or sono, rimane tuttora colui che ha offerto le migliori analisi, e le migliori soluzioni, per pensare una migliore totalità sociale, ossia un ambiente comunitario adatto alla buona vita dell’uomo.

La filosofia politica di Eschilo. Il pensiero “filosofico-politico” del più grande tragediografo greco (2007) costituisce una interpretazione, in chiave appunto filosofico-politica, dell’opera di Eschilo. Lo scopo principale di questo libro è quello di “togliere” Eschilo dallo specialismo degli studi poetico-letterari, per inserirlo – come si dovrebbe fare per tutti i tragici greci – nell’ambito del pensiero filosofico-politico. Nel testo viene presa in carico l’analisi precedentemente svolta da Emanuele Severino ne Il giogo (1988), ritenendone validi molti aspetti ma giungendo, alla fine, a conclusioni opposte circa il presunto “nichilismo” di Eschilo.

Il presente della filosofia italiana (2007) è un libro in cui vengono analizzati testi di alcuni fra i più importanti filosofi italiani contemporanei pubblicati dopo il 2000. Gli autori analizzati vengono ripartiti in quattro categorie: 1) pensatori “ermeneutici-simbolici” (Sini, Vattimo, Cacciari, Natoli); 2) pensatori “scientifici-razionalisti” (Tarca, Antiseri, Giorello); 3) pensatori “marxisti-radicali” (Preve, Losurdo); 4) pensatori “metafisici-teologici” (Reale). Il testo è arricchito da due appendici e da una ampia postfazione di Costanzo Preve. In questi testi Grecchi oppone criticamente, ai vari approcci, il proprio discorso metafisico-umanistico.

Corrispondenze di metafisica umanistica (2007) è una raccolta di testi in cui sono contenuti scambi epistolari, nonché risposte di Grecchi ad introduzioni e recensioni di suoi libri. Il testo rispecchia la tendenza dell’autore a prendere sempre seriamente in carico le altrui posizioni; secondo Grecchi, infatti, di fronte a critiche intelligenti, sono solo due gli atteggiamenti filosofici possibili: o fornire argomentate risposte, o prendere atto della correttezza delle critiche e rivedere le proprie posizioni. Il tema caratterizzante il testo è dunque la “lotta amichevole” per la emersione della verità.

L’umanesimo della antica filosofia greca (2007) è un libro in cui Grecchi effettua, in sintesi, la propria interpretazione complessiva della Grecità. Partendo da Omero, e giungendo fino al pensiero ellenistico, l’autore mostra come non la natura, né il divino, né l’essere furono i temi principali del pensiero greco, bensì l’uomo, soprattutto nella sua dimensione politico-sociale. L’uomo infatti assume centralità, in vario modo, in tutti i vari filoni culturali della Grecità, dal pensiero omerico a quello presocratico, dal teatro fino all’ellenismo.

L’umanesimo di Platone (2007) è un testo monografico sul pensiero di Platone, da Grecchi in quegli anni ritenuto come il più rappresentativo della Grecità. Ponendo in essere una analisi complessiva delle diverse interpretazioni finora effettuate del pensiero platonico, Grecchi applica al medesimo il proprio paradigma ermeneutico metafisico-umanistico, cogliendo in Platone la centralità del ruolo filosofico-politico dell’uomo, ed insieme la centralità della posizione anti-crematistica, all’interno di una considerazione progettuale e della totalità sociale.

L’umanesimo di Aristotele (2008) è un testo monografico sul pensiero di Aristotele, che sarà poi da Grecchi ripreso negli anni successivi come struttura teoretica di riferimento. Ponendo in essere una analisi complessiva delle diverse tematiche del pensiero aristotelico, Grecchi applica al medesimo il proprio paradigma ermeneutico metafisico-umanistico, cogliendo in Aristotele – così come in Platone, ma in forma differente – la centralità del ruolo filosofico-politico dell’uomo, ed insieme la centralità della posizione anti-crematistica, all’interno di una considerazione progettuale della totalità sociale.

Chi fu il primo filosofo? E dunque: cos’è la filosofia? (2008), con introduzione di Giovanni Casertano, è un libro suddiviso in due parti. Nella prima parte, prendendo come riferimento alcuni fra i principali manuali di storia della filosofia italiani, Grecchi mostra come essi spesso non definiscano l’oggetto del loro studio, ossia la filosofia, dichiarandola talvolta addirittura indefinibile. L’autore, invece, offre in questo libro la propria definizione di filosofia come caratterizzata da due contenuti imprescindibili: a) la centralità dell’uomo; b) la ricerca, il più possibile fondata ed argomentata, della verità dell’intero. Nella seconda parte l’autore esamina dieci possibilità alternative su “chi fu il primo filosofo”, giungendo a concludere che, pur all’interno del contesto comunitario della riflessione greca, il candidato più accreditato risulta essere Socrate.

Socrate. Discorso su Le Nuvole di Aristofane (2008) è una ricostruzione di fantasia, pubblicata nella collana Autentici falsi d’autore dell’editore Guida, di un discorso che avrebbe potuto essere tenuto da Socrate ad Atene l’indomani della rappresentazione della famosa commedia di Aristofane. Si tratta, come è nello stile della collana, di una ricostruzione al contempo verosimile e spiritosa, in cui Grecchi coglie l’occasione per offrire la propria interpretazione, insieme umanistica ed anticrematistica, del pensiero socratico. Tale interpretazione risulta convergente con quelle offerte, nella medesima collana, da Mario Vegetti su Platone e da Enrico Berti su Aristotele.

Occidente: radici, essenza, futuro (2009), con introduzione di Diego Fusaro, è un testo in cui l’autore analizza il concetto di Occidente e le sue tradizioni culturali costitutive, sempre in base al proprio sistema metafisico-umanistico. Analizzando le radici greche, ebraiche, cristiane, romane e moderne, ma soprattutto l’attuale contesto storico-sociale, Grecchi coglie nella prevaricazione derivante dalla smodata ricerca crematistica l’essenza dell’Occidente, ed individua per lo stesso un futuro cupo. Il testo è arricchito dal dialogo con Fusaro, alla cui introduzione Grecchi risponde in una appendice finale.

Il filosofo e la vita. I consigli di Platone, e dei classici Greci, per la buona vita (2009), è una raccolta di brevi saggi in cui l’autore, prendendo spunto da alcuni passi del pensiero platonico, e più in generale del pensiero greco classico, affronta sinteticamente alcune tematiche centrali per la vita umana (l’amore, la famiglia, la filosofia, la storia, le leggi, la democrazia, l’educazione, l’università, la mafia, la libertà, ecc.), col consueto approccio attualizzante, ovvero facendo interagire – nel rispetto del contesto storico-sociale dell’epoca in cui tale pensiero nacque – il pensiero platonico col nostro tempo. Il libro è arricchito da un lungo saggio finale di Costanzo Preve, intitolato “Luca Grecchi interprete dei filosofi classici Greci” (con risposta), in cui il filosofo torinese sintetizza le posizioni dell’autore.

L’umanesimo della antica filosofia cinese (2009) costituisce il primo volume di una trilogia sull’umanesimo dell’antico pensiero orientale (l’unica nel nostro paese effettuata da un solo autore). Il libro parte dalla constatazione che l’Oriente risulta essere pressoché assente dalle principali storie della filosofia occidentali. Tuttavia, in base alla definizione di filosofia fornita dall’autore, l’antico pensiero cinese risulta possedere, nei contenuti e talvolta anche nei metodi, caratteristiche tali da non poter essere considerato pregiudizialmente assente dal quadro filosofico. Non si tratta, comunque, di un manuale di storia della filosofia cinese, ma di una interpretazione umanistica dei principali contenuti costitutivi dell’antico pensiero cinese.

L’umanesimo della antica filosofia indiana (2009) costituisce il secondo volume di una trilogia sull’umanesimo dell’antico pensiero orientale. Il libro parte dalla constatazione che l’Oriente risulta essere pressoché assente dalle principali storie della filosofia occidentali. Tuttavia, in base alla definizione di filosofia fornita dall’autore, l’antico pensiero indiano risulta possedere, nei contenuti e talvolta anche nei metodi, caratteristiche tali da non poter essere considerato pregiudizialmente assente dal quadro filosofico. Non si tratta, comunque, di un manuale di storia della filosofia indiana, ma di una interpretazione umanistica dei principali contenuti costitutivi dell’antico pensiero indiano.

L’umanesimo della antica filosofia islamica (2009) costituisce il terzo volume di una trilogia sull’umanesimo dell’antico pensiero orientale. Il libro parte dalla constatazione che l’Oriente risulta essere pressoché assente dalle principali storie della filosofia occidentali. Tuttavia, in base alla definizione di filosofia fornita dall’autore, l’antico pensiero islamico risulta possedere, nei contenuti e talvolta anche nei metodi, caratteristiche tali da non poter essere considerato pregiudizialmente assente dal quadro filosofico. Non si tratta, comunque, di un manuale di storia della filosofia islamica, ma di una interpretazione umanistica dei principali contenuti costitutivi dell’antico pensiero islamico.

A partire dai filosofi antichi (2010), con introduzione di Carmelo Vigna, è un libro-dialogo composto con uno dei maggiori filosofi italiani, Enrico Berti. In questo testo viene ripercorsa l’intera storia della filosofia, apportando interpretazioni originali non soltanto – anche se soprattutto – dei principali filosofi antichi, ma anche di quelli moderni e contemporanei. Non mancano inoltre considerazioni su temi di attualità, nonché su temi di interesse generale, quali l’educazione, la scuola e la politica. Scrive Vigna, nella introduzione, che «questo testo è tra le cose più interessanti che si possano leggere oggi nel panorama della filosofia italiana».

L’umanesimo di Plotino (2010) è un libro in cui l’autore colma una distanza temporale fra il periodo classico ed il periodo ellenistico della Roma imperiale. Il testo si divide in due parti. Nella prima, in ossequio alla tesi per cui ogni pensiero filosofico deve essere inserito all’interno del proprio contesto storico-sociale (anche in quanto è all’interno del medesimo che esso spesso “deduce” le proprie categorie), l’autore realizza una analisi del modo di produzione sociale greco e di quello romano, per tracciare alcune differenze importanti fra l’epoca classica e l’epoca ellenistica. Nella seconda parte, che è la più ampia, è invece analizzato, in base alle dieci tematiche ritenute centrali, il pensiero di Plotino.

Perché non possiamo non dirci Greci (2010) è un libro in cui l’autore sintetizza, in termini divulgativi, le proprie posizioni generali sui Greci. Il testo prende spunto dalla rilettura, in controluce, del classico di Benedetto Croce intitolato Perché non possiamo non dirci cristiani, per mostrare non solo come le radici greche siano almeno altrettanto importanti di quelle cristiane per la cultura europea, ma soprattutto che una loro ripresa sarebbe fortemente auspicabile. Il testo è completato da una ampia appendice inedita che costituisce una analisi critica del pensiero ellenistico (in rapporto a quello classico) incentrata sulle opere di Epicuro e di Luciano di Samosata.

La filosofia della storia nella Grecia classica (2010) è il testo ermeneutico forse più originale di Grecchi. Alla cultura greca si attribuisce infatti, solitamente, la nascita dei tronchi di pressoché tutte le discipline filosofiche e scientifiche tuttora studiate nella modernità (con varie ramificazioni). Tradizionalmente, tuttavia, la filosofia della storia è ritenuta essere disciplina moderna, senza precedenti antichi. Analizzando l’opera di storici, letterati e filosofi dell’epoca preclassica e classica, l’autore mostra invece le radici antiche anche di questo campo di studi, contribuendo ad un chiarimento teoretico della disciplina stessa.

Sulla verità e sul bene (2011), con introduzione di Enrico Berti e postfazione di Costanzo Preve, è un libro-dialogo con uno dei maggiori filosofi italiani, Carmelo Vigna. In questo testo viene ripercorsa l’intera storia della filosofia, insieme agli importanti temi teoretici ed etici che danno il titolo al volume. Scrive Berti, nella introduzione, che si tratta di «una serie di discussioni oltremodo interessanti tra due filosofi che sono divisi da due diverse, anzi opposte, concezioni della metafisica, ma sono accomunati dalla considerazione per la filosofia classica e soprattutto da un grande amore per la filosofia in sé stessa».

Gli stranieri nella Grecia classica (2011) è un libro in cui l’autore, prendendo distanza dalle interpretazioni tradizionali che caratterizzano gli antichi Greci come vicini alla xenofobia, mostra che, sin dall’epoca omerica, essi furono invece aperti all’ospitalità verso gli stranieri. Preceduto da una analisi anti-ideologica delle categorie di “razza”, “etnia”, “multiculturalismo” ed altre, Grecchi rimarca come sia stato centrale, nel pensiero greco classico, il concetto di “natura umana”, il quale possiede basi teoretiche salde ed una costante presenza nella riflessione greca, che l’autore appunto caratterizza come “umanistica”.

Diritto e proprietà nella Grecia classica (2011) è un libro in cui l’autore prende in carico i temi poco indagati del diritto e della proprietà nella antica Grecia. Si tratta di temi molto importanti per comprendere il contesto storico-sociale in cui nacque la cultura greca, e che pertanto non possono essere ignorati da chi studia la filosofia di questo periodo. Il testo sviluppa inoltre un confronto con il diritto romano – che si rivela assai meno comunitario di quello greco – e con il nostro tempo, per mostrare come la cultura greca possieda, anche sul piano giuridico, contenuti che sarebbero tuttora importanti da applicare.

L’umanesimo di Omero (2012) è un libro in cui l’autore effettua una analisi teoretica ed etica del pensiero omerico, inserendo l’antico poeta nel novero del pensiero filosofico, rompendo il tradizionale isolamento nel campo letterario che da secoli caratterizza questo autore. Grecchi insiste in particolare sul carattere di educazione filosofica dei poemi omerici, mostrando come essi abbozzino temi ontologici e soprattutto assiologici poi elaborati dalla intera riflessione classica. Il testo si distingue per il continuo aggancio dei miti omerici alla contemporaneità.

L’umanesimo politico dei “Presocratici” (2012) è un libro in cui l’autore, centralizzando il carattere politico-sociale del loro pensiero, prende distanza dalle interpretazioni tradizionali che caratterizzano questi pensatori come “naturalisti”, e che li separano sia dalla poesia e dal teatro precedenti, sia dalla filosofia e dalla scienza successive. L’autore, facendo riferimento agli studi di Mondolfo, Capizzi, Bontempelli e soprattutto Preve, mostra il nesso di continuità del pensiero presocratico con l’intero pensiero greco classico. Risultano centrali, in questa trattazione, le figure di Solone e Clistene, oltre a quelle più consuete di Eraclito, Parmenide e Pitagora.

Il presente della filosofia nel mondo (2012), con postfazione di Giacomo Pezzano, è un libro in cui vengono analizzati testi di alcuni fra i maggiori filosofi contemporanei non italiani (fra gli altri Bauman, Habermas, Hobsbawm, Latouche, Nussbaum, Onfray, Zizek). Nella introduzione si rileva, come caratteristica principale della filosofia del nostro tempo, la presenza in solidarietà antitetico-polare di una corrente scientifico-razionalistica ed, al contempo, di una corrente aurorale-simbolica. Esse occupano il centro della scena escludendo dal “campo di gioco” la filosofia onto-assiologica di matrice classica, presente oramai solo in un numero limitato di studiosi.

Il pensiero filosofico di Enrico Berti (2013), con presentazione di Carmelo Vigna e postfazione di Enrico Berti, è un testo monografico introduttivo sul pensiero di questo importante filosofo contemporaneo, uno dei maggiori studiosi mondiali del pensiero di Aristotele. Rapportandosi a tematiche quali l’interpretazione degli antichi, la storia della filosofia, l’educazione, l’etica, la politica, la metafisica, la religione, Grecchi non si limita a descrivere il pensiero dell’autore considerato ma, come è nel suo approccio, valuta; in maniera solitamente concorde, eppure talvolta anche critica, in particolare nella opposizione fra metafisica classica e metafisica umanistica.

Il necessario fondamento umanistico del “comunismo” (2013) è un libro scritto a quattro mani con Carmine Fiorillo, in cui gli autori mostrano come la diffusa critica (marxista e non) al modo di produzione capitalistico, priva di una fondata progettualità, risulti sterile ed inefficace. Assumendo come base principalmente il pensiero greco classico (ma anche le componenti umanistiche di altri orizzonti culturali), gli autori mostrano che solo mediante una solida fondazione filosofica è possibile favorire la progettualità di un ideale modo di produzione sociale in cui vivere, che gli autori appunto definiscono – ma differenziandosi fortemente dalla tradizione marxista – “comunismo”.

Perché, nelle aule universitarie di filosofia, non si fa (quasi) più filosofia (2013) è un pamphlet in cui si mostra che le attuali modalità accademiche di insegnamento della filosofia, incentrate sullo specialismo, non ripropongono più il modello greco classico della filosofia come ricerca fondata ed argomentata della verità onto-assiologica dell’intero, che Grecchi assume invece ancora come centrale. L’autore mostra come la causa principale di questa situazione sia attribuibile ai processi socio-culturali del modo di produzione capitalistico.

La musa metafisica. Lettere su filosofia e università (2013), con Giovanni Stelli, costituisce uno scambio epistolare nato dal commento di Stelli al pamphlet Perché, nelle aule universitarie di filosofia, non si fa (quasi) più filosofia. A partire da questo tema lo scambio ha assunto una rilevanza ed una ampiezza tale, estendendosi a contenuti storici, culturali e politici, da renderne di qualche utilità la pubblicazione. In esso Grecchi anticipa alcuni temi portanti del suo testo che sarà intitolato Metafisica umanistica. La struttura sistematica della verità dell’essere, cui sta lavorando dal 2003.

Discorsi di filosofia antica (2014) è un libro che raccoglie i testi del corso di lezioni sull’uomo nella cultura greca, da Omero all’ellenismo, tenuto dall’autore alla università degli studi di Milano Bicocca nel 2013. Esso accoglie inoltre i testi di alcune conferenze sul pensiero antico svolte dall’autore nel 2013 e 2014, ed in particolare, in appendice, un saggio inedito sulla alienazione nella antica Grecia. Quest’ultimo è un tema poco indagato in quanto mancano, alla mentalità filologica – poco teoretica – tipica del mondo accademico di oggi, i necessari riferimenti testuali (i Greci non avevano nemmeno la parola “alienazione”); questo saggio tuttavia può aprire un filone di ricerca su una tematica tuttora inesplorata.

Omero tra padre e figlia (2014) è un libro-dialogo con Benedetta Grecchi, figlia di 6 anni dell’autore, sulle vicende di Odisseo narrate appunto nella Odissea di Omero. Il testo costituisce – come recita il sottotitolo – una “piccola introduzione alla filosofia”, passando attraverso i contenuti educativi dell’opera omerica già delineati dall’autore nel libro L’umanesimo di Omero. Questo dialogo tra padre e figlia mostra come la filosofia possa passare anche ai bambini evitando, da un lato, di essere ridotta a “gioco logico”, e dal lato opposto di essere presentata come “chiacchiera inconcludente”.

Discorsi sul bene (2015) è un libro che raccoglie i testi del corso di lezioni sul Bene tenuto dall’autore alla università degli studi di Milano Bicocca nel 2014. In appendice sono aggiunte una intervista filosofica e due relazioni su temi etico-politici. Il testo si rivela importante in quanto, all’interno di un approccio aristotelico – in cui in sostanza il Bene è il fine verso cui ogni ente, per natura, tende –, Grecchi indica nel rispetto e nella cura dell’uomo (e del cosmo: gli elementi portanti del suo Umanesimo) i contenuti fondamentali del Bene.

Discorsi sulla morte (2015) è un libro che raccoglie i testi del corso di lezioni tenuto dall’autore alla università degli studi di Milano Bicocca nel 2015. L’autore, delineando le principali concezioni della morte presenti nella storia della filosofia, con particolare riferimento agli antichi Greci ed a Giacomo Leopardi, mostra come la rimozione di questo tema costituisca una delle principali concause di alcune psicopatologie del nostro tempo.

L’umanesimo della cultura medievale (2016) è un libro che raccoglie i contenuti umanistici del pensiero medievale. Rispetto alle interpretazioni tradizionali, ancora caratterizzate da una descrizione del Medioevo come età oscura, questo testo mostra il carattere umanistico in particolare della Scolastica aristotelica. Rispetto ai consueti autori di riferimento, ossia Agostino e Tommaso, particolare importanza è attribuita in questo volume a due autori del XIII secolo, Sigieri di Brabante e Boezio di Dacia (solitamente poco considerati), nonché alle ripetute condanne ecclesiastico-accademiche dell’aristotelismo che ebbero il loro punto culminante nel 1277.

L’umanesimo della cultura rinascimentale (2016) è un libro che critica la tradizionale interpretazione umanistica del pensiero rinascimentale del XIV e XV secolo. Rispetto, infatti, alla vulgata comune, che ritiene centrale in questo periodo la riscoperta filologica ed ermeneutica dei testi di Platone e di altri autori antichi, Grecchi reputa centrale la filocrematistica, e dunque la rottura – operata da modalità sociali sempre più privatistiche e mercificate, cui la cultura dell’epoca si adeguò – del legame sociale comunitario proprio dell’epoca medievale. Il Rinascimento costituì dunque, a suo avviso, la prima apertura culturale verso la modernità capitalistica.

In preparazione:

Umanesimo ed antiumanesimo nella filosofia moderna (e contemporanea);

L’umanesimo greco-classico di Spinoza;

Il sistema filosofico di Aristotele;

Metafisica umanistica. La struttura sistematica della verità dell’essere.

 

 

 

 


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Domenico Segna – Provvidenza e capitalismo

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Domenico Segna

Provvidenza e capitalismo

Abstract

Il presente saggio, muovendo dalla nota opera di Max Weber L’etica protestante e lo spirito del capitalismo, dimostra le differenze che intercorrono tra il pensiero dei Riformatori del XVI secolo, in particolar modo di Calvino, con i loro successori del Seicento, i puritani, e con i calvinisti del  Settecento. Costoro, infatti, furono portatori di un’etica borghese e individualistica che, nella sua secolarizzazione, si distinse nettamente dall’etica della gratitudine emersa in ambito calviniano, dando un notevole impulso alla nascita ed allo sviluppo del capitalismo.

    

This essay, moving from the well known work of Max Weber The Protestant Ethic and the Spirit of Capitalism, demonstrates the differences between XVI century Reformers’ thought, in particular Calvin, and their successors of 1600, Puritans, as well as 1700’s Calvinists. In fact the two latter ones have been bearers of a bourgeois and individualistic ethic that, in its secularization, clearly differed from the gratitude ethic emerged within the 1500s Calvin’s entourage, giving a great impulse to the birth and development of capitalism.

Sommario

1. Una forma di razionalità
2. L’«altro cristianesimo»: Lutero
3. Il “fondatore” di una nuova civiltà: Giovanni Calvino
4. Una nuova società, una nuova razionalizzazione

***

«Si tratta di un capitalismo orientato alla produzione, che funziona in base ad aziende, e opera sul mercato. Possiede le caratteristiche seguenti: 1. Capitale fisso, investito nella produzione dei beni da cui dipende la soddisfazione dei bisogni quotidiani delle masse. 2. Mezzi di produzione organizzativi e materiali saldamente appropriati dai possessori di capitale. 3. Conto razionale del capitale orientato a una redditività di lungo periodo, sempre rinnovata. 4. Orientamento alle opportunità (Chancen) che si aprono sul mercato. 5. Organizzazione razionale del lavoro e disciplina della produzione. 6. Tecnologia razionale».1 Cosi lo studioso tedesco Johannes Winckelamann riassume la concezione che il suo conterraneo, Max Weber, ha del modello di produzione capitalistica moderno e che costituisce il proprium del celebre saggio weberiano L’Etica protestante e lo spirito del capitalismo. È noto, infatti, come Weber, il Marx della borghesia, abbia ricondotto la genesi del capitalismo alle origini stesse del mondo moderno. Facendo questa operazione egli colloca quella genesi in una dimensione storica decisamente fluida laddove ha avuto il suo peso specifico una radicale sovversione della coscienza che l’uomo aveva di sé, della sua esistenza e della sua azione sulla terra.
Il capitalismo, così come si è attuato in Occidente, trova la sua fucina in quel mondo alla cui creazione concorsero più eventi, ad iniziare dalla cultura del Rinascimento, dalla formazione degli stati moderni, per giungere, passando per le esplorazioni geografiche, al metodo sperimentale. Senza, però, dimenticare i colpi di martello che, secondo la tradizione, un monaco agostiniano, certo Martin Lutero, fece risuonare  nella piazza di Wittenberg il 31 ottobre del 1517, allorquando affisse sul portale della cattedrale le 95 Tesi che stigmatizzavano, e stigmatizzano tutt’ora, la falsa coscienza provocata dalle indulgenze. È, dunque, in questo nuovo porsi dell’uomo nel mondo, in questa entrata in scena del soggetto che va cercato ciò che ha più influito in ordine alla comparsa del capitalismo: uno spirito, infatti, lo fa rendere qualcosa di unico che solo in Occidente ha potuto spiegare le ali della sua razionalità. Uno spirito che trova, così vuole la vulgata, la sua ragion d’essere in quell’altro cristianesimo, quello che ebbe come suo epicentro la Ginevra di Giovanni Calvino, la cui Istituzione della Religione Cristiana fu il testo base al quale, a modo loro, si ispirarono, nel ‘600, quei santi che determinarono la prima grande rivoluzione sociale e politica del mondo moderno: la rivoluzione inglese dei puritani.
Indubbiamente tra tutte le forme di capitalismo – è ancora Weber ad affermarlo – quello moderno ha promosso sino alla massima estensione la razionalità formale imponendo, storicamente, a ciascuna unità che lo costituisce di fondare «la propria attività economizzante sul calcolo più possibile accurato dei presupposti e delle conseguenze di tale attività». [… Leggi tutto il saggio di 17 pagine nel PDF allegato]

Domenico Segna

 

Freccia rossa
Domenico Segna, Provvidenza e capitalismo

 

Il saggio è già stato pubblicato nella rivista Divus Thomas 2016/2

divus_thomas_pagina

 


255 ISBN

Domenico Segna

Un caso di coscienza. Giuseppe Gangale e “La Rivoluzione protestante”

indicepresentazioneautoresintesi

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Alberto Spinelli – Un interessante saggio riporta all’attenzione Giuseppe Gangale, il filosofo autore de «La rivoluzione protestante».

Segna Domenico 06

255 ISBN

Domenico Segna

Un caso di coscienza. Giuseppe Gangale e “La Rivoluzione protestante”

indicepresentazioneautoresintesi

Un libro sulla mancata Riforma in Italia. Il nostro Domenico Segna, ha dedicato un suo saggio alla figura di Giuseppe Gangale: un protestante che nell’Italia degli anni Venti si soffermò in maniera del tutto originale su tale tematica. Ne parliamo con l’autore.

Leggi tutta l’intervista, pubblicata sul n. 4, anno 40, luglio-agosto 201della rivista
i martedì. Proporre Riflettere Commentare“, pp. 40-43:

 

Leggi l'estratto

Alberto Spinelli

Un interessante saggio riporta all’attenzione Giuseppe Gangale,
il filosofo autore de «La rivoluzione protestante».pdf

 

martedi


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Giacomo Coccolini – Riflettere su Giuseppe Gangale con il libro di Domenico Segna.

Giacomo Coccolini_Domeico Segna

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Domenico Segna

Un caso di coscienza. Giuseppe Gangale e “La Rivoluzione protestante”

indicepresentazioneautoresintesi

 


Il Regno 01

 

«Riflettere su Giuseppe Gangale (1898-1978) significa ripercorrere un periodo della storia passata che, molti, considerano ormai definitivamente chiusa ma che, in verità, come mostra il bel lavoro di Domenico Segna, rimane alle nostre spalle come una sorta di futuro
che l’autore non si esime dal tratteggiare e per il quale, per certi aspetti, egli parteggia accorato.
Segna ricolloca la complessa, e ancora poco conosciuta, vicenda umana e intellettuale di Gangale nel contesto del suo tempo, dove questi, come filosofo, giornalista e glottologo ma, soprattutto, come credente, testimonia un altro modo di praticare la propria fede, politica e religiosa, che si trasforma in un «caso di coscienza …» [Leggi tutto il testo della recensione aprendo il PDF]

Giacomo Coccolini, Il Regno (attualità 16 – 2016)

Il Regno 02

Giacomo Coccolini, Recensione a Giuseppe Gangale

 

 



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Domenico Segna – Intervista a Luca Grecchi: La metafisica umanistica, tra le vie di Atene

Domenico Segna, Intevista a Grecchi

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La ricerca teoretica
di Luca Grecchi
propone di inoltrarci
in un sentiero classico e veritativo:
la ri-scoperta della metafisica
in un’epoca in cui sembra che non ci
sia posto per essa.

 

Dialogare non è facile. Significa confrontarsi, rispettarsi nelle diversità di opinione, mettersi in discussione pur di capire le ragioni del tuo interlocutore.
Tutto questo è facile quando si incontra, si entra in amicizia, nel senso “antico” del termine, con un filosofo apparentemente “inattuale” dalla voce quieta, dalla penetrante intelligenza filosofica in costante tensione: Luca Grecchi. Ci siamo incontrati tra le strade immaginarie di una Grecia amata, studiata, vissuta ad iniziare dalle pagine di Aristotele.

[… Leggi l’intervista aprendo il PDF qui sotto]

Domenico Segna,

Intervista a Luca Grecchi

La metafisica umanistica, tra le vie di Atene 

 

L’intervista è stata pubblicata sulla rivista:

«i martedì», Proporre – Riflettere – Commentare

Anno 40, n. 3, maggio-giugno 2016 [334], pp. 40-43.

 

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Domenico Segna – Un caso di coscienza. Giuseppe Gangale e “La Rivoluzione protestante”

Gangale in evidenza

Coperta Gangale

 

Domenico Segna
Un caso di coscienza.
Giuseppe Gangale e “La Rivoluzione protestante”

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Filosofo, giornalista, glottologo, amico di Piero Gobetti, nome dimenticato, se si esclude l’ambiente protestante italiano, Giuseppe Gangale è un caso unico nella storia culturale del Novecento italiano. Nato a Cirò Marina, in Calabria, animatore di Conscientia, una delle migliori riviste di matrice protestante degli anni Venti, Gangale tentò di unire la propria fede calvinista con il pensiero di Hegel sino al punto di delineare un inedito «Marx calvinista». Nel 1925 raccolse l’invito di Gobetti di pubblicare, presso le omonime edizioni, un testo destinato a restare sepolto per decenni: La Rivoluzione protestante. Il presente saggio è un’indagine su questo evangelico battista e sulla particolare temperie culturale, dominata da Croce e Gentile, in cui si trovò a testimoniare sia la propria fede religiosa, sia il suo antifascismo: una «doppia eresia» di fronte all’instaurazione della dittatura fascista e al Concordato tra Stato e Chiesa cattolica del 1929. Analisi di un eretico e della sua citata opera il cui emblematico incipit così recita: «Il cattolicismo è il male d’Italia». Muovendo da questo presupposto Gangale pose, in modo radicale rispetto ad analoghi tentativi, il problema della mancata Riforma in Italia e del suo sfacelo politico ed etico. Lo stesso Risorgimento, a suo dire, fallì perché non sostanziato da una fede religiosa che avrebbe potuto e dovuto trovare nel verbo di Giovanni Calvino lo strumento più adatto per trasformare, plasmare, forgiare una nuova mentalità negli italiani affetti da secoli da un «male oscuro» identificato, appunto, nel  «cattolicismo». Pur considerando l’attuale evoluzione del cattolicesimo alla luce del Concilio Vaticano II, riproporre, a distanza di decenni, la personalità di Gangale, messa maggiormente in risalto anche da una conversazione con il teologo e pastore valdese Paolo Ricca, significa porsi la domanda sul perché del degrado delle cose presenti in Italia: significa porsi un «problema di coscienza».

Domenico Segna, nato a Roma vive e lavora a Bologna. Giornalista, è vicecaporedattore de I Martedì del Centro San Domenico di Bologna, dove scrive prevalentemente di letteratura contemporanea. Attivamente impegnato nel dialogo ecumenico, lavora nell’ambito della redazione della rivista Il Regno. Laureato in Lettere all’Università “La Sapienza” di Roma e in Scienze Bibliche e Teologiche presso la Facoltà Valdese di Teologia di Roma è docente di Protestantesimo  presso lo Studio Filosofico Domenicano, l’Università “Primo Levi” e l’Istituto “Carlo Tincani” di Bologna. Coautore, ha pubblicato nel 2007, con una nota di Roberto Roversi, Libro (Pendragon) testo di prosa poesia scritta a quattro mani, unica opera di poesia così concepita nel panorama poetico italiano. Nel 2014 ha pubblicato una nuova raccolta di poesie, Le chiese scomparse,  presso con-fine edizioni. Per il Cinquecentenario della Riforma Protestante ha curato due volumi, di prossima pubblicazione, concernenti rispettivamente un’antologia di testi dei Riformatori del XVI secolo e un commento storico- teologico sulle 95 Tesi di Martin Lutero.

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Giuseppe Gangale

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La Rivoluzione protestante di G. Gangale, con Prefazione di Paolo Ricca, teologo valdese.

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Paolo Ricca

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Domenico Segna – L’assurdo e la felicità: Albert Camus.

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Domenico Segna – L’assurdo e la felicità: Albert Camus.

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A. Camus, La peste

A. Camus, La peste.

«[...] solo nei libri come La peste di Camus regalatomi da una donna avara, [...] si trova scritto in modo nitido, che il bacillo della pestilenza, il suo essere il male può restare addormentato per anni tra i mobili del salotto buono e la biancheria racchiusa in un armadio. Pazientemente aspetta anno dopo anno per poi improvvisamente svegliare i suoi schifosi topi aizzandoli contro uomini e donne che vivono in una città felice. Solo una continua resistenza può per qualche tempo salvarli: il tempo farà la sua parte».

 

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Cosa avrei potuto dire, o fare, a quale Dio avrei potuto rivolgere l’esclamazione di una donna: “È così difficile vivere!”. Quella donna rimaneva in silenzio per ore ed ore davanti alla finestra della sua stretta cucina. Trascorreva pomeriggi interi facendo a maglia, un unica preoccupazione le corrugava di tanto in tanto la fronte: assicurarmi una vita felice. Quella donna era mia madre. Vivevamo la luce distillata dalle tende, rammendava losanghe di sogni, uncinetti di rimpianti. Giù in strada il corteo delle ore lento marciava, inesorabile avanzava, nel crepitio del giorno mostrava la sua inconsistenza. Procedeva sino a che c’era chiaro, sino a che il sole iniziava il suo viaggio notturno: era un esercito ben addestrato che dilagava abbattendo difese, proverbi, ansie. La guardavo mentre sferruzzava calze di lana. Aveva freddo mia madre. Tutti avevano freddo. – Chi ha tempo, non aspetti tempo! –  era il suo detto. Se di buon umore cantava. Erano canzoni di prima della guerra. A volte le chiedevo “A cosa pensi?”, “A niente” rispondeva. Ed era vero. In fondo credere in Dio la domenica pomeriggio è un atto di coraggio. Lei lo possedeva, io no. Con gli occhi, però, bevevo il distillato puro della notte. Un tram interrompeva, turbandolo per qualche attimo, il silenzio. Poi esso riprendeva come una fatica di Sisifo.Un nuovo tram sarebbe passato e la fatica di ricomporre il silenzio sarebbe ripresa.
Avevo poco più di sedici anni quando morì mio padre, … [Continua a leggere]

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Domenico Segna, Libro, Pendrago, 2007Domenico Segna, Libro, Pendragon, 2007

 

«C’è, qua dentro, qualcosa di lucido e riflettente, che si insinua a interferire, ma non a sovrapporsi, nel testo; come un mosaico disteso sul pavimento, su cui si può camminare ma con il rispetto della suggestione e senza mai distogliere lo sguardo; con l’impressione, che è un brivido, di vederci riflettere il proprio volto e forse anche un frammento della propria vita» (dalla Nota di Roberto Roversi).

 


 

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Domenico Segna, Estetica della pace in Simon Weil,
in I. Malaguti (a cura di), Filosofia e pace, ed. Fara, 2000.


Domenico Segna, Le chiese scomparseDomenico Segna, Le chiese scomparse, con-fine edizioni, 2014.

Una raccolta che ci riporta indietro nel tempo, quella di Domenico Segna. Le chiese scomparse è infatti un viaggio a ritroso, razionale e sentimentale, alla ricerca di un tempo perduto di ricordi privati, famigliari, già fluiti nel tessuto di un’esperienza comune. Anche nello stile, che accoglie esperienze moderniste e surrealiste, l’autore sembra guardarsi alle spalle, a quel Novecento da cui proviene e a cui questi testi rendono esplicito omaggio, tra letteratura e vita. Al lettore non resta che avventurarsi tra questi versi, misteriosi e squillanti, avvertire il sentimento del sacro che li anima e che anima il loro autore, sospeso tra una parola catartica, quasi profetica, e una dimensione seriosamente giocosa, pienamente surrealista. Una poesia che scaturisce dal silenzio, questa, che ci fa abbandonare “i cortili dell’istante” verso la conquista d’una terra di “eremite abbondanze”.

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Autori, e loro scritti

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Nelly Sachs (1891-1970) – Non distruggete l’universo delle parole, lasciate alla fonte le parole che loro sole fanno avanzare gli orizzonti.

Oliver Sacks (1933-2015) – Sono riuscito a considerare la mia vita come da una grande altezza quasi fosse una sorta di paesaggio, e con una percezione sempre più profonda della connessione fra tutte le sue parti.

Éric Sadin – Esiste una forma di messa al bando dell’essenza di noi stessi. Operazioni automatizzate si sostituiscono al contatto umano, all’azione condotta in comune, comportando l’abolizione progressiva delle relazioni interpersonali, dell’accordo, del disaccordo, del conflitto, persino dell’amicizia.

Saffo (VII-VI sec. a.C.)  – La vera dolcezza di quella mela rosseggiante Saffo ci dice che può essere colta solo se raggiunta nell’alto della sua dimensione eidetica.

Saffo ( VII-VI sec. a.C. )  – «Chi è bello è bello solo per il tempo che lo si guarda, ma chi è virtuoso sarà subito anche bello».

Edward W. Saïd (1935-2003) – L’essenza dell’umanesimo coincide con la comprensione della storia umana come un processo continuo di autocomprensione e autorealizzazione: un mezzo per interrogare, mettere in discussione e riformulare ciò che ci viene presentato sotto forma di certezze già mercificate, impacchettate, epurate da ogni elemento controverso e acriticamente codificate.

Antoine Sanguinetti (1917-2004). Rileggendo «Corrispondenza internazionale»: Un mito pericoloso: la “sicurezza”.

Antoine de Saint-Exupéry (1900-1944) – AMORE E POSSESSO. L’amore non fa soffrire. Quello che fa soffrire è l’istinto della proprietà, che è il contrario dell’amore.

Antoine De Saint-Exupéry (1900-1944) – Rispetto dell’Uomo! Rispetto dell’Uomo! … Ecco la pietra di paragone! Una civiltà si fonda prima di tutto nella sostanza.

Jean Salem (1952-2018) – Scegli la strada in salita, è quella che ti porterà alla felicità.

Jerome David Salinger (1919-2010) – Ciò che distingue l’uomo immaturo è che vuole morire nobilmente per una causa, mentre ciò che distingue l’uomo maturo è che vuole umilmente vivere per essa.

Gaio Sallustio Crispo (I secolo a.C.) – L’avidità di denaro è sempre infinita.

Gaio Sallustio Crispo (86-35 a.C.) – Alla natura umana manca la volontà di agire più che la forza o il tempo. Ma è lo spirito a guidare e dominare la vita degli uomini. Soltanto pochi desiderano la libertà. I più non cercano che buoni padroni.

Gaetano Salvemini (1873-1957) – Siate non conformisti di fronte alla cultura ufficiale.

Gaetano Salvemini (1873-1957) – Le riforme scolastiche benefiche non producono i loro effetti benefici che a lunga scadenza; le situazioni malefiche producono risultati immediati: rendere meno efficiente che sia possibile la scuola pubblica, e creare sulle sue rovine un sistema di scuole private.

Raffaele Salvi – Per Mauro Peroni la felicità è possibile eclissando le dinamiche capitaliste che, nell’offerta di infiniti oggetti, rendono illimitato il desiderio. Occorre impegnarsi in una vita ricolma di senso, in cui lo scopo da raggiungere è la vita stessa.

Adolfo Sánchez Vázquez (1915-2011) – Il lavoro può avere una prorpia natura artistica solo se si avvicina a un’attività attraverso la quale l’uomo realizza e oggettiva la sua essenza umana.

George Sand (1804-1876) – La fonte più viva e più profonda del progresso dello spirito umano è la nozione di solidarietà. La mollezza delle abitudini ci invecchia e finisce con l’ucciderci.

Nancy Sandars (1914-2015) – Nell’epopea di Gilgamesh, essere umani significava abbandonare lo stato animale, in un processo continuo di maturazione, non onnipotenti ma capaci di conoscenza, non immortali, ma consapevoli della propria mortalità. L’uomo è «colui che apprese e che fu saggio in tutte le cose».

Luigi Sandri – Recensione al libro di Mauro Magini, «Il mio amico Platone».

Thomas Isidore Noël Sankara (1949-1987) – Per ottenere un cambiamento radicale bisogna avere il coraggio d’inventare l’avvenire. Noi dobbiamo osare inventare l’avvenire.

Stefano Santasilia – «Introduzione alla filosofia latinoamericana». Espressione di un’alterità sempre in atto, essa si presenta come un ineludibile momento critico del pensiero occidentale.

Josè Saramago (1922-2010) – Mi lascia indifferente il concetto di felicità, ritengo più importanti la serenità e l’armonia.

José Saramago (1922-2010) – Quanti anni ho, io? Ho l’età in cui le cose si osservano con più calma, ma con l’intento di continuare a crescere. Ho gli anni che servono per abbandonare la paura e fare ciò che voglio e sento. Per continuare senza timore il mio cammino, perché porto con me l’esperienza acquisita e la forza dei miei sogni.

Josè Saramago (1922-2010) – Secondo me non siamo diventati ciechi, secondo me lo siamo, ciechi che, pur vedendo, non vedono.

Josè Saramago (1922-2010) – Marx ed Engels hanno scritto nella “Sacra famiglia”: «Se l’uomo è formato dalle circostanze, allora bisogna formare le circostanze umanamente». Il comunismo è per me uno stato dello spirito.

Josè Saramago (1922-2010) – Ecco cos’hanno di simpatico le parole semplici, non sanno ingannare.

Josè Saramago (1922-2010) – Oggi gli ideali socialisti stanno attraversando il deserto, ma dire che l’idea socialista è morta significa cadere in una tentazione molto comune all’uomo che, avendo una vita breve, tende sempre a pensare che qualche altra cosa muoia prima di lui. Io sono ancora comunista. Certo che lo sono e non riesco a immaginare me stesso essere qualcosa di diverso.

Albertine Sarrazin (1937-1967) – Un fiammifero controvento. Non conoscevo Albertine. Ho letto «L’astragalo», seguendo il consiglio di Patti Smith, che ne firma la prefazione.

Jean-Paul Sartre (1905-1980) – Il desiderio si esprime con la carezza come il pensiero col linguaggio. Il desiderio è coscienza. Nel desiderio e nella carezza che l’esprime, mi incarno per realizzare l’incarnazione dell’altro. Così, nel desiderio, c’è il tentativo di incarnazione della coscienza.

Jean-Paul Sartre (1905-1980) – L’essere umano non è nulla al di là del suo proprio progetto. Egli esiste solo nella misura in cui realizza se stesso.

Jean-Paul Sartre (1905-1980) – Penso che la speranza faccia parte dell’uomo. Non è un’illusione lirica. Appartenendo alla natura stessa dell’azione non può essere di principio destinata a uno scacco assoluto e inevitabile.

Jean-Paul Sartre (1905-1980) – Il punto di vista della conoscenza pura è contraddittorio, infatti sarebbe conoscenza senza punto di vista, quindi conoscenza del mondo posta per principio al di fuori del mondo. C’è solo il punto di vista della conoscenza impegnata.

Fernando Savater – Una vita autenticamente umana nessuno se la trova in regalo, nessuno arriva a quello che è giusto per lui senza coraggio e senza sforzo.

Fernando Savater – Quello che mi interessa non è se c’è la vita dopo la morte, ma che ci sia vita prima.

Adam Schaff (1913-2006) – L’uomo, nella filogenesi e nell’ontogenesi, conosce agendo, trasformando la realtà. La lingua si è formata socialmente in base a una determinata prassi sociale. Il linguaggio, in quanto struttura astratta di pensiero, è ex definitione pensiero in potenza.

Friedrich Schlegel (1772-1829) – Il vero amore dovrebbe, per la sua origine, essere interamente arbitrario, e interamente casuale, e nello stesso tempo essere necessario e libero, per il suo carattere dovrebbe essere insieme determinazione e virtù, ed essere un intero e un miracolo.

Maurizio Schoepflin – «Presocratici»: e fu l’aurora. il libro di Luca Grecchi è un utile strumento per studiare gli albori dell’affascinante cammino della filosofia occidentale.

Maurizio Schoepflin – Il problema della filosofia moderna secondo Marino Gentile.

Arnold Schönberg – Compito della teoria è risvegliare l’amore per il passato e aprire lo sguardo verso il futuro.

Arnold Schönberg (1874-1961) – Tendiamo al futuro: ci dev’essere nel nostro futuro una perfezione sovrana. Uno dei compiti più nobili della teoria è di risvegliare l’amore per il passato e di aprire, nello stesso tempo, lo sguardo verso il futuro.

Arnold Schönberg (1874-1961) – La nostra coscienza, in virtù della forza immaginativa, può percepire le cose in ogni posizione, così la coscienza del compositore può operare spontaneamente con una serie di suoni.

Arthur Schopenhauer (1788-1860) – Non solo la filosofia, ma anche le arti belle mirano a risolvere il problema dell’esistenza.

Arthur Schopenhauer (1788-1860) – Perché si riconosca e si apprezzi spontaneamente il valore altrui, bisogna possederne del proprio.

Arthur Schopenhauer (1788-1860) – La musica oltrepassa le idee, è del tutto indipendente anche dal mondo fenomenico, è infatti oggettivazione e immagine dell’intera volontà, tanto immediata quanto il mondo anzi, quanto le idee.

Philip Schultz – La vita di un artista è simile a quella di un dislessico. La lettura contiua a essere per me una sfida.

Robert Schumann (1810-1856) – Consigli ai giovani musicisti: «Suonate sempre con l’anima. Fate del “Clavicembalo bel temperato” di Bach il vostro pane quotidiano. Le leggi della morale sono anche le leggi dell’arte. Nulla di grande si può compiere senza entusiasmo. Non si è mai finito di imparare …».

Albert Schweitzer (1875-1965) – Nella maturità dobbiamo lottare per continuare a pensare liberamente e a sentire così profondamente come facemmo in gioventù.

Albert Schweitzer (1875-1965) – L’ideale è per noi quello che è una stella per il marinaio. Non può essere raggiunto, ma rimane una guida.

Michele Federico Sciacca (1908-1975) – La nostra epoca rumorosa è senza silenzi, senza armonie. Povera di parole, ricca di voci. Viviamo dispersi nella dispersione di mille cose inessenziali, incapaci di un minuto di silenzioso raccoglimento e arriviamo sempre in ritardo all’appuntamento con noi stessi.

Ghiorgos Seféris (1900-1971) – La poesia nutrila di quella terra e di quella roccia che hai.

Domenico Segna – L’assurdo e la felicità: Albert Camus.

Domenico Segna – Un caso di coscienza. Giuseppe Gangale e “La Rivoluzione protestante”.

Domenico Segna – Intervista a Luca Grecchi: La metafisica umanistica, tra le vie di Atene.

Domenico Segna – Provvidenza e capitalismo.

Brian Selznick – Le bugie sono un abuso del linguaggio. Le bugie uccidono la bellezza. Le bugie uccidono il significato.

Giovanni Semerano (1911-2005) – Vi sono parole fatte fluitare dalle onde di secoli remoti; occorre auscultarle acutamente per sentirvi dentro il loro segreto, come in una conchiglia si ascolta l’eco di oceani abissali.

Seneca – De brevitate vitae. Non è breve la vita, ma tale la rendiamo.

Lucio Anneo Seneca (4 a.C. – 65 d.C.) – Da quando il denaro ha iniziato a venire in onore, il reale valore delle cose è caduto in discredito. Gli uomini consacrano il denaro come espressione massima delle cose umane.

Lucio Anneo Seneca (4 a.C. – 65) – Quale è la natura specifica dell’uomo? La ragione, che quando è retta e perfetta dà all’uomo la pienezza della felicità. Una tale ragione perfetta prende il nome di virtù, e altro non è che la coerenza morale.

Lucio Anneo Seneca (4 a.C. – 65) – La filosofia non è un’arte di cui si possa fare ostentazione: essa non consiste nelle parole, ma nelle azioni. La filosofia forma e foggia l’animo, regola la vita, governa le azioni, insegna ciò che si deve fare e ciò che si deve evitare, sta al timone e dirige il corso delle navi.

Seneca (4 a.C. – 65) – La filosofia si divide in sapere e disposizione d’animo. chi ha imparato e compreso che cosa si deve fare e che cosa si deve evitare non è ancora saggio, se il suo animo non si è trasformato in base a quanto ha appreso

Lucio Anneo Seneca (4 a.C. – 65) – Insistere su certi scrittori e nutrirsi di loro, per ricavarne un profitto spirituale duraturo. Chi è dappertutto, non è da nessuna parte. Quando uno passa la vita a vagabondare, avrà molte relazioni ospitali, ma nessun amico.

Lucio Anneo Seneca (4 a.C. – 65 d.C.) – Le letture sono necessarie anzitutto perché io non sia pago di me stesso. Poi perché, quando avrò conosciuto ciò che altri hanno trovato, allora possa riflettere su ciò che essi hanno scoperto e rifletta su ciò che ancora devo imparare.

Lucio Anneo Seneca (4 a.C. – 65) – Il medico si è preoccupato non per la sua reputazione di medico ma per me, è accorso nei momenti critici, nessun servizio gli è stato di peso o lo ha infastidito.

Lucio Anneo Seneca (4 a.C. – 65) – La vita non sarà incompiuta, se è virtuosa: dovunque tu la concluda, se la conduci bene, è completa.

Lucio Anneo Seneca (4 a.C. – 65) – Negli scontenti di sé si insinua l’agitazione sterile di un animo che non trova sbocco insieme all’esitazione di una vita che non riesce a svilupparsi e alla frustrazione di un animo intorpidito tra le delusioni. Le passioni, chiuse in un angusto spazio senza uscita, si strangolano da sé. Bisogna perseverare e rinvigorire il nostro spirito con una assidua applicazione, finchè la tendenza al bene diventi saggezza.

Lucio Anneo Seneca (4 a.C. – 65) – Disprezzo la ricchezza non perché è superflua, ma perché è cosa di poco conto.

Senofonte (430/425–355 a.C.) – «Apologia di Socrate». Introduzione, traduzione e note di Francesca Pentassuglio.

Tulio Seppilli (1928-2017) – Tulio Seppilli, antropologo e comunista, come voleva essere definito. Praticava e insegnava «una antropologia come ricerca nel cuore stesso della società, dei suoi problemi e delle sue ingiustizie. Un’antropologia per ‘capire’, ma anche per ‘agire’, per ‘impegnarsi’».

Pierangelo Sequeri – Agorà / Oltre il dialogo. Sfida congiunta alle passioni tristi: seguirei la stella, non il satellite.

Luis Sepúlveda – La lettura possiede l’antidoto contro il terribile veleno della vecchiaia.

Luis Sepúlveda (1949-2020) – La memoria è la pietra angolare che sostiene tutta la mia architettura di uomo e scrittore. L’ultima rivoluzione rimasta in sospeso è quella dell’immaginario: dobbiamo essere capaci di immaginare in società vogliamo vivere, e se vogliamo essere cittadini o consumatori. Impariamo dalla lumaca che scoprì l’importanza della lentezza.

Daniele Serafini – Vengono da vecchi album questi fremiti di vita virati seppia, volti fieri di donne senza ansia di esistere, tornano a salutarci queste donne antiche con la fragranza di un fiore che non si rassegna al tempo né al nostro troppo facile oblio.

Carlo Serra – Come suono di natura. Metafisica della melodia nella Prima Sinfonia di Gustav Mahler. Un percorso di filosofia della musica. Ogni volta che la musica mette in scena un testo, ne condensa le immagini, ne riarticola il senso, il piano semantico delle parole si modifica, si amplia, riverbera.

Sesto Empirico (160– 210) – L’uomo si distingue dagli animali privi di ragione non per il discorso espresso dalla voce, ma per quello interiore, non per la semplice fantasia, ma per quella fantasia che trascorre da un termine all’altro e che associa.

Emanuele Severino – Il capitalismo compera la tecnica per realizzare quella forma di incremento indefinito della capacità di realizzare scopi. Che è costituito dall’incremento del profitto e del denaro. Lo scopo cioè è il controllo del mezzo universale.

William Shakespeare (1564-1616) – «Cesare non potrebbe fare il lupo se non fossero pecore, e nient’altro che pecore, i romani».

William Shakespeare (1564-1616) – La sua lezione di regia: «Tenetevi misurati, dovete ottenere e conservare quella sobrietà che consente morbidezza di toni. Accordate l’azione alla parola, la parola al gesto: lo strafare è contrario alla vocazione dell’arte teatrale. Il gigioneggiare quanto il recitarsi addosso non può che disgustare l’intenditore».

William Shakespeare (1564-1616) – L’uomo che non ha musica in se stesso, che l’armonia dei suoni non commuove, sa il tradimento e la perfida frode. Le sue emozioni sono una notte cupa. I suoi pensieri un Erebo nero. Alla musica credi, non a lui.

William Shakespeare (1564-1616) – Date parole al dolore. La sofferenza interiore che non parla, sussurra al cuore troppo gonfio fino a quando si spezza.

William Shakespeare (1564-1616) – Se la musica è l’alimento dell’amore, seguitate a suonare, datemene senza risparmio. Oh, spirito d’amore, quanto sei vivo e fresco! Così multiforme si presenta amore, da esser, lui solo, il trionfo della fantasia.

William Shakespeare (1564-1616) – Beati son coloro i cui impulsi e il cui giudizio non assomigliano per nulla a una zampogna su cui le dita della Fortuna possan suonare il tasto che le aggrada.

William Shakespeare (1564-1616) – C’è un momento in cui l’uomo è padrone del suo destino: la colpa non è nella nostra stella, ma in noi stessi, che ci lasciamo sottomettere

Roberto Signorini – Arte del fotografico. I confini della fotografia e la riflessione teorica degli ultimi venti anni.

Ignazio Silone (1900-1978) – Il primo dovere di uno scrittore è la sincerità, ha il dovere morale di conoscere i problemi della propria epoca e di farsene un’opinione. Io sono dalla parte dell’uomo e non dell’ingranaggio.

Georg Simmel (1858-1918) – Ciò che dobbiamo avere per poterlo godere, prima o poi, lo distruggiamo attraverso il possesso. Ecco la linea di separazione tra la bassezza e la nobiltà dei valori: gli uni possiamo averli senza che ci rendano appagati, mentre gli altri ci rendono felici anche se non li possediamo.

Georg Simmel (1858-1918) – Nell’essenza del denaro si percepisce qualche cosa dell’essenza della prostituzione.

Georg Simmel (1858-1918) – Platone comprese che l’amore è una potenza assoluta della vita, e che perciò dev’esserci un cammino conoscitivo che conduca da esso alle ultime potenze ideali e metafisiche.

Georg Simmel (1858-1918) – La cultura è il perfezionamento degli individui ottenuto mediante lo spirito oggettivato nel lavoro storico della specie. La cultura è dunque una sintesi peculiare di spirito soggettivo e spirito oggettivo.

Georg Simmel (1858-1918) – Nella pedagogia, ogni sapere è un mezzo che mira alla formazione dell’uomo. La lezione non è un semplice trapianto di contenuti conoscitivi, ma una funzione che porta in sé il contenuto. Non si dovrebbe mai pronunciare la parola stupidità di fronte a uno scolaro. Partire dalla vita è una condizione fondamentale.

John Sargent Singer (1856-1925) – La passione della lettura nel ritratto.

Burrhus Frederic Skinner (1904-1990) – Se non facciamo nulla permettiamo che un futuro deprimente e probabilmente catastrofico abbia il sopravvento su di noi.

Viktor Borisovič Šklovskij (1893-1984) – Se la vita passa inconsciamente allora è come se non ci fosse mai stata: scompare trasformandosi in nulla. Per restiuire il senso della vita esiste ciò che si chiama arte.

Peter Sloterdijk – Devi cambiare la tua vita! Questo è il comando metanoico per eccellenza. Esso fornisce la parola chiave per la rivoluzione. È soggetto chi si dedica a un programma per eliminare da se stesso la passività e passa dal mero essere-formato al versante del darsi-forma.

Peter Sloterdijk – L’arte come baluardo di messa in crisi dell’attuale in favore di un possibile ancora non realizzato.

Socrate (470 a.C.-399 a.C.) – Una vita senza ricerca non è degna di essere vissuta.

Sofocle (496 – 406 a.C.) – Non cresce nulla di così brutto come il denaro per gli uomini: istruisce deviandole le menti oneste a intraprendere turpi imprese, indica agli uomini l’uso di ogni crimine e la conoscenza di ogni empietà.

Fernando Ezequiel Solanas (1936-2020) – “L’Ora dei forni” è dedicato a Che Guevara e all’esperienza sociale e rivoluzionaria latino-americana in atto alla fine degli Anni Sessanta. Fu realizzato tra il 1966 e il 1968 come un atto di resistenza contro la dittatura del Generale Onganía.

Leonardo Soldati – «Lo Spettro della Rosa». Il teatro di Maura Del Serra tradotto in Messico.

Mario Soldati (1906-1999) – Il denaro, in qualunque modo lo si possieda od ottenga, è sempre ed esattamente pagato con la perdita di qualche cosa di vivo.

Antonio Soldi – La figura del finto artista (il fake) e la copertura ideologica necessaria alla sua ascesa sociale.

Antonio Soldi – I lupi di Liu Ruowang, «Wolves Coming», rappresentano forse la mostruosa deriva che sta prendendo la società cinese attuale, dove l’ircocervo liberal-socialista sta mutando in una pericolosa chimera, immagine spettrale di un angosciante futuro.

Giovanni Sollima – La musica, il violoncello, è senza frontiere. Il canto popolare è una musica che nasce viaggiando, è un linguaggio che si sviluppa nel tempo ma che mantiene un’identità forte: non c’è un autore ma ce ne sono milioni. «Violoncelles, vibrez!».

Solone (638-558 a.C.) – Armonizzerò le leggi con i bisogni dei cittadini in maniera tale che tutti vedano chiaramente come meglio giovi vivere nella giustizia che trasgredire le leggi.

Georges Sorel (1847-1922) – La filosofia non è che un riconoscimento degli abissi entro i quali si svolge il sentiero che la gente volgare segue con la serenità dei sonnambuli. Nell’anima di ogni uomo vi è un fuoco metafisico che riposa nascosto sotto la cenere. L’evocatore è colui che rimuove le ceneri e fa sprigionare la fiamma.

Natsume Sōseki (1867-1916) – Lo studio è cosa diversa dal funambolismo e dai giochi di destrezza. Apprendere le conoscenze tecniche è marginale. Lo scopo vero è la costruzione dell’uomo, distinguere le cose grandi dalle inezie, conoscere la differenza tra ciò che conta e ciò che non significa niente, riconoscere il confine tra il bene e il male.

Robert Spaemann (1927-2018) – Perché una vita possa realizzarsi compiutamente occorre “spendersi” senza risparmiarsi, dato che la felicità, la riuscita della vita, non può in alcun modo avere un prezzo troppo alto.

Donato Sperduto – Agire o lasciar fluire? Emanuele Severino e Carlo Levi a confronto.

Baruch Spinoza (1632-1677) – La via che conduce al vero compiacimento dell’animo sembra estremamente difficile, può tuttavia essere trovata. E arduo, in verità, deve essere ciò che tanto raramente si trova. Ma tutte le cose eccellenti sono tanto difficili quanto rare.

Baruch Spinoza (1632-1677) – All’uomo niente è più utile dell’uomo. Da questo segue che gli uomini, che siano guidati dalla ragione, cioè quelli che ricercano il proprio utile con la guida della ragione, non bramino per sé niente che non desiderino anche per gli altri, e perciò sono giusti, onesti e fedeli.

Baruch Spinoza (1632-1677) – La Letizia è il passaggio dell’uomo da una minore ad una maggiore perfezione. La Tristezza è l’atto del passare ad una minore perfezione, cioè l’atto dal quale la potenza di agire dell’uomo viene diminuita o ostacolata.

Baruch Spinoza (1632-1677) – Di che cosa sia capace il Corpo, non è stato ancora definito da nessuno. Non sanno di che cosa il Corpo sia capace, e ciò che si possa dedurre dalla sola osservazione della sua propria natura.

Baruch Spinoza (1632-1677) – In quanto concepisce le cose secondo il dettame della ragione, la mente risente egualmente della sua idea tanto se questa sia l’idea di una cosa futura o passata, quanto se sia l’idea di una cosa presente

Baruch Spinoza (1632-1677) – Agire per virtù è agire sotto la guida della ragione. Tutto ciò che ci sforziamo di fare con la ragione è comprendere. Il sommo bene dell’uomo è comune a tutti, proprio perché ciò si deduce dalla stessa essenza umana.

Baruch Spinoza (1632-1677) – Il fine dello Stato non è di dominare gli uomini né di costringerli col timore a sottomettersi, né di convertire in automi esseri dotati di ragione, ma al contrario di far sì che la loro mente e il loro corpo possano con sicurezza  esercitare le loro funzioni, ed essi possano servirsi della libera ragione. Il vero fine dello Stato è, dunque, la libertà.

Konstantin S. Stanislavskij (1863-1938) – Chi, durante uno spettacolo, non “recita”, non forza ma agisce veramente in modo produttivo e si mantiene in una costante atmosfera di vita, di verità, di convinzione, di “io sono”, costui vive sulla scena il “vero”.

Jean Starobinski (1920-2019) – Quando la speranza vira al nero, quando più niente ci porta al futuro, la realtà presente si disloca, i suoi elementi non posseggono più il potere di tenere insieme. Ma l’inchiostro della malinconia ha la possibilità del bagliore, dello splendore fulgido per sempre.

Jean Starobinski (1920-2019) – Le malattie umane non sono mere specie naturali. Il medico osserva la malattia come un fenomeno biologico, ma, isolandolo, nominandolo, classificandolo, ne fa un’astrazione. Sia dalla prospettiva del malato che da quella del medico, la malattia è un fatto di cultura e muta al mutare delle condizioni culturali.

Rudolf Steiner (1861–1925) – Se si vorrà realizzare un ordinamento economico comunitario, lo si potrà fare solo animandolo a partire da una vita culturale autonoma. Solo così sarà possibile creare un futuro fecondo.

Massimo Stella – «Madreparola. Risorgenze della Musa tra modernismo europeo e antichità classica». Il dono materno della parola e della voce poetiche è l’onda di una lunga memoria che, dall’Antico al primo Novecento europeo, continua a spirare.

Massimo Stella – Scritti per onorare la memoria di Diego Lanza e Mario Vegetti.

Giovanni Stelli – Senso e valore della filosofia. Tre domande, alcune risposte.

Giovanni Stelli – Tre lezioni sulla politica di Aristotele: Etica-politica come scienza unitaria – L’originaria costituzione intersoggettiva dell’uomo: amicizia e giustizia – La comunità politica e la teoria delle costituzioni.

Giovanni Stelli – Il problema del relativismo filosofico riveste una grande importanza teoretica ed etica. Una filosofia che non voglia ridursi a dossografia o a un mero esercizio formalistico deve cercare di misurarsi con esso.

Marie-Henri Beyle, Stendhal (1783-1842) – Le azioni ispirate da una vera passione mancano raramente di produrre il loro effetto.

Julius Stenzel (1883-1935) – La frammentarietà di ogni nostro sapere ed agire è un pensiero a noi ben familiare. Occorre una comunità integratrice, che nulla deneghi agli altri di ciò che uno porta in sé o da sé può ricavare, e che altrettanto dagli altri si aspetti, e dove si lavori in “filosofia che non conosce invidia”.

Laurence Sterne (1713-1768) – Esistono mille orifizi attraverso i quali un occhio indagatore può vedere al primo sguardo quel che avviene in un’anima.

Annalisa Strada – Dove inizia e dove finisce un posto? I libri sono una forza …

Igor Stravinsky (1882-1971) – I quartetti di Beethoven sono una carta dei diritti umani.

Davide Susanetti – La relazione con l’antico è e deve essere, ogni volta, l’accadere di un “dislocamento”, l’occasione per interrompere quel flusso che ci stordisce senza che nemmeno più se ne abbia consapevolezza. È e deve essere vera esperienza che nutre la vita, offrendole possibilità “nuove” proprio perché, paradossalmente, “antiche”.

Wislawa Szymborska – «SULLA MORTE SENZA ESAGERARE». Non c’è vita che almeno per un attimo non sia stata immortale. La morte è sempre in ritardo di quell’attimo.

Wisława Szymborska (1923-2012) – La poesia non tollera né il superfluo, né il vano.

Wisława Szymborska (1923-2012) – Utopia è l’isola dove tutto si chiarisce. Qui ci si può fondare su prove. Qui cresce l’albero della Giusta Ipotesi. Dalla sua cima si spazia sull’Essenza delle Cose. Malgrado le sue attrattive l’isola è deserta, e le tenui orme visibili sulle rive sono tutte dirette verso il mare.